Il
sacro vincolo dell’ospitalità
-Giuramento
di sangue-
*
Thor
amava la vita che faceva con Jane su Midgard.
Nel
Surrey, in Inghilterra, c’era una villetta a due
piani: una costruzione graziosa che sarebbe stata il sogno di ogni ragazza midgardiana per costruirci il proprio nido d’amore, e
difatti Jane ne era stata conquistata e Thor aveva acconsentito di buon grado a
vivere lì.
E
in fondo, che fosse in un camper in mezzo al deserto del New Mexico, in un
monolocale a New York o in una villetta nel Surrey,
Thor sarebbe stato comunque contento perché sarebbe stato con lei.
Ogni
giorno che passava era sempre più convinto che il discorso che aveva fatto a
suo padre fosse stato giusto.
Anche
dopo aver sconfitto Malekith e relegato l’Aether nel mondo oscuro non si era mai tirato indietro
davanti ad una chiamata di Heimdall e aveva
combattuto in tutti i nove regni ogni volta che c’era stato bisogno di lui, ma
su un trono proprio no, non ci si vedeva.
Hliðskjálf, il trono di Asgard, voleva dire potere e riconoscimento
del suo valore, ma avrebbe voluto dire anche perdita di autonomia e di libertà.
Per
questo quando tornava ad Asgard e parlava con suo
padre, quando Odino gli chiedeva se fosse certo della sua scelta lui rispondeva
di sì con tutta convinzione.
L’unica
scheggia fuori posto nella sua vita era rimasta Loki.
Loki,
l’ingannatore, il traditore, il neonato rifiutato dalla sua specie ed il
principe senza patria, il conquistatore spietato e senza morale che tuttavia
Thor non aveva mai smesso di considerare suo fratello ed amare come tale.
Loki
che era morto tra le sue braccia lasciando troppe cose non dette tra di loro,
se non quel disperato “mi dispiace” che cercava di riparare secoli di rancore.
Spesso
il ricordo di quello che era successo su Svarthalfehim
lo teneva sveglio la notte.
Lui
e Loki avevano combattuto di nuovo insieme come
avevano sempre fatto, si erano aiutati a
vicenda, Loki lo aveva aiutato anche proteggendo
Jane, e Thor aveva cominciato a pensare che tutto stesse andando per il meglio.
Forse
Loki avrebbe potuto persino sperare nella clemenza di
Odino visto che aveva aiutato indirettamente a salvare Asgard
e gli altri otto regni.
E
invece tutto si era spezzato nel grido di dolore e di sorpresa di Loki.
Una
cosa Thor non aveva imparato da quando era su Midgard:
a piangere.
Jane
era convinta che lo avrebbe aiutato, ma lui non ci riusciva.
Quando
pensava al fratello il dolore per la sua perdita si trasformava all’istante in
rabbia cieca verso se stesso, per non aver saputo intervenire. Per non averlo
saputo proteggere.
Allora
usciva di casa svelto, con Mjollnir nascosto sotto
una giacca, e correva lontano per chilometri e chilometri fino a qualche posto
desolato in cui dava libero sfogo alla sua rabbia scatenando tempeste
apocalittiche.
Tornava
solo quando era esausto e la rabbia che aveva in corpo non avrebbe più potuto
esplodere e fare danni alla persone che gli stavano intorno.
**
Quella
settimana Jane era fuori per un congresso di astrofisica in Scozia.
Thor
era rimasto a casa perché ancora non si trovava troppo a suo agio immerso in
eventi mondani e non voleva fare qualcosa di sbagliato che mettesse Jane in
imbarazzo.
Va
bene che non avrebbe più spaccato a terra i bicchieri per chiedere ancora da
bere, ma non si sentiva comunque pronto a rischiare.
Solo
che dopo tre giorni di solitudine stava cominciando a pentirsi della sua scelta
perché stando da solo pensava sempre più spesso a Loki,
e a come tutto era andato storto rispetto a come lui aveva programmato.
