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Autore: Briskal    27/09/2014    9 recensioni
"Erano trascorsi molti anni dalla prima maledizione scagliata dalla Evil Queen contro la sua figliastra Biancaneve e tutti gli abitanti della foresta incantata. Tante cose erano successe durante quei lunghi anni e nuovi amori erano nati a Storybrooke, a partire dal giovane Henry Mills, oramai ventenne" [Swan-Queen]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Beh beh! Siccome sono di buon umore, ho deciso di anticipare il capitolo a oggi. ^^

Ah! Vorrei subito specificare una cosa: io non so se le serie saranno 5, 6 o 10. Ci sono stati commenti, mesi e mesi fa, voci nell'oceano di tumblr, ma non è niente di ufficiale, perché ripeto: non si sa nemmeno se ci sarà la quinta (dato che ora parte la nuova), figuriamoci sapere ciò che riserveranno in futuro. Di solito, vengono rinnovate anno dopo anno soprattutto in base agli ascolti. Quindi, calma e gesso: non finisce con la quarta, non finisce con la quinta o altro, dobbiamo solo aspettare gli eventi e le comunicazioni ufficiali!!

Detto ciò... *.* vi auguro buona lettura!


POLVERE DI STELLE

Capitolo 3

La Festa delle Stelle

 

Era giunto il mese di Agosto, e tutta Storybrooke era in fermento per la festa che di lì a poco si sarebbe svolta in città. Emma aveva ripreso il suo lavoro come sceriffo, anche se di tanto in tanto la spalla le faceva ancora male; soprattutto quando capitava qualche temporale estivo. La testa non le aveva dato problemi, anche se Regina aveva continuato gentilmente a sottolinearle che sembrava essere più idiota del solito. Le giornate passate con lei, in ogni caso, erano state meravigliose. Oramai era da tempo che spesso e volentieri si fermava a casa sua,ma in quel periodo si era accorta di tante piccole nuove cose: anzitutto, la donna si comportava in modo strano. Era stata più gentile del solito e anche piuttosto dolce. Le aveva permesso di stare in camera sua, nel suo comodo letto “Queen-Size”, e per per un po' Emma aveva visto con i suoi occhi cosa significasse svegliarsi con lei affianco ogni mattina. Inizialmente aveva pensato che il comportamento premuroso di Regina, fosse scaturito dall'incidente al Rabbit Hole; non era certo la prima volta che la donna si preoccupava per lei, ma non l'aveva mai vista in quello stato. Ben presto si rese conto che forse i suoi sentimenti fossero davvero ricambiati, non solo per l'atteggiamento del sindaco, ma anche perché suo fratello Neal le aveva messo chiaramente una pulce nell'orecchio.

Aveva ripreso da poco il suo posto nella stazione di polizia quando Neal aveva fatto il suo trionfale ingresso nell'ufficio. «BUG!» urlò di gioia, saltandole praticamente addosso. 
Emma sorrise, stringendolo teneramente a sé, tempestandolo di bacini. «Come stai, ragazzino?»
«Bene! Tu ora sei guarita?»
Lei annuì. «Sì»
«É stata 'Gina a farti guarire, sai?» le disse fissandola con due occhioni brillanti tanto simili ai suoi.
Lo sceriffo avvertì un vuoto nello stomaco. «Davvero?»
«Sì, lei ti ama»
«Oh, amore, lei mi vuole semplicemente tanto, tanto bene»
Lui la guardò con cipiglio serio. «Perché tu e Regina rispondete sempre così? Tu non ami la mia madrina, Bug?»
«Tesoro. Tesoro, sì che la amo»
Il bambino sfoggiò un bel sorrisetto. «Allora perché non glielo dici alla Festa delle Stelle?»
Lei gli arruffò i capelli biondi, scuotendo la testa. «Vedremo»

Per questo motivo, Emma aveva pensato più e più volte come poter confessare a Regina il suo amore, ma ogni idea che le veniva in mente, puntualmente si rivelava un fiasco. Era un disastro in queste cose. Annoiata tra le scartoffie del suo ufficio, continuava a fare aeroplanini di carta da far volare dentro il cestino. Prima o poi avrebbe avuto qualche idea geniale, ne era sicura.

