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Autore: Phenix893    27/09/2014    5 recensioni
Se la maledizione non fosse mai stata lanciata? Se Regina avesse davvero scelto una nuova vita con suo padre Henry?
Questa FF è ambientata nella Foresta Incantata, nessuna Storybrooke e nessun campanile....
Castelli, pozzi dei desideri, magia e tutto ciò che le favole racchiudono... Compreso l'Amore
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il pranzo iniziò in modo totalmente diverso da come aveva immaginato, sia sua madre che suo padre erano in silenzio, anche se i loro sguardi valevano più di mille parole.

 

“Emma Tesoro, è un piacere fare colazione insieme stamattina, pensavo che le ore piccole di stanotte influissero sul tuo risveglio” disse James per rompere quel ghiaccio che s’era formato.

 

“Un sogno a fatto si che mi svegliassi prima del previsto, ma ho avuto comunque modo di riposare” rispose la bionda.

 

“Emma mia cara” continuò la madre “Il ballo di ieri sera è stato assolutamente perfetto e spero tu abbia avuto modo di conoscere dei principi interessanti che…”

 

Quel modo di iniziare già un discorso, di per se fastidioso, non piacque per niente a Emma, già sapeva dove la madre voleva andare a parare, così con tutta la fermezza che possedeva replicò.

 

“Si sono stata costretta a parlare e ballare con tutti i damerini presenti in quella sala, ma nessuno di loro ha attirato la mia attenzione madre. Il Vero Amore che cerco io non è di certo in quei palloni gonfiati che erano presenti ieri sera. Solo una persona è riuscita a farmi perdere la cognizione del tempo e dello spazio in una serata che sembrava quasi infinita e avrò modo di vederla molto presto” detto ciò, congedandosi, uscì dalla stanza sbattendo la parta e lasciando i genitori a bocca aperta.

 

“Sai forse di chi stava parlando?” chiese incuriosito James

 

Snow pur non aprendo bocca fece intendere al marito che non ne aveva proprio idea con un gesto delle mani.

 

L’aria iniziava ad essere pesante al castello, ed Emma non riusciva proprio a sopportare quella situazione, avrebbe di certo tenuto testa a sua madre, ma quel giorno non voleva essere di pessimo umore, cosi si diresse correndo verso le stalle. Un minuto di più in quel luogo e si sarebbe trovata Biancaneve alle spalle per delle delucidazioni. Sellò il cavallo più in fretta che poteva e senza avvisare nessuno si lanciò al galoppo verso l’uscita del castello. Nella Foresta avrebbe trovato di certo la tranquillità che voleva ed avrebbe finalmente potuto rivedere Regina.

 

Era cresciuta in quel luogo, che molti temevano per le svariate creature che lo popolavano ma, per lei era come una seconda casa, le avventure più belle le aveva vissute li e nemmeno i temuti troll ormai le facevano paura. Di certo non era un comportamento da principessa, ma s’era sempre ritenuta un maschiaccio. La vita di corte era certamente il suo futuro, ma non lo era oggi.

 

Finalmente lontana da casa, procedeva al passo ed inalava tutti i profumi e rumori che la Foresta le offriva. Sui rami degli alberi degli usignoli davano sfogo al loro meraviglioso canto ed alcuni scoiattoli la inseguivano sui rami più alti. Quanto le piaceva quel luogo, la faceva sentire viva, serena e libera. Persino la pressione che sua madre le aveva causato ormai era acqua passata. Coglieva ogni piacere di quel luogo, era il suo nascondiglio, il suo covo e per la prima volta l’avrebbe condiviso con qualcun altro. Qualcuno che era riuscito a rapirla con un solo sguardo ed a farle provare quello che in vita sua non aveva mai sentito… Emozioni vero.

 

In un salone quasi deserto, Regina si stava gustando il pranzo in rigoroso silenzio. Suo padre non aveva mai osato chiedere di potersi sedere al suo fianco. Rispettava sua figlia tanto quanto un suddito rispetta la propria regina. La tristezza però era presente nei suoi occhi, quanto avrebbe voluto vederla accanto ad un uomo che potesse riportare la felicità non solo nel suo cuore ma anche in un reame ormai dimenticato dal mondo. Quei silenzi potevano essere riempiti, quell’oscurità divenire bagliore e quelle porte chiuse a tutti aprirsi a balli, ricevimenti e feste. C’era stato tempo in cui tutto questo accadeva ma ormai restava solo un vago ricordo su alcune tele ingiallite di quadri appesi alle pareti.

