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Autore: MaJo_KiaChan_    27/09/2014    3 recensioni
Salve a tutti!
Questa è la mia prima fanfiction su questo fandom, spero vi piaccia!
Parla di tutto ciò che accade prima della famosa light novel Ojamajo Doremi 16, ovvero quello che è successo alle medie.
Ci sarà ovviamente Doremi e forse anche le altre ragazze!
Buona lettura!
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doremi Harukaze, Tetsuya Kotake
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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≈ Ojamajo Doremi Before Sixteen ≈
  Capitolo XVI: La lettera

Sono passati diversi giorni da quando ho finalmente capito cosa provo per Tetsuya. C’è voluto un po’ per accettarlo, a dire il vero, ma poi, stando in sua compagnia, questo sentimento è diventato sempre più forte. Ogni volta che lo vedo qualcosa si aziona dentro di me e non so come farla smettere. Se era questo che intendeva mia madre è davvero una strana emozione. È diverso dalle cotte che ho sempre avuto, non so come spiegarlo. Per non parlare poi della gelosia: mi innervosisco sempre più facilmente quando le quattro ragazzine provano ad avvicinarsi a lui.
È davvero difficile nascondere i propri sentimenti. Fino a quanto resisterò ancora? Scommetto che se continuo così prima o poi finirò con l’impazzire.
 
***
 
Domenica 4 Gennaio
 
Sento improvvisamente il tepore del sole riscaldarmi il viso ed emetto un grugnito infastidito. La luce che passa dalla finestra è così forte che comincio ad aprire gli occhi corrugando la fronte. << Ah, accidenti. >> esclamo alzandomi dal letto. Sono tentata ad abbassare la persiana e rimettermi a dormire, ma poi i miei occhi si posano sulla sveglia: le undici e mezza? Possibile che non mi abbia alzato nessuno per andare a scuol… giusto. È domenica, sveglia Doremi!
Mi stiracchio e cammino scalza, arrivando fino alla scrivania. Ci sono molti graffi incisi nel legno ed è un po’ vecchiotta a dire il vero, ma è così piena di ricordi… D’improvviso alzo lo sguardo sulla finestra e mi sporgo in avanti, con le mani sul tavolo. La mia mente ritorna a quel giorno quando Tetsuya si era presentato proprio lì, nel cortile di casa. Era così deciso a parlarmi, mentre io ero ancora arrabbiata con lui. Quando poi mi aveva convinto a scendere e mi aveva chiesto scusa per tutto, la mia rabbia era svanita ed era come se il mio cuore fosse stato avvolto da qualcosa di caldo. Non sapevo cosa mi stava accadendo, ma ora credo di poterlo immaginare.
Possibile che ultimamente non faccia altro che pensare a lui? Se è davvero così forte questo sentimento perché non provare ad aprirgli il mio cuore?
Sorrido al pensiero di aver sempre avuto paura di non farcela. Tutte le volte che ho cercato di dichiararmi a qualcuno è stato un fiasco totale: non mi sentivo più le gambe, mi veniva da piangere e alla fine rinunciavo.
Non appena vedo il mio riflesso nello specchio sulla scrivania, mi siedo sulla seggiola e comincio a pettinarmi i capelli. Una volta finito di aggiustarmi alla bell’e meglio poggio una guancia sul palmo della mano, chiudendo gli occhi.
Ho sempre pensato che non sarei mai riuscita ad aprire il mio cuore ad un ragazzo, eppure… non so perché, ma ho la sensazione che questa sarà la volta giusta! Devo tentare. Lui per me è davvero molto, molto importante. Non mollerò facilmente: presto la qui presente ragazzina più sbadata del mondo, diventerà la più fortunata, ne sono certa!
Scendo le scale di corsa, arrivando al piano di sotto. Oramai credo sia tardi per fare colazione. Aspetterò un po’, il tempo che la mamma prepari il pranzo. Quando avrò finito di mangiare tornerò in camera per cominciare a buttare fuori qualche frase per la dichiarazione. Sono così emozionata!
 
