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Autore: Nocturnia    24/09/2014    4 recensioni
Selina la osserva bruciare con la paura negli occhi e una supplica sulle labbra.
Selina la osserva spezzarsi come un ciocco di legno secco, annerirsi e sciogliersi fino a diventare una pozza di sangue e carne ustionata.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Due Facce, Harley Quinn, Poison Ivy, Selina Kyle aka Catwoman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Injustice: gods among us'
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Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



"Non sono i nostri nemici che ci spaventano, ma i nostri punti deboli."

- Valeriu Butulescu -



Strada senza uscita



Selina la osserva bruciare con la paura negli occhi e una supplica sulle labbra.
Selina la osserva spezzarsi come un ciocco di legno secco, annerirsi e sciogliersi fino a diventare una pozza di sangue e carne ustionata.
Ha urlato Ivy, sbattendo i pugni contro la teca di vetro nella quale il Regime l'aveva rinchiusa.
Ha urlato e ha pianto e si è strappata i capelli - quei suoi meravigliosi capelli rossi - invocando una clemenza di cui Diana è stata incapace - la puttana apre bene le gambe, ma poco il cuore.
Selina è rimasta immobile per tutta la durata dell'esecuzione, stringendo la mano di Harley e intimandole di non piangere con lo sguardo - non ora, non qui.
La folla ha gridato quando Ivy è morta, un verso grottesco e feroce, ma Selina non ha vacillato, assorbendo tutto quel veleno e facendolo suo - un mostro che nutriva da quando tutto era iniziato.  
"Lo fermeremo." mormora Harley "Per la Rossa. Per il mio pasticcino. Per Laurel. Per tutti."
Selina non riesce a chiudere gli occhi nemmeno quando il vento si porta via ciò che è rimasto di Ivy.

****

"L'ha schiacciato."
Selina non perde tempo a replicare e si lancia sull'edificio successivo, evitando una scarica di proiettili e una granata.
"Gli ha preso il petto tra le mani e ha stretto come un topolino in trappola."
Le gambe di Selina si aprono in una spaccata perfetta, ignorando i commenti alle sue spalle.
"Porca puttana, cosa dico? L'ha spappolato. Gli erano sbiancate persino le nocche nello sforzo."
Uno due tre, uno due tre, Selina mantiene il ritmo e cerca di non farsi distrarre, i muscoli che urlano dallo sforzo e l'acido lattico che sembra averle reso le cosce di piombo.
"L'hai visto? Dico, l'hai visto? Bane si è come sciolto tra le sue braccia, un budino informe di carne e ossa. Non abbiamo scampo."
"Fermi."
Selina non arresta la corsa e stringe più forte la mano sul polso di Harvey, costringendolo ad avanzare.
Dent intravede la sagoma di Kent con la coda dell'occhio e sfiora poi quella di Selina con la parte sana - quella che un tempo è stata la migliore, quella in cui persino Batman aveva creduto.
"Non ce la faremo."
Il mutismo di Selina era stato preoccupante all'inizio, ma ora Harvey lo riconosce per quello che è: paura.
"Catwoman."
Il sibilo del corpo di Kent che fende l'aria si fa sempre più vicino.
"Selina."
"No." è la prima parola che pronuncia da quando l'ha vista comparire tra le rovine dell'Asylum, ed è un suono rauco e ruvido.
"Non..."
La voce di Harvey è un fiotto di sangue e vomito.

"Dovrei ucciderti."
Selina regala a Clark uno sguardo che potrebbe incenerirlo se fosse nata kryptoniana, tra le dita ancora la mano mozzata di Harvey.
"Dovrei strapparti il cuore dal petto e vederti morire com'è successo alla mia Lois."
Plotch, plotch, plitch, plitch, l'arteria radiale di quello che era stato il polso di Dent gocciola al suolo, un filo elastico e biancastro che pende inerte.
"Dovrei rispedirti indietro da Bruce con il corpo a pezzi e gli occhi sbarrati dall'orrore."
"Dovresti solo andare a fanculo." bercia Selina "Per il bene di tutti."
Brilla di rosso la pupilla di Clark, spenta poi da una risata grottesca e che gli stira gli angoli della bocca in maniera innaturale.
"Dovrei." mormora poi l'Uomo d'Acciaio, stornando lo sguardo e posandolo su quello che resta di Due Facce - cervello cuore visceri e poco altro "Ma non oggi."
La maschera scivola, il profilo di Clark si delinea, il rimpianto accende quel poco di vita che è rimasta.