Lui
aveva già deciso dal momento in cui lo aveva fatto uscire di prigione: non ce
lo avrebbe riportato.
Avrebbe
cercato di capirlo e di rimediare ai torti che suo fratello aveva subito o
credeva di aver subito e avrebbero risolto tutto, insieme, fossero anche
serviti mille anni e mille anni.
Il
tempo non sarebbe certo mancato a loro che erano dei.
E
invece Loki era morto senza che lui avesse avuto il
tempo di dirgli cosa pensava realmente.
Sentiva
la rabbia ed il dolore cominciare a divorarlo dall’interno.
Decisamente
era il momento di uscire, prima che una tempesta elettrica si scatenasse dentro
le mura della cucina e radesse al suolo la casa.
Sarebbe
stato difficile spiegarlo a Jane.
***
Rientrò
parecchie ore dopo, esausto e capace a stento di reggere Mjollnir,
che tuttavia ancora palpitava di deboli scariche elettrostatiche.
-Immagino
che ancora una volta sia colpa mia-
La
voce alle sue spalle lo fece sussultare.
Si
girò di scatto e di fronte a lui, in mezzo al corridoio, c’era Loki.
-Tu!?-
Gridò
esterrefatto.
-Io-
Gli
rispose lui calmo.
“Non
può essere! Loki è morto davanti a me!”
“Ma
già una volta lo avevate creduto morto, no? E invece è tornato”
Gli
si avvicinò cauto, con Mjollnir ben stretto in pugno
e pronto ad usarlo anche se avesse dovuto demolire la casa.
Forse
era un trucco. Loki non era l’unico maestro di magia
dei nove regni e qualcun altro avrebbe potuto approfittare ed assumere le
sembianze di Loki per confondere lui.
O
forse semplicemente stava impazzendo perché aveva passato troppo tempo da solo
con i suoi rimorsi.
-Sei
veramente tu?-
Gli
chiese alla fine.
Loki
allargò le braccia.
-Capisco
che la cosa potrebbe non farti piacere, ma sì, sono veramente io-
Una
risposta del genere sarebbe stata proprio nello stile di Loki.
Allora
Thor non ebbe più dubbi.
Una
volta appurato che era Loki, quello vero (che per la
seconda volta l’aveva fatto passare per stupido facendogli piangere la sua
morte) e appurato che stava bene, dargli almeno un bel paio di sberle gli
sembrava doveroso.
Poi
si sarebbe fatto spiegare come e perché era vivo quando meno di due anni prima
lui aveva stretto un cadavere tra le braccia.
Mise
giù Mjollnir per non avere la tentazione di usarlo (non
voleva fargli troppo male, e oltretutto Jane non avrebbe approvato se i mobili
appena finiti di pagare fossero stati inceneriti dalle folgori) e si buttò in
avanti per recapitare a suo fratello almeno un pugno.
Loki
non fece neanche un movimento per scansarsi, continuò a sorridergli anche
quando il pugno lo colpì in pieno alla mandibola.
Thor
inorridì quando si accorse che la metà inferiore del viso di Loki era stato devastato dal suo colpo.
Ritrasse
la mano e le nocche erano sporche di sangue.
-No!
Oh, no… io…-
Balbettò
terrorizzato.
Poi
tutto si dissolse nella luminescenza verde tipica delle illusioni di Loki.
Il
sangue sulla sua mano, il viso sfigurato di suo fratello e infine tutta la sua
figura.
Lo
aveva preso in giro. Di nuovo!
-LOKI!!!
Adesso smettila con questi stupidi trucchi! Fatti vedere!-
Si
trovò ad urlare furioso.
-Come
desideri, lo sai che basta chiedere. Non c’è bisogno di fare queste scenate-
Stavolta
la voce proveniva dal salotto.
“Forse
è solo un’altra illusione! Loki sarebbe capacissimo
di farmi inseguire per giorni un’immagine falsa o anche solo il suono della sua
voce perché sa che io ci cascherei sempre”
Eppure
non aveva scelta.