***
 
Chiudo la porta con uno scatto e mi fiondo verso la scrivania. Prendo un foglio da uno dei cassetti disordinati emettendo poi un enorme sospiro. Tremo un po’ per la tensione. << E se glielo provassi a dire a voce? >> Sussurro d’un tratto, immaginandomi lì, davanti a lui, col cuore in gola e con voce fioca. << No, non ce la faccio! >> esclamo, imbarazzata.
L’unico modo è scrivergli, non c’è altra scelta.
<< Ok, proviamo. >> prendo velocemente la penna blu dall’astuccio e clicco il pulsantino per far uscire la punta. Devo essere calma e, soprattutto, scrivere decentemente: una volta mi ha perfino detto che i mie appunti erano scritti così male che aveva capito fischi per fiaschi!
Metto il broncio ricordando quell’episodio. L’avrà fatto apposta oppure è veramente così? Scrivo su un altro piccolo pezzo di carta il mio nome, tanto per vedere se è davvero orrenda. Per quanto mi riguarda, non ci avevo mai dato troppo peso.
 
Doremi Harukaze
 
Uhm… beh, non si può dire che sia il massimo della precisione, in effetti, ma è pur sempre la mia scrittura. Non riesco a farla diversamente.
Decido di lasciare stare la precisione per ora e ritorno a fissare il foglio bianco della lettera.
<< Bene, si comincia! >> esclamo decisa.
Poggio la punta della penna sul foglio e scrivo le prime due parole: "Ciao, Tetsuya." Dopo poco mi fermo a riflettere. << Mm, andrà bene così? >> picchietto le dita sulla scrivania. Non mi convince…
 
***
 
<< Ma perché non mi viene in mente nulla~? >> mi stendo con le braccia sul tavolo, afflitta. Ho passato tutto il pomeriggio su questo dannato foglio, ma niente: non ci riesco. La luce della lampadina è fioca e fuori sta già diventando buio. Devo sbrigarmi, altrimenti finisce che ci lavoro anche tutta la notte o peggio, che mi ci addormento sopra.
Sto per poggiare di nuovo la penna sul foglio quando, all'improvviso, qualcuno entra in camera facendomi saltare dalla sedia.
<< AAAAAH! >> esclamo, notando che quel qualcuno altri non è che Pop. << N-non si bussa prima di entrare? >> le chiedo con fare ovvio, mettendomi davanti al tavolo, cercando di nascondere quanto posso i fogli.
Lei mi guarda con un sopracciglio alzato e con aria da adulta incrocia le braccia, esclamando: << Si dà il caso che abbia bussato per non so quanto tempo! Ma tu non aprivi e così l’ho fatto io. >> chiude gli occhi, poi ne riapre uno, vedendo che le sto nascondendo qualcosa. << Che hai lì dietro? >>
Si avvicina pian piano. Mi sporgo in avanti, prendendola per le spalle, tesa più che mai. << Io? Oh, ma proprio niente. Niente di niente. Puoi starne certa, ehehe… >>
Lei socchiude gli occhi e poi scappa dalla mia presa verso la scrivania. << E questi? >>
<< POPPU, sei nei guai fino al collo! >>
<< Per cosa? Per dei semplici fogli bianchi? >> assume un’aria da “mi prendi in giro?”. Io rimango a bocca aperta ed emetto un grande sospiro. Meno male che poco prima che entrasse ho rigirato quello sul quale stavo scrivendo! Mi porto una mano al petto, rincuorata, ma poi lei osserva più attentamente i fogli e socchiude gli occhi, spostandone uno più alla luce. Sorride, forse l'ha visto! Mi metto in un lampo davanti a lei, come prima. << Sono solo dei pezzi di carta, no? Che hai da guardare? >> sono troppo tesa, così penserà davvero che le tengo segreto qualcosa!
<< Giusto, sono solo dei fogli bianchi... >> fa per andarsene ed esce dalla stanza, poi si riaffaccia ed esclama. << Comunque, sii diretta e non fare tanti giri di parole. Se capisce che non sei ancora del tutto sicura dei tuoi sentimenti, finirà per lasciar perdere. >>
<< Tu credi...? >> mi fermo un attimo a pensare, poi sento le gote avvamparsi in un attimo per l'imbarazzo: allora l'ha letto! << Poppu, se ti prendo! >> le corro incontro, ma, uscendo dalla stanza, noto che lei ha appena chiuso la sua. Metto il broncio: ho veramente i nervi alle stelle!
Le faccio una linguaccia, pur sapendo che non la può vedere perché ormai è in camera sua, e decido di tornare dentro.
Sospiro pesantemente. << Deve sempre mettere il naso negli affari degli altri… >> poggio una guancia sul palmo della mano destra. E poi noto dalla sveglia sul comodino che sono già le sette di sera. << Cavoli, tra poco si cena! E io che ancora non ho scritto niente sulla lettera! >>
Mi metto le mani fra i capelli, arruffandoli per la tensione. << Ho sprecato una giornata per nulla. Se continuo così non credo di riuscire a finirla per domani. >>
Sento bussare nuovamente alla porta e mi risveglio dai miei pensieri.
Stavolta mi alzo e apro, esclamando: << HAI FINITO DI ROMPERMI LE SCATOLE? >>
Davanti a me, mia mamma assume un’aria oltraggiata: << Doremi Harukaze, ti sembra questo il modo di rivolgerti a tua madre?! >> incrocia le braccia, con lo sguardo corrucciato.
Io sussulto: << Oh, mammina! Non credevo fossi tu...! >> la solita frase da lecchina, lo so. Ma quando è così arrabbiata non si può fare altrimenti...
<< A no? >> continua lei, nervosa.
<< …Lasciamo perdere. Cosa volevi dirmi? >>
<< Ero qui per avvertirti della cena. Avevo comprato perfino le bistecche, ma vista la tua maleducazione sarò costretta a non dartela. >> chiude gli occhi, con fare severo.
<< Non è possibile, la mia bistecca~! >> lei se ne va, ma io la seguo inclinando la testa per incontrare i suoi occhi. << Ti supplico, mammina! Non puoi dire davvero, davvero… Non c’è un’altra soluzione? >>
<< No. E adesso lavati le mani. Tra poco si mangia. >>
Sospiro, << Agli ordini… >>.
 
