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Autore: ButterflySeven    24/09/2014    6 recensioni
Belle è una ragazza di 23 anni, iscritta al terzo anno di Beni Culturali all'accademia di Belle Arti.
I sui problemi iniziano quando il professor Hood la rimanda per la seconda volta all'esame di storia dell'arte contemporanea 2.
Cercherà disperatamente aiuto in qualcuno che ne sappia più di lei in fatto d'Arte ed il padre dell'amico Baelfire, famoso storico dell'arte, sembrerebbe il candidato ideale... Ma tutto ciò, a quale prezzo?
[Rumbelle - coppia principale] secondarie Baelfire/Emma ed Emma/Killian
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Belle arrivò a casa di Emma alle 20 in punto. Quando bussò alla porta venne ad aprirle la signora Swan, come sempre accompagnata da un magnifico sorriso.
- Ciao Belle, entra pure, Emma è quasi pronta-
- Ciao Mary Margaret, ti trovo in splendida forma!-
- Sei gentile Belle, ma sono molto stanca, Neal mi fa disperare… Non ho più vent’anni e un figlio piccolo è abbastanza stressante!-
Mary Margaret e David avevano un altro figlio di due anni. La donna raccontava che aveva rinunciato all’idea di avere altri figli dopo Emma, straziata al pensiero di perdere nuovamente un figlio subito dopo il parto, ma quando si erano rassegnati a rimanere soli, rimase incinta di Neal e contemporaneamente Emma bussò alla porta della loro casa, rivelando la sua identità. I genitori non esitarono ad abbandonare la vecchia città e trasferirsi tutti insieme a Storybrooke, l’unico posto che Emma aveva sempre visto come “casa”.
E pian piano stavano ricomponendo i pezzi del loro rapporto, anche se non era così semplice.
- Emma, è arrivata Belle!- urlò la signora per farsi sentire dalla figlia al piano superiore.
Si accomodarono in cucina in attesa di Emma ed insieme parlarono di alcune letture che avevano in comune. Poi quando Neal si svegliò dal pisolino, Mary Margaret lo portò in cucina per dargli la cena.
- David ha il turno di notte, credo proprio che io e Neal ci guarderemo un bel film d’animazione… Biancaneve e i sette nani è il suo preferito, è l’unico cartone che guarda in meditato silenzio. Dovresti vederlo come s’incanta. Pensa che quando vede Biancaneve inizia a chiamarla “mamma”!-
- Che dolce…-Belle era innamorata di quel bimbo, Neal aveva le guance più tenere del mondo.
Sentirono un suono di passi molto pesante dalle scale, segno che qualcuno stava scendendo frettolosamente.
- Ciao Belle, sono pronta…- salutò raggiante l’amica, che quel giorno indossava un bellissimo tubino nero con vistosa collana rosso fuoco.
- Era ora, principessa… - commentò sarcastica Belle.
- Allora noi andiamo, ciao Neal, fai il bravo piccoletto!- Emma si chinò per dare un bacio sulla nuca al fratellino, poi abbracciò la madre e la salutò con una pacca alla spalla – fai la brava anche tu, se avete bisogno chiamatemi e sarò qui in un attimo-
- Grazie, ma io e l’ometto ce la caveremo da soli- in risposta Neal iniziò a ridere disperatamente e le tre donne lo imitarono per poi salutarsi un’ultima volta.
- Sono splendidi!- commentò Belle entrando in macchina.
- Sì, è in momenti come questi che sono felice di essere andata a cercarli per portarli con me.  Pian piano stiamo diventando come una vera famiglia-
Belle le sorrise, poi Emma mise in moto ed andarono a prendere le amiche.