Plotch.

Il sangue di Harvey smette di cadere.

****

"Dove mi state portando?"
"Lontano da qui."
Edward si era sempre ritenuto un uomo intelligente, capace di risolvere problemi all'apparenza impossibili e generarne di molto più complicati.
Il cervello era stato il suo credo e l'arguzia la sua arma, ma i pugni di Clark avevano avuto la meglio e la sua lingua era stata messa a tacere - assieme alle sue mani.
"Come sta?" domanda Bruce e Nigma stira le labbra in un sorriso dolorante.
"Tanto tempo a cercare di capire chi fossi e ti ho sempre avuto sotto il naso."
"Le cose più nascoste sono quelle più ovvie, Edward."
"Il mio nome." geme l'Enigmista, serrando le palpebre in un moto di dolore e sorpresa "Hai pronunciato il mio nome. La situazione deve essere molto grave."
"Ivy è stata giustiziata una settimana fa. Victor è stato lasciato morire nel deserto del Gobi, mentre Cobblepot è stato dato in pasto al suo squalo. La lista è ancora lunga, Eddie."
"Blackgate e Arkham sono state espugnate e poi rase al suolo. Il carcere di Belle Reeve non reggerà ancora a lungo." continua per lei il pipistrello, sterzando poi bruscamente e scivolando in una via secondaria "Dobbiamo mandarti fuori dal paese."
"Perché?" domanda Nigma "Perché io?"
Selina termina di fasciargli le dita, stringendogliele poi leggermente e sfiorandogli la tempia nell'ombra di una carezza.
"Perché sei l'unico rimasto."
Edward respira solo paura e consapevolezza.

****

"Non sono ancora morto, Selina."
"Lo so."
"Allora perché non mi guardi?"
"Siamo diventati sentimentali, Bruce?"
"Conosco abbastanza bene la sofferenza da saperla riconoscere, Selina, e tu hai paura."
"Non so di cosa stai parlando."
"Hai paura. Hai paura che io faccia la fine di Oliver."
"No."
"Hai paura di non essere abbastanza forte, hai paura di non essere all'altezza, hai paura che il gioco che abbiamo iniziato anni fa sui tetti si faccia improvvisamente serio."
"Ti sbagli: è sempre stato serio."
"Allora guardami. Perché il domani potrebbe non esistere più; non per noi, almeno."
"Ti odio, Bruce Wayne."
Le sue labbra hanno lo stesso sapore della disperazione.

****

Il mondo sta bruciando e nessuno se ne accorge.
Il mondo sta morendo e tutti idolatrano un falso dio, un alieno la cui speranza è diventata anche la catena dell'umanità - una fede a cui hanno aderito con la sicurezza degli illusi.
Selina osserva Gotham languire nelle sue stesse rovine, una città che aveva amato con l'urgenza delle ossessioni e la brama delle follie.
Non è piegata all'Uomo d'Acciaio Gotham, eppure ogni respiro è una rantolo sfiatato e nelle sue miserie si nasconde ciò che rimane dell'Insurrezione- un manipolo di uomini e martiri, eroi di cui la pietra si scorderà e che il tempo cancellerà sotto la sua indifferenza.
"Ti ho trovata."
Non si volta la gatta, perché Zatanna è un ospite scomodo e fastidioso, una femmina per la quale nutre un'irragionevole antipatia.
"Bruce ti cercava."

Bruce.