***
 
Mi butto di schiena sul letto morbido, le mani a mo' di cuscino sono dietro la nuca.
Non hanno alcuna pietà! Prima Poppu che scopre della lettera, poi la mamma che si divide la mia bistecca con papà! Comincio davvero a deprimermi...
Mi giro da un lato e i miei occhi incontrano la sveglia del comodino. << Fantastico, >> sussurro, << sono già le otto e mezza di sera e io non ho scritto altro che due parole! >>
Mi alzo subito a sedere e vado verso la scrivania. Il foglio è ancora lì come l'ho lasciato. Questa penna è talmente scura che era ovvio che Poppu ne intravedesse le parole.
<< Che scema... >> d'un tratto ripenso a quello che aveva detto quella peste: "Sii diretta e non fare tanti giri di parole. Se capisce che non sei ancora del tutto sicura dei tuoi sentimenti, finirà per lasciar perdere."
Scuoto la testa, non voglio che lui pensi che non sia ancora sicura di ciò che provo! Lo sono eccome e ho aspettato anche troppo.
Prendo coraggio e torno sul foglio di prima. Rimango qualche secondo a pensare come iniziare la mia dichiarazione e poi parto: con mia grande sorpresa le parole escono pian piano una dietro l'altra. Ogni tanto rileggo, mi fermo a pensare e poi scrivo ancora.
Continuo così per un bel po' e senza rendermene conto si fanno già le dieci e un quarto di sera. Sono così stanca, ma almeno ce l'ho fatta.
Rileggo tutto alla svelta: certo, magari non sono stata molto diretta in alcune parti, ma è stato il massimo che sono riuscita a scrivere. Spero tanto che l’accetti.
Sorrido piano, ma d’improvviso mi chiedo: << Quando gliela darò? >>
Bella domanda… pensavo domani all’uscita, dopo scuola. Ah, no: è vero. Subito dopo scuola ha gli allenamenti e li finisce per le quattro e mezza. Certo che questo sport lo impegna parecchio, io non riuscirei a studiare e, allo stesso tempo, allenarmi tutti i giorni. << Mi chiedo come fa. >>
Beh, verso le cinque non avrà da fare, credo. Potrei provare a chiamarlo e chiedergli di vederci da qualche parte. Sono così emozionata: non riesco ancora a credere di starlo per fare. Siamo sempre stati così vicini e così distanti allo stesso tempo. Non ero mai stata in grado di capire cosa provasse per me, anzi, credevo non mi sopportasse proprio a volte. E poi, invece, scopro che gli sono sempre piaciuta.
Mi gratto nervosamente la nuca, imbarazzata per questi pensieri. Chissà, magari mi risponderà presto e usciremo insieme... Porto le mani alle gote, sono troppo agitata!
Faccio un enorme sbadiglio, sono davvero assonnata. << Sarà meglio che vada a dormire adesso… >> poso la lettera sul comodino e spengo finalmente le luci.
Domani sarà il gran giorno.
 
