Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Vaporeon_92    29/09/2014    2 recensioni
'Vorrei averla qui accanto a me, e stringerla forte, sussurrandole nell'orecchio quanto il mio amore, è forte...sincero ed unico. Già perché nessuno mai potrà amarla in questo mondo, con la stessa intensità, con la stessa frenesia che provo quando le sono accanto. Nessuno mai, sarà in grado di amarla come la AMO IO. Sono il solo che la completa...'
**
'Noi ci rialzeremo sempre, noi lotteremo continuamente pur di stare insieme. Perché la mia famosa vita si è incrociata con la sua. Ci Apparteniamo, ci volevamo, ci siamo scelti. E prima o poi saremo eternamente nostri...'
**
Salve, allora queste sono due frasi della FF, che vedremo molto più avanti. Volevo dirvi che la mia Fan Fiction forse all'inizio non appassionerà molto, non compariranno subito i 1D, che forse sarà noiosa, direte che fa schifo, che non vale la pena nemmeno leggerla. Ma non è così credetemi, è tutto programmato :). Con il passare dei capitoli, capirete e credo che vi aumenterà la suspance di sapere cosa succede ai nostri/vostri protagonisti. Non mi rimane altro da dirvi, che seguite e recensite in molti i capitoli, perchè a voi potrà sembrare noioso recensire, ma non sapete quanto servirà a me. A presto!
Sara
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                   
                                                                                                       (Banner di Sara_Scrive)




**

È possibile che ritardi così tanto l’agente immobiliare? Sono qui da venti minuti e non si è ancora visto, dannazione!

Guardo l’orologio posto come sempre al polso sinistro; perfetto sono le sedici meno dieci e io sto morendo dal freddo che le cittadine Londinesi rilasciano nella prima e seconda metà dell’anno.
A dire la verità qui a Londra è quasi sempre freddo quell’aria gelida, quell’aria invernale discende sulla città piuttosto silenziosa simile a un batuffolo di neve che viaggia libero nel cielo per poi posizionarsi sul suolo, o sui gradini dei portoni delle case dallo stile Inglese.
Perciò anche l’aria invernale, si presenta silenziosa ad inizio ottobre, procurando all’essere umano, un bel raffreddore e perché no anche un fastidioso mal di gola.

Essa non è ben amata da molti; anzi molto spesso ce l’hanno con lei perché secondo tali non è capace di farsi amare per colpa del freddo gelido, che arriva da lontano ogni anno, portandoselo dietro.
Ce l’hanno con lei anche per l’aria triste e malinconica che accompagna tutto quel clima polare, quelle giornate piovose, quelle giornate umide e noiose che partono da ottobre per poi terminare a metà aprile; quando poi la primavera portando via ogni nuvola grigia, ogni foglia secca sospendendo le piogge fredde, e spazzolando via i mucchi di neve posti ai lati delle strade…fa spazio alle belle giornate, governate da un sole caldo e piacevole.
Ma in tutto l’odio che l’essere umano ripone nell’inverno, c’è solo un periodo dell’anno in cui quest’ultimo ama tutta quell’aria fredda, tralasciando da una parte la malinconia e la tristezza per un paio di settimane.

Nel periodo Natalizio, durante i festeggiamenti quel clima tanto odiato non può mancare, deve essere presente e regalare qualche sorriso ai bambini, che vestendosi in maniera assai pesante scendono in strada a giocare a palle di neve…formando una sorta di battaglia tra di loro.
Senza quella magica atmosfera non sarebbe Natale, senza quella magica atmosfera, non ci sarebbero le grandi urla dei bambini che ansiosi fanno il conto alla rovescia per aprire i loro regali.
Non ci sarebbero nemmeno i loro grandi occhi sbarrati, nel mentre che aprono i pacchi riposti con cura sotto l’albero da mamma e papà, trovando di seguito il giocattolo che desideravano da molto tempo.