Ha sempre quel nome sulla lingua Zatanna e Selina si è scoperta debole davanti ai piccoli gesti che li ha visti scambiarsi - una stretta di mano, una pacca sulle spalle, persino uno sguardo condiviso.
È incerta Selina.
È gelosa e rabbiosa e amareggiata e sospettosa e...
Non lo sa più cos'è Selina, perché il delirio sta avendo la meglio e le immagini si fanno confuse, teorie che non hanno fondamento e dubbi che diventano certezze.
"Rientriamo?" le domanda, portandosi al suo fianco.
"Non ancora."
"Va bene." replica Zatanna, sedendosi poi sul bordo del cornicione e allungandole un bicchiere di caffè "Ho come l'impressione che ci servirà."
Selina non sa se ridere o piangere.

****

Ruggisce il suo nome Bruce e scaraventa un peso al suolo.
Imita la rabbia Selina e gli rivolge parole anestetizzate e gesti vuoti, un burattino che si muove come il padrone vuole.
È stanco di vederla così il pipistrello e la scuote fino a farle male, guadagnandosi un'occhiata distratta e un corpo molle tra le mani.
"Cosa ti sta succedendo, Selina?"
Sto morendo vorrebbe dirgli Sto morendo e mi sto abituando alla condizione, perché è quello che succederà - che succederà a tutti noi.
Mai come in quel momento aveva desiderato anche solo un frammento della sua vecchia vita.

****

Non era possibile.
Quella non poteva essere la testa di Edward, assolutamente no.
Ho parlato con lui solo due giorni fa ricorda Selina Stava bene. Privo d'ispirazione, ma vivo. Non può essere lui. No.
"Edward Nigma è stato rintracciato questa mattina in Groenlandia. Le autorità del Regime ne hanno disposto la custodia, ma il sospetto ha opposto resistenza e per questo è stato necessario l'intervento della Justice League." continua monocorde Sinestro "Purtroppo le misure prese sono state estreme, ma quello che tutti voi conoscete come l'Enigmista non ci ha dato scelta. Spero sappiate che questi atti sono finalizzati solo alla vostra sicurezza e che noi saremo sempre i vostri umili protettori."
Selina osserva ancora una volta il volto paralizzato dall'orrore di Edward - gli occhi estroflessi dalle orbite, la lingua a penzoloni, il cuoio capelluto strappato e ferito - poi spegne la televisione e comincia a piangere.

****

"Non ne abbiamo salvato nemmeno uno."
Bruce tace, le mani serrate in pugni chiusi e il volto contratto dalla tensione.
"Sono tutti morti." infierisce Selina, la voce che si fa improvvisamente acuta "Tutti."
"Lo so."
Selina si volta di scatto e Bruce ne coglie il movimento repentino troppo tardi, quando il manrovescio lo colpisce dritto in faccia.
"Lo sai?" sibila Selina "Lo sai, brutto bastardo egocentrico? Cos'è che sai, eh? Sono tre anni, TRE anni che combattiamo il Regime del tuo amico kryptoniano e tutto quello che ne abbiamo ricavato è stato solo un nugolo di cenere. Sono morti, sono tutti morti, e tu continui a complottare, a ragionare, a pensare, quando l'unica cosa sensata da fare è ucciderlo. Ucciderlo e con lui tutta la Justice League."
"Non lo pensi davvero."
Selina fa per assestargli un'altra sberla, ma Bruce le intrappola i polsi tra le dita e la costringe a guardarlo.
"In cosa saremmo poi diversi da Clark, uhm? In cosa, se non nella nostra morale?"
"Non me fotte un cazzo della tua morale." bercia la gatta "O loro uccidono noi o noi uccidiamo loro. Saremo poi anche degli assassini, ma almeno saremo vivi." il suo respiro è incredibilmente veloce contro il petto di Wayne "Almeno tu sarai vivo."
Bruce raccoglie le fibre d'un cuore alla sua ultima corsa.

****

Selina non sa come è successo, né saprebbe dire quando.
Il giorno prima era un fantasma che contava i caduti - un riflesso che costruiva tombe e deponeva fiori - e quello dopo si era scoperta così viva e innamorata da fare male.

