Katie sbatté un paio di volte le palpebre prima di rendersi conto di trovarsi dentro ad un enorme clessidra di vetro. Aveva i lunghi capelli biondi metà appiccicati al viso per via del sangue e l’altra metà tutta arruffata e indossava ancora il vestito rosso che aveva nel incidente in auto. Era piena di tagli: sulle braccia, sul viso, sul collo e sul petto. Katie guardò verso il basso e notò che pian piano stava venendo risucchiata dal buco che l’avrebbe portata al bulbo sottostante. Il bulbo in basso, pian piano si stava riempiendo di sangue, del sangue di Katie.
La ragazza iniziò ad urlare e sbattere le mani contro al vetro della clessidra. Era spaventata a morte. Che diamine stava succedendo? E dove si trovava?
Di colpo Katie sentì la clessidra muoversi e due mani scheletriche avvolgerla.
Le due enormi mani scheletriche iniziarono a scuotere con forza la clessidra, fino a far materializzare Katie fuori da essa. Ma comunque all’interno della clessidra c’era una piccola Katie che veniva pian piano risucchiata e trasportata nel bulbo di sotto.
Katie venne investita da una forte luce rossa che le fece chiudere istintivamente gli occhi. Quando li riaprì, si trovò davanti uno alto scheletro vestito di un saio nero, che impugna una falce fienaia. Katie urlò ma dalla sua bocca non uscì nemmeno un suono. La Morte scosse il cranio scheletrico, «Tutte le sante volte urlate come dei pazzi» la sua voce era bassa e profonda. Katie aveva notato che la bocca non si era minimamente mossa e allora capì che parlava attraverso la mente.
«Chi sei? E perché mi trovo qui?» domandò e questa volta la voce c’era. Lei ovviamente mosse le labbra.
La Morte fece un passò in avanti e avvicinò il suo teschio al viso della ragazza «Sono la Morte e tu ti trovi qui perché sei nel mio limbo, nella mia casa». Katie tremò impaurita. Pensò di scappare, ma dove sarebbe andata? Era nel limbo della Morte...l’avrebbe trovata ovunque si fosse nascosta.
«Ma io…mia madre? Ero con lei e Sarah, Sarah!» strillò Katie sventolando una mano in avanti.
«Loro sono vive, tu sei bloccata qui» disse la Morte, andandosi a sedere sul suo trono composto da teschi e ossa di ogni parte del corpo.
«Perché io?» domandò tirando su con il naso. Solo allora si rese conto di star piangendo e non semplici lacrime, ma lacrime di sangue.
«Perché tu sei l’unica che è morta in quel incidente» scrollò le spalle scheletriche e aspettò che il suo corvo si appoggiasse sulla falce. La Morte sfiorò con un lungo dito scheletrico il capo del corvo che gracchiò per poi puntare i suoi occhi rossi in quelli azzurri e spaventati di Katie.
«Forza siediti. Dobbiamo parlare di una questione molto importante» disse serio, facendo rabbrividire Katie.
Katie annuì e alzando il suo lungo vestito rosso, strappato in certi punti, si andò a sedere sull’ultimo gradino, al fianco del trono e aspettò che la Morte le parlasse.
La ragazza si mise a guardare in giro e notò che quella stanza oltre ad essere circolare, era davvero spoglia e cupa. Non vi era alcun oggetto o mobile, solamente il trono al centro della stanza. Ed era illuminata solamente da torce appese alle pareti, fatte di pietra, intorno a loro.
Katie si passò l’indice e il medio, di entrambe le mani, sotto agli occhi per togliere via i residui delle lacrime versate. Quando abbassò lo sguardo e si guardò le mani, vide il sangue, il suo sangue.
«Perché piango sangue?» domandò Katie, pulendosi le mani macchiate di sangue sul vestito.
La Morte si mise una mano sotto al mento per sostenersi la testa e guardò attentamente Katie, «Perché non possiedi più la tua anima» rispose con chiarezza.
«Oh..» Katie era senza parole. Aveva perduto la sua anima e ora, ora era costretta a stare in un limbo per sempre.
«C’è una possibilità che tu possa riaverla indietro, intendo l’anima » spiegò in modo cortese il cupo mietitore. Katie alzò di scatto il viso e guardò attentamente il mietitore ma poi distolse lo sguardo, perché quei buchi neri al posto degli occhi gli facevano venire i brividi. Il corvo gracchiò per poi spostarsi sulla spalla di Katie. La ragazza balzò in aria spaventata, per poi scusarsi e rimettersi a sedere, cercando anche di calmarsi un po’.
«Se vuoi indietro la tua anima…dovrai uccidere cento persone e prenderne le anime per me» continuò a spiegare il cupo mietitore «Ma avrai tempo solamente fino al giorno di Halloween» disse infine.
«Poi avrò indietro la mia anima?» domandò Katie dopo aver ascoltato la proposta del mietitore. La ragazza poi si rese conto che mancavano esattamente tre mesi ad Halloween e sperò con tutto il cuore di riuscire a farcela.
La Morte rise e la sua risata echeggiò dentro alla testa di Katie, come una dolce melodia macabra.
«Vedo che il fatto di uccidere persone non ti ha fatto cambiare idea sul riavere indietro la tua anima» constatò lo scheletro grattandosi il mento ossuto.