È inutile dire che senza l’aria magica che sa tirare fuori il freddo polare e l’atmosfera invernale, non ci sarebbero nemmeno quei sorrisi felici dei loro genitori…che insieme provano gioia nell’aver reso felici i loro amati figli.
E non c’è persona come me, che ama da morire tutto questo…con la differenza però che io amo l’inverno anche quando non è Natale; amo l’inverno e ciò che lo riguarda lo circonda…sempre.
Lo amo con le sue giornate tristi e malinconiche dove mi danno la possibilità di riflettere; lo amo con le sue giornate fredde in cui uscendo mi sbaruffa i capelli.
Lo amo con le sue giornate piovose, dove una cioccolata calda, un film e il camino acceso che arde o semplicemente il comodo e caldo letto, predominano e vincono uno a zero sulla giornata, che per molte persone può essere definita noiosa…tutto questo ci sta proprio bene.

Perciò credo che non avrò problemi a vivere in una città dal clima perfetto come questo, e dalla quale sono innamorata da tantissimi anni…e che in fondo sogno di abitarci da quando ero solo una piccola adolescente.
Riguardo l’orologio dal laccetto color avorio con il quadrante pieno di brillanti, un vecchio regalo ricevuto qualche anno fa; si sono fatte le quattro in punto, quando il cellulare inizia a squillare incessantemente.

*Inizio telefonata*

-“Salve signorina Busnaghi, sono il signor Petersen dell’agenzia immobiliare, volevo sapere se lei è già arrivata nel quartiere di Middlewich.”

Ah finalmente si è degnato di farsi sentire…alla buon’ora.

-“Salve signor Petersen, si sono arrivata nel quartiere da ben venticinque minuti.”

-“Oh, mi scusi per il ritardo…ma ho avuto un impresto dell’ultimo minuto, se me lo concede ancora tra dieci minuti sarò da lei…e sarò a sua completa disposizione per
qualsiasi cosa.”

-“D’accordo l’aspetto.”

E meno male dicono a me che sono sempre in ritardo, e che sono un irrecuperabile ritardataria. E questo tizio allora cos’è? Direi che è proprio un caso perso…

-“Vedrà che con quello che ho da mostrarle, riuscirà a perdonarmi il ritardo.”

È seriamente convinto che possa accadere questo eh? E poi cosa fa…perde tempo a fare il cascamorto con me? Roba da matti…

-“Con la casa intendo…non fraintenda. Mi creda, la casa che le ho trovato è una vera chicca.”

-“Questo spetta a me dirlo, non a lei. Comunque la ringrazio in anticipo, ci vediamo fra poco.”

*Fine telefonata*  

Bene mi tocca aspettare altri dieci minuti…che sicuramente con il lungo andare poi saranno venti; per fortuna a zia Alice non ho dato un orario preciso in cui sarei rientrata nella loro villetta a schiera, ma tuttavia per non farla preoccupare le ho lasciato detto, che non appena avrei concluso l’affare se in tal caso la casa mi avesse colpita, avrei chiamato per avvisare del mio rientro.
Con ancora il cellulare tra le mani, per ingannare il tempo decido di guardare tramite la galleria…il portale dove vengono raggruppate tutte le foto che sono state scattate dalla fotocamera del cellulare; le foto della mia bambina.

Ma nello scorrere delle varie finestre, l’indice finisce sull’icona della rubrica telefonica.
All’inizio non bado molto ad alcuni nomi che noto presenti ed evidentemente salvati sul telefono; nello scorrere delle lettere riposte ai lati, trovo dei numeri da eliminare…perché oramai non sento più determinate persone dai tempi della scuola, e alla fine è giusto dare un taglio al passato.
Così una volta cancellati vari numeri, decido di premere il tasto che mi riporterebbe al menù principale, ma poi non essendomi accorta a che lettera sono finita, riesco a vedere un nome farsi ‘spazio’ tra gli altri…fino a quando non riesco a leggerlo chiaramente: Aurora. 

Un leggero brivido mi oltrepassa la schiena, è passato un anno e mezzo dall’ultima volta che l’ho vista, nonostante abitiamo più o meno vicine…non ci siamo mai riviste, è come se ci fossimo tolte il desiderio e la necessità di vederci; nonostante siamo state grandi amiche ci siamo tolte anche il saluto.
Non so se è giunto finalmente il momento di recuperare il rapporto; un rapporto perso per colpa della paura, che mi ha portata a nascondermi da lei, dalla mia migliore amica.
Non so se adesso poi sia il momento giusto per riallacciare l’amicizia lasciata in sospeso, dal momento che se tutto va come voglio fra un paio di mesi circa mi trasferirò qui a Londra, perdendola di nuovo per colpa della distanza.
Non so ancora se sono pronta adesso di rivelarle l’esistenza di Alyssa, non so lei come possa reagire ad una notizia del genere…ho paura di sentire la sua voce delusa, amareggiata per avere un’amica tanto sciocca come me.