Entrò
nel salotto e trovò Loki di nuovo ad attenderlo,
stavolta con un sorriso amabile.
-Non
prendertela per prima, fratello. Capirai certamente che sarebbe stato sciocco da
parte mia presentarmi subito a te di persona, considerato che conosco bene la
tua propensione a dare in escandescenze e sapendo che probabilmente ti saresti
infuriato con me. E per quanto riguarda lo scherzo di prima, bè…- Loki cambiò il sorriso in
un’aria di furbizia assolutamente detestabile -Perdonami ma la tentazione è
stata troppo forte. Sai, prenderti in giro è una cosa che mi è mancata
tantissimo-
-Sei
un idiota-
Gli
disse Thor.
Loki
allargò il suo ghigno furbesco.
-Anche
io sono felice di rivederti, fratello-
Thor
dominò l’impulso di lanciarsi di nuovo in avanti per picchiarlo solo perché
sapeva che quasi sicuramente era un’altra illusione, e lui non voleva fare di
nuovo la figura dello stupido.
-Perché
sei ancora vivo?-
Gli
chiese a denti stretti.
Fare
domande a Loki poteva essere solo una perdita di
tempo perché le probabilità che gli dicesse la verità erano veramente molto
scarse, ma tanto valeva provare, no?
Forse
no, visto che l’espressione di Loki si indurì in
qualcosa che era un misto di rabbia, delusione e rancore.
-Ti
dispiace, non è vero? Sarei dovuto morire a Svarthalfehim
in modo che tu e Odino non doveste più preoccuparvi di me?-
-No!
Lo sai che non intendevo questo, Loki! Solo che non
capisco. Eri morto, io ti ho visto-
Loki
fece una smorfia.
-Hai
visto ciò che io ti ho fatto vedere. E hai creduto a ciò a cui volevi credere-
Ancora
una volta nella voce di Loki sentì chiaramente l’accusa
di essere stato intimamente contento di essersi liberato di lui.
-Adesso
basta, Loki! Io non ho mai voluto la tua morte-
Si
affrettò a dire.
Bugiardo!
-Ah,
no? Non volevi?-
Loki
si sporse in avanti per fissarlo negli occhi, e Thor suo malgrado provò
l’istinto di ritrarsi.
-E
allora perché non sembri contento di rivedermi?-
Da
quando gli occhi di Loki erano diventati punture di
spillo?
O
forse era lui che si sentiva in colpa e per questo ogni accenno di accusa lo
faceva tremare?
-Sbaglio o prima mi avresti aggredito?-
Loki,
piegato in avanti, sembrava tendersi verso di lui e tutto il suo corpo fremeva
in attesa della risposta.
Il
petto si alzava e abbassava in brevi respiri nervosi.
In
quel momento a Thor sembrò che suo fratello fosse irrimediabilmente fragile.
“È
spaventato. Teme che io voglia davvero liberarmi di lui. Teme di essere
rifiutato”
Per
la prima volta ebbe la netta impressione di riuscire a capire fino in fondo la
persona che aveva davanti: ogni secondo del suo silenzio doveva essere per Loki una conferma crudele di quanto già pensava: lui lo
voleva morto.
Il
suo viso si contraeva spesso come se stesse cercando di trattenere una smorfia
di dolore.
Thor
scosse la testa.
No,
non poteva permettere che ci fossero altri malintesi tra di loro, e soprattutto
non poteva permettere che Loki si convincesse di una
falsità.
-Ti
sbagli, io non sono contrariato perché sei vivo-
La
tensione che attraversava il corpo di Loki si sciolse
un po’ a quelle parole.
-Ma
sappi che sono molto in collera con te perché mi hai ingannato-
Aggiunse
subito Thor.
Loki
lo fissò di nuovo con quel suo sguardo capace di scoprire la minima bugia e
ammiccando con aria complice per ricordagli che nessuno può ingannare il dio
degli inganni.