La serata si animò subito di parecchie risate. Essere nuovamente tutte insieme era un vero toccasana. Quando si riunivano era proprio come tornare ai tempi del liceo, quando ognuna era presa dalle prime cotte e dai problemi adolescenziali.
Adesso erano diventate grandi, ma non avevano mai smesso di volersi bene.
Così, dopo essersi riempite lo stomaco con una fumante pizza, Belle, Emma, Ruby, Ariel e Ashley si spostarono in un pub per bere qualcosa.
- Sapete, era da tanto che non mi godevo una serata così- commentò Ashley – ultimamente la mia giornata si divide tra star dietro ad Alexandra, che da quando ha iniziato a camminare tende ad aprire tutti i cassetti e rompere qualunque cosa vi sia dentro e cercare di stare un po’ sola insieme a Sean, il che è dura dato che lui lavora quasi tutto il giorno… E poi ci sono i preparativi per il matrimonio, che sembra non arrivare mai…-
- Dai, il 20 Dicembre è ormai vicino…- le ricordò Emma.
- Già. Non mi sembra quasi vero di avere una figlia e di starmi per sposare… Mi sembra passato così poco tempo da quando andavamo tutte insieme a scuola…-
- Non dire così, mi fai sentire una sfigatissima single- commentò Ariel, affogando il dispiacere nel suo drink alcolico.
- Dai  Ariel, tirati su con il morale- la consolò Ruby - io sto benissimo da sola. In amore si soffre e comunque si è condizionati nelle proprie scelte. Preferisco essere libera di scegliere da sola cosa è meglio per me-
- Su questo sono d’accordo, Ruby! Non sopporto proprio più Gaston, è sempre lì a commentare ogni mia scelta! Mi tratta come se avessi ancora diciassette anni… Ma stavolta non sarà così semplice farmi dimenticare l’arrabbiatura: ho deciso che per almeno una settimana gli starò lontana, deve capire che sto arrivando a un punto di non ritorno!-
- Sapete che vi dico? Propongo un brindisi- Emma alzò il suo mojio – all’amicizia. Perché non importa quale sarà il nostro destino, con chi ci sposeremo o quanti figli avremo, noi rimarremo sempre unite-
- Sì, all’amicizia!-
Issarono le bevande e brindarono a quel bellissimo sentimento che le aveva sempre unite.
- Ehi, perché non andiamo a ballare? Chi si ricorda l’ultima volta che siamo andate in discoteca tutte insieme? Saranno passati secoli! Sean per una volta sarà costretto ad aspettare me!-
- Ci sto!- concordò Ruby.