Mentre lo sceriffo era alle prese con i suoi sentimenti, Henry aveva già deciso come procedere con il suo piano. Quella mattina, lui e Neal si erano presentati di buon ora al negozio di suo nonno Gold; lì, vi trovarono Belle intenta a pulire l'entrata.
«Buongiorno, miei Principi» disse la donna regalando ai due un bel sorriso.
I ragazzi l'abbracciarono con dolcezza. «Nonno c'è? Ho bisogno di parlargli»
«Sì. Oh, Henry, potresti dire a tua nonna che come sempre sarà un piacere procurarle le luminarie per la festa? Gliele farò pervenire stasera, così potranno cominciare a montarle domani stesso»
Lui le piazzò un bacio sulla guancia «Sicuro, ciao Belle» concluse sparendo nei meandri del negozio, seguito da Neal che gli trotterellava vicino.
«Qual buon vento ti porta qui, nipote?»
«Ho bisogno di un favore, nonno»
L'uomo alzò un sopracciglio, sfoggiando un sorrisetto. «Non credo che qualche pozione farà innamorare le tue madri, Henry, non funziona così»
Il ragazzo scoppiò a ridere. «Oh, per quello non ci sono problemi e credo che lo sai anche tu»
«Puoi dirlo forte. In città non c'è nessuno che non si sia accorto che la nostra Salvatrice e Sua Maestà sono perse l'una per l'altra, e già da parecchi anni, se posso osare; forse solo loro sono le uniche a non averlo capito. Tsk, che donne testarde, non è vero? Due Troll sarebbero già sposati, a questo punto... e ti assicuro che non spiccano di certo per essere delle creature “emotive”.»
«Per questo ho bisogno del tuo aiuto. Ho intenzione di agire la notte della festa. Le stelle cadenti sono sempre romantiche, ma sono anche anni che non se ne vedono poi molte; forse solo qualcuna. Io voglio qualcosa di colossale. Ho fatto delle ricerche, so che dovrebbe esistere qualcosa da usare in questi casi, un incantesimo, o giù di lì. Tanto basterebbe solo quello, al resto ci penseranno loro: ho intenzione di fare in modo che Emma e mia madre si ritrovino sulla collina da sole» spiegò il giovane, mentre Neal annuiva tutto contento.
«Mh. Fammi vedere se posso aiutarti» fece Gold iniziando a guardare su alcuni scaffali. Era rimasto a leggere le etichette su delle ampolle per buoni cinque minuti fino a quando non trovò ciò che cercava. «Questa è polvere di stelle. Hai bisogno di un incantesimo, e non so se sei potente fino a questo punto»
«Ehi! Ci sono anche io!» protestò a quel punto il bambino, mettendo il broncio. «Guarda!» disse alzando il dito indice, accendendo una piccola fiammella.
«Sei molto, molto bravo, mio Principe» rispose Gold visibilmente compiaciuto; se a soli sette anni Neal era in grado di usare il dito come se fosse un accendino, probabilmente sarebbe diventato un grande mago, in futuro.
«Ha già ricevuto la lettera per Hogwarts» puntualizzò il giovane Mills, facendogli “pat-pat” sulla testolina bionda.
Neal sbuffò, roteando gli occhi al cielo, e Gold scoppiò a ridere di gusto.
«Forse con il suo aiuto potresti riuscirci, Henry, ma non basterà soffiarla in aria e attendere: dovrai desiderare la felicità delle tue madri. Più forte sarà il desiderio quando soffierai la polvere nel cielo, più ci saranno stelle cadenti, e se andrà come speri, il bacio del True Love farà il resto»
Henry sorrise. «Ti devo qualcosa per questo?»
«Non essere sciocco, sei mio nipote»
«'Gina dice che la magia ha sempre un prezzo» sottolineò il piccolo Neal guardandolo accigliato.
Anche stavolta, Gold rise di gusto. «E ha ragione, piccolo Principe. Però stavolta l'unica cosa che importa è il lieto fine, non credi?»
Neal annuì, e Henry lo prese per mano per andare via. «Grazie, nonno» mormorò con un bel sorriso.
Belle entrò poco dopo nel negozio; fino a quel momento era rimasta in disparte nel retro. Guardando con occhi dolci Rumple, gli piazzò un bacio sulla guancia. «Credi che stavolta ci riusciranno?»
«É solo questione di tempo. Anzi, mi meraviglio che non l'abbiano capito prima ciò che sentono. Sai, invece di assorbire maledizioni, in questi anni, magari almeno una avrebbero potuto romperla semplicemente baciandosi. Per la miseria, due capre riuscirebbero a comunicare meglio di loro»
«Pensi davvero che sia True Love?»
«Ne sono totalmente sicuro. É il loro destino»