-Dimmi,
davvero non te lo aspettavi? Credevi che mi sarei lasciato riportare in cella
così facilmente?-
-Certo
che mi aspettavo un tentativo di fuga! Ma quello che hai fatto tu è stato… eccessivo-
Si
fermò a corto di parole.
Dannazione,
lui non era mai stato bravo a mentire, anzi la sua caratteristica era sempre
stata (come diceva Loki) dire le cose senza prima
farle passare dal cervello.
E
in quel momento, se non si fosse costretto a tacere, avrebbe rivelato a Loki che lo aveva ferito il fatto che fosse stato tanto cinico
da continuare a fingersi morto mentre lui si disperava su quello che credeva il
suo cadavere.
Una
cosa del genere gli sarebbe costata espressioni di dileggio per il suo
sentimentalismo per il resto della vita
e anche dopo, nel Walhalla o in Hel.
-Eccessivo
dici? Vuoi spiegarmi come mai questa strana definizione?-
-No,
non voglio- Tagliò lui brusco –Piuttosto, dimmi tu cosa ci fai qui. Adesso che
so che sei vivo tutta la tua commedia ha perso senso, no? Devi essere in grave
difficoltà per esserti fatto vedere da me-
Loki
strinse le labbra e distolse lo sguardo.
In
quel momento era il ritratto della desolazione, con i capelli lunghi che
ricadevano in ciocche scomposte, le spalle abbattute ed il viso tirato.
Aveva
persino gli occhi lucidi.
“Non
farti imbrogliare!” si ammonì mentalmente Thor “Ricorda che è riuscito a farti
credere di essere un corpo senza vita!”
-Hai
ragione tu, Thor. Sono molto in difficoltà e rivelarmi a te è un gesto
disperato-
Loki
stese la mano destra davanti a sé, mentre nella sinistra stringeva il suo
pugnale.
Lo
sollevò in alto e prima che Thor potesse capire cosa stava facendo lo calò con
forza sul palmo della destra.
La
lama uscì dal dorso e Loki cadde in ginocchio
gridando di dolore.
-Loki!
Dannazione, ma che hai fatto?!-
Thor
fece per muoversi verso di lui per soccorrerlo ma Loki
lo bloccò con un secco “no”.
Si
strappò il pugnale dalla carne e sollevò la mano insanguinata verso di lui.
-Adesso
ascoltami, fratello, perché per questo sangue giuro che non ci sarà menzogna
nelle mie parole-
Thor
non poté fare niente: era il giuramento del sangue e lui era obbligato ad
ascoltare Loki fino alla fine.
Neanche
l’Ingannatore avrebbe potuto giurare il falso in quelle circostanze, altrimenti
il suo stesso sangue si sarebbe mutato in veleno e lo avrebbe ucciso.
Loki
si alzò in piedi tremando e stringendo i denti per il dolore, e parlò con la
mano destra bene in vista.
-Io,
Loki di Asgard, ho bisogno
di asilo. Sono scappato e mi sono nascosto per tanto tempo ma adesso gli incantesimi
che mi tengono celato agli occhi del guardiano Heimdall
sono diventati inutili, ed in ogni caso non posso più mantenerli. Adesso ho
bisogno un posto dove poter riposare e stare al sicuro per un po’ di tempo. Ti
chiedo protezione come esule e come ospite-
Tacque
in attesa della sua risposta, ed ancora una volta Thor gli lesse in viso
quell’espressione che diceva “sono nelle tue mani, ti prego, non spezzarmi”
resa ancora più straziante dai tremiti che gli scuotevano il corpo.
“Ha
giurato sul suo sangue, deve aver
detto la verità”
“È
Loki! Non sai fino a che punto può realmente spingersi”
Thor
gli si avvicinò un po’, scrutandolo intensamente per cercare di capire dove
fosse il trucco quella volta.
Non
vide niente a parte dolore, e non solo fisico.
-Come
posso sapere che non è un’illusione anche questa?-
Gli
chiese sospettoso.