*Inizio telefonata*

-“Ciao Aurora sono Sara.”

-“Sara…da quanto tempo che non ci sentiamo.”

Una breve prima pausa, arriva in questa strana telefonata…una telefonata che dovrebbe essere tutt’altro che stana, tra due migliori amiche.

-“Sara puoi spiegarmi adesso, cosa ti ho fatto per stare un intero anno lontana da me? ”

-“Aurora tu non mi hai fatto proprio nulla, sono io che ho fatto qualcosa. Ho fatto una cosa della quale provo una certa vergogna. Una un passo più lungo della gamba,
assai più lungo…ho combinato un vero e proprio casino…la quale tutt’ora non riesco a parlartene.”

-“Dio, così mi spaventi…cosa avrai mai fatto? Non può essere così terribile no?”

No, non è una cosa terribile, al contrario è una cosa meravigliosa.
In effetti Alyssa non è una cosa terribile, non lo è mai stata, nemmeno quando era un piccolo esserino di poche settimane dentro la mia pancia, e mai lo sarà.
Anzi la mia piccolina, è la cosa più bella che mi sia capitata...ma di certo parlarne con un’amica, anzi la propria migliore amica è un po’ imbarazzante perché avendo avuto la bambina in piena giovinezza, è come se la deludessi di me, da ciò che ho fatto con Harry quella notte.

È come dire che la nostra azione è stata sbagliatache noi due siamo sbagliati…che siamo stati incoscienti, che siamo stati dei perfetti idioti non essendo stati attenti ad ogni particolare. In questo momento ho paura di essere giudicata malamente anche da lei…ho paura che possa smettere di volermi bene, e reputarmi una persona irresponsabile.
Ho paura di non essere più degna della sua amicizia.

-“È successa una cosa con Harry, una cosa inaspettata, una cosa non pianificata…”

Il suo silenzio non mi aiuta per niente, non mi aiuta a confessargli della presenza di Alyssa nella mia vita.
Vorrei che dicesse almeno qualcosa, anche un minimo ‘mmm, continua’ o che mi dicesse che qualsiasi cosa io abbia combinato non scombussolerà la nostra amicizia, ma lei invece da brava ascoltatrice qual è continua a rimanere in silenzio.

-“Aurora abbiamo fatto un casino, un casino con i fiocchi…e io adesso mi ritrovo da sola a fare da ma…”

Non riesco in tempo a finire la frase, che un rumore dietro di me proveniente da un cespuglio di foglie mi impaurisce.
Molto probabilmente è l’agente immobiliare che essendo arrivato in orario come stabilito, non vuole disturbarmi, permettendomi di finire la chiamata.
Questo almeno è quello che penso io, perciò forse è meglio se chiudo questa telefonata, e mi precipiti a vedere la mia futura casa.

-“Senti Aurora devo andare, mi ero dimenticata di avere un appuntamento importante…mi dispiace, sarebbe stato bello poter continuare a parlare. Mi sei mancata tanto.

-“Non ti preoccupare capisco, anche io ho un impegno…mi sono completamente scordata che devo andare da Nathan.”

-“Hai un nuovo ragazzo?”

-“Ehm? Si esatto devo andare proprio da lui…mi sta aspettando. Mi sei mancata anche tu.

-“Ciao.”

-“Ah Sara, per la cronaca…non sei l’unica ad aver fatto un casino con Harry, la stessa cosa è capitata anche tra me e Zayn. E credimi so che non è facilema non ti devi vergognare di nulla. Ti voglio bene, ci sentiamo presto, ciao.”