***
 
<< Ci vediamo, Doremi-chan! >>
<< Ciao, Nanako! >> saluto la mia amica e giro l’angolo, per avviarmi verso casa.
Oggi scuola è stata davvero pesante, ma se ripenso a ciò che accadrà questo pomeriggio, gli angoli della bocca si alzano sempre di più e finisco col sorridere come una scema.
Comincio a camminare più velocemente per poi correre, con il fiato corto. Sembra davvero che voglia accelerare più in fretta possibile i tempi. Ah, se solo potessi veramente farlo con la magia…
<< Sono a casa-! >> esclamo felicissima.
<< Bentornata tesoro. >> esclama la mamma, sorpresa di vedermi così sui giri. << Com'è andata oggi a scuola? Hai preso un buon voto, magari? >>
<< Beh, veramente... >>
<< Veramente cosa, signorinella? >>
<< Non è successo niente di particolare, anzi è stata veramente noiosa come giornata. Ma sono entusiasta per oggi pomeriggio! >>
Lei alza un sopracciglio. << Cosa devi fare? >>
<< Uscire. >> salgo in camera sorridendo, lasciandola perplessa.
 
***
 
Bene, sono le cinque del pomeriggio, è ora.
<< Devo fare una telefonata, non fiatate! >> urlo dal salotto e subito dalla cucina appare la faccia di Poppu.
<< Perché dovremo stare zitti? È così importante? >> chiede, sorpresa.
La ammutolisco soffiando tra i denti. La mamma cambia stanza, trascinandosi dietro la piccola peste.
Non appena vedo che non c'è più nessuno nel salotto, tiro un sospiro di sollievo. << Ok, ce la posso fare. >>
Alzo piano la cornetta del telefono, sono agitata: non va bene. Stringo le mani a pugni e poi respiro profondamente, rilassandomi. Sono davvero decisa a farlo, non tornerò più indietro. Ormai ho composto il numero del suo cellulare, si sentono dei piccoli “beep-beep” e poi qualcuno parla.
<< Oh, Dojimi! A cosa devo questa chiamata? >> il suo tono così allegro mi fa sorridere e mi perdo nella sua voce. << Ehi, ci sei? >>
Mi desto dai miei pensieri << Ehm, sì! >> chiudo gli occhi e poi continuo. << Ecco, ti ho chiamato perché… >>
<< Mmh…? >> fa lui, ansioso di ricevere una risposta.
Devo dirglielo, ora: << Ecco, mi chiedevo se… sì insomma, se potevi venire oggi pomeriggio alla spiaggia di Misora! >> la cornetta del telefono è così stretta all’orecchio, la voce è tremante. Ingoio della saliva, arricciando una ciocca della frangetta con fare nervoso. << D-devo darti una cosa importante. >>
Lui rimane sorpreso, solo dopo poco risponde. << Oh, va bene. >>
<< Tra mezz’ora. >> esclamo all’improvviso, come se avessi temuto che lui stesse già per attaccare << Non ti scordare… >>
Tiro un sospiro di sollievo quando lui risponde con un “Ci sarò, tranquilla”. Il tono della mia voce cambia, sono felice. << Fantastico, a dopo! >>
Chiudo subito la telefonata e dopo aver realizzato che ho finalmente compiuto la prima fase, salto dalla gioia per tutta la casa. << Mamma, Poppu! >> le chiamo, sono in cucina.
<< Cosa succede, tesoro? Stai bene? >> fa mia madre.
<< Scherzi? Sto benissimo! >> prendo le mani di mia sorella e incomincio a girare insieme a lei.
<< M-ma che le prende? >> fa lei dimenandosi. Stacco la presa e abbraccio la mamma.
<< Doremi! >> fa lei, stupita. << Vuoi spiegarcelo? >>
<< Cosa c’è da spiegare? Ho dato retta al mio cuore, come avevi detto tu. >> esclamo soddisfatta. << Oggi pomeriggio gli darò la lettera! >>
Lei mi guarda commossa, mi sorride << Sono così fiera di te! >>
Vengo stretta dalle loro braccia, sembrano entrambe contente.
<< Ora va a prepararti! >> mi dice Poppu, allargando un dolce sorriso << E non fare tardi! >>
Annuisco decisa e corro in camera mia.
 
