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Autore: ASongOfRevenge_    26/09/2014    1 recensioni
Quanto può spingere lontano l'amore che si nutre verso una persona?
Nella mente e nel cuore di Jon Snow e di Elizabeth Arryn, e della loro storia.
"Il mio cuore appartiene a te, Jon Snow, e per sempre, fin quando batterà nel mio petto, sarà così"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
Il pavimento di pietra era freddo. C’era un odore forte, quasi nauseante, che invadeva tutta la stanza in cui Elizabeth Arryn era rinchiusa. Si iniziavano a vedere le prime luci dell’alba da una piccola finestrella, troppo in alto per essere raggiunta. Non ricordava cosa fosse successo, e inoltre non riusciva a spiegarsi perché avesse il corpo torturato da dolori atroci; non poteva muoversi ed era così stremata da non riuscire a tenere gli occhi aperti per troppo tempo. Cercò di recuperare le forze, ma il dolore all’addome era troppo forte e mettersi in piedi era impossibile. Nel momento in cui finalmente riuscì ad aprire gli occhi, lo spettacolo che le si presentò davanti fu spaventoso: aveva il vestito di seta azzurro squarciato sull’addome e ricoperto di sangue, e una ferita aperta che era stata medicata in un modo terribile. Elizabeth fu invasa dal terrore. Il dolore era troppo forte e se non fosse riuscita a scappare e a trovare un maestro che le sistemasse quella medicazione, sarebbe morta di lì a poco. Non riusciva a ricordarsi da quanto tempo era in quelle condizioni, e soprattutto perché. Svenne, poi si svegliò, e svenne di nuovo. Stava morendo. “Perché mi è successo questo? Dèi maledetti, se esistete davvero, perché mi fate questo?” La sua fu quasi un’invocazione, una preghiera disperata a dèi reali o no, a questo punto non lo sapeva più neanche lei. Erano svanite tutte le sue certezze, ogni cosa in cui credeva, ogni persona di cui si fidava, era svanito tutto. Il dolore, la fame, la disidratazione la stavano portando via lentamente. “Voglio morire ora, adesso, venitemi a prendere…”. Non c’era nessun suono attorno a lei oltre al suo respiro.  Chiuse gli occhi, aspettando la morte, pensando che forse solo lei poteva mettere fine a tutto quel dolore ingiustificato.
Poi, improvvisamente, ricordò.
 
 

JON
La Barriera si innalzava immensa sotto i suoi piedi. Jon Snow si trovava lì con Spettro, il lupo albino, a contemplare le prime luci dell’alba. Lord Stannis Baratheon, il legittimo erede al Trono di Spade, o almeno, questo era quello che diceva lui, gli aveva proposto di diventare lord di Grande Inverno, di lasciare i Guardiani della Notte. Sarebbe diventato uno Stark a tutti gli effetti, ma Jon Snow aveva rifiutato. Un tempo tutto quello che lord Stannis gli aveva offerto era quello che desiderava ogni giorno, ma le cose erano cambiate: Robb era morto, suo padre era morto, di Bran e Arya aveva perso ogni traccia. Da chi sarebbe tornato a Grande Inverno? Grande Inverno era Robb. Grande Inverno era suo padre. Grande Inverno era Bran che cavalcava il suo pony, era Arya, il suo sorriso, i suoi capelli spettinati. Era la Vecchia Nan con le sue storie, il piccolo Rickon, maestro Luwin, era anche Sansa. Era Elizabeth, le loro lunghissime cavalcate, le loro chiacchierate infinite. Grande Inverno ora era solo un mucchio di ricordi dolorosi che Jon non era pronto a rivivere in prima persona. Aveva rifiutato la proposta di lord Stannis, era rimasto nei Guardiani della notte, dove aveva giurato di rimanere. Ma alla fine quel giuramento, se non con i fatti, l’aveva infranto con il cuore.  Si ricordò delle parole di maestro Aemon: “L’amore è il veleno dell’onore, la morte del dovere.” Aveva amato e continuava ad amare Elizabeth Arryn, e questo amore per lui era il veleno del suo onore. Se lo ripeteva giorno e notte, quando mangiava, quando combatteva, quando faceva la sentinella alla Barriera, quando parlava con Sam, quando accarezzava Spettro, prima di addormentarsi la sera. L’amore è il veleno dell’onore. “Io sono un Guardiano della notte, i Guardiani non prendono moglie, non hanno figli.” Se lo ripeteva continuamente, ma non lo pensava sul serio. Non riusciva a trovare nulla di più sincero e puro dell’amore che provava per Elizabeth. Ma lei era lontana, sposa di un altro uomo. Non aveva avuto più sue notizie da quando era partita dalla Barriera, da quando aveva combattuto per i suoi confratelli, ma Jon dentro di sé sapeva come stavano le cose: Ely aveva sposato ser Jaime Lannister. Era stato deciso così e così doveva essere. Le sue parole, la promessa che si erano fatti, gli tornò tutto in mente: si erano detti “per sempre”. Ma su quali basi? Perché dirsi certe cose, promettersi certe cose, quando si è consapevoli del fatto che non si potranno mai realizzare? Sapevano entrambi che non sarebbero mai stati insieme, non si sarebbero mai sposati, non avrebbero mai avuto dei figli. Non si sarebbero neanche più rivisti. Eppure si erano fatti una promessa. Ripensò all’addio di Elizabeth, al suo cavallo che si allontanava, al suo cuore che partiva con lei. La vita di Jon Snow doveva essere sempre così piena di scelte dolorose: perché gli dèi erano stati così crudeli con lui?
 