Si
impose di ignorare la sua espressione sofferente, anche a costo di ferirlo,
perché non aveva nessuna intenzione di farsi imbrogliare di nuovo.
Loki
gli rispose con un sorriso amaro.
-Allora
è vero: chi mente sempre, poi non viene creduto proprio nel momento in cui dice
la verità-
Thor
non gli rispose, continuò a fissarlo.
Non
si sarebbe lasciato ingannare da quell’ennesimo tentativo di farlo sentire in
colpa: se Loki voleva la sua fiducia doveva
dimostrare di meritarla.
-Le
illusioni scompaiono-
Disse
Loki dopo un lungo silenzio.
Fece
un paio di passi verso di lui e gli tese entrambe le mani.
-Prenditi
tu stesso la prova che non ti sto mentendo-
Lo
invitò con espressione seria.
Thor
guardò la mano destra sfregiata e sanguinante, poi la sinistra che aveva
stretto il pugnale, infine guardò il volto di suo fratello.
Ora
esprimeva determinazione, e forse un leggero disappunto per non essere creduto
l’unica volta che diceva il vero.
Da
parte sua Thor ne aveva abbastanza dell’incertezza.
Lo
avrebbe toccato, e se quell’immagine di Loki fosse
svanita come la precedente giurò a se stesso che non gli avrebbe mai più
concesso alcuno spiraglio di fiducia, neanche se Loki
lo avesse supplicato in ginocchio.
Se
invece quello fosse stato veramente Loki…
Gli
afferrò entrambi gli avambracci con un movimento rapido.
-Ahi!-
Thor
sentì a malapena il lamento che Loki si lasciò
sfuggire quando lui gli urtò la mano ferita.
Era
lui! Era veramente suo fratello e per una volta gli aveva detto la verità!
Continuò
a stringergli le braccia poco sopra i polsi, per accertarsi che fosse vero.
Era
vero. Era Loki, che ricambiava debolmente la stretta.
Qualcosa
di simile alla gioia si risvegliò nel petto di Thor.
Più
tardi, forse, avrebbe rifilato a Loki tutte le sberle
che meritava per quel trucco ignobile del fingersi morto, ma per il momento era
troppo felice di vederlo vivo ed incolume.
E,
per una volta, sincero.
-Adesso
sei convinto, Thor? Sono io-
Disse
Loki con un aria quasi timida.
E
Thor non vide il bugiardo che gli aveva mentito sulla morte di suo padre o
quello che lo aveva colpito a tradimento mentre lui gli offriva una possibilità
di riappacificazione, vide invece il fratello con cui era cresciuto e quello
che, nonostante tutto, su Svarthalfehim gli aveva
salvato la vita.
Quello
bastò a spazzare via gli ultimi dubbi.
Strinse
la presa sui polsi di Loki mentre faceva la sua
promessa.
-Io,
Thor, figlio di Odino, ti accolgo nella mia casa. Da questo momento sei
protetto dal sacro vincolo dell’ospitalità. Mi impegno a proteggerti come fratello,
amico e alleato-
Loki
lasciò andare un’espressione di sollievo, e a sua volta promise solennemente.
-Ed
io mi impegno a rispettare te, la tua casa, la tua sposa ed i tuoi beni, e ad
onorare l’ospitalità che mi concedi-
Thor
sorrise.
Era
tutto perfetto in quel momento: erano in equilibrio e forse per la prima volta
dopo secoli avevano ritrovato l’antica complicità e riuscivano a capirsi.
Solo
in quel momento si accorse che avevano giurato con la stessa solennità che se
fossero stati al palazzo reale di Asgard, e non in
una casa di poche stanze a Midgard.
Era
normale.
Dopotutto
loro erano figli di Odino e principi di Asgard, non
importava in quale dei nove mondi si trovassero.
-Loki…
fratello-
Gli
lasciò andare i polsi, ma solo per stringerlo in un abbraccio.