 

Dopo qualche giorno, i preparativi per la festa erano pronti, e Henry avvertiva una eccitazione che da tanto tempo non provava. Anche Ava e Nicholas avevano deciso di dargli una mano per mettere a punto le ultime cose. Loro due, avrebbero dovuto attirare Emma e Regina sulla collina, poi Henry e Neal avrebbero fatto il resto con la polvere di stelle fornita da Rumple.
La Salvatrice, nel frattempo, finito di svolgere il turno in centrale, si era recata in piazza a dare una mano a sua madre con le ultime cose, e se ne stava seduta per terra a montare i tavoli per la fiera. Neal era al suo fianco e le passava diligentemente i chiodi. Regina sorrise quando la sentì imprecare ad alta voce.
«Ma che cazzo!» ululò, dopo essersi data una violenta martellata su un dito.
«La linguaccia, Miss Swan» la ammonì la donna bonariamente.
«Invece di chiedermi se mi sono rotta qualcosa, mi fai la paternale? Seriamente, Regina?»
«Le orecchie e l'educazione del mio figlioccio sono molto più importanti del tuo dito in frantumi, cara» rispose l'altra aiutandola ad alzarsi da terra. Le prese la mano per accarezzare il punto in cui si era fatta male. «Ecco» mormorò, usando la magia. «Così la piccola Principessa non sente più la bua» concluse con fare divertito.
Neal sorrise con fare malandrino. «Quando mi faccio male, mamma mi dà sempre un bacino sulla ferita per togliere il dolore»
Le due donne si irrigidirono, guardandolo stupite, poi Regina ricambiò il sorriso al piccolo e si portò la mano di Emma alla bocca baciandola teneramente. La bionda ebbe un sussulto non appena le labbra le sfiorarono la pelle, e anche la stessa Regina deglutì a fatica. La magia che c'era tra loro era incredibile, e col in passare del tempo sembrava addirittura essere ancora più forte.
«Sei contento ora?» chiese poi al bambino, lasciando andare la mano dello sceriffo.
Neal annuì. «Stai bene, Bug?»
«Sì, ragazzino, ora sto bene per davvero»
«Te lo posso dare anche io un bacino?» chiese poi con fare timido, facendo sciogliere letteralmente il cuore di sua sorella, che si abbassò quel tanto da poterlo stringere a sé.
«Amore, tu puoi darmi tutti i baci che vuoi, non me lo devi chiedere» gli disse strapazzandolo di coccole, mentre Regina si gustava la dolcissima scena. I due fratelli erano bellissimi insieme, anche piuttosto simili, a dire il vero. Biondi con gli occhi verdi entrambi, la stessa espressione furba. Neal era la copia al maschile in miniatura di Emma. Si chiese se anche lei, a sette anni, fosse stata una bambina così carina, ed un senso di colpa la pervase improvvisamente. Certo, erano passati tanti anni da quando la maledizione era stata rotta, ma non poteva dimenticare che la maggior parte della sventura della giovane era stata causata proprio da lei. Le aveva fatto tanto male, e per quanto avesse già chiesto perdono a Snow, svariati anni prima, si ritrovò a pensare che ad Emma non aveva mai chiesto scusa per quello che le aveva fatto.
Mary Margaret si avvicinò al terzetto sorridendo alla vista dei suoi “bambini” abbracciati. «Cos'è successo?»
«Bug si è rotta un dito con il martello» prese a spiegare suo figlio, lasciando andare Emma, «ma 'Gina l'ha guarita con un bacino»
Snow alzò un sopracciglio fissando la sua ex nemesi, scoppiando in una fragorosa risata: non sapeva a che gioco Henry e Neal stessero giocando, ma aveva notato che da quando Emma era uscita dall'ospedale, suo nipote e suo figlio non facevano altro che lanciare battutine o fare in modo che le due donne si sfiorassero. La cosa sorprendente non era Henry, però, dato che oramai non era più un bambino, ma proprio Neal: aveva sette anni, ma era davvero piuttosto furbo per essere così piccolo. «Spero che Regina sia in giro anche la prossima volta, allora, tesoro» disse rivolta a sua figlia che nel frattempo stava facendo di tutto per non arrossire miseramente.