Quando arrivarono in discoteca, che era a pochi metri del pub, erano già tutte un po’ brille.
Belle non era abituata a bere così tanto, la testa le girava un po’, ma era una sensazione piacevole. Voleva accantonare i problemi almeno per una sera e lasciarsi andare al sano divertimento, cosa che non faceva da troppo tempo.
Appena entrate, lasciarono i giubbotti al deposito e si buttarono subito in pista. La musica era assordante e non riuscivano nemmeno a parlarsi tra loro, così si lasciarono semplicemente guidare dal ritmo delle note, disponendosi a cerchio in un angolo non troppo affollato.
Belle non amava andare spesso in discoteca. Per lei uscire con le amiche significava mangiare una pizza, andare al pub o al cinema, però ogni tanto capitava che anche lei si concedesse una serata diversa. E con la musica era capace di lasciarsi andare. Ballava a più non posso, come avvolta da un tornado e rideva fino quasi a star male. Ma questo accadeva solo se con lei c’erano le amiche, altrimenti sarebbe rimasta in un angolo ad osservare incurante la gente aggrovigliata nella pista.
Alcuni ragazzi venivano spesso a disturbarle, ma per fortuna riuscivano a svincolarsi. Tutte tranne Ruby, che invece apprezzava molto essere corteggiata dai ragazzi.
Poco dopo Emma e Belle si ritrovarono da sole in pista: Ruby era sparita in mezzo alla folla e Ashley e Ariel andarono al banco alcolici. Ma Belle sapeva che era stata Ariel a insistere. Il barman era la sua cotta di sempre: Eric, un ragazzo di qualche anno più grande di loro che aveva frequentato la loro stessa scuola alle superiori. Si era iscritto all’accademia navale, ma poi si ritirò. Alcuni sostenevano che avesse avuto un brutto incidente durante un’esercitazione, sta di fatto che il ragazzo interruppe gli studi e iniziò a cercarsi piccoli lavoretti, in attesa di capire cosa fare nella vita.
- Guarda chi c’è…- le urlò Emma all’orecchio.
Belle si voltò, cercando di individuare il punto indicato dall’amica con un cenno del capo.
E Belle provò l’insano istinto di andare lì e picchiarlo.
- E’ sempre il solito cascamorto, non cambierà mai!- urlò ancora una volta Emma per farsi sentire dall’amica – pensavo avesse capito che dovesse mettersi la testa a posto, invece non cambierà mai! Si fa sempre riconoscere! Dovunque vai, in qualunque punto di Storybrooke, troverai sempre, SEMPRE Killian intento a limonarsi qualcuna! Per ora poi è così fissato con le bionde! Cosa ci trova nelle bionde? Non la sa la storia sulle bionde?-
Belle si voltò esterrefatta. Cercò di incrociare lo sguardo dell’amica, anche se entrambe stavano continuando a ballare e si spostavano ripetutamente.
- Emma, anche tu sei bionda! Non dovresti avere questi pensieri sulle bionde!-
- Beh, io sono diversa da loro! Sono iscritta in legge e sono figlia di uno sceriffo! -
Belle, la afferrò per le spalle e ne bloccò i movimenti. La osservò bene in volto e potè notare lo strano luccichio negli occhi. Lo sguardo si spostò poi sulla birra che teneva in mano.
- Emma, quanto hai bevuto?-
- Cosaaaa?- rispose urlando più forte.
- Quanto. Hai. Bevuto!!-
- Ahhhhh, ora ti sentooo! Nooo, solo quattro mojito e questa birra…-
Belle alzò gli occhi al cielo. Benissimo. Era ubriaca. Lo sapevano tutti che Emma non reggeva l’alcol.
Poi, ad un tratto, Belle si ricordò una cosa essenziale. Quella sera toccava ad Emma guidare per il ritorno!
Cercò di captare le amiche, per vedere in che condizioni fossero loro, ma Ruby era praticamente sparita, mentre Ashley ed Ariel continuavano a bere al bar. E lei aveva la patente, ma non guidava da almeno quattro anni.
Prese Emma per mano e cercò di avvicinarsi alle amiche al banco, che a quanto vedeva stavano ridendo bellamente raccontandosi chissà cosa. Le bastò un attimo per capire che anche loro erano da escludere per la guida.
-Dov’è Ruby?- chiese loro. Ruby era quella che reggeva meglio l’alcol tra di loro.
- Oh, è andata via poco fa con un tizio- le disse Ariel continuando a ridere, per poi bere, per poi tornare a ridere.
Depositò Emma nella sedia vuota accanto le amiche e cercò di ragionare in fretta. Poteva chiedere aiuto a Bae, chiamare David era fuori discussione. Anzi, era meglio li avvisasse che Emma avrebbe dormito da lei. Sì, poteva fare così. Però poi aveva lo stesso problema con Ashley e Ariel, non poteva lasciarle andare a casa a quel modo… Ci avrebbe pensato dopo. Fece cenno al barman con una mano per catturare la sua attenzione.
- Eric, per favore, stai attento a queste tre, sono ubriache. E diluisci questi drink! Metti poco alcol se non vuoi che vomitino qui!-