***
 
Sorrido come non mai, anche se l’ansia mi sta davvero distruggendo. La gonna della divisa si sposta di qua e di là mentre corro, la lettera, invece, è stretta tra le mie braccia come un tesoro prezioso.
Sono arrivata sulla spiaggia, lui è già lì, si guarda intorno. Vado verso il corvino, ho così voglia di dirgli tutto subito, ma forse farei solo delle figuracce, sbadata come sono. Beh, per questo c’è la lettera. Quando arrivo davanti a lui il foglio di carta è nascosto dietro la schiena, tenuto stretto tra le mie mani. Il cuore batte a mille quando incontro le sue iridi blu. Non avrei mai pensato di arrivare a tanto. Mi sono tenuta questo sentimento troppo a lungo e credo sia arrivato finalmente il momento che io gli dica la verità.
Ci salutiamo, imbarazzati. Lui abbassa lo sguardo, si gratta la nuca.
<< Cosa… >> si ferma, ma poi riparte deciso. << Cosa dovevi darmi? >>
I miei occhi sono fissi sulla sabbia, mentre le onde corrono avanti e indietro. Sento il vento scompigliarmi i capelli e spingermi verso di lui. Sto per fare il grande passo quando all’improvviso sento qualcosa fermarmi come quel giorno con Igarashi: le gambe, le braccia non si muovono. Che succede? Non posso fermarmi proprio adesso!
<< Ehi >> sussurra lui. Il mio sguardo si posa di nuovo sui suoi occhi così profondi. Non so per quale motivo, ma incontrare le sue iridi, mi calma, rilassandomi completamente. Starei ore ad osservarle, ma sono qui per qualcosa di ben più importante.
Faccio un altro passo avanti e con un gesto veloce gli mostro la lettera.
<< Questa lettera è per te. Accettala, ti prego! >> Pochi istanti fa i miei occhi erano pieni di preoccupazione, di paura di non farcela, ma adesso… Adesso non più. Anzi, a dirla tutta sembra lui quello scosso.
Sorrido, tenendo ancora il foglio ripiegato con tanta cura tra le mani, le braccia non sono più rigide. Non ho più timori perché so quello che accadrà.
Lui prende la lettera e rimane come pietrificato. Poi sorride senza darlo a vedere e ci separiamo, andando ognuno nella propria direzione con i cuori a mille.
 
 
 