«Sì, bene» borbottò Emma tornando a sedersi per riprendere a martellare sui tavoli.
Anche Regina aveva preferito fare finta di nulla, incrociando le braccia sullo stomaco con fare nervoso.
«Mamma? Me lo compri un gelato?» fece Neal sciogliendo l'imbarazzo generale che si era creato.
La ex Evil Queen sorrise. «Vieni, te lo compro io» disse prendendolo per mano, «torniamo subito» concluse sparendo con il bambino.
Snow seguì con lo sguardo i due, per poi soffermarsi su Emma che continuava a martellare con foga. «Siete una tale presa in giro, tesoro...» le disse accarezzandole i capelli.
«Che vuoi dire?»
«Che forse tu e Regina dovreste parlarne, perché dico sul serio: ce ne siamo accorti tutti. Anche Leroy che passa le sue giornate ubriaco. Sono anni che vi cercate. É possibile che non vi siate rese conto che vi amate? Siete peggio di due Troll, lo sai?»
Emma abbassò lo sguardo sospirando pesantemente. «Per quel che mi riguarda è da un po' che l'ho capito, ma ho sempre avuto paura di rovinare tutto ciò che ho costruito con lei. Non è stato facile, e lo sai anche tu. Da un lato vorrei dirglielo... dall'altro preferei rimanere in silenzio, piuttosto che perderla»
Snow prese posto vicino a lei sedendosi per terra. «Emma? Regina ti ama. Quando è comparsa in ospedale mentre eri in sala operatoria, tremava come una foglia. Ha pensato che fossi morta»
La ragazza fissò sua madre sbalordita. «Lei...»
«Sì. Non ha fatto altro che chiedere cosa fosse successo alla sua Emma, e ti garantisco che non l'ho mai sentita definirti in quel modo. Il panico e la paura lo si potevano vedere su tutto il suo viso, e non ti ha lasciata andare per un solo attimo. Henry, Ruby ed io abbiamo fatto di tutto per farla riposare, ma è rimasta al tuo capezzale per due giorni. Viktor mi ha detto che la prima notte si è addormentata abbracciata a te, e tanto gliel'ha permesso perché anche lui si è accorto che è innamorata di te e sa quanto siete vicine anche magicamente parlando. Ti rendi conto che la vostra magia combinata è la più potente di tutte, vero? Secondo te è solo un caso? Io ho visto il vostro rapporto come si è evoluto: non fate altro che cercarvi, sembrate due anime tormentate che non riescono ad unirsi. É giunto il momento, Emma. É giunto il momento del vostro lieto fine»
«Tu... non hai niente in contrario?» le domandò sua figlia, guardandola sbalordita.
Snow le sorrise teneramente. «Io e Regina abbiamo avuto i nostri alti e bassi. Le ho fatto del male, in passato, anche se ero solo una bambina. Io le volevo bene. Le voglio ancora bene, nonostante la maledizione che ci ha scagliato contro. É da tanto tempo che ci siamo chiarite ed abbiamo seppellito l'ascia di guerra. Tu... tu hai sempre avuto fiducia in lei, Emma. Sei sempre stata l'unica che l'ha sempre sostenuta. Tu hai creduto in lei, l'hai incoraggiata... le hai fatto capire che può essere una persona migliore. Il suo straordinario cambiamento non è stato dovuto solo all'amore che prova per Henry, ma anche grazie a te. Io l'ho visto. É stata dura da accettare, all'inizio, ma forse l'ho sempre saputo che eravate legate in qualche modo. Se è lei la persona che ti rende felice, per me va bene»
Emma tirò su con il naso, sperando di trattenere le lacrime che stavano minacciando di rotolare giù. Si lasciò andare ad un dolce abbraccio. «Grazie, mamma»