Uscì fuori e compose subito il numero di Bae. Ma al cellulare rispose la segreteria telefonica.
- Mannaggia!- chiuse la chiamata e compose il numero di casa di Bae. Non aveva altra scelta.
- Pronto?- rispose una voce maschile.
- Bae, sei tu?-
- No, sono Robert, chi lo cerca?-
Era Robert. Meglio conosciuto come signor Gold.
La terra le franò sotto i piedi.
- Signor Gold, sono Belle French. Scusate il disturbo…-
- Quindi siete consapevole che sono le tre del mattino e che a quest’ora la gente dorme in casa propria?-
Non si era mai sentita così in imbarazzo.
- Scusate, è che beh… Cercavo Bae…- insistì.
- Bae non è in casa, è andato in una di quelle rimpatriate tra ragazzi, passeranno la serata a guardare chissà quale film e bere come spugne. Cosa volevate?-
- Ecco, avevo bisogno di qualcuno che ci venisse a prendere alla discoteca Paradiso. Emma non sta molto bene, così come le altre mie amiche ed io sono l’unica sobria, ma, ecco… Io…- fece un bel respiro e proseguì – non guido da parecchi anni e non vorrei fare più danni di una donna ubriaca-
Ci fu qualche secondo di silenzio dall’altra parte della cornetta e Belle pregò intensamente.
- Mi state chiedendo di venire a prendere delle ragazze ubriache che non riescono nemmeno ad assumersi la responsabilità di decidere in anticipo chi debba guidare e fare in modo che quella persona non tocchi goccio d’alcol per la salvaguardia vostra e di chi guida alle tre del mattino?-
- Ecco, questa è la versione estesa… In quella ridotta vi chiederei semplicemente il favore di venirci a prendere per non far preoccupare i genitori delle ragazze-
- Ascoltate, mia cara. Avete leggermente frainteso la mia posizione. Solo perché ho acconsentito a darvi ripetizioni in storia dell’arte, questo non significa che ogni fatto della vostra vita mi debba coinvolgere in prima persona-
- Lo so, signor Gold, ma Emma è vostra nuora!-
- Non è responsabilità mia. Anzi, farò in modo di evitare di dire a mio figlio Bae che la sua ragazza va in giro ad ubriacarsi sino alle tre del mattino. Vi propongo un accordo: facciamo finta che questa telefonata non sia mai avvenuta ed io vi assicuro che non porterò rancore per aver interrotto il mio sonno. E vi prometto che Bae ne rimarrà alla larga-
- Ma voi siete un vile! Non vi importa niente di nessuno! Siete proprio come tutti dicono in città: una bestia!-
- Grazie per questa dimostrazione di affetto. Ad ogni modo vi aspetto domani mattina alle 9 per iniziare la nostra collaborazione. Se è nel vostro interesse, cercherete di farmi avere il programma del docente, ma in ogni caso il vostro turno è anticipato. Buona serata- e riagganciò.
- Aspettate, signor Gold, signor Gold!.... Accidenti a lui!-  provò l’istinto di gettare a terra il cellulare e pestarlo con il tacco a spillo della scarpa, ma sapeva che era il suo unico strumento di comunicazione con il resto del mondo. Pagato anche profumatamente.
- Sono persa…- sussurrò tra sé.
Si guardò in torno in cerca d’idee. Era fuori discussione chiamare i genitori, a mali estremi avrebbe chiamato Gaston… Ma poi fu catturata da un ragazzo ed una ragazza che stavano pomiciando sotto un lampione non distante da lei.
Eccola la sua salvezza!
Corse velocemente ed afferrò il ragazzo per il collo della giacca.
I due si separarono di malavoglia e quando Killian incontrò il suo sguardo, Belle fu certa che stavolta l’avrebbe uccisa.
- Un giorno forse capirò per quale motivo le nostre vite si sono incrociate anni fa, French. Sei la mia disgrazia! Qual è il problema stavolta? Non sono in una sede istituzionale e la ragazza è pienamente consenziente! -
- Non è il momento. Ho bisogno del tuo aiuto…-
- Spiacente, ma ora sono occupato…-
Si voltò e tornò a baciare la ragazza bionda. Che per inciso era la stessa ragazza con cui aveva pomiciato fuori dalla segreteria.
- Be se non vuoi farlo per me, fallo per Emma-
A quella parola, fu Killian stesso ad interrompere il contatto e voltarsi.
- Che c’entra Emma?- e stavolta non c’era sarcasmo nel suo tono di voce.
- E’ ubriaca, così come Ashley e Ariel. Ruby è andata via e quindi non c’è nessuno che sia in condizioni di guidare-
- Ma tu hai preso la patente insieme a me!-
- Sì, lo ricordo! Ma non guido da anni, ok? Vuoi che vada a schiantarmi contro un albero? -
- No, va bene, ti aiuto io…- si voltò verso la biondina, regalandole uno dei suoi sguardi profondi. Le accarezzò le labbra con fare suadente. Belle ebbe quasi il voltastomaco.
- Perdonami, dolcezza, ma il dovere mi chiama. Addio-
Si voltò e si incamminò verso l’ingresso del locale. Belle vide la ragazza sedersi a terra con sguardo sognante.
Sospirò ed entrò insieme a Killian.