Ciao, Tetsuya.
Ti starai chiedendo perché abbia scritto questa lettera. Beh, la cosa è un po’ imbarazzante e difficile da poter spiegare a tu per tu. Ecco, credo… sì insomma, credo di essermi presa una cotta per te. Ti prego non chiudere la busta pensando che sia tutto uno scherzo perché non lo è, non lo è per niente! In realtà avrei dovuto dirti queste parole sulla spiaggia, ma sapevo che non ci sarei riuscita. Per questo eccoci qua. Vorrei parlarti dal principio, se hai tempo. Beh, parlarti non proprio, ma hai colto il senso. Tutto è iniziato quando ero con Hazuki-chan a distruggermi l’umore sulla questione “ci sarà mai qualcuno che mi ami per quello che sono?” e lei ha saputo aprirmi gli occhi. Ho capito che qualcuno che mi ama c’è eccome ed è proprio la persona a cui ho destinato questa lettera. Per me è stata un’emozione incredibile saperlo. Certo non avevo il coraggio di ammetterlo, però è stato un vero colpo al cuore. In senso buono. Oh, cavoli: mi sto impappinando di nuovo! Eh, sì: non è la prima volta che sto cercando di scriverti qualcosa di sensato. Ci sto mettendo tutta la notte a dire il vero. Il fatto è che volevo trovare le giuste parole, per questo ci ho messo tanto, però ora so cosa dire. Sono stata una stupida, ma sistemerò ogni cosa.
Vorrei chiederti scusa.
Tutte quelle volte che mi sei stato accanto e io ero così cieca, tutte quelle volte che hai dimostrato di volermi davvero bene e tutte quelle volte che ti ho evitato… Mi dispiace, Tetsuya. Se solo non fossi stata così orgogliosa da accettare che mi stavo innamorando di te, se solo ti avessi dato più attenzione. Ti chiedo solamente di perdonare la mia sbadataggine. Dovresti conoscermi ormai, no? Non c’è da stupirsi se sono stata così sciocca. Ti ricorderai di quella volta sulla terrazza: avevi tutta l’intenzione di aiutarmi, ma non potevi. Non volevo rivelarti niente, ma la realtà era che non riuscivo ad ammettere i miei stessi sentimenti. È stato davvero un periodo difficile, non sai che fatica era stata non riuscire a farmi vedere da te tutte quelle volte che cercavo di guardarti con più attenzione. E poi non sai che imbarazzo e che gelosia ho provato quando tu eri lì, a giocare a calcio nel cortile scolastico e delle ragazzine ti vedevano da lontano, ammirate. Poi io ho guardato te, tu hai guardato me e credo che sia partita lì la scintilla. Ammetto, non è stato bello ricevere quel tuo sguardo confuso. Probabilmente ti stavi chiedendo che cosa ci facessi dietro a un albero a fissarti… Beh, la verità è che non lo sapevo anch’io. Pensa che sono subito scappata via e non la finivo più di arrossire! Ti sembrerà assurdo, ma è stato veramente così. Sai che non sono brava con le parole, ma questo sforzo che sto facendo adesso è per dimostrarti che ti amo e che mi spiace. L’avrò ripetuto per la centesima volta ormai, ma mi dispiace di essere stata così distratta. Dammi un’opportunità per risistemare tutto. Ho davvero intenzione di dare retta al mio cuore d’ora in avanti. Ti andrebbe di uscire con me in questi giorni? Per favore rispondimi. Non importa se presto o tardi, voglio solo che tu mi dia una risposta: ho bisogno di sapere.
Tua,          
 

Dojimi. ♥


 
ANGOLO AUTRICE:
Capperi, non sono mai stata tanto emozionata quanto quest'oggi! Forse perché è l'ultimo capitolo della storia (se escludiamo l'epilogo che sì, alla fine ho deciso che ci sarà! C:) e mi vengono quasi i lacrimoni se ripenso a quando due anni fa ho postato il mio primo cap! *^*
Cavolo quanto vola il tempo (sembro una vecchietta xD)!
Cosa volevo dirvi? Ah, sì! Ci tenevo a precisare che questo dannato bellissimo sito ha solamente alcuni caratteri di scrittura e non mi ha permesso di rendere la lettera di Doremi come l'avevo scritta su Word! Ed è un vero peccato perché avevo trovato uno stile particolare per la nostra rossa: era un po' disordinato (come le diceva Kotake xD), ma comunque carino. Ci tenevo a farvelo leggere con quel tipo di scrittura, ma vabbé, cos'altro possiamo fare se non accontentarci?
Tralasciando queste sciocchezze, vi chiedo come sempre di lasciarmi un commentino ino ino per sapere se vi è piaciuto o meno il capitolo! ^-^
Oh, e ringrazio di cuore chi mi ha seguito fin qui sia come recensitore che come lettore silezioso!
È davvero molto per me. <3
Beh, alla prossima con l'epilogo (snif, snif) della nostra storia! ;)

MaJo_KiaChan_
  
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