Katie gonfiò le guance con fare infantile «Non voglio rimanere bloccata qui per l’eternità e poi so già chi saranno le mie vittime» disse infine scrollando le spalle.
«Bene, allora puoi andare nella tua stanza. Hergar falle strada» concluse la Morte, dando al corvo un colpetto in testa e indicandole la porta alla sinistra del trono.
La ragazza iniziò ad urlare e sbattere le mani contro al vetro della clessidra. Era spaventata a morte. Che diamine stava succedendo? E dove si trovava?
Di colpo Katie sentì la clessidra muoversi e due mani scheletriche avvolgerla.
Le due enormi mani scheletriche iniziarono a scuotere con forza la clessidra, fino a far materializzare Katie fuori da essa. Ma comunque all’interno della clessidra c’era una piccola Katie che veniva pian piano risucchiata e trasportata nel bulbo di sotto.
Katie venne investita da una forte luce rossa che le fece chiudere istintivamente gli occhi. Quando li riaprì, si trovò davanti uno alto scheletro vestito di un saio nero, che impugna una falce fienaia. Katie urlò ma dalla sua bocca non uscì nemmeno un suono. La Morte scosse il cranio scheletrico, «Tutte le sante volte urlate come dei pazzi» la sua voce era bassa e profonda. Katie aveva notato che la bocca non si era minimamente mossa e allora capì che parlava attraverso la mente.
«Chi sei? E perché mi trovo qui?» domandò e questa volta la voce c’era. Lei ovviamente mosse le labbra.
La Morte fece un passò in avanti e avvicinò il suo teschio al viso della ragazza «Sono la Morte e tu ti trovi qui perché sei nel mio limbo, nella mia casa». Katie tremò impaurita. Pensò di scappare, ma dove sarebbe andata? Era nel limbo della Morte...l’avrebbe trovata ovunque si fosse nascosta.
«Ma io…mia madre? Ero con lei e Sarah, Sarah!» strillò Katie sventolando una mano in avanti.
«Loro sono vive, tu sei bloccata qui» disse la Morte, andandosi a sedere sul suo trono composto da teschi e ossa di ogni parte del corpo.
«Perché io?» domandò tirando su con il naso. Solo allora si rese conto di star piangendo e non semplici lacrime, ma lacrime di sangue.
«Perché tu sei l’unica che è morta in quel incidente» scrollò le spalle scheletriche e aspettò che il suo corvo si appoggiasse sulla falce. La Morte sfiorò con un lungo dito scheletrico il capo del corvo che gracchiò per poi puntare i suoi occhi rossi in quelli azzurri e spaventati di Katie.
«Forza siediti. Dobbiamo parlare di una questione molto importante» disse serio, facendo rabbrividire Katie.
Katie annuì e alzando il suo lungo vestito rosso, strappato in certi punti, si andò a sedere sull’ultimo gradino, al fianco del trono e aspettò che la Morte le parlasse.
La ragazza si mise a guardare in giro e notò che quella stanza oltre ad essere circolare, era davvero spoglia e cupa. Non vi era alcun oggetto o mobile, solamente il trono al centro della stanza. Ed era illuminata solamente da torce appese alle pareti, fatte di pietra, intorno a loro.
Katie si passò l’indice e il medio, di entrambe le mani, sotto agli occhi per togliere via i residui delle lacrime versate. Quando abbassò lo sguardo e si guardò le mani, vide il sangue, il suo sangue.
«Perché piango sangue?» domandò Katie, pulendosi le mani macchiate di sangue sul vestito.
La Morte si mise una mano sotto al mento per sostenersi la testa e guardò attentamente Katie, «Perché non possiedi più la tua anima» rispose con chiarezza.
«Oh..» Katie era senza parole. Aveva perduto la sua anima e ora, ora era costretta a stare in un limbo per sempre.
«C’è una possibilità che tu possa riaverla indietro, intendo l’anima » spiegò in modo cortese il cupo mietitore. Katie alzò di scatto il viso e guardò attentamente il mietitore ma poi distolse lo sguardo, perché quei buchi neri al posto degli occhi gli facevano venire i brividi. Il corvo gracchiò per poi spostarsi sulla spalla di Katie. La ragazza balzò in aria spaventata, per poi scusarsi e rimettersi a sedere, cercando anche di calmarsi un po’.
«Se vuoi indietro la tua anima…dovrai uccidere cento persone e prenderne le anime per me» continuò a spiegare il cupo mietitore «Ma avrai tempo solamente fino al giorno di Halloween» disse infine.
«Poi avrò indietro la mia anima?» domandò Katie dopo aver ascoltato la proposta del mietitore. La ragazza poi si rese conto che mancavano esattamente tre mesi ad Halloween e sperò con tutto il cuore di riuscire a farcela.
La Morte rise e la sua risata echeggiò dentro alla testa di Katie, come una dolce melodia macabra.
«Vedo che il fatto di uccidere persone non ti ha fatto cambiare idea sul riavere indietro la tua anima» constatò lo scheletro grattandosi il mento ossuto.
Katie gonfiò le guance con fare infantile «Non voglio rimanere bloccata qui per l’eternità e poi so già chi saranno le mie vittime» disse infine scrollando le spalle.
«Bene, allora puoi andare nella tua stanza. Hergar falle strada» concluse la Morte, dando al corvo un colpetto in testa e indicandole la porta alla sinistra del trono.