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Autore: CassandraBlackZone    29/09/2014    1 recensioni
Paura? No, lei non aveva affatto paura. Ed era proprio questo quel qualcosa in più.
Correre per lei non era mai stato un modo per scappare, anzi: correre per lei era l’unico modo per superare la monotonia e anche se stancante, era lo svago che più la soddisfaceva. Persino più del contare le statue del Duomo.
Emily amava correre. Da sempre.
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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PREMESSA DELL'AUTRICE:
Ahi ahi ahi... devo aver combinato qualcosa col cellulare e ho per sbaglio modificato da "in corso" a "completa"... ops... mannaggia a questa tecnologia!! XD
Non è finita qui! Assolutamente no! Anzi, ho appena cominciato!! 
Scusate ancora!!

Cassandra

“Pensi che Jake non… ucciderà Massy, Dottore?” chiese Emi, tra una leccata e l’altra del gelato.
“Stai tranquilla, Emi” le sorrise il Dottore facendo l’occhiolino “l’ho scannerizzato per bene ed effettivamente era stato programmato per proteggere.”
“Ma ha ucciso il vero Jake” precisò Jeremy “Oppure no?”
“Beh… sì… è pur sempre un androide cacciatore, anzi, era. E’ probabile che chi lo avesse creato gli avesse anche ordinato di eliminare chiunque fosse un ostacolo per lui.”
“Hai avuto le risposte che cercavi da Randy?”
“Purtroppo no. Non è stato molto d’aiuto.”
“Scommetto che lo hai conciato per le feste,per questo ci hai detto di uscire.”
“Se c’è una cosa che devi sapere per poter iniziare a viaggiare col Dottore, Jeremy, è che lui cerca di evitare la violenza e le armi. O meglio, questo Dottore.”
All’improvviso Jeremy smise di camminare, dividendosi da Emi e il Dottore di circa dieci metri. I due, accortasi della sua assenza, si girarono.“Che hai, Jeremy?” disse il Dottore.
Balbuziente, il ragazzo cercò di dire una frase di senso compiuto invano “Co-cosa… hai detto, Emi?”
“Io?”
Annuì.
“Ho detto: che se vuoi iniziare a viaggiare col Dottore, devi sapere che lui no-…”
“Io questo lo so già.” La interruppe con un po’ più di sicurezza. “Quella donna, quella con l’impermeabile, mi ha detto delle cose sul conto del Dottore. Anche se ancora faccio fatica a comprenderle.”
“E allora dove sta il problema? Col tempo lo consocerai.”
“E’ questo il problema. Io… posso davvero venire con voi?”
Emi si voltò verso il Dottore confusa. L’alieno rispose a tono scrollando le spalle. “Scusa, se non sbaglio il Dottore ti ha detto che potevi restare, no? Fino a quando non avremo scoperto perché io e te siamo legati dalla donna con l’impermeabile. Dico bene, Dottore?”
“Assolutamente.” Rispose il gallifreyano sorridendo. “In più, se non sbaglio, la donna misteriosa ti ha detto di proteggere Emi, giusto?”
“Oi, non mettere in ballo questa storia.” Lo ammonì Emi a denti stretti.
“Ma... come faccio con la scuola? Sono nel bel mezzo di una gita!” si allarmò Jeremy  “Oddio… adesso mi uccideranno se non torno!”
“Non penso che questo sarà un problema, my dear.”
Il primo a girarsi e a riconoscere la voce, fu il Dottore, con un’espressione seria sul volto e la fronte aggrottata in segno di disappunto: era Mrs. Alba, vestita con un outfit gotico invernale rigorosamente nero  accompagnato da un ombrello decorato con pizzi e merletti viola, che allargò un sorriso al Dottore come niente fosse.
I could help you.
 
Randy passò la lingua prima sulla fila superiore e poi la fila inferiore. Il forte sapore di ferro lo indusse a sputare il sangue per l’undicesima volta sul pavimento “Bleah, che schifo.”
Del giro di due ore, il cacciatore aveva provato invano di liberarsi in quelle manette antiquate di ferro, che ad ogni suo movimento graffiavano entrambi i polsi, lasciando dei segni rossi ben visibili.
 
Rimarrai in isolamento per un mese per aver forzatamente inoltrato una missione senza permesso. Verrai inoltre degradato, Randy della gilda Loto 2.
 