-Ehm… Thor… questo è imbarazzante, fuori luogo ed assolutamente
non necessario-
Mugugnò
Loki con il viso schiacciato contro la sua spalla.
Lui
lo ignorò.
-Sul
serio, ti sono grato per l’ospitalità, ma ti sarei ancora più grato se adesso
mi lasciassi andare-
Thor
lo ignorò ancora.
In
quel momento aveva solo bisogno di sentire Loki
vicino e non gliene importava niente delle sue proteste.
***
Avrebbe
voluto chiedere a Loki tante cose, ma aveva anche
capito che suo fratello era stanco.
Gli
aveva preparato la stanza degli ospiti ed aveva insistito per bendargli la
mano.
Sapeva
benissimo che non ce n’era alcun reale bisogno, ma lo stesso Thor voleva fare
qualcosa per lui.
-Dimmi,
Thor… hai pensato che aiutare me potrebbe crearti dei
problemi?-
Gli
aveva chiesto Loki.
Ad esempio l’esercito di Asgard al completo che marcia in assetto di combattimento
nel vialetto di casa.
Lui
aveva risposto con un alzata di spalle.
-Se
avrò dei problemi li affronterò-
-Li
affronteremo insieme-
Thor
aveva alzato la testa di scatto, e subito aveva incrociato lo sguardo divertito
di Loki.
-Che
c’è? Ne sei sorpreso, fratello? So bene di essere una castagna bollente e che
avere a che fare con me è una cosa che tutti i nove regni eviterebbero
accuratamente. Per questo apprezzo molto quello che stai facendo per me. Credevi
che mi sarei dileguato come un vigliacco appena avessi fiutato aria di
pericolo? Lasciando te ad affrontare da solo ogni conseguenza? Non sarebbe un
modo corretto di “onorare l’ospitalità”, non credi?-
Thor
non gli rispose direttamente, invece gli fece a sua volta una domanda.
-Verranno
a cercarti, lo sai?-
-Lo
so- rispose Loki guardando lontano, poi riportò lo
sguardo su di lui -E tu? Tu lo sai?-
“Sarai
disposto a batterti per me quando verranno a prendermi?” era la vera domanda.
-Sì,
lo so-
“Ti
difenderò. Non voglio perderti di nuovo”
Erano
rimasti in silenzio per un po’, ognuno perso nei propri pensieri, finché Loki non si era deciso a dire qualcosa.
-Sai,
Thor, non ero sicuro che tu avresti accettato di aiutarmi. Te l’ho detto,
venire a cercare te è stata una mossa disperata. Comunque…
grazie-
Lui
aveva annuito.
-Spero
che ti troverai bene qui da noi-
****
Dal
momento in cu aveva promesso di prendere Loki sotto
la sua protezione, Thor sapeva che avrebbe avuto problemi.
Era
dannatamente vero: il dio degli inganni era una castagna bollente da maneggiare
con molta cura.
Ma
prima di tutto era suo fratello, che gli aveva chiesto ospitalità perché non
aveva un altro posto in tutti i nove regni in cui sperare di trovare un po’ di
comprensione.
Questo
pensiero gli faceva sorgere spontaneo e più forte che mai l’istinto di
proteggerlo, anche se probabilmente con la sua decisione di dargli asilo
avrebbe scatenato di nuovo l’ira di Padre.
Fuori,
un fulmine si abbatté molto vicino alla casa.
Un
fulmine non naturale, troppo intenso e brillante, a paragone del quale quelli
che lui evocava con Mjollnir erano solo deboli guizzi
di elettricità.
Thor
si alzò dal letto dove era disteso con le braccia dietro la testa.
A
quanto pare avrebbe dovuto rendere conto del suo comportamento prima di quanto
avrebbe voluto.
*****
Più
tardi, in giardino, un furioso Padre degli dei inveiva contro Thor, che poteva
solo starsene a testa bassa sotto quella grandinata di rimproveri.