*Fine telefonata*   

‘…ma non ti devi vergognare di nulla. Cosa vorrà dire questa frase? Non sarà mica che forse anche lei con Zayn hanno avuto...’ ad interrompere i miei pensieri, è una figura alta e slanciata che fa capolino dal cespuglio che si trova appena dietro di me, cattura la mia attenzione per via dell’andamento misterioso dei suoi movimenti.
La sagoma di questa persona indossa una felpa nera, con indosso anche l’imminente cappuccio dalla quale fuoriescono alcune ciocche di capelli…non so per quale strano motivo ma il mio istinto mi sta autoconvincendo che quello è mio padre.

-“Come investigatore privato fai proprio schifo papà.”

Una sigaretta viene gettata a terra; il ciclo rilasciato dalla nicotina è finito, e di conseguenza viene schiacciata dal piede di mio padre.

-“A volte mi spaventi sai? Dove lo tieni nascosto il terzo occhio? Come hai fatto a capire che ero io quello riposto dietro la pianta?”

-“Non ho un terzo occhio, ma ho un istinto micidiale. Lo so per il semplice fatto che tu essendo un padre troppo geloso delle proprie figlie, le segui anche in capo al mondo. Di fatti sei venuto a Londra con me.”

-“Perché non hai detto a Aurora di Alyssa?”

-“Perché no…non mi sento ancora pronta.”

-“Se aspetti di essere pronta Alyssa potrebbe anche prendere il diploma nel frattempo, sai?”

-“Sono affari miei questi non tuoi.”

-“Tu sei mia figlia, sono affari miei.

-“Con la mamma come va? Vedo che ultimamente state ancora più vicini del solito. Stai tentando di riprovarci con lei?”

Silenzio totale. Come mettere mio padre in imbarazzo?
Parlandogli della propria ex moglie, facendogli notare che nonostante tutto, nonostante gli anni di separazione lui continua a provare amore per lei…quella donna che anni prima gli fece perdere la testa, e il cuore.
Il suo è un amore che però cela nell’abisso del silenzio, un innamorato non ricambiato.
Un amore che trasformatosi poi parecchi anni fa in odio, è arrivato a sfiorare l’amicizia che i due continuano a tenere per amore dei propri figli…un amore che adesso almeno da parte di uno dei due è tornato allo stadio base.

Amore più odio di solito dovrebbe dare come risultato odio, un po’ come più per meno, meno…ma questo è ad eccezione di Emanuele Busnaghi; per lui il risultato rimarrà sempre invariato, lui resterà sempre innamorato di lei.

-“Smettila di mettere sempre in mezzo tua madre, e la scusante che la amo ancora pur di non parlare di ciò che imbarazza te.”

-“Uso la tecnica dell’occhio per occhio come tu fai con me. Però perché non rispondi alla mia domanda come io ho fatto con la tua? Hai qualcosa da nascondere?”

-“Certamente che no. Vuoi sapere se amo ancora tua madre?”

Annuisco con la testa, lo voglio sapere…anche se dentro il mio cuore conosco già la risposta, conosco già la situazione.

-“...Allora?”

-“Allora cosa?”

-“La ami ancora la mamma?”

Momento di pausa. Non parla…vediamo se con un bel pizzicotto adesso mi dice la verità.

-“Ahia, si la amo d’accordo.”

Lo sapevo, lo sapevo…ne ero certa, perché gli si legge benissimo negli occhi.

-“Ma è tutto complicato Sara…è complicato come tra te e il riccio Inglese. Non esattamente nei minimi dettagli, ma è complicato anche per noi. Forse per noi lo è di più visto che siamo stati insieme per tanti anni, forse perché abbiamo qualche anno in più rispetto a voi, forse perché invecchiando aumenta anche l’orgoglio. Forse perché siamo stanchi di soffrire e di far soffrire l’altro.”

-“Dai papà non fare così, ci sono io con te.”

Camminiamo a passo lento vicini l’uno all’altra, andando in su e giù per la stradina per ingannare ancora una volta l’ennesimo ritardo del signor Petersen; quando mio padre inizia a farmi alcune domande.

-“Perché non mi hai mai detto in tutti questi mesi, che avevi intenzione di venire a vivere da sola con la bambina qui a Londra?”

-“È complicato papà, non te l’ho mai detto fin ora per alcuni motivi. Non te l’ho detto semplicemente perché tu non mi avresti dato il permesso, semplicemente perché mi avresti fatto un sacco di domande. Per esempio una domanda che mi avresti fatto sicuramente è, come farò a mantenere me e Alyssa dal momento che non ho un lavoro, mi avresti detto che sono troppo giovane per poter vivere da sola e per di più con una bambina piccola.”