Sistemarle in macchina fu devastante. Non si reggevano in piedi e barcollavano pesantemente.
Non erano assolutamente nelle condizioni di tornare a casa, così chiamò tutti i parenti (beccandosi parecchi insulti) per avvisare che avevano deciso di fare un pigiama party e che sarebbero tornate l’indomani.
Il problema era che lei non poteva ospitare tutte le ragazze e fu lì che Killian la sorprese.
- Tranquilla French, non ti lascio da sola in questo pasticcio. Potete venire a stare da me, ci dobbiamo stringere, ma credo ci sia abbastanza spazio per cinque persone…-
- Dici sul serio? -
- Parola di pirata-
- Grazie, sei un tesoro!-
Si mise ad osservare le tre amiche, che dormivano bellamente nel retro del maggiolino giallo di Emma.
Poi si voltò verso Killian e scrutò il volto concentrato sulla strada.
- Sai, mi dispiace tanto per te ed Emma. Tu sei diverso con lei, ti trasformi proprio in un altro quando riguarda lei…-
- Credimi, Belle, venderei la mia nave di pirata per lei. Farei qualsiasi cosa per farla star bene. E l’unica cosa che posso fare è continuare a tenermi da parte. Bae è il ragazzo giusto per lei. Io sono un cattivo ragazzo, lei nemmeno mi considera… Soffriremmo entrambi in una possibile relazione, ne sono certo-
Belle continuò a spostare lo sguardo da lui alle amiche lì dietro, ma sull’argomento non aggiunse altro.

Killian abitava in un appartamento molto spazioso per una persona.
I suoi genitori erano morti quando era piuttosto piccolo, era cresciuto con il fratello, che però era morto mentre stava effettuando una missione per la Marina circa tre anni prima.
Ricordava benissimo quanto male era stato il ragazzo, ma aveva trovato conforto nell’amicizia di Emma e forse per questo finì con l’innamorarsene.
- Ho due letti matrimoniali, divideteveli. Io dormirò sul divano in salotto-
- Va bene…-
Così depositarono Ariel ed Ashley in un letto e lei ed Emma nella stanza adiacente.
- Se vuoi puoi andare in bagno a sciacquarti. Posso prestarti una delle mie maglie se vuoi metterti comoda-
- Grazie Killian, sei un vero amico e ti sono debitrice per quello che stai facendo… Allora vado a darmi una sciacquata, ma preferisco tenermi i miei vestiti, tanto domattina devo svegliarmi presto e passare da casa, non ti disturbo oltre-

Killian, rimasto solo con Emma, si sedette sul letto ed iniziò ad accarezzarle i capelli. Lei dormiva beatamente, come fosse sotto l’effetto di un incantesimo.
Era stupenda e nessuna era mai riuscita a fargli dimenticare anche solo per un istante chi fosse la donna che volesse davvero.
Aveva provato di tutto, ma nemmeno le donne con fattezze estetiche simili alle sue riuscivano a distrarlo. Senza contare che parecchie volte durante gli amplessi aveva urlato il nome “Emma” piuttosto che quello della ragazza in sua compagnia.
L’amore ti rende vivo, ma allo stesso tempo ti distrugge.
- Ti amo, Emma…- sussurrò.
Le accarezzò ogni parte del volto: le guance, il naso, gli occhi… Infine le labbra.
Insistette molto su quel punto.
E poi fu più forte di lui.
Si chinò piano e sfiorò le sue labbra.
Erano dolci come le aveva sempre immaginate, ma anche morbide, sembravano quasi vellutate.
Emma si agitò nel sonno, ma per qualche strano motivo aprì le labbra ed approfondì il contatto. E parecchio.
Killian spalancò gli occhi e cercò di capire se lei stesse sognando. Ma vedendola con gli occhi ancora chiusi, capì che sicuramente era ancora nell’isola che non c’è.
Assaporò il contatto con tutto se stesso, imprimendosi il suo sapore e la sua intraprendenza.
Ma poi sentì la porta del bagno aprirsi, segno che Belle stava tornando ed a malincuore interruppe il contatto.
Accarezzò un’ultima volta il viso di Emma, poi si alzò dal letto per dirigersi verso il divano.
Il mondo dei sogni, quella notte, gli regalò le immagini della sequenza appena vissuta ripetuta all’infinito.