Forse vivere è alla fine solo questo, un dolore che accende i nervi e il cuore, una ferita che si chiude solo per lasciare cicatrici che chiamiamo ricordi.

Si era alzata  che l'alba era ancora una sfumatura lontana, ascoltando i rumori del sottosuolo e percependo la presenza solida di Bruce al suo fianco.

È ancora qui.

Si era trovata a ripensare ai primi tempi, quando il pipistrello era ancora solo un mito e lei indossava uno scomodissimo costume porpora e portava i capelli lunghi.

Però erano così belli.

Ricordava notti a cercarsi tra i tetti di Gotham ed errori marchiati sulla propria pelle, la bellezza di un sentimento svilito dalla paura e il sollievo di scoprire che, in fondo, aveva sempre amato lo stesso uomo - il miliardario che non raccontava mai la verità e il vigilante brutale.

Poi era arrivato Clark e...

Amore è solo il nome che diamo a una rabbia che si consuma sul corpo di un altro.
Amore è quello che ci fa temere la morte e la vita in egual misura, perché la perdita appartiene a entrambe - e non fa mai prigionieri.
Amore è una parola abusata e consumata da bocche voraci e superficiali, ma per Selina significava solo una cosa - la più importante.

Bruce.

Il sole ha la stessa consistenza del sangue quando illumina l'orizzonte e Wayne si stupisce di trovarla ancora raggomitolata contro il suo petto, gli occhi ben vigili e una verità incontestabile sulle labbra.
"Selina?"
"Ce la faremo." perché ho contato i miei morti per l'ultima volta. Perché è così che noi facciamo le cose a Gotham. Perché è quello che siamo sempre stati - oltre la guerra e oltre tutto. " Ce la faremo." ripete poi, stringendogli il braccio con un'intensità quasi dolorosa "E questa volta ci sarò anche io."
Le maglie del destino hanno già intrecciato il loro primo filo.

****

Selina ha già detto addio a Bruce quella mattina, sfiorata da un luce sfacciata e dalle voglie di un uomo per il quale il domani è sempre stato una scommessa.
Sorride quando lo vede allacciarsi il mantello sulle spalle e lo aiuta istintivamente, pensando che se fossero stati una coppia normale avrebbe avuto tra le dita una cravatta e un completo Armani.
Sorride anche quando Zatanna li trasporta in mezzo a Gotham, una città sfregiata e piena di rabbia.
"Potrebbe essere il nostro ultimo combattimento."
"Pessimista, pipistrello?"
"Realista."
"Il solito musone."
Bruce ricorderà il sorriso di Selina come l'ultima cosa bella di quella guerra senza più alcuna speranza.

****

Non lo voglio vedere.

Con queste semplici parole Selina si era fatta negare, lasciandolo solo davanti al boomdotto che vomitava gli eroi di un altro mondo.
"È un piacere rivederti... Bruce." esordisce Oliver, scoccando un'occhiata divertita alle sue spalle "Forse dovremmo chiamarti Brucie per distinguerti da questo qui, che ne dici Bats?"
L'altro gli regala uno sguardo per nulla amichevole e Diana ride con una leggerezza che Wayne non sentiva da anni.

Diana.

La sua amazzone era stata una compagna di guerra e poi una nemica, una dea bellissima e letale, innamorata dell'uomo sbagliato e dell'idea sbagliata.
Era stata la mente del Regime e il suo braccio armato, una torturatrice e una divoratrice di speranze, condannata a tornare argilla e a pagare così il prezzo per tutte quelle vite spezzate.
Eppure ecco che adesso si offriva al suo sguardo la vecchia Wonder Woman, una donna più umana di quanto volesse ammettere - un'amica, un'alleata, una luce nell'oscurità.
"Bruce." articola una voce fin troppo conosciuta "Ti trovo bene."
Wayne si gira, Clark gli sorride; al piano di sopra una porta sbatte con la stessa forza di un tuono.