 

Il giorno della festa, Storybrooke era tutta in fermento. Gli uffici erano rimasti chiusi e i negozi avevano approfittato dell'evento per fare orario continuato. Henry non stava più nella pelle: finalmente quella sera avrebbe unito per sempre le sue mamme.
Era andato a casa di sua nonna Snow nel tardo pomeriggio; lì, suo “zio” Neal l'aveva accolto con il migliore dei suoi sorrisi malandrini.
«É tutto pronto?»
Il giovane Mills gli fece un occhiolino complice. «Oh sì!»
«Dunque, che strani piani avete per stasera?» chiese Snow avvicinandosi ai due, «vi ho osservato, e sono giorni che confabulate come due vecchie pettegole»
Henry ghignò. «Nonna, posso portare Neal con me?»
La donna non sembrò stupita dalla richiesta. «So che hai la testa sulle spalle, Henry, e so che avete qualcosa in mente. Posso sapere almeno il piano?»
«Stasera Bug bacerà la mia madrina sotto una pioggia di stelle» disse Neal con fermezza.
Snow scoppiò a ridere. «E immagino che Bug non sia al corrente di tutto questo»
«Non preoccuparti nonna. Abbiamo intenzione di creare solo l'atmosfera giusta, al resto ci penseranno loro. Puoi raggiungerci sulla collina, se vuoi. Forse se esprimiamo il desiderio tutti insieme la polvere di stelle funzionerà meglio»
«Davvero posso far parte della vostra operazione?»
Neal guardò prima Henry, poi i suoi occhi si posarono su Snow. «Sì mamma. Tu vuoi bene a Bug e 'Gina, le tue intenzioni sono buone» fece in tono solenne.
«Oh, grazie per la tua benedizione, figliolo» commentò la donna ridendo di nuovo: Neal era davvero una fonte inesauribile di sorprese.
«Ci vediamo sulla collina verso le dieci. Versante Est. C'è un cespuglio ben nascosto, ti aspettiamo lì. Ah! Ti prego, non portare mezza Storybrooke, anche se hanno le migliori intenzioni» fece Henry in tono melodrammatico, conoscendo l'indole di sua nonna.

 

Gli abitanti della piccola cittadina si erano riversati per le strade già al tramonto. Gli stand erano affollati, e tutti facevano baldoria; era da un po' che non riuscivano a festeggiare in quel modo la festa delle stelle. Emma dal canto suo era nervosa; dopo la chiacchierata con sua madre aveva deciso di tentare. Non faceva altro che passeggiare senza meta precisa, in attesa di vedere Regina. Forse Neal aveva ragione. Forse avrebbe potuto approfittarne quella sera per confessarle il suo amore. Peccato che ogni volta che pensava alle parole da usare, le gambe le diventavano molli e le si chiudeva lo stomaco. Maledì spesso la sua incapacità di affrontare determinati argomenti. Per distrarsi, aveva scambiato due chiacchiere con Granny e anche con Leroy, che stranamente non era ubriaco fradicio. Dopo due ore a zonzo, però, lo sceriffo stava iniziando a spazientirsi. Dove diavolo erano finiti i suoi genitori? E soprattutto: perché il sindaco non era ancora arrivata? Una strana inquietudine si fece largo in lei non appena vide Ava avvicinarsi con fare preoccupato. «Sceriffo!»
«Cosa?»
«Neal si è perso. Pare l'abbiano visto salire su per la collina»
Emma si passò una mano tra i capelli nervosamente. «Ruby? Lei può aiutarci senza creare il panico tra la folla»
Ava annuì. «Snow l'ha già avvertita. Ha preferito non mettere in allarme gli altri alla festa. Anche Henry è già sulle sue tracce e con l'olfatto di Ruby...»
«Sì. Io vado a perlustrare la collina. Tu resta qui, ok? E grazie per avermi avvisata»
La ragazza le sorrise. «Di nulla»
Non appena Emma sparì tra la folla, Ava inviò un sms a Henry per avvertirlo dell'imminente arrivo di sua madre. Il ragazzo sorrise: anche Nicholas era riuscito ad allertare Regina.
«Ebbene?» sussurrò Snow nascosta dietro il cespuglio
«Stanno arrivando» rispose il nipote stringendo nervosamente l'ampolla con la polvere di stelle.