Svegliarsi per Belle fu un vero trauma. Aveva nemmeno quattro ore di sonno totali e doveva ancora correre a casa, cambiarsi ed andare a casa del signor Gold.
Fece più in fretta che potè, cercò anche di colorare un po’ il viso per nascondere le occhiaie, così alle 9 in punto fu dal signor Gold.
- Mia cara, è stata molto puntuale e la puntualità è fondamentale per un datore di lavoro-
Belle era ancora risentita per come l’uomo si era comportato il giorno prima. Era stato così impassibile di fronte alle sue esigenze! Doveva fare molta attenzione.
-Ho portato il programma del professore- disse atona porgendogli il foglio.
- Molto bene. Adesso andiamo, non c’è un minuto da perdere-
L’uomo la accompagnò in garage, dove presero una macchina nera, di quelle un po’ retrò.
- Andiamo in macchina?- chiese Belle.
- Ho una gamba mal concia. Preferisco evitare lunghissime passeggiate a piedi. E poi il tempo è denaro, mia cara-
Belle si accomodò nel sedile. E finalmente potè scrutarlo mentre era distratto dalla guida.
Aveva la fronte corrugata in un’espressione ostile, ma persino quella aveva il suo fascino. Ogni ruga contornava il viso dai tratti dolci ed il cappotto che indossava gli stava divinamente.
Non le sembrava possibile fosse lo stesso uomo scorbutico della sera prima. Ma l’apparenza inganna e non doveva lasciarsi abbindolare dal suo aspetto così per bene.

Arrivarono in città in poco tempo. Doveva essere a circa un chilometro e mezzo dato che Belle a piedi impiegava una mezzoretta per arrivare a casa del signor Gold.
Davanti a loro c’era un piccolo negozio mal messo e quando entrarono, Belle pensò che per sistemarlo ci volessero molto più che qualche settimana.
La polvere regnava su tutto il resto nella prima stanza, mentre il retro era leggermente più pulito, ma pieno di scatoloni fino quasi al soffitto.
- Bene, questo è il retro del negozio che userò come magazzino. Negli scatoloni c’è la roba da sistemare, ma prima bisogna pulire tutto, sistemare i pavimenti, imbiancare e montare le vetrinette. Per ultimo apriremo i pacchi. Tutto chiaro?-
Belle chinò il capo, poi tornò a guardarsi in torno disorientata. Era tutto mal concio.
- Per quanto riguarda le tue ripetizioni – continuò il signor Gold – dedicheremo ad essi un’ora al giorno. Ogni mattina ti recherai qui alle 9 in punto, avrai una pausa pranzo dalle 13 alle 15, poi continueremo fino alle 18-19, in base alle esigenze. Fino alle 20 faremo ripetizione. Qualche domanda?-
- No, signor Gold-
- Ottimo. Per prima cosa, oggi inizierai a pulire la stanza principale, io devo andare in centro a sbrigare alcune faccende. Sarò di ritorno tra qualche ora-