ELIZABETH
Il tempo scorreva troppo lentamente ad Approdo del Re. Elizabeth Arryn pensò a suo figlio Elbert Lannister, futuro lord di Castel Granito. Erano passati tre anni dal momento in cui Elizabeth lo aveva dato alla luce, un piccolo bambino biondo con gli occhi verdi come smeraldi. Erano cambiate troppe cose negli ultimi anni: suo marito, Jaime Lannister, con il quale aveva avuto un buon rapporto, era come mutato. Lui sapeva che Elizabeth non lo amava, anche dopo il matrimonio, anche dopo la nascita di Elbert, ma Jaime sembrò non accettarlo; giaceva continuamente con sua sorella, la regina Cersei, non curandosi del fatto che Elizabeth potesse venirlo a sapere. Un tempo Jaime era, insieme a Tyrion, l’unico amico di cui lei poteva fidarsi ciecamente. Ora non era più così: lo Sterminatore di Re aveva occhi e interesse solo per il figlio, aveva iniziato ad ignorare Ely completamente, come se lei fosse invisibile ai suoi occhi. Elbert era l’unica ragione che spingeva Elizabeth ad alzarsi al mattino, a non farla finita. La vita lì era troppo dura, circondata da persone di cui non poteva fidarsi, che tramavano contro di lei, che progettavano di toglierle il figlio. Più di una volta Elizabeth pensò di scappare nel cuore della notte, di prendere suo figlio e di rifugiarsi nella Valle di Arryn, e arrivare al Nido dell’Aquila; ma la valle era piena di uomini delle montagne che non si sarebbero fatti nessuno scrupolo a stuprarla e poi ammazzarla insieme al figlio, e da sola non ce l’avrebbe fatta ad affrontarli. Per non parlare di Jaime, che teneva sotto controllo il bambino giorno e notte. Tyrion era fuggito a Pentos, dopo essere stato accusato di aver ucciso re Joeffry, il figlio di Jaime e Cersei. Elizabeth era a conoscenza del loro piccolo segreto. Doveva trovare una via di fuga, o sarebbe crollata. Il pensiero di scappare alla Barriera da Jon le aveva attraversato la mente più e più volte, ma non avrebbe rischiato di mettere in pericolo la vita di Jon: i Lannister l’avrebbero raggiunta e avrebbero mozzato la testa a entrambi. Un cavaliere della Guardia Reale che Ely non conosceva, con il mantello bianco che luccicava alla luce del sole che filtrava dalla finestra della Fortezza Rossa, entrò di forza nella sua camera.
“Lady Lannister, Re Tommen e la Regina ti vogliono immediatamente alla sala del Trono, sarò io a scortarti.”
Elizabeth obbedì; non poteva opporre resistenza, temeva che ogni suo comportamento negativo potesse allontanarla da suo figlio. Cersei odiava quel bambino, Ely ne era sicura, e quello era sicuramente un altro attacco contro di lei.
La sala del Trono era piena di persone. Trovò Re Tommen seduto sul Trono di Spade, Jaime Lannister e la Regina al suo fianco. Cersei aveva l’espressione compiaciuta, quasi felice. Elizabeth guardò la folla che la circondava, lord e lady che parlottavano tra di loro, che la indicavano, che ridacchiavano di lei. Elbert era al fianco di Jaime, gli occhi di suo figlio erano gli unici occhi che le riuscissero a trasmettere forza e amore, oltre a quelli di Jon, troppo lontani. Non le era chiaro il motivo della sua presenza lì, ma Elizabeth aveva un brutto presentimento.
Una voce annunciò:
“Re Tommen delle Case Baratheon e Lannister, primo del Suo nome, Re degli Andali, dei Rhoyar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame."
Re Tommen, piccolo re paffutello dai capelli biondi, si alzò dal Trono di Spade sul quale era seduto, salutò i presenti ed esclamò con voce chiara e sicura:
“Lady Elizabeth delle Case Lannister e Arryn, sei accusata dell’omicidio di Tywin Lannister, Lord di Castel Granito, protettore dell’Ovest, Primo Cavaliere del Re.”
   
 
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