-“È vero come farai…come riuscirai a fare tutto da sola, senza noi che ti guardiamo la piccola quando non sei a casa? Come farai a lavorare, a badare alla casa e a occuparti di tua figlia contemporaneamente? Non voglio impedirti di fare le tue esperienze, ma solo non voglio che tu sia in difficoltà, tutto qui.”

-“Papà credimi è tutto sotto controllo, non farei questo passo se non fossi sicura di aver calcolato ogni cosa. La casa di moda dove mandai il curriculum un anno e mezzo fa per un posto di lavoro, mi ha mandato un’email tre settimane fa comunicandomi che c’è un posto libero adesso, e io ho accettato per cui assumendomi dovrò vivere qua; inizierò a lavorare verso Maggio. Perciò la questione lavoro è risolta, per l’acquisto della casa ho i soldi di Des Styles che presumo mi dovrebbero più che bastare…quel vigliacco ha staccato un signor assegno pur di non far sapere a suo figlio, che è diventato padre di una bellissima bambina. Poi ho letto che qua in Inghilterra ci sono ottimi asili anche vicino ai posti di lavoro, così aiutano le mamme a non spostarsi troppo in qua e la per la città perdendo alcune ore lavorative. Ho sentito dire che qui la gente è molto cordiale, gentile, disponibile e soprattutto che aiutano anche le ragazze madri sia economicamente che per altre cose. Perciò papà credimi ci troveremo bene qui, non ti devi preoccupare.”

Con le mani infilate nelle tasche laterali dei pantaloni, lo sguardo basso rivolto alla strada mi domanda con un’aria malinconica.

-“Perché hai scelto di venire a vivere proprio in Inghilterra? In una cittadina che dista solo tre minuti circa da Holmes Chapel? Lo fai per Harry? Per la piccola Alyssa?”

-“Vuoi una risposta sincera? Ebbene si lo faccio per lei, perché in tutto questo lei non ha colpa, non è giusto che lei cresca senza un padre per via di suo nonno Des, che non vuole che suo figlio interrompa la carriera di cantante appena intrapresa per stare con la sua famiglia. Perciò si, mi sono trasferita qua per cercare di farsaper in un modo o nell’altro a Harry dell’esistenza di nostra figlia. E in più voglio essere una ragazza responsabile da sola per me stessa e per la mia bambina, voglio essere la colonna portante della mia famiglia.

-“Sono fiero di te…sei una madre e una ragazza eccezionale. E so che mi mancherai moltissimo, molto di più di quanto tu pensi.”

Possiamo essere cane e gatto quanto vogliamo ma ci vogliamo un bene immenso alla fine…e credo che si, mancherà tanto anche a me.

-“Dai papà, infondo l’Inghilterra non è poi così lontana dall’Italia, dista solo due o tre ore d’aereo. Al massimo se ti manca tanto litigare con qualcuno puoi sempre telefonarmi, o al limite puoi venire da me per qualche giorno, e possiamo stare a litigare anche tutta la notte.”

-“Credo che si possa fare, credo proprio che accoglierò molto volentieri la tua offerta.”

Ci guardiamo dritti negli occhi, è così bello avere questi momenti commuoventi con il proprio padre che a volte vorrei che non smettessero mai.
Si avvicina a me, tende a raccogliere le mie braccia per poterle posizionare dietro alla sua schiena e racchiudermi in un abbraccio confortevole, in un abbraccio di speranza, di fiducia, di coraggio.
Mi mancheranno un sacco i suoi abbracci, e le sue parole di conforto in un momento triste come di solito mi prende; ma questo è il ‘prezzo’ da pagare per cominciare a riportare ordine nella mia vita.
La magia che si stava ‘respirando’ fino a poco fa nell’aria, viene improvvisamente interrotta da un suono, da una voce in particolare.

-“Signorina Busnaghi? Sono il signor Petersen dell’agenzia immobiliare.”

Mi distacco dalle braccia di mio papà, e sistemandomi i capelli mi giro per rispondere.

-“Ben arrivato…dov’era finito in tutto questo tempo?”