Hanno parlato.
Si sono confrontati e hanno deciso un piano comune per aiutare i nuovi eroi di Terra Sette, Oliver con l'orgoglio negli occhi di avere un nuovo allievo e Clark con l'umiltà di chi sa d'essere colpevole - non nel suo mondo, ma potrebbe.
"Ho saputo che gli Oa stanno ricostruendo il corpo delle Lanterne Verdi. Potrei dare una mano con le nuove leve." ribatte Hal, mettendosi in bocca un stecca di cioccolato presa da chissà dove "E Barry sarebbe così contento di prendere sotto la sua ala il nuovo Flash."
Allen annuisce, più interessato all'aspetto del Batman di Terra Sette che ad altro.
"Sono d'accordo con Hal." replica Clark "Inoltre potrei..."
La voce di Selina è una lama che squarcia la quiete della caverna.

No.
Era stata una semplice parola.
No e basta.
"Hai già fatto abbastanza danni. La gente ha paura di te; sei il nemico, adesso, e non posso certo dire d'esserne dispiaciuta."
Clark aveva socchiuso gli occhi, osservandola in tralice e scivolando con lo sguardo sul braccio mancante.
"Selina Kyle."
"In persona."
"Chi... " tace Kent e la consapevolezza lo coglie all'improvviso.
Selina è già in fondo alle scale quando incrocia Bruce, la schiena rigida e lo sguardo sospettoso.
"Avevi detto..."
"So benissimo cosa avevo detto." sibila lei "Ma sai come si dice..." e lo supera, stringendosi al petto un fagotto azzurro e bianco "la curiosità uccise il gatto."
Diana annusa l'aria e coglie mille parole soffocate tra loro, abissi che la guerra aveva spalancato e che neppure il perdono era stato capace di sanare.
Oliver le sorride incerto, avvicinandosi di qualche passo.
"Selina..."
Il pianto di Alexander cattura l'attenzione dell'altro pipistrello.

Clark stende la mano, meravigliato.
Alexander apre gli occhi - così azzurri, così simili a lui - e lo fissa truce, uno sguardo infantile eppure pieno di consapevolezza.
"Tuo figlio."
"Sì."
"E di Bruce."
"Ovviamente." replica Selina, schioccando la lingua contro il palato.
Kent indugia, sul volto un sorriso bellissimo e sincero.
"Posso?"
Alexander si lamenta debolmente, strofinandosi nella coperta.
L'altro rimane indietro, tra Arthur e Cyborg - perché quella realtà gli racconta un sentimento che fa ancora fatica ad ammettere, un mondo pieno di possibilità mancate e di rischi che sono diventati concreti.
Alla muta domanda della gatta Bruce annuisce e quando Clark prende in braccio Alexander, Selina non può fare a meno di chiedersi come sarebbe stato se.

"Perché l'hai fatto? Pensavo non volessi vederlo."
"È così."
Il boomdotto inghiotte Oliver e la sua mano che si agita nell'aria.
"Eppure sei scesa nella caverna."
"Sì."
"Perché?"
Selina osserva il boomdotto contrarsi fino a diventare un puntolino biancastro e poi sparire del tutto.
"Davvero non riesci a indovinarlo?"
Bruce le stringe la mano in silenzio.

****

Non ce l'avevano fatta e allo stesso tempo avevano resistito.
Erano morti e poi risorti.
Si erano traditi, svenduti - questo più Selina che Bruce - si erano amati e odiati.
Si erano svegliati e poi erano tornati nei loro incubi, masticando rimorsi e bestemmie, insulti e desideri che stillavano veleno e voglia.
Si erano scontrati e distrutti, ricostruiti poi un pezzo alla volta e con le loro stesse mani.
Si erano sbranati mangiati divorati consumati eppure erano ancora qui: erano ancora loro.

"È finita?"
"Non lo è mai veramente."
"Immagino che dovrò accontentarmi."

Alexander allunga le mani verso un cielo che non ha più segreti.

   
 
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