-Ti
rendi conto di che cosa hai fatto, razza di sconsiderato?!-
Non
era la prima volta che Padre gridava contro di lui, ma era la prima volta in
assoluto che Thor si sentiva piccolo ed in colpa come da bambino.
Padre
non era tanto furioso con lui dai tempi della sua avventura a Jotunheim, ed in quel momento aveva ancora più ragione
perché lui aveva probabilmente fatto la più grossa sciocchezza della sua vita.
-Lo
hai fatto uscire dall’unico posto che poteva contenere i suoi poteri perché eri
più preoccupato per la tua umana che per l’incolumità dei nove regni -
E
considerato che aveva più di cinquemila anni e che di “sciocchezze” ne aveva
fatte tante, quella era ancora di più un record nel suo genere.
-Poi
ti sei fatto ingannare da lui e te lo sei fatto scappare -
Aveva
appena reso intoccabile Loki, l’essere contro cui
Odino era più infuriato nell’intero universo.
Dopo
di lui in quel momento ovviamente.
-E
quando si è ripresentato a te, tu non hai pensato di chiedergli cosa avesse
fatto fino a quel momento. No! Tu gli hai concesso ospitalità!-
-Padre,
io…-
-Taci!
Il tuo comportamento non ha giustificazioni! Adesso nessuno potrà attaccarlo
perché è sotto la tua protezione. Dovrai batterti per difendere chi ha tradito
la casa dove sei cresciuto, lo capisci questo? E non potrai neanche scacciarlo
dalla tua casa perché gli hai promesso la protezione dell’ospite. Se rompessi
la promessa e lo scacciassi diventeresti tu stesso un criminale. Non ti rendi
conto di quanto sei stato stolto ad impegnarti con Loki
in una promessa del genere?-
A
interrompere Odino fu la voce beffarda di Loki.
-Calma,
calma, Padre degli dei. Non vedo il motivo di tutto questo subbuglio-
Persino
Odino tacque quando Loki si presentò sulla soglia.
-Bene,
adesso va molto meglio. È terribilmente disturbante l’idea di dover gridare
così contro i membri della propria famiglia, non trovi?-
Teneva
lo sguardo fisso su Odino, che cieco di rabbia raccolse subito la provocazione
a proposito di “membri della propria famiglia”.
-Tu!
Tu, serpe, sei stato la rovina della mia casa!-
Se
quell’accoglienza aveva in qualche modo turbato Loki,
lui non lo diede a vedere.
Scese
lentamente i gradini dell’ingresso e si fermò a poca distanza da loro due, dove
rimase a fissare Odino con aria maliziosa, come un ragazzino che si diverte ad
aizzare un grosso cane standosene dietro un recinto, sicuro che in ogni caso e
per quanto lo desideri il bestione non potrà mai e poi mai raggiungerlo.
-Per
questo non credo tu possa dare la colpa a me. Vedi, Padre degli dei, la
decisione di farmi entrare nella tua casa è stata solo ed esclusivamente tua. Io
non ho avuto voce in capitolo, se ben ricordo. O sbaglio?-
-Quel
giorno ho avuto pietà di una creatura che non ne meritava-
Gli
ringhiò contro Odino.
Loki
gli sorrise con falsa comprensione.
-Non
prendertela con te stesso, grande Padretutto. Un
errore di valutazione può capitare a chiunque ogni paio di migliaia di anni,
no?-
A
quelle parole la rabbia di Odino esplose contro Loki.
Levò
in alto la lancia e scagliò un fascio di energia dritto verso di lui.
Lo
avrebbe ferito gravemente, o forse addirittura ucciso…
se Thor non lo avesse spinto via con una
spallata.
La
scarica colpì a metà, ferendoli entrambi, Loki alla
spalla sinistra e Thor lungo tutto il braccio destro.
Che
bruciava maledettamente, accecandolo di dolore.
-Padre,
ti prego! Lo sai che devo proteggerlo.