 

Le mani di Regina sudavano ed il cuore batteva in gola, persino lo stomaco si era chiuso, erano sensazioni ed emozioni dimenticate. Più passava il tempo più aveva voglia di vedere quel viso, immergersi nuovamente in quel verde e sentirne il respiro sulla pelle. I pensieri si sovrapponevano tanto da farle dimenticare il mondo che la circondava. La lingua percorse la sua bocca ed il labbro inferiore venne stretto fra i denti.

 

La mora prese un lungo respiro che si appoggiò allo schienale del trono posto a capotavola, lo sguardo perso nell’immenso soffitto dove uno prestigioso lampadario si stagliava sopra la sua testa. Quella donna la stava facendo impazzire e non poteva sopportare di non averla.

 

“Padre” la mora ruppe il silenzio

 

“Mia Regina” rispose l’uomo avvicinandosi alla figlia

 

“Sono combattuta e per la prima volta mi sento incapace di trattenere delle emozioni”

 

Detto ciò si alzò dal trono ed abbracciò il padre. Era da 28 anni che Regina non manifestava quest’affetto, all’epoca scelse la via della redenzione e non della vendetta. Henry non chiese, sapeva i cambiamenti della figlia si cinse soltanto a ricambiare quel tenero gesto. Durò qualche istante poi la mora si congedò ed uscì dalla stanza lasciando il padre con un leggero sorriso sul volto.

 

Come ordinato, il suo amato destriero era pronto per la cavalcata. Il manto era davvero impeccabile e lucido, ed una sella era già stata posizionata sopra la schiena dell’animale. Con molta dimestichezza Regina si issò e procedette in modo signorile verso l’uscita delle stalle.

 

“Vostra Maestà” esclamarono alcune guardie vedendola uscire

 

“Oggi non esigo nessuna scorta, restate a palazzo” Disse la mora senza nemmeno degnarli di uno sguardo.

 

Detto questo lanciò il cavallo al galoppo sulla strada che l’avrebbe portata alla Foresta Incantata. Il vento passava tra i capelli, si sentiva così felice, come se stesse andando per la prima volta ad un appuntamento. La lunga distesa di prati venne percorsa rapidamente dal cavallo, che pareva risentire minimamente della distanza percorsa, man mano i fitti alberi della Foresta Incantata diventavano più vicini fino a delineare ogni singolo ramo.

 

Regina sapeva orientarsi decisamente bene all’interno della boscaglia, quando era ragazzina le piaceva addentrarsi per sfuggire alle grinfie della madre ed il tempo non aveva cambiato per niente quel luogo. L’odore della terra umida, i giochi di luce che facevano i raggi del sole attraverso i rami, le gocce di rugiada sulle foglie ed i versi degli animali intorno a lei ed anche se non lo dava a vedere una parte di quella ragazzina viveva ancora in lei.

 

Emma, era arrivata da diverso tempo nel luogo dell’incontro, quella solitudine l’aveva aiutata a raccogliere tutte le idee che aveva per la testa. Se il cuore la spingeva fra le braccia di quella donna, un motivo c‘era, ed aveva intenzione di seguirlo. Era lontana da quel luogo sorvegliato, da quella madre invadente e quel mondo che non le apparteneva. Qualunque cosa sarebbe successa in quella Foresta non avrebbe in alcun modo condizionato i pensieri dei suoi genitori, sarebbe rimasto un segreto tra loro.

 

Tra la fitta vegetazione che insidiava il Pozzo dei Desideri fece finalmente capolino Regina. Le due donne si scambiarono uno sguardo ed un semplice e dolce sorriso comparve sulle loro labbra. Quel luogo era famoso per realizzare ogni tipo di desiderio, ed entrambe ne avevano uno.

 

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Salveeee!!

Potrà passare anche una settimana ma non posso non aggiornare questa FF.

Grazie per i commenti lasciati e per le persone che stanno seguendo l’evolversi di questa relazione.

Ormai l’incontro tra le due sta per avere inizio… Per la felicità di tutti voi eheheh

Attendo di leggere i Vostri sempre graditi e preziosi commenti

Trish

 

   
 
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