-“Ehm mi scuso per l’immenso ritardo, ho avuto un imprevisto per la quale sono dovuto correre in ospedale. Mio figlio…giocando a football con gli amici, si è fatto male a una gamba.”

-“Oh mi dispiace, spero nulla di grave!”

-“No per fortuna ha solo una micro frattura, deve stare a riposo per alcuni giorni…grazie per averlo chiesto. Comunque adesso sono qui con lei per farle vedere la casa, sempre se lei voglia vederla ancora.”

-“Certo che si, adesso più che mai sono determinata a trovare una casa, andiamo.”

-“Prego mi segua allora.”

E così dopo aver aspettato un tempo che sembrava infinito abbracciata a mio padre, vado a conoscere quella che spero sia la casa dei miei sogni.
                                                                                                                             


















Spazio Autrice:
Buon pomeriggio a tutte ragazze come state? Io sto meglio adesso, ho passato alcuni mesi non bellissimi, anzi direi proprio pessimi e come al mio solito sono finita per rinchiudermi in me stessa, allontanandomi da tutto e da tutti persino dalla scrittura, dalle mie pagine di facebook, dai siti come efp eccetera. Ma per fortuna sono già alcune settimane che sto meglio come ho detto sopra, e mi sono detta che era l’ora di riprendere in mano le vecchie abitudini; perciò ho ripreso a scrivere i capitoli di We Belong Together, e spero che ne siate felici. Dunque erano parecchi mesi che non aggiornavo cinque mesi per esattezza, e dove eravamo rimasti? Eravamo rimaste che Sara era andata in Inghilterra alloggiando dagli zii materni, per vedere di acquistare una casa per lei e la figlioletta. So che questo capitolo non parla molto, non dice niente di nuovo continua quello precedente insomma, ma ho voluto scriverlo così per chiudere in bellezza questa parte, questo pezzo dedicata al passo in avanti che farà poi la protagonista. Come avete visto dopo non so quanti capitoli ricompare anche se per poco l’amica della nostra protagonista, le due hanno iniziato a parlarsi di nuovo, hanno iniziato a fare un passo avanti per riavvicinarsi. Ma Sara non sa ancora che anche Aurora costudisce un segreto e che segreto. Nel prossimo capitolo la protagonista incontrerà casualmente una persona al supermercato e chissà la reazione di entrambi. Beh vi ho anticipato qualcosa non troppo perché altrimenti non vi rimane addosso quella suspance che ci vuole quando si legge e segue una storia. Volevo chiedervi una cosa, se vi piace la storia e la seguite veramente…quando preferite che io aggiorni? Vi torna se io aggiorno una volta o due alla settimana? Che giorni preferite? E soprattutto a che ora vi torna di più leggere e recensire? Vi chiedo tutto questo perché io ci tengo ai vostri pareri e cerco di mettervi a vostro agio il più possibile. Detto questo adesso scappo ho una visita dall’oculista da fare e che rimando da troppo tempo. Ci sentiamo presto…
Baci.
Sara.
PS: rispondetemi almeno a queste minime domande a titolo informativo.
    



Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
 Ecco la trama:
 
N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n} 
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.” 
“E se uno viene sottratto all'altro...” 
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo. 


Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati. 

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"
 
 Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2356207&i=1


E se volete altre storie sui One Direction passate da Cassandra_97 e andate a leggere la sua Fanfiction Horizon, vi lascio la trama.

“Lily ci sei?” si interrompe subito per richiamare la mia attenzione.
“Ehm, si. Stavo solo pensando.”
“A cosa?”
“A te.”
“E cosa pensi di me?”
“Che su un palco staresti divinamente.”
“Non esagerare. Sono intonato, va bene, ma non diventerò mai un cantante professionista.”
“Secondo me potresti farlo. Già ti vedo, fra qualche anno, ad incantare una platea con la tua voce.” Abbassa lo sguardo e si fa più serio. Starà pensando quello a cui ho pensato io. 
“Perchè non provi ad entrare in un vero Talent Show? Finalmente potresti cantare di fronte ad un pubblico vero, e non solo di fronte a me.”
“Il mio vero pubblico sarai sempre tu.”
 
E il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2463217&i=1
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Vaporeon_92