Non costringermi a combattere contro di te-
Odino
rimase a fissarlo con l’unico occhio, chiaramente combattuto tra l’affetto per
suo figlio e la rabbia.
Tra
loro calò un attimo di silenzio.
-Padre…-
Cominciò
Thor.
Aveva
intenzione di spiegarsi, di dirgli che come aveva creato quel danno lo avrebbe
riparato e che si sarebbe assunto direttamente la responsabilità per qualsiasi
azione di Loki, buona o malvagia che fosse, ma non
avrebbe lasciato che nessuno gli facesse del male.
Non
ebbe il tempo di farlo.
Un
suono strano turbò la quiete della notte, qualcosa che sembrava insieme un
rantolo di agonia ed una risata folle.
E
infatti Loki, mentre si contorceva a terra dal dolore
ed aveva il viso rigato di lacrime, stava con la testa rovesciata all’indietro
e rideva.
-Oh…
non è… meraviglioso?-
Sputò
fuori a forza.
-Sembra
proprio… sembra che… che io…-
Thor
lo raggiunse e si inginocchiò accanto a lui.
In
quel momento avrebbe dovuto odiarlo più che mai, ma tutto quello che sentiva
era solo una gran pena.
“Fratello.
Come siamo arrivati al punto che tu debba costringerci con l’inganno per avere il
nostro aiuto?”
Gli
sollevò un po’ la testa mettendogli una mano dietro la nuca.
Allora
Loki lo guardò con occhi che brillavano di
soddisfazione nel viso contratto.
-Sembra
che… io… vi abbia giocato
di nuovo…-
_______________________________________________________________________________________________________________________________
Cantuccio
dell’Autore
Oh-o!
Sono di nuovo qui!
A
dare fastidio a Loki e a voi.
Soprattutto
a voi. No, soprattutto a Loki. No, soprattutto…
Vabbè,
io intanto do fastidio, poi vediamo a chi di più.
Forse
è il caso che adesso spiego un paio di cose:
0-Loki
si appella veramente al vincolo di ospitalità nel poema Lokasenna,
solo che lì essendo pura mitologia norrena gli va male.
Altro
che ospitalità: finisce legato (con le interiora di suo figlio Vali come corda O_O) in una grotta con un serpente che gli sgocciola veleno
in faccia.
Che
simpatici gli dei nordici, eh?
1-Loki
si trova a chiedere aiuto a Thor perché in qualche modo il fatto che si
spacciava per Odino è stato scoperto. Ora non pretendete che vi dico come
perché non lo so.
2-Il
vincolo dell’ospitalità è sacro. Avete presente il diritto di asilo di “Notre Dame de Paris” e de “I
promessi sposi”? Ecco: quello. L’ospite è sacro e intoccabile, non importa se e
di cosa è colpevole. Spero di essere riuscita con questo a spiegare come mai
Thor si è cacciato in un lago di letame
con le sue stesse mani.
3-Il
giuramento sul sangue è il clichè più clichè di tutti i clichè della
letteratura fantasy e non, però fa tanto figo e ve lo
tenete.
4-Loki
gioca nel modo più bastardo possibile con i sentimenti di Thor per arrivare
dove vuole lui. Ma questa non è una novità.
5-“Non
vedo il motivo di tutto questo subbuglio” è una delle prime battute di Loki in “The dark world”. Sì, lo so che l’avevate
riconosciuta, ma io faccio finta di essere professionale e metto i dovuti
crediti.
6-Ho
la folle speranza di essere riuscita a rendere almeno in parte la recitazione
spettacolare di Tom Hiddleston.
7-Questo
potrebbe essere il primo capitolo di una long fiction, non so, dipenderà dal
tempo e dall’ispirazione.
Bene,
ho finito, ringrazio con un croissant ogni anima buona che è arrivata a leggere
fin qui.
Ps:
spicciatevi a prendere i croissant perché Loki ha una
predilezione per quelli alla crema pasticcera e Thor ne finisce un vassoio da
solo, quindi rischiate di restare senza.
Makoto