“Dannato Dottore. Questo me la pagherai. Stanne certo!”
“Non ne dubito, mio caro Randy.”
Quasi come s avesse ricevuto un ordine, Randy smise subito di divincolarsi e non osò alzare la testa. con la coda dell’occhio riuscì a distinguere le ruote di una sedia a rotelle e un paio di scarpe nere lucide.
“Ma… questa voce?” disse con la voce che gli tremava “E’ lei… signorina Hana.”
Una pausa di silenzio divise lui e l’ospite inatteso, poiché quest’ultima allargò un sorriso malizioso “Suvvia, Randy. A me non piace parlare con le persone che tengono lo sguardo rivolto sul pavimento. Chi lo fa rischia di rimanere senza testa. Avanti. Alzala.”
Il cacciatore alzò lentamente la testa “Mi… mi perdoni, signorina Hana.”
Sia Shila che lo stesso Dottore, non potevano essere minimamente considerate come le principali paure di Randy, se confrontate con Hana Hasu, la figlia del capo dell’organizzazione Loto. La sua sola presenza gli incuteva un indescrivibile terrore: brividi a fior di pelle, tremori intermittenti di qualsiasi parte del corpo e l’incapacità di parlare.
Agli occhi poteva sembrare un’innocua ragazzina di tredici anni su una sedia a rotelle.
Il suo volto era delicato come quella di una bambola di porcellana. I suoi lineamenti puramente giapponesi davano un senso di serenità a chi la guardava per la prima volta. E i suoi capelli, erano di una rarità unica, naturalmente lisci, lunghi fino alle ginocchia e di un nero profondo. Ma sotto quei sorrisi d’angelo e quei sofisticati abiti bianchi dell’Ottocento, si nascondeva la persona più sadica, più ignobile, persino più crudele di Randy che il cinquantunesimo secolo avesse mai visto.
“Christopher ed io ci siamo divertiti ad osservarti lì, in quell’angolo, mentre venivi torturato.” Disse lei con estrema calma e nonchalance “Mi aspettavo un po’ più di sangue, sai?”
“Mi… mi dispiace.” Rispose con un fil di voce Randy.
“Oh, non ti preoccupare. Oggi sono di buon umore. A parte per il reietto. Contavo veramente nella tua riuscita della missione.”
“Mi… dispiace.”
“Dillo un’altra volta, e ti faccio veramente tagliare la testa.”
Il sangue del cacciatore raggelò. Annuì rimanendo in silenzio.
“La missione del reietto è stato archiviato ufficialmente. Pazienza. L’importante è avere un collegamento con lui.”
Altro silenzio e altra conferma con la testa.
“Ho avuto modo di interferire con le cornee di tutti i cacciatori durante ogni applicazione, perciò so tutto. Detto questo,” Hana ordinò con un cenno della mano a Christopher di liberare Randy dalle manette “tu mi parlerai di questo collegamento, Randy. Mi parlerai di questo Dottore. Ora.”
 
Con un paio di sonicizzazioni sulla carta psichica, il Dottore inviò un file alla mail di Mrs. Alba “Con questo… ho finito.”
Perfect, mi affretterò a portarlo all’insegnante che accompagna la classe e allo stesso preside. Puoi pure stare tranquillo, Jeremy.” Disse la donna sorridente.
“G-grazie.”
“Così starete tranquilli per un po’.”
“E che mi dice dei suoi genitori?” Si allarmò Emi.
“Oh, don’t worry. Penserò anche a loro.”
“Emi, Jeremy. Potreste lasciarci un momento da soli, per favore?”
“Eh? E perché?” chiesero i ragazzi all’unisono.
“Ho bisogno di parlare con la vostra prof.”
I due si guardarono e obbedirono. Adocchiato un negozio di souvenir  dall’altra parte della strada, vi ci entrarono.
Rimasti soli, l’umana sorrise all’alieno non altrettanto contento della situazione.
“Che cosa fa qui?” le chiese risoluto.
“Mi pare ovvio, no? Per aiutare.”
“Non è un’umana qualunque, questo l’avevo capito, ma perché? Qual è il suo scopo?”
“Io ci tengo a Emi. Le voglio bene. E devo perciò fare in modo che non le succeda nulla.”
“Stai mentendo.”
Mrs. Alba non smetteva di sorridere, mentre il gallifreyano non abbassava la guardia rimanendo serio e inespressivo.
“La smetterai mai di guardami con quell’espressione?”
“La smetterò quando avrò capito chi è, Mrs. Alba.”
“Continui pure a fare ipotesi. Sono sicura che prima o poi lo scoprirà. For now,” gli sventolò il cellulare davanti alla faccia “ho una comunicazione importante da inviare. Ci vediamo al nostro prossimo incontro. Doctor.”
E per l’ennesima volta, il Dottore si lasciò sfuggire l’occasione di avere delle risposte.
La misteriosa insegnante di inglese si allontanò a suon di tacchi dall’alieno. Attraversata la strada,  proseguì dritto fino a girare un angolo.
 
“Ah, a proposito.” Jeremy iniziò a frugare nelle tasche dei pantaloni e della giacca “Ma… dove l’ho messo… Ah Eccolo! Tieni.”
Giratasi verso di lui, Emi fissò il pezzetto di carta rosa che lui teneva. Riconobbe la scrittura: era quella di Anna. “Che cosa sarebbe?”
“Anna ha cambiato numero di cