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Autore: Yumeji    26/09/2014    2 recensioni
“Ha cambiato le regole del gioco” ciò che Kirigiri aveva detto era vero
Ancora una volta Monokuma ha stravolto le vite degli ultimi studenti della Kibougamine, è venuto meno alle sue stesse regole - ha ucciso un innocente al posto di un colpevole -, e ciò solo per farli cadere in una Disperazione ancora più profonda.
Ogni atto del preside orso persegue la disperazione, i ragazzi proveranno presto sulla loro pelle quanto questo desiderio può spingere alla follia lo stesso Burattinaio, e rimpiangeranno amaramente gli "incentivi" che Monokuma gli proponeva.
Perché, se prima solletticava i loro desideri (libertà, denaro, ecc..), ora punta al cuore. Nessuno verrà risparmiato.
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Prologo - concluso
Parte I - conclusa (I / V)
Parte II - conclusa (VI / XI)
Parte III - (XII / ???)
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naegi Makoto, Oowada Mondo, Togami Byakuya
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo V



- Kyahahahahahahah! Una volta con l'acqua alla gola hai scelto di salvare la pelle Togami - rise Enoshima, - ecco fin dove arriva il tuo esorbitante orgoglio! - la sua voce acuta si propagò alta e assordante nell'intera sala elaborazione dati. Al momento la porta che la collegava alla stanza di controllo di Monokuma era chiusa e nessun altro poteva sentire ciò che diceva, parlava a se stessa, abituatasi alla solitudine a cui il ruolo di Burattinaio la costringeva.   

- I-il tuo nome?..- ripete balbettante Makoto, confuso dalla confessione di Togami.
Cos’aveva di così strano il suo nome da spingerlo a desiderare di tenerlo nascosto?  Se fosse stato Celes avrebbe anche capito, ma essendo lui, proprio non ci arrivava.
- Vuoi dire che non sei Togami Byakuya? - si aggiunse Hagakure, il viso sconvolto (perché le sue abilità sensoriali non gli avevano rivelato qualcosa di cosi semplice?.. che avesse perso il suo dono?! -sarebbe finito in miseria!),
- Certo che lo è - affermò l'ereditiere, cosa che rese ancora più incomprensibile la sua precedente affermazione. -... ma solo adesso, prima non mi era riconosciuto - va bene che oramai l'aveva ammesso, ma si sarebbe limitato a ciò, raccontare il resto era troppo umiliante e l'orgoglio, si sa, è come la speranza: duro a morire.
- Riconosciuto?..-
- Upupupupu! Ma come bastardi, non ci siete ancora arrivati? - tornò alla carica Monokuma, pronto a dare l'ultimo colpo all'ego del biondo per ridurlo in frantumi,
- Naegi, ti ho spiegato come funziona nella mia famiglia - sovrastò le parole del preside orso per evitargli il dolce piacere di svelare a tutti il suo segreto, - tu dovresti esserci già arrivato - lo invitò, che fosse lui a parlare. Non che ritenesse Makoto diverso dagli altri, ma era l’unico con a disposizione abbastanza conoscenze (ora che ci pensava nell’ultimo periodo gli aveva fatto molte confidenze), per aver un quadro ben chiaro della situazione. In fondo, non era proprio l’abilità di Naegi quella di accumulare tutti gli indizi lanciatigli dai compagni per poi ricreare il puzzle degli eventi nella sua interezza?
E poi gli sarebbe andato bene chiunque, gli bastava non fosse Monokuma.
- Eeh..? A-aspetta! Io lo so? - s’indicò il ragazzo stupito, perché finiva sempre con il ricevere la patata bollente? Prima Yamada, ora Togami, sembrava stesse diventando un'abitudine.
No, in realtà lo era già, ma preferiva ingannare un poco se stesso per non considerarsi uno zerbino.
- Se non arrivi a fare un collegamento così semplice mi stupisco che tu sia sopravvissuto fin ora - commentò aspramente l’ereditiere, se lo stuzzicava un po’ a quel modo Naegi tendeva a diventare più veloce nei propri ragionamenti,
- Ma co-sì su due piedi..- si sentiva titubante e insicuro il ragazzo, perché sempre a lui toccavano simili ingrati compiti?
- Perché perdi tempo a chiacchierare con quelli che ritieni i tuoi “compagni”, se poi non ti ricordi neppure di cosa vi siete detti? - sbuffò Byakuya usando quella parola con cui l’altro amava tanto riempirsi la bocca, aveva osato molto, se lo diceva da solo, tirando al limite il filo che, se si fosse spezzato, lo avrebbe portato a perdere la sua collaborazione. Non temette però neppure per un momento di aver sbagliato, aveva invece ottenendo la reazione che desiderava,
- Va bene!- esclamo Naegi, esasperato, grattandosi rabbiosamente la testa, a furia di pensare tanto gli si sarebbe cotto il cervello. - Lasciatemi però dieci minuti - elemosinò, il tempo di mettere in ordine i pensieri e riportar a galla i ricordi.
- Non potrebbe limitarsi Togami a parlare? - si fece sentire Celestia, trovando irritante dover attendere senza fare nulla, quel processo si dilungava troppo per i suoi gusti, era già sera inoltra quando avevano iniziato, se non si fossero sbrigati a chiudere il caso avrebbero finito allo scoccare del periodo notturno, e lei non aveva ancora avuto il tempo di farsi una doccia.
Non voleva ASSOLUTAMENTE rimandare a domani mattina.
- Può sembrare una perdita di tempo Celestia, hai ragione - intervenne Kirigiri, - … ma ultimamente i ragionamenti di Naegi sono al quanto deludenti, per lui sarà un buon allenamento - le gelide osservazioni della ragazza si tramutarono in frecciatine velenose alle orecchie dell’interessato. “Deve essere ancora arrabbiata per la storia delle mutandine..” realizzarono i ragazzi presenti, vista la sua espressione impassibile sembrava le fosse passata e, invece, se l’era legata al dito.
- Intanto potremmo usufruire di quel tempo per discutere di altri punti oscuri - propose Oogami, non parlava molto la gigantessa, ma quando lo faceva era per riportare una sorta di pace al tumulto che si creava durante quei processi,
- Mi sembra perfetto - convenne Celestia, consapevole che insistere con la ragazza dagli occhi viola era un dispendio inutile di energie  - … al momento le carte in nostro possesso sono: un sospetto (Togami), l’arma (ovvero, le forbici di Genocide Shou), il luogo (il bagno comune) e l’orario del delitto ( arco di tempo che va dalla sera di ieri alla mattina di oggi), e il movente sembrerebbe quel segreto celato dietro la foto che Fukawa teneva in tasca - non era il suo ruolo riepilogare i fatti, ma il personaggio che solitamente si prendeva un simili disturbo era momentaneamente impegnato a spremersi le meningi, e a lei non dispiaceva prendersi per un po’ il palcoscenico. - Il corpo è stato ritrovato (in ordine cronologico) da Yamada, Owada e me; e con questo credo di aver detto tutto. A parte i punti oscuri che Naegi di qui a poco dovrebbe chiarirci,  c’è qualche domanda? - si rivolse alla classe colma di quell’egocentrismo da prima donna che la metteva sempre al centro del mondo, e che le disegnava quel sorrisino gongolante sulle labbra sottili.
- Non c’è qualcosa di sbagliato?- parlò titubante il motociclista, aggrottando la fronte pensieroso,
- Pensi che abbia detto qualcosa di errato? - s’incrinò leggermente l’espressione che aveva sul viso a causa dell’irritazione provocatagli dall’essere ripresa,
- No, non quello che hai detto tu, ma quello che è stato detto durante il processo - volle subito specificare Mondo, memore del pessimo carattere della gothic.
- Qualcosa non ti torna? - s’intromise Kyouko,
- Si…- ammise lui incrociandone dritto lo sguardo, senza distoglierlo, affrontandolo di petto - … Kirigiri, perché non sei stata tu la prima a trovare il cadavere? -
Ci fu un breve attimo di silenzio mentre la tensione nella stanza saliva.
Quella domanda di Owada nascondeva forse un’accusa nei confronti della ragazza?
- No, aspetta Owa! Qui, non ci capisco nulla. Perché Kiri avrebbe dovuto trovare per  prima il cadavere?- l’esclamazioni di Hagakure smorzarono un po’ la scena che si stava venendo a creare,
- È vero - sorrise Kirigiri prendendosi al col tempo il mento con la mano, come quando stava riflettendo, - Dopo che Yamada ci aveva riferito ciò che era accaduto questa mattina (la caccia ai fantasmi), io avevo affermato che sarei andata ad investigare sul posto, anche Togami lo può confermare - ricordò, non mostrava però alcun cenno di preoccupazione per una simile incongruenza,
- Tsk… Se ti metti a fare anche tu la misteriosa questo processo non avrà mai fine - osservò l’ereditiere, l’ultimo in quel momento che avrebbe dovuto parlare, ma sempre irritato quando erano gli altri a nascondergli qualcosa.
- Non intendevo farlo - negò lei riprendendo parola, - … riflettevo solo su come una semplice curiosità mi abbia allontanato a tal punto dalla scena di un crimine - disse biasimando in parte se stessa, - Non sono mai arrivata al bagno comune. Appena fuori dalla soglia ho trovato delle chiazze d’acqua e le ho seguite -
- Uppupupupupu! Alice che segue le orme del bianconiglio - rise Monokuma, e mai similitudine parve più azzeccata.
- E perché trovavi cosi inusuali delle… ehm, chiazze d’acqua? - domandò Hagakure, titubante nel parlarle, temendo un atto violento da parte sua, gli ci sarebbe voluto del tempo prima che dalla sua mente si cancellasse l’immagine di quel dolce panda.
- Perché non si dirigevano verso i dormitori - gli rispose guardando però da tutt’altra parte rispetto a dove si trovava (sì, era arrabbiata), - Solitamente, dopo che si è fatto un bagno, se non si è riusciti ad asciugarsi del tutto si torna in dormitorio - osservò, difatti in ognuna delle loro stanze c’era a disposizione un phon per asciugare i capelli, era un fatto logico tornare in stanza in quel caso. - Seguendo le impronte invece ho trovato che andavano per l’edificio scolastico - specificò e difatti sembrò strano, - pensandoci adesso, probabilmente quelle tracce sono state lasciate dall’assassino dopo che ha ripescato il corpo di Fukawa dalla vasca - ipotizzò, ma quando una ipotesi prendeva forma dalla sua bocca diveniva automaticamente una certezza.
- Kirigiri, a tuo parere, da quanto tempo dovevano essere state lasciate quelle chiazze? - domandò Owada, intravedendo una possibilità,
- So cosa pensi Owada, ma ti devo deludere, il pavimento è formato da piastrelle poco assorbenti e l’ambiente non facilità l’evaporazione dell’acqua, poteva trattarsi di ore come di pochi minuti - ne smontò il tentativo di creare una prova a favore dell’innocenza dell’ereditiere.
- Almeno potete testimoniare che non era bagnato quando vi ho incontrato - osservò sbuffando Byakuya, nervoso per l’attesa a cui lo costringeva Naegi, possibile che non ci fosse ancora arrivato? A lui sembrava talmente ovvio. Tutti quegli indizi.
- Però Master Byakuya Togami, Lady Kyouko Kirigiri afferma che le tracce potevano essere state lasciate lì da ore, avresti avuto tutto il tempo per asciugarti - lo smontò Yamada mangiandosi le unghie dal nervosismo, stava sudando, non doveva piacergli correggere il damerino,
- In più provenivi dall’edificio scolastico - si aggiunse Owada,
- E non indossavi la giacca della divisa, segno che forse te l’eri tolta per asciugare la camicia sottostante - concluse Kirigiri.
Inutile, per trovarsi una via di scampo Togami poteva basarsi unicamente sul proprio alibi, il quale sarebbe stato dimostrabile solo quando Naegi avrebbe esposto il suo segreto.  Sempre che ne fosse in grado.
Sbuffò, tastandosi la fronte, avvertendo sotto le dita il bendaggio fattogli qualche ora prima dal motociclista, si era dimenticato di averlo, per quanto le ferite alla testa sanguinassero molto adesso doveva essersi di certo richiusa, più tardi avrebbe dovuto controllare.
- Credo di aver capito… - la voce di Makoto mise fine a quell’estenuante attesa.

[…]
Prima però di ascoltare le conclusioni a cui era arrivato Naegi, bisogna fare un passo indietro, ovvero, seguire il ragionamento che lo ho portato alla risposta.
“Cosa mi ha raccontato Togami della sua famiglia?” era partito da questa domanda, riportando in superficie tutti i discorsi che aveva condiviso con l’ereditiere.
Essenzialmente però ciò che gli tornava in mente era solo quella storia del “prescelto” su cui il ragazzo aveva tanto insistito: “- Si nasce predestinati, ma per divenire prescelti bisogna faticare, lottare anche con le unghie e con i denti -” gli aveva detto più volte; da quelle affermazione Makoto si era sempre sentito confuso, prescelti e predestinati non erano la stessa cosa?
Bhè, per l’ereditiere non lo erano per nulla. Lui essendo un prescelto aveva il piacere di guardare tutti da un gradino più alto, guadagnato grazie alle proprie fatiche, i predestinati invece non potevano vantarsi di tale onore, poiché il loro titolo lo ricevevano alla nascita senza alcuno sforzo.
“Ma com’è che Togami è diventato un prescelto?” si sforzò per ricordare, chiedendosi poi come avesse fatto a dimenticare un particolare simile.
Togami era il più giovane di 15 fratelli, quindi tecnicamente ultimo in linea di successione per diventare il capofamiglia della stirpe.
Eppure aveva l'appellativo di "super ultra ereditiere liceale" perché un giorno avrebbe avuto quel titolo.
“Come aveva fatto?”
Certo, c'era riuscito perché i 15 (tra fratelli e sorelle) che lo precedevano, erano tutti morti.
Non morti nel senso letterale del termine, no, perché questo avrebbe fatto di Togami un omicida. Erano morti per la famiglia, costretti ad un umiliante e povero esilio nel quale erano preclusi tutti gli sbocchi al successo a cui si poteva accedere grazie all’immenso potere della stirpe.
“Ma perché l’esilio?” continuò a farsi domande su domande.
“Ah, è vero! Tutti i figli del patriarca dei Togami devono dimostrasi adeguati a portare il peso della famiglia sulle spalle” ovvero, si dovevano mostrare idonei, superare prove su prove fino a non rimanere l’unico a sopravvivere.
Forse in fondo un poco era vero che Togami aveva seppellito i proprio fratelli, visto che alla fine era stato lui l’unico a mostrarsi abbastanza lodevole a portare il nome che aveva ora.
“Aspetta! Il nome che ha ora..? Perché prima ne aveva uno diverso?”
Il patriarca aveva 15 figli. Improbabile che avessero tutti la stessa madre.
- Molte donne vorrebbero vantarsi di avere un figlio con il nome dei Togami, perché queste le renderebbe automaticamente consorti di uno degli uomini più potenti del mondo e madri del suo futuro successore. Vi sono una miriade di spasimanti, per questo vengono scelte solo le più meritevoli -” come i figli anche le consorti dei Togami andavano a selezione, e alla fine la vincitrice era quella che aveva partorito il solo vero erede.
Quando glielo aveva detto Naegi ne era rimasto un po’ sconvolto e l’ereditiere aveva riso alla sua perplessità: “- Se stai pensando a qualche sciocchezza sull’amore o sui rapporti familiari evitali, nella mia famiglia ogni cosa si traduce in affari -  “ lo stava deridendo e, anche se sapeva di essere nel giusto, Makoto non sapeva come replicare, vivevano in mondi troppo diversi (a confronto cominciò a sentirsi così piccolo).
- Quindi, visto che sei tu l’erede dei Togami, tua madre è divenuta la moglie di tua padre, giusto?-” gli aveva chiesto, avvertendo nella propria mente una miriade di pensieri confusi e sconnessi,
- Non ho mai affermato questo..- “ aveva avuto una reazione scostante Togami, il riso con cui lo derideva di colpo scomparso, mentre il suo sguardo si spostava altrove- Per un momento gli parve… in imbarazzo?!
“Perché quando ho parlato di sua madre ha reagito in quel modo? Ma, soprattutto, perché sua madre non è la consorte di suo padre ora che lui è il prescelto?”
Che fosse morta? Ne dubitava, se fosse stato vero allora non avrebbe avuto motivo di vergognarsi.
-Sei il più giovane di 15 fratelli?-“
“- Non fare quella faccia d’allocco, non è che con loro abbia mai avuto qualche genere di rapporto (se non quando ci davamo battaglia per il titolo), quello più vicino d’età con me adesso dovrebbe avere 32 anni -“
Sedici anni erano una distanza notevole tra un figlio e l’altro, senza contare che tra i fratelli maggiori di Byakuya la differenza di età non superava gli otto anni. In più far partecipare un dodicenne a confronti in cui gli altri partecipanti erano adulti era al quanto crudele, sembrava proprio che si volesse precludergli ogni possibilità di farcela.
O forse, più semplicemente, Togami non era mai stato contato.
“Ooh..”
- Tutti i miei fratelli dopo aver portato per tutta la vita il nome dei Togami se lo sono visti portare via, non c’è umiliazione più grande in assoluto -
A differenza sua, per i suoi fratelli non c’era mai stato alcun altro nome prima di Togami.
[…]


- Togami, tu sei un figlio illegittimo, vero? -
Proclamò Naegi e, alle sue parole, tutto divenne così terribilmente palese, ovvio. Aveva usato un certo tatto e molta delicatezza nel rivolgergli una simile domanda, e Byakuya trovò comica la sua espressione. Di nuovo, temeva di ferire i suoi sentimenti?
- E bravo Makochin!- intervenne a quel punto Monokuma tutto esultante ed esaltato, -*Ta ra da dan!* Hai indovinato! - confermò i suoi sospetti mentre saltellava divertito sul suo trono, - Ora però permettete a me (vostro preside), di fare le presentazioni - dal nulla apparve un cordicella, che il robot orso tirò prontamente, facendo cadere una miriade di coriandoli sull’intera sala.
- Cara classe di bastardi, ecco a voi il vero bastardo della classe! - due striscioni appesi al soffitto erano stati srotolati e ora fiancheggiavano il biondo, su entrambi vi era la scritta a lettere cubitali “erede bastardo”,
- Conosciuto ora come Byakuya Togami “il super ultra ereditiere liceale”, è stato per anni l’unica macchia di infamia che rischiava di gettare la stirpe nel fango, una mina vagante che avrebbe potuto far esplodere il sistema su cui essa sorgeva e nel quale è stato ammesso solo con la speranza che fosse lui a soccombere al sistema - gongolava l’orso ridendo sguaiatamente, tronfio della riuscita dal suo piano.
Credeva di aver vinto... ma se sperava che se ne sarebbe sentito umiliato, si sbagliava.
Se credeva che con una simile pagliacciata lo avrebbe distrutto, si sbagliava.
Se pensava di averlo sconfitto, bhè, in quel caso: si sbagliava DI GROSSO.
- Allora Monokuma, visto che sei stato tu a farmi questo scherzo, puoi confermare che ho passato tutta la giornata in palestra a strappare fotografie e documenti in cui c’era il mio nome precedente? - con una totale indifferenza Togami si rivolse all’orso preside ignorandone il balletto al quanto insensato e imbarazzante (da dove l’aveva tirato fuori quel costume da spogliarellista brasiliana?),
- Ah..? - si bloccò il robot facendo cadere le piume del suo costume, - Uff.. Si, si. Ci sono le registrazioni dei video di sorveglianza come prova - rispose sbuffando, mai che gli desse una soddisfazione quel ragazzo. Un tipo davvero noioso.
“T’infilzo su uno spiedo gigante e ti cucino a fuoco lento” gli prometteva intanto mentalmente Byakuya avvertendo una profonda rabbia che gli risaliva lo stomaco e gli bruciava la gola, aveva una voglia matta di urlare, di ricoprire d’insulti quell’idiota, di strappare quegli striscioni e di cancellare gli ultimi cinque minuti di quel processo dalla mente di tutti i presenti. Anzi, no, avrebbe cancellato l’intera giornata, così da procurarsi un alibi per l’omicidio di Fukawa.
Non voleva. Non avrebbe mai voluto che qualcuno lo scoprisse.
Aveva faticato tanto a dimenticare quel vecchio se stesso che aveva vissuto per ben otto anni all’oscuro di quale sangue scorresse nelle sue vene. Aveva faticato tanto per diventare l’erede perfetto di quella famiglia che mai lo aveva riconosciuto come suo membro sino a quando non era divenuto lui il prescelto.

- Allora, con la testimonianza di Monokuma possiamo ritenere Togami sopra ad ogni sospetto? - domandò Naegi con il semplice desiderio di voltare pagina, cambiare discorso e sorvolare su quella verità a cui erano appena giunti. Era bastato Owada a mostrargli quanto forte potesse essere il desiderio di tenere sepolte certe ombre oscure del passato, voleva per lo meno evitare all’ereditiere che gli fosse messo il dito nella piaga. Tali premure non furono però percepite da Byakuya, il quale di certo non le avrebbe apprezzate, troppo impegnato ad arginare il sangue che usciva dalla metaforica ferita che gli era stata inferta. Per quanto si fosse preparato a riceverla, in realtà, pronto non lo era affatto.
- Essendo lui l’unico che può accedere ai filmati delle telecamere, la sua parola viene presa per buona - affermò Kirigiri, per quanto le seccasse ammettere la valenza delle informazioni che ricevevano da quel orso,
- Asp..! Credete a Monokuma!? - si allarmò Asahina, il volto colmo d’angoscia,
- Purtroppo, non possiamo fare altro - fece Kyouko,
- Ma… ma lui è il pazzo crudele che ci ha rinchiuso qui dentro! Come potete credergli?! - urlò, e la sua voce si spezzò dal pianto che rapidamente gli andava ad invadere gli occhi, - Fukawa è stata uccisa da Togami, nessun’altro può essere stato! Se Monokuma afferma il contrario allora mente! -
- Uppupupupupupu! Io mentire?.. Cosi ferisci i miei sentimenti Aochin, se ingiusta - si finse demoralizzato dalle sue accuse,
- Ingiusta?..- ripete Celestia, le sopracciglia leggermente inarcate in un’attentamente studiata espressione di stupore, - Monokuma debbo ricordarti che solo qualche giorno fa sei venuto meno a quelle stesse regole che proclamavi assolute? - gli fece memoria sorridendo affabile, - Credo che sia normale dubitare di ciò che dici, forse hai deciso di metterti in combutta con il colpevole Togami perché allettato dal denaro che lui può offriti - ipotizzò, e di nuovo la sua somiglianza con un uccello rapace balzò fuori, rendendo le sue parole affilate come gli artigli di uno sparviero.
- Ugh..! Questi studenti di oggi, tutti cosi diffidenti - si trovò messo alle strette il robot orso e, anche se non era programmato per farlo, cominciò a sudare per il nervosismo,
- Se però fossi così gentile da mostraci i video di sorveglianza, allora, potremmo crederti - aggiunse quasi le fosse venuto in mente per caso e non avesse puntato ad essi sin da subito.
- Lady Celestia Ludenberg, la tua aura mostra che è appena salita a boss di livello 55 - si sentì tremare nelle viscere anche Yamada, dopo quello che aveva subito quel giorno da parte della gothic avrebbe avuto gli incubi per le successi quattro notti,
- Te… te le concedo Celes, m-ma non pensare che i tuoi poteri da boss maligno abbiano qualche effetto su di me! - esclamò Monokuma tutto tremante, non che fosse realmente spaventato, era che gli piaceva stare al gioco. Concedere qui e là qualcosa a quegli inetti così da movimentare un po’ l'ambiente, che altrimenti gli sarebbero sembrate tanto noioso.
Qualche secondo dopo, sui teleschermi alle spalle degli ultimi studenti della Kibougamine partì il video di sorveglianza, con tanto di orario in alto a destra, il quale mostrava l’ereditiere entrare in palestra nella prima mattinata di quel giorno e, usufruendo dell’avanti veloce, si ebbe la conferma che fosse rimasto lì per tutto l’arco della giornata, sino a pochi minuti prima di incontrarsi con Owada e Kirigiri.
- Bene, Toga non è il colpevole! - dire ovvietà con una faccia da beota era ciò che riusciva meglio ad Hagakure, ed era in quel modo che era diventato uno sciamano famoso, - … però, allora chi è stato? - si grattò la guancia perplesso, erano forse arrivati ad un punto cieco?
- Adesso che Togami è stato tolto dalla rosa dei sospetti dobbiamo semplicemente rivedere le prove che abbiamo a disposizione  sotto un'altra ottica - spiegò l’assennata Kirigiri, - Naegi, tu hai qualche idea? -
“Oggi non ho un attimo di tregua” pensò frustrato Makoto,
- Rifletti, c’è forse qualcuno che può destare sospetti? -
“E chi altro? Togami è stato sospettato principalmente perché non si è visto per tutto il giorno. Tutti gli altri hanno un alibi per l’orario presunto…(!)” un pensiero lo attraverso come un fulmine a ciel sereno, facendo cadere su di lui una pensate ombra di preoccupazione.
- Kirigiri, inizialmente avevamo supposto che l’omicidio potesse essere accaduto anche solo ad un'ora prima del ritrovamento del corpo, giusto? - cominciava a vedere i pezzi del puzzle incastrarsi pian piano sotto ai suoi occhi, e il disegno che gli appariva di fronte non gli piaceva affatto.
- Ricordi bene - confermò,
- Quando ho chiesto agli altri cosa stessero facendo, ovvero che mi fornissero un alibi, io mi sono riferito solo a questo pomeriggio, credendo che Fukawa fosse stata uccisa in quest’ultime ore - continuò a riflettere domandandosi cosa lo avesse spinto a pensare che non fosse avvenuto prima.
Aveva parlato con i suoi compagni proprio all’inizio delle indagini, per lasciare una certa privacy a Kirigiri mentre esaminava il corpo, da quel momento però avevano riscontrato nuove prove.
Ciò che prima gli era sembrato nella norma forse ora, da un punto di vista diverso, non lo era più.
“Quello che ha detto è sbagliato!” comprese, realizzando che la sua testimonianza aveva pregiudicato tutto il resto. Se Kyouko non avesse rinvenuto la foto nelle tasche della letterata l’ora del delitto non sarebbe stata mai confermata con esattezza e si sarebbero basati solo sulle sue parole.
- Poco fa abbiamo però stabilito che la morte di Fukawa risale a prima dell’ispezione e non abbiamo ancora avuto modo di appurare cosa stessero facendo tutti - non voleva crederci, era qualcosa d’impensabile, ma forse si sbagliava. Si, di certo era cosi.
- Come sapete io e Owada abbiamo girato per la scuola per tutto il tempo alla ricerca di Togami - cominciò per primo,
- Non abbiamo però mai pensato alla palestra - commentò a mezza voce il motociclista sbuffando, ricordando la faticaccia di guardare dietro ad ogni angolo.
- Io e Lady Celestia Ludenberg siamo sempre rimasti in caffetteria - parlò Yamada,
- Ero in lavanderia a fare il bucato, più tardi mi ha raggiunto anche Oogami - fece Hagakure,
- Stavo indagando, ma se può contare ho incontrato Oogami - toccò a Kirigiri,
- Io seguivo il mio ciclo di allenamenti, poi mi sono recata in lavanderia, dove ho trovato Hagakure e, prima in corridoio, ho incrociato Kirigiri - confermò Sakura,
- Non mi sentivo molto bene, ero rimasta un po' scossa per la visione del fantasma, e per tutta la mattina sono rimasta nella mia stanza - affermò Asahina,
- Qualcuno lo può confermare? -
- Oogami è venuta a trovarmi - ricordò sorridendo all'amica, - Mi ha anche portato del the - fece quell'espressione da animaletto felice che la rendeva adorabile,
- Ho incontrato Kirigiri subito dopo, quando mi stavo recando in lavanderia - fece la gigantessa.
Perché prima non lo aveva accennato?
- Uhmm... Ricordo che Lady Sakura Oogami era venuta in caffetteria proprio per preparare del the - intervenne Yamada,
- Ma non vi sembra sospettoso che una sola persona sia stata vista da così tante gente? - volle mettere un dubbio Celes, - Non sembra volersi creare appositamente dei testimoni per il proprio alibi?- non aveva prove reali per accusarla, ma le bastava instaurare un'incertezza, un minimo di incrinatura nelle convinzioni dei propri compagni per decretare la super ultra lottatrice liceale come colpevole.
- Non provare ad accusare Sakura! Lei è innocente! - corse subito in sua difesa la nuotatrice, a spada tratta, la voce acuta e animata pronta anche ad assalire la gothic se fosse stato necessario. Per la sua migliore amica questo e altro.
- E tu lo sai bene, vero? - l'espressione di Naegi aveva continuato ad incupirsi nel procedere del discorso e ora aveva un volto funereo, pallido e sconsolato, rammarico si udiva nel tono della sua voce, cosi come una profonda frustrazione. Per quanto provasse una diversa composizione delle forme, per quanto le spostasse, girasse o le cambiasse di posizione, le tessere di quel puzzle si potevano incastrare in un solo modo.
- Co...cosa vuoi dire Naegi? - balbettò lei confusa, colta di sorpresa,
- Asahina, sei stata tu ad uccidere Fukawa - sentenziò additandola con decisione.

- Eeeh? Lady Aoi Asahina?!?-
- Co..cosa!? -
Come sempre accadeva, dopo un’accusa plateale come quella di Naegi, si creava un certo scompiglio all'interno della sala, tra esclamazioni di stupore e di sconcerto. Non di meno che questa volta l'accusata era l'energica e innocente Asahina, la quale mai si potrebbe credere capace di tanto. "Eppure le prove dicono questo..." si sentì morire un poco dentro Makoto, ogni volta che giungeva alla verità, nel constatare che uno dei suoi compagni era arrivato a sopprimerne un altro, non poteva non sentirsi un poco colpevole lui stesso. Non aveva promesso di salvarli tutti? Quanti ancora ne sarebbero caduti nell'inganno di Monokuma prima che lui riuscisse a fare qualcosa?
- Naegi, non posso permetterti di macchiare il nome di una mia amica - lo ammonì Oogami, il cipiglio con cui lo fulminava non aveva però quella solida fermezza che spesso la lottatrice aveva mostrato nel dare battaglia a chi attaccava ciò a cui teneva.
Qualcosa sembrava frenarla,
- Anche tu hai qualche sospetto, non è così Oogami?- l'intervento di Kirigiri lo salvò da quel muro insormontabile che rappresentava per lui Sakura. Per Naegi era difficile affrontarla, per quanto sapesse di essere nel giusto, la ammirava molto per il suo stoicismo e per la forza che dimostrava, senza contare il suo fisico di due metri d’altezza di puri muscoli (avrebbe mentito se avesse negato che non lo metteva in soggezione). In più il ragazzo desiderava con tutto se stesso di essere contraddetto, sperava di essere caduto in errore.
- Perché non hai trovato Asahina nella sua stanza – insistette Kyouko,
- Si, invece, mi ha anche portato del the! - negò la nuotatrice, ribadendo ciò che aveva detto poco prima,
- Quante volte Oogami è venuta nella tua stanza? - le domandò,
- Eeh?.. Solo una – ci fu un attimo d’esitazione nella risposta, come se un leggero dubbio stesse cominciando a formarsi nella sua mente,
- È cosi Oogami? – volle conferma la ragazza dalle iridi violacee e, di fronte a quello sguardo, persino la lottatrice più forte al mondo si ritrovò a capitolare, quelli erano gli occhi di chi cercava solo e unicamente la verità.
- Asahina, piccola mia, io sono venuta da te due volte – ammise Sakura, il tono dolce ma cupo, quasi preannunciasse una sciagura, - La prima ti ho porta una tazza di the sperando che ti calmasse, ma alla seconda…-
- Non l’hai trovata, per questo ci siamo incrociate in corridoio – concluse per lei Kirigiri,
- Tu lo sapevi già? – intervenne Owada fissandola accigliato, un poco scioccato,
- L'avevo vista suonare al campanello della camera di Asahina prima di tornare sui tuoi passi – ammise senza mezzi termini, se era per incastrare il colpevole si abbassava ad ogni sotterfugio, come tacere sulle reali informazioni in suo possesso. Mondo constatò che anche nel suo caso aveva fatto lo stesso, chissà che sin da subito non avesse saputo che la nuotatrice era la colpevole.
- Fo... forse è stato quando sono andata in cucina a mangiare! - suppose Asahina, stupita e a disagio nel ritrovarsi nel mirino dei suoi compagni, rischiava di finire male se non fosse corsa ai ripari.
- Era da poco passato mezzogiorno quando ho incrociato Oogami - la informò Kyouko,
- Io e Lady Celestia Ludenberg ci siamo allontanati dalla mensa solo alle 12e30 - affermò Yamada sentendosi importante, dando per una volta un contributo significativo alle indagini,
- E non ti abbiamo visto - gli fu rubata la scena da Celestia, la quale non approvava di essere offuscata dal proprio animaletto da compagnia, - Ti abbiamo trovato solo dopo l'una, quando siamo tornati in caffetteria per il pranzo -
- Dove sei stata e cosa hai fatto in quel lasso di tempo Asahina? - non c'era biasimo nella voce di Naegi, solo una profonda pena e forse pietà per la sorte dalla ragazza, trovatasi accusata d'omicidio.
A denti e pugni stretti Aoi con il volto scuro ascoltava le loro testimonianze, sembrava furente, ma delle leggere lacrime gli riempivano gli occhi.
- Non vi credo - fu Sakura a spezzare quel cerchio di accuse, determinando allo stesso momento la propria scelta,
- Co..cosa? - si animò Celestia, il volto attraversato da una leggera ruga che incrinò la sua perfetta maschera da poker, - Credi sul serio che la tua amichetta non abbia commesso un omicidio? Cosa la eleva al di sopra di tutti gli altri? Pensi che avendone l'occasione non ne avrebbe approfittato? Che non avrebbe tentato di diplomarsi? - c'era frustrazione nella voce della gothic, segno evidente che ne aveva avuto abbastanza, di quel processo, di quel caso, di tutto! Era un’egoista che guardava solo a se stessa, desiderava solo concludere in fretta per potersi riposare e sistemare il proprio vestito, sgualcitosi dopo una giornata tanto animata.
- Aoi non avrebbe mai compiuto un gesto simile - Sakura non avrebbe dubitato ancora della propria migliore amica, come qualcun altro prima di lei preferiva negare l'evidenza delle prove piuttosto di spezzare quel sentimento di totale fiducia che la legava alla nuotatrice.  
Ma una tale comportamento feriva ancora di più Asahina, la quale poteva solo constatare quanto Oogami tenesse alla loro amicizia.
Lei, invece, aveva finito con il tradirla. Le aveva detto il vero.
- Basta! Smettila, Sakura!- le intimò con il pianto che le segnava le guance, - Lo hai capito anche tu che sono colpevole! Non negarlo! - la gigantessa si volse con uno sguardo colmo d'apprensione verso lei, non era la solita imperturbabile roccia, ma solo una ragazza che non voleva perdere una preziosa amica.
Era ovvio che la sapesse colpevole, ma comprenderlo e ammetterlo erano due cose differenti.
- Allora lo confermi? - interruppe Celestia la scenetta strappalacrime, un atteggiamento che in molti avrebbero definito crudele ed insensibile, e che solitamente sarebbe toccato a Byakuya, ma questi sembrava ancora troppo intento a superare il trauma psicologico di essere morto di fronte a tutti come ereditiere dei Togami, riducendosi a semplice cane bastardo.
- Si, sono stata io ad uccidere Fukawa! - ammise rivolgendosi con un certo astio verso la gothic, - Ma non volevo farlo, è stata lei ad attaccarmi - si giustificò crollando allo stesso tempo, lasciandosi andare ad un pianto che, seppur muto, non appariva meno disperato.
Non sapendo se dandole il proprio sostegno potesse ferirla di nuovo, Oogami non si mosse, incapace di consolarla.
Per un momento la sala fu colmata solo dai singhiozzi mal trattenuti di Asahina.
- Credo che comunque, per capire meglio come sono andate le cose, sia il caso di ricostruire i fatti - spezzò quell'atmosfera pesante e angosciosa Kirigiri, e Makoto si chiese se la sua decisione servisse per dare alle nuotatrice il tempo per ricomporsi, un atto umano, una sensibilità che raramente la ragazza mostrava tanto apertamente.
- Ma è davvero necessario? - intervenne Hagakure, sapevano già chi fosse il colpevole, aveva pure confessato.
- Ci sono ancora dei punti oscuri che vanno chiariti - fu l'ereditiere a rispondergli, mostrando una capacità di recupero che aveva dell'incredibile. Non c'era nulla di più pietoso che farsi vedere da altri a rammendarsi da solo le proprie ferite. - In più, la confessione di Asahina non basta, bisogna mostrare le prove della sua colpevolezza - aggiunse, non fosse mai che qualcuno, impietosito dalle lacrime della nuotatrice decidesse arbitrariamente (nonostante le prove), che fosse lui il colpevole, sprecando così tutti i suoi sforzi.
- Naegi, tocca a te -
I sentimentalismi e i rimorsi dovevano essere rimandati a più tardi, ancora una volta Makoto era richiamato al dovere da Togami e Kirigiri.
Ancora una volta toccava a lui mostrare il disegno completo dal delitto, con tutti i pezzi al loro posto.*
- Non abbiamo ancora tutti i componenti, ma posso dare un idea approssimativa dei fatti - affermò con un tono smorto, privo di vitalità e un poco deprimente. Non voleva assistere ad un'altra esecuzione, ma aveva forse altra scelta?

- Quella mattina Asahina non è rimasta tutto il tempo nella sua camera come ha affermato, la testimonianza di Oogami ci dice che a mezzogiorno non era nella sua stanza, e Celestia e Yamada affermano di aver lasciato la sala mensa solo alle 12e30, per poi tornare dopo l'una e coglierla in flagrante mentre lasciava la cucina. C'è un'ora di vuoto che va dalle 12 (se non prima, contando che della nuotatrice non si hanno notizie dopo la prima visita di Oogami alla sua stanza), alle 13, orario in cui Asahina si è recata nel bagno comune per accertarsi se ciò che ha aveva visto la sera prima (quella sorta di spettro o fantasma), fosse reale.
Sappiamo che nel tempo in cui era lì, Fukawa l'ha raggiunta, ed ecco il primo tassello mancate: perché Fukawa avrebbe dovuto attaccare Asahina? E cosa ci faceva lì? Visto che la letterata non amava quel luogo possiamo supporre che abbia seguito Asahina, ma per quale motivo? - iniziò la spiegazione, e non pareva più il Naegi che tutti conoscevano, quella sua abilità lo portava a mutare il proprio carattere, diveniva irriconoscibile: serio, attendibile, sicuro di sé.
Un personaggio di tutto rispetto.
- Io propongo di chiedere il motivo a Monokuma - intervenne Kirigiri, come al solito quando Makoto raggiungeva un punto dolente, era pronta a dargli supporto,
-Upupupupu! Credete che abbia istigato la pazza pluriomicida contro la tutta pimpante Aochin!? Upupupu! Che pensiero peregrino - negò l'orso ridendo divertito,
-  Vuoi fregarci mettendo in mezzo Genocide? Pensi che siamo tanto sciocchi? - s’impuntò Togami, sistemandosi gli occhiali cosi che il riflesso per un momento ne oscurasse lo sguardo gelido con cui, simile all'acido, logorava la ferraglia da cui era composto l'orso robot.
- Eh? Che centra Genocide..? - qualcuno di cosi sciocco a quanto pare c'era, ma era Hagakure, nulla da stupirsi,
- Monokuma ha detto di non aver istigato la "pazza pluriomicida", un chiaro riferimento alla personalità alternativa di Fukawa, ovvero la serial killer Genocide Shou - spiegò Kirigiri a nota di tutti, per evitare in seguito altri interventi inutili, - Noi però volevamo sapere se avesse plagiato la sua personalità predominante -
- Chissà... chissà, forse sì, forse no - rispose il preside robot facendo un gesto annoiato con la zampa, - Ma dimmi Owada, se lo avessi fatto, come ci sarei riuscito? - si rivolese direttamente al motociclista con stupore di questi e non solo, di tutti gli studenti presenti. Mondo si ritrovò di colpo ad usare il cervello, ma fortunatamente non era una domanda troppo difficile,
- Hai sfruttato Togami - rispose, per nulla contento di essere tirato in mezzo da quell’orso psicopatico,
- Bravo bastardo! Hai visto che quando t’impegni ci arrivi? - lo beffeggiò applaudendogli e risvegliando il lui l'istinto (suicida), di prenderlo a calci su quella testa rotonda come un pallone.
- Quindi mi hai usato? - domandò Byakuya, desideroso di avere risposta alle proprie domande,
- Yes - yes! Avevo idea di farti credere che Fukawa aveva scoperto il tuo segreto e spingerti così ad ucciderla, ma è andata anche meglio di quanto immaginassi - gongolò, - Avevo lasciato come regalo a quella puzzona la foto che poi avete trovato nelle sue tasche, ma Aochin è arrivata prima e Fukawa ha piacevolmente frainteso la situazione - spiegò ridendo, non avrebbe detto altro.
- Sì, sono stata io a trovare la foto, Fukawa è entrata mentre la tenevo e, quando l'ha vista, mi ha subito attaccato armata di forbici...- si strofinò gli occhi Aoi, incapace di frenare il pianto,
- Quindi Fukawa ha attaccato Asahina con la probabile intenzione di appropriarsi della fotografia - riprese Makoto,
- Che stupidaggine morire per una foto - commentò Celestia con aria annoiata, ora che si era arrivati al momento finale, tutta la smania che aveva mostrato per terminare il processo sembrava svanita,
- In realtà Fukawa temeva che Asahina stesse complottando qualcosa ai danni del suo adorato "cavaliere bianco" - a sentire quell’orribile soprannome pronunciato con quell'espressione seria da Kirigiri, sia Togami sia Naegi rabbrividirono dal disgusto (per cause assai differenti), pregando perché non lo facesse mai più.
- Come fai ad esserne convinta? - le domandò Celes incuriosita,
- Nelle tasche di Fukawa, insieme alla foto ho trovato anche le chiavi della sua stanza e ci sono andata a dare un’occhiata, lì ho rinvenuto la lettera con cui Monokuma l'ha spinta ad andare nel bagno comune - li informò, e Naegi avvertì un certo rammarico nel constatare l'incapacità della ragazza di lavorare in squadra, tendeva ancora a stare tra le sue nascondendogli indizi che tirava fuori solo all'ultimo momento, come in quel caso.
- E quando l'avresti esaminata? - anche Togami sembrava irritato per lo stesso motivo, credeva di essere l'unico a potersi permettere un simile atteggiamento scostante nei confronti degli altri,
- Quando voi tre perdevate tempo a farvi il bagno - il suo sarcasmo faceva ancora un poco storcere il naso all'ereditiere, ma ci si stava rapidamente abituando. Ovviamente si riferiva al momento in cui stavano cercando l'arma del delitto nelle vasche.
- In breve - riprese a parlare Kyouko, - ... nella lettera viene intimato alla letterata di recarsi a recuperare questo "oggetto" che, se fosse trovato da altri, decreterebbe automaticamente la morte di Togami -
- Ha quindi pensato che, con in mano l'oggetto in questione, Asahina avesse cattiva intenzioni nei confronti di Togami e l'ha automaticamente attaccata - chiarirono finalmente il primo punto lasciato in sospeso. Naegi poteva riprendere la sua ricostruzione.
- Quando Fukawa l'ha attaccata, Asahina non ha trovato altro luogo in cui fuggire se non verso le vasche, lì è avvenuta la colluttazione.
Fisicamente Asahina è più forte della letterata che, non essendo nella sua personalità alternativa, aveva ben scarse possibilità di averla vinta. Grazie a questo Asahina è stata in grado di disarmarla e appropriarsi delle forbici con cui l'aveva attaccata... -
Ebbe un attimo di esitazione nel continuare. Deglutì,
- A quel punto Asahina ha pugnalato Fukawa alla gola, a causa di questo il suo corpo ha perso l'equilibrio, cadendo nella vasca - odiava raccontare quella parte.
- Io... io non lo volevo fare, mi... mi stavo solo difendendo! Lei però mi si è gettata contro, o forse è scivolata a causa dell'acqua, non lo so!.- urlò la nuotatrice disperata tenendosi la testa fra le mani, scuotendo forte il capo cercando di scacciare quei terribili ricordi,  - La forbice si è piantata nella sua gola e, e quando ha tentato di allontanarsi si è... si è formata quella orribile ferita! H-ha cominciato a sanguinare. Fukawa mi fissava... - gridò con tutto il fiato che le riempiva i polmoni, le era bastato rivedere mentalmente quegli occhi che la guardavano, ricordare come la loro luce si fosse spenta, di quanto stupore, rabbia, odio, con quelle sole iridi Fukawa era riuscita a riversare su di lei.  - È caduta nella vasca e da lì non si è più mossa - tremava stringendosi ora le braccia al petto, il volto pallido e sconvolto.
In qualche modo Naegi non poté far a meno di pensare a Maizono, a quanto turbata gli si fosse mostrata quando aveva creduto che da lì, da quella stramaledetta accademia, non ne sarebbe più uscita. Invece, ironia del destino, era stata la prima ad andarsene, anche se non come aveva sperato.
Dopo quella piccola atroce ammissione di Asahina, Makoto riprese da dove si era interroto.
- Probabilmente sconvolta per ciò che aveva fatto, le è caduta l'arma del delitto ed è corsa via. Non sapendo come agire si è recata in sala mensa, forse cercando aiuto, poi però deve aver compreso l'inutilità di quel gesto e ha cominciato a riflettere su cosa dovesse fare -
- E allora, visto che tanto aveva commesso un omicidio, ha cominciato a riflettere su come farla franca - commento Togami,
- Si, ha pensato che Togami fosse un buon capro espiatorio, Oogami doveva averle raccontato che non si era visto per tutto il giorno, ed era anche in possesso di quella foto con cui avrebbe potuto incastrarlo, doveva solo metterla addosso al corpo di Fukawa.
Deciso il da farsi Asahina è uscita dalla cucina, dove si era rifugiata, anche per ripulirsi da eventuali tracce di sangue, ma lì è stata trovata dagli altri - non ricevendo altre interruzioni, Makoto continuo a raccontare,
- A seguito di quell'incontro come sapete è avvenuta la caccia ai fantasmi, e Asahina ha dovuto inventarsi un modo perché il corpo non fosse trovato prima che lei sistemasse le false prove, aveva finto di controllare lei stessa le vasche, ma non bastava...(!)
Per sicurezza lo chiedo: Yamada, erano tuoi i disegni che si trovavano in cucina? - s’interruppe per porre quella domanda all'otaku, era arrivato al secondo punto incerto,
- Eh? Devo aver dimenticato ancora in giro le mie bozze.. - ammise grattandosi dietro la nuca, - mentre preparo il the per Lady Celestia Ludenberg mi diletto a fare qualche schizzo -
- Come li ho notati io, anche Asahina, quando si è recata in cucina, poteva averli visti. Essi stanno alla base della doujinshin che Yamada sta recentemente componendo - a quelle parole, in un attimo, un'aura densa come l'oscurità avvolse Celestia, qualcun altro aveva visto quei disegni indecenti con lei come protagonista? - Asahina deve averne riconosciuto il soggetto, per questo, quando si trovavano nello spogliatoio del bagno comune, ha rovesciato di proposito lo zaino di Yamada, facendo in modo che tutti vedessero il suo ehm... lavoro(?). Voleva creare scompiglio e allo stesso tempo allontanare chiunque da lì (sarebbe stata una coincidenza troppo comoda perché fosse casuale), e c'è riuscita. Yamada e Celestia se ne sono andati di corsa, così Hagakure subito dopo.
Erano rimaste solo lei e Oogami, ma le bastò dare appuntamento a più tardi alla lottatrice, fingendo forse di doversi recare un momento nella propria camera, per risolvere il problema.
Salutata Oogami è tornata nel bagno grande e ha estratto il corpo di Fukawa dall'acqua, finendo per bagnarsi lei stessa, le ha infilato la foto in tasca e ha nascosto il corpo nella sauna, non credo l'abbia fatto per un motivo preciso, forse temeva solo che, rivelando l'orario della morte, fosse strano che lei non l'avesse notato.
La sauna invece era lontana dallo sguardo quindi non sarebbe stato strano non notare un cadavere stipato lì dentro.
Ha però perso troppo tempo e stava tardando per l'appuntamento con Oogami - per la foga non ha notato di essersi sporcata le mani di sangue e che aveva lasciato delle tracce sulla porta, - non aveva neppure il tempo di asciugarsi, quindi si è semplicemente recata in palestra.
E' stato mentre si recava lì che ha lasciato quelle tracce d'acqua che Kirigiri ha notato, ed è stato perché io non vedessi che era completamente bagnata che mi ha colpito quando l'ho incontrata in piscina -ricordava bene come avesse trovato strano l'aver trovato la ragazza con i vestiti completamente zuppi d'acqua quando avrebbe potuto benissimo indossare un costume.
Si fermò, attendendo qualche osservazione per correggere la traiettoria dei suoi colpi, magari il suo ragionamento aveva fallato in qualche dettaglio,
- A grandi linee credo che il delitto sia avvenuto in questo modo - ebbe l'appoggio di Kirigiri,
- Si, è andata così - ammise tristemente Asahina, - ho dato appuntamento a Sakura in palestra dicendole che ci saremo allenate insieme e sono andata a prendere Fukawa come ha detto Naegi... - tremava ancora, conscia che presto la scure si sarebbe abbattuta sulla sua testa. Non era però ancora venuto l'ora della sua esecuzione, e aveva una domanda fare,
- Naegi, come hai capito che ero io? - domandò accennando ad un sorriso che non aveva nulla di quell'espressione allegra e colma d'energia che normalmente gli era così solita.
Makoto avvertì una stretta al cuore a quella richiesta,
- Perché hai detto : "quando ho dato un occhiata alla stanza delle vasche ho visto un'ombra che correva verso la sauna"; e questo è sbagliato Asahina - le spiegò, - Fukawa in quel momento era già morta e tutti avevano un alibi, quindi, mentivi. E perché mentire? Per non dire di aver visto il cadavere della letterata a mollo nell'acqua, e perché non dirlo? -
- Perché sono la colpevole - concluse per lui e, dicendo questo, estrasse dalla tasca il frammento mancante della fotografia, il volto della madre di Togami, - Kirigiri, credo che sapessi già che lo avevo io - glielo mostrò,
- Supponevo che il colpevole lo tenesse ancora con sé, visto che non ne ho trovato traccia in giro - ammise,
- è una bella donna tua madre Togami...- commentò la nuotatrice osservando per un'ultima volta l'immagine prima di andare a consegnarla all'ereditiere,
- Sei una sciocca, se non avessi faticato tanto per dare l'altra parte a Fukawa... - la ammonì lui, ma poi tacque, prendendo quel frammento di foto dalle sue mani. No, se non fosse stata la fotografia sarebbero state le tracce d'acqua ad inchiodarla, o forse quelle impronte di sangue che si confondevano bene, ma non così tanto, sulla sua giacca rossa. Oppure si sarebbe semplicemente tradita da sola, come con quell'ammissione dell'"ombra" quando in realtà non c'era nulla.
Asahina non era un assassina, e mai lo sarebbe voluta diventare. Non aveva progettato alcun omicidio, si era solo trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, e davanti ad una situazione disperata aveva semplicemente chiuso gli occhi e incrociato le dita. Probabilmente anche lei, sin da subito, aveva compreso di non aver speranza di farla franca che, una volta crollati i sospetti contro Byakuya, non le sarebbe rimasto nulla. Ecco perché inizialmente si era tanto prodigata ad accusarlo, non era semplice antipatia, ma istinto di sopravvivenza.
Per la prima volta in vita sua, Togami provò pietà per un altro essere umano, forse era stato contagiato dalla malattia di Naegi e si sarebbe tramutato presto in un sentimentale. Ma era normale che si sentisse così, se non fosse stata Asahina, sarebbe stato lui, proprio come nei piani di Monokuma, ad uccidere Fukawa così da mantenere nascosto il suo segreto.
Avrebbe forse dovuto ringraziarla? No, facendolo l'avrebbe solo presa in giro.
Non disse più nulla, perse il suo momento, e alla fine Monokuma proclamò:
- Allora bastardi, avete raggiunto un verdetto? Allora ditemi chi è il colpevole!-
La votazione fu breve e il risultato ovvio:
Asahina Aoi veniva giudicata colpevole per l'omicidio di Fukawa Touko.
- Avete di nuovo fatto centro, idioti fortunati -
Nessuno però esultò per un simile risultato, nessuno fece alcun commento e nessuno prestò la benché minima attenzione a quel pazzo orso.
La sala era intrisa da un comune sentimento di rispetto verso il condannato a morte, mai priam si era respirata un'atmosfera simile alla conclusione di un processo. Seppur qualcuno si mostrasse ancora insensibile per il destino di un proprio compagno, gli altri vedevano in quell'esecuzione un’ingiustizia ancora più imperdonabile di quelle che già erano avvenute. Era come se un secondo innocente fosse stato mandato a morte!
Per quanto Asahina avesse realmente tolto la vita alla letterata, era impensabile darle la colpa della sua morte. Monokuma aveva manipolato Fukawa, ed era stato questo ad ucciderla, che poi la mano che ne aveva reciso la carotide fosse stata quella di Aoi appariva superfluo.
Eppure, dalla malsana giustizia del burattinaio non si scappava.
- Sakura, sei stata un ottima amica - fu il commiato della nuotatrice tra le lacrime, prima della caduta del martelletto,
- Sta volta avete spiegato tutto voi e siamo già andati per le lunghe, quindi partiamo con l'esecuzione!- annunciò il preside orso.
E fu tardi per una qualunque risposta volesse darle Oogami.   

[GAME OVER]
ASAHINA è stata giudicato colpevole.
La sua esecuzione avrà inizio tra breve.




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*rifermento all'ultimo atto di ogni processo nel videogioco, quando Makoto espone la ricostruzione del delitto attraverso un manga in cui bisogna riporre le figure adatte nelle giuste vignette.

nda: se sono soddisfatta di questo capitolo? Per nulla! >.<''' devo allenarmi a fare un'esposizione più decente, prometto che al prossimo processo (perché sì, ce ne sarà un altro), farò meglio :D .
NB: Ho dovuto concludere il capitolo qui perché è uscito estremamente lungo. Non pensate che la nostra sirenetta si salverà in qualche modo, il prossimo cap inizierà con la sua esecuzione <3
  
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