Così, da quel giorno ebbe inizio quella strana collaborazione.
E più i giorni passavano, più Belle si sentiva una sorta di Cenerentola contemporanea.
Quando il signor Gold aveva parlato di collaborazione per aprire il nuovo negozio, aveva pensato ad un aiuto tecnico su come sistemare gli scaffali, o di che colore fare le pareti. Sistemare insieme la disposizione degli oggetti ed allestire le vetrine. Insomma, una sorta di interior design.
Invece fino a quel momento non aveva fatto altro che sgobbare per pulire da cima a fondo ogni angolo di quel posto.
Il signor Gold veniva raramente a farle visita e quando arrivava cominciava a bacchettarla per non aver pulito bene quel punto o quell’altro. Iniziò a pensare che tutti avessero ragione a ritenerlo scorbutico e antipatico.
Era freddo come il ghiaccio e non sorrideva mai. Non era particolarmente loquace e per tutto il tempo se ne stava sulle sue.
Quando poi scendeva la sera, si sedevano al tavolino, bevevano il tè e l’uomo subiva un’inaspettata trasformazione.
Spiegata da lui, la storia dell’arte si arricchiva di un nuovo fascino. Sapeva davvero molte cose e riusciva a vedere ben al di là della semplice spiegazione data dall’artista o dai libri di arte.
Lui entrava nelle opere d’arte in punta di piedi, lasciava che fosse l’opera a spiegare cosa fosse tramite le sue forme ed i suoi colori. Non aveva la presunzione di dire “è così e basta”, ma le forniva sempre delle ottime varianti. Perché per lui, l’arte non doveva essere studiata sotto un unico aspetto, ma andava scoperta passo dopo passo, cercando di scoprire ogni via nascosta al suo interno, senza avere la presunzione di dire “questo non mi piace, quindi per me non è arte”. Cercava sempre una soluzione il più oggettiva possibile, non era condizionato da un gusto personale, ma cercava di cogliere tutto ciò che era necessario comprendere lasciando fuori i pareri personali.
Era un ottimo insegnante, il migliore che avesse avuto in tutti i suoi anni di studi.
E quando parlava la incantava, la rapiva del tutto.
Ed anche se fino a qualche secondo prima la tentazione di ucciderlo e urlargli contro per quanto fosse insopportabile era alta, quando si sedevano in quel misero tavolino, tutto si rovesciava.
Belle si chiese in quanti conoscessero quel lato di lui. Forse nemmeno Bae.
Si sentì fortunata, perché anche lei amava l’arte quanto lui ed era bellissimo condividere con qualcuno una passione così profonda.
Aveva combattuto per anni per cercare di far capire agli altri perché l’arte non fosse semplicemente il frutto del bello, ma aveva sempre fallito.
Per la prima volta si sentì capita, si sentì completa. Perché esisteva una persona che non solo la capiva, ma riusciva a colmare la sua conoscenza.
Era giovane, mentre il signor Gold sembrava aver vissuto tutta una vita all’interno delle opere.
E magicamente, in quegli istanti, si trasformava in una sorta di principe delle tenebre. E lei voleva entrare in quel mondo e viverci per sempre…
- …Quindi Kapoor, nelle sue opere, cerca di analizzare il genere umano in ogni aspetto: dalla frammentazione, alla deformazione tramite questi pannelli di acciaio curvati. Lui ci mette davanti ad una realtà che non esiste e questo ci permettere di vedere come siamo realmente. Perché quello che vediamo in uno specchio, non è altro che un’immagine distorta della realtà. Pensiamo che uno specchio ci mostri quello che siamo, ma è solo un’illusione. E Kapoor ci dice proprio questo-
Per enfatizzare il significato le porse un piccolo specchio ed un vaso d’argento. Entrambi mostravano sempre il suo riflesso, ma in due modi totalmente differenti.
- Ho capito cosa intende. E Kapoor ha ragione-
Era rapita da quella scoperta così agghiacciante. Adesso comprendeva perché il professor Hood l’avesse rimandata. Lei non aveva capito l’essenza di Kapoor e delle sue opere.
Presa dal discorso, poggiò gli oggetti con noncuranza sul tavolo, ma il vaso urtò la tazzina di tè del signor Gold, che cadde a terra con un tonfo.
Belle si alzò immediatamente per verificare il danno, la prese in mano, ma notò che era sbeccata in un punto.
Si sentì morire.
Perché tutti sapevano quanto il signor Gold tenesse ai suoi oggetti. E la sua ira era leggenda.
Il cuore iniziò a battere forte dall’ansia.
- Sono mortificata… Si è scheggiato il bordo… Insomma, non si nota quasi in realtà….- si giustificò porgendogli la tazzina.
- Ehi, è una tazza, non m’importa…- rispose lui con noncuranza.
E Belle non potè che sorridere.
Era salva, per quella volta.
 

Continua...

Bene, eccoci giunti alla conclusione del capitolo 3.
Come potete vedere, ho deciso di inserire anche il tenerissimo Neal, non poteva mancare quel tenero pargoletto ♥. Ho dato alla famiglia il cognome Swan per tenere il cognome di Emma, avevo pensato che potevo dividere i cognomi come nel telefilm, ma ho pensato che dopo oltre 3 anni, il minimo era ripristinare il cognome di Emma con quello del padre, non aveva senso mantenere un cognome diverso da quello dei genitori naturali. 
Poi, adoriamo tutti insieme quel tenero killian,giuro che se Emma non lo vuole me lo prendo io! u.u
Qui il nostro amato Gold non fa che dar spettacolo per la sua bontà d'animo, però ci rivela questo nuovo volto che personalmente mi affascina assaaaaiiiii! Ed ovviamente affascina anche la nostra Belle, che si trova divisa tra l'odiarlo e lo stimarlo (e forse "amarlo"? Chissà........)
E la new entry è sicuramente la tazzina più amata di sempre. Qui si shippa di brutto. Ma ok!!!!! XDXD

Grazie a
sunrise56, gionem, Saja e Rusty 93 per aver recensito lo scorso capitolo, mi fate sentire amata ç_ç 
E grazie, ovviamente, a chi continua a seguire la storia ed inserirla tra seguite-ricordate-preferite <3

Il prossimo capitolo arriva tra una settimana esatta (e vi assicuro che ci sarà da ridere di brutto......................................)
A presto, vostra ButterflySeven
  
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