Dopo pochi minuti, udirono la voce dello sceriffo che urlava a gran voce il nome di suo fratello. Dall'altra parte, Regina si era armata di torcia elettrica ed era già arrivata al punto di incontro e non restò minimamente stupita non appena vide Emma Swan arrivare di corsa.
«Regina! Hai visto Neal?»
La donna la fissò con fare stralunato. «Neal? No, perché?»
«Come sarebbe a dire “perché”? Ava mi ha detto che qualcuno l'ha visto allontanarsi in questa direzione»
«Ma di che diavolo stai parlando Miss Swan, è Henry quello che ha bisogno di aiuto! Stavo venendo da te quando Nicholas mi ha fermata per strada»
Le due donne si fissarono per un minuto: era ovvio che qualcosa non andava. Istintivamente si avvicinarono, guardandosi attorno con fare guardingo, ma nessun pericoloso nemico saltò fuori per aggredirle.
«Henry, lo so che sei qui! Accidenti, che diavolo credi di fare?» sbraitò Emma, non ricevendo alcuna risposta.
«Perché credi che ci sia nostro figlio dietro tutto questo?»
La Salvatrice sospirò: quel “ragazzino” aveva sempre pianificato ogni cosa, e non si sarebbe stupita se avesse organizzato l'incontro con Regina. «Lui e mio fratello hanno un'aria cospiratoria da quando sono uscita dall'ospedale» mormorò sedendosi stancamente sull'erba.
«Ti sembra il momento per fare la siesta, Miss Swan?»
L'altra sbuffò, roteando gli occhi al cielo. «Qui non c'è nessuno, Regina, e io ho fatto una bella corsa per salire fin quassù. Non sono mica una ragazzina, l'età inizia a farsi sentire, sai? Cinque minuti per riprendere il fiato, poi torniamo alla festa»
La donna la guardò per un momento, poi prese posto vicino a lei; il cuore le martellava nel petto in modo anomalo.
Restarono in silenzio per qualche minuto, entrambe in imbarazzo, poi qualcosa in cielo attirò l'attenzione dello sceriffo. «Regina, guarda! Una stella cadente»
Il sindaco alzò lo sguardo: erano anni che non riusciva a vederne una, e comunque i suoi sogni non si erano mai avverati, quindi aveva smesso di crederci. «Hai espresso il tuo desiderio, Miss Swan?»
Emma si ritrovò a guardarla teneramente. «E tu?»
«Per i cattivi non vale» rispose l'altra facendo spallucce.
La Salvatrice le afferrò una mano con decisione, intrecciando le dita con le sue. «Invece vale per tutti, Regina. Ma guardati, sei un eroe anche tu; la tua magia ora è bianca, ricordi?»
«Questo grazie a Henry» rispose lei con cipiglio serio, stringendo la presa. «E a te» aggiunse con un filo di voce. «Io devo chiederti scusa, Emma»
«Eh? Per cosa?»
«Sono passati tanti anni... e non mi sono mai scusata per quello che ti ho fatto»
La ragazza le sorrise. «Regina? Io apprezzo le tue scuse, dico davvero, ma non ce n'è bisogno»
«Sì invece!» sbottò l'altra. «Ti ho rovinato la vita. Per colpa mia non sei cresciuta con i tuoi genitori e non hai vissuto una bella infanzia»
Emma sospirò pesantemente lasciandole la mano. Per un attimo Regina si sentì perduta, pensando di aver sbagliato tutto a rivangare il passato, ma dopo qualche secondo la paura che stava sentendo si trasformò in stupore; la ragazza le aveva preso il viso tra le mani e le aveva posato un bacio in fronte.

Dal loro nascondiglio, Neal, Henry e Snow avevano capito che forse era giunto il momento; si abbracciarono, pensando intensamente alle due donne poco distanti da loro. Il giovane Mills era tra gli altri due con la polvere stretta in una mano. Precisamente tre desideri furono espressi, prima che il terzetto soffiò la polvere in aria, dopo di che, Snow, Henry e anche il piccolo Neal si ritrovarono ad attendere e sperare con tutto il cuore che l'incantesimo facesse effetto.

Regina si era quasi pietrificata dopo il bacio di Emma, e restò praticamente senza parole. Non era la prima volta che si scambiavano baci affettuosi, ma stranamente, quella sera era tutto così dannatamente diverso.
«Smettila di chiedermi scusa. Va bene così» le disse la Salvatrice, poggiando la fronte sulla sua, «sei davvero una spina nel fianco, lo sai?» continuò, cercando di alleggerire la tensione. «Io ho distrutto il tuo “mondo”, e non solo ti ho portato via Henry per un periodo, ma anche la tua anima gemella. Sono stata così male per quello che ti ho fatto. Poi però mi hai perdonata...e da allora è cambiato tutto, vero? Ne abbiamo fatte di cose, tu ed io, e insieme siamo davvero una bella squadra, non trovi?»
Regina sentì il magone salirle in gola. «Emma... io...»
La ragazza le accarezzò il viso, strofinando il suo naso con quello della donna; a quel semplice tocco, alcune stelle iniziarono a cadere insistentemente, lasciando scie luminose nel cielo. Le due donne, però, non se ne accorsero; troppo prese l'una dall'altra. «Il passato ormai è così lontano, Regina. Piuttosto, dovrei essere io a chiederti scusa per averti fatto preoccupare il mese scorso»
La ex Evil Queen abbassò lo sguardo imbarazzata. «Ho temuto di averti perso. Sono stata così in ansia per te, Emma. Io... io pensavo di non avere più la possibilità di...»
Regina non riuscì a finire la frase, poiché lo sceriffo aveva pensato bene di baciarla proprio in quel momento. Non appena le loro labbra si incontrarono dolcemente, la magia del vero amore fece il resto, e dalla loro unione una vera e propria pioggia di stelle cadenti iniziò ad illuminare tutto il cielo.


Giù in città, tra la folla che applaudiva, e le urla di giubilo per l'inaspettato spettacolo, Rumple e Belle si scambiarono uno sguardo soddisfatto: Regina e Emma erano davvero True Love.
I tre nascosti, invece, avrebbero voluto urlare di gioia, ma così facendo avrebbero solo disturbato il tanto agognato bacio delle due donne. Il piccolo Neal e suo “nipote” batterono un silenzioso cinque, ghignando: ce l'avevano fatta.
Vedendo che sua figlia e Regina continuavano a scambiarsi un tenero bacio, però, Snow decise che forse era meglio non disturbarle per un po', così prese per mano sia Henry che Neal, esortandoli ad andarsene: avrebbero festeggiato dopo, con calma.


Il bacio di Emma e Regina fu talmente potente che entrambe dovettero staccarsi per riprendere fiato. Si persero l'una negli occhi dell'altra, fino a che finalmente non si accorsero della moltitudine di stelle cadenti proprio sopra le loro teste. La Salvatrice sorrise, abbracciando teneramente il sindaco che si ritrovò a posare la testa sulla spalla della ragazza. Restarono a godersi lo spettacolo per un po', scambiandosi di tanto in tanto qualche bacio fugace.
«Siamo davvero potenti se con un solo bacio del vero amore abbiamo provocato tutto questo putiferio. Tra poco verranno giù anche i pianeti» commentò la bionda improvvisamente, stringendo ancora di più Regina a sé. Si ritrovò a pensare che tutto ciò che stavano vivendo in quel momento fosse praticamente perfetto: loro due, sedute su una collina a scambiarsi tenerezze, mentre le stelle continuavano a cadere sulle loro teste, come se lo stesso cielo stesse “piangendo” di gioia per quelle due anime finalmente riunite.
«Vero amore, eh?» mormorò il sindaco sorridendo.
«Oh sì. Mi dispiace, Maestà, a quanto pare sei bloccata con un'idiota»
Stavolta fu Regina a prendere l'iniziativa. Si mise in piedi, aiutando anche Emma a tirarsi su. Si guardarono per qualche minuto, poi la donna le cinse il collo e si diede una piccola spinta in alto per regalarle un altro bacio profondo. «Tu sei la mia idiota. La mia Emma» le sussurrò a fior di labbra.
La ragazza sorrise, strofinando il naso contro il suo. «E tu sei la mia Reale spina nel fianco. La mia Regina»
Approfittarono dell'atmosfera così romantica per starsene ancora un po' lì, perse l'una tra le braccia dell'altra, sussurrandosi dolci parole nell'orecchio. Dopo un po', però, a malincuore decisero di tornare alla festa: avrebbero dovuto cercare quei due malandrini di Neal e Henry subito, per poterli ringraziare per ciò che avevano “combinato”. Le donne erano praticamente sicure che quei due diavoli avessero fatto qualcosa per far comparire tutte quelle stelle che continuavano a cadere incessantemente.

Quando arrivarono giù, mano nella mano, un boato di applausi si levò tra la folla. Erano dei personaggi delle favole, sapevano benissimo che la magia c'entrasse qualcosa con quello spettacolo, ed erano stati in giro così a lungo, che oramai riuscivano a riconoscere la tipica ondata di magia del vero amore.
Bell e Gold furono i primi ad avvicinarsi. L'uomo sfoggiava un sorrisetto compiaciuto. «Ah, l'amore! La più grande debolezza.... la più grande FORZA. Non è vero, signore?»
«La mia defunta madre avrebbe qualcosa da ridire a questo proposito, Rumple, ma credo che oramai non importi più a nessuno, dico bene?» rispose Regina stringendo le dita tra quelle di Emma.
Tremotino annuì. «Congratulazioni a tutte e due. Era ora»
Belle stava per aggiungere qualcosa, quando fu bloccata da Henry e Neal che si erano fatti largo tra la folla, stringendo le due donne in un abbraccio spacca ossa.
«Piccoli diavoli!» esclamò Emma tutta contenta. «Guardate un po' che avete combinato! Che incantesimo avete usato?»
Henry ghignò. «Polvere di stelle. E comunque il guaio l'avete combinato voi, Ma'»
«Eh?»
«Davvero pensi che la magia delle stelle possa funzionare senza il bacio del vero amore, Bug?» commentò Neal, ancora stretto tra le braccia di Regina.
Il sindaco scoppiò a ridere di gusto. «Fortunatamente, qui abbiamo un Charming che non ha preso i geni idioti di famiglia»
Emma la guardò di bieco, con un sorrisetto scemo dipinto sul volto. «Oh, tu però li ami proprio i miei geni idioti»
Regina le regalò un delicato bacio a fior di labbra. «No, decisamente no»
«No, eh?» mormorò l'altra guardandola con due occhi pieni d'amore.
«Ugh, dovrò abituarmi a tutto questo cuore nello zucchero» commentò Henry, posandosi una mano sullo stomaco.
Neal lo fissò con cipiglio serio. «L'hai voluto tu, nipote» disse quasi in tono solenne, alzando subito dopo la mano per battere di nuovo il cinque con fare contento: “Operation Moms” era perfettamente riuscita.
Dopo un po' anche Snow e David riuscirono finalmente ad avvicinarsi alle due con fare quasi commosso.
La serata si rivelò essere praticamente perfetta: applausi, sguardi felici e abbracci fecero da cornice a quell'amore finalmente suggellato, probabilmente scritto proprio in quelle stelle che continuavano a cadere.

E vissero tutti felici e contenti.

 

FINE

 

Ho scritto fine? Davvero? Ma seriamente-seriamente? ^^

Beh, magari domani potreste passare da queste parti... chissà... potrebbe esserci un piccolo regalo per voi. ;)

Nel frattempo ringrazio le solite AzzurraVermiglio, Celian1987, Alice_91, 5Vale5, _Gilestel_  Giuly_Belle_Everdeen e AntonellaPorelli per le recensioni.
Nonché tutte le persone che hanno letto e messo tra i preferiti questa fanfic. GRAZIE!

Stay Tuned!
Briskal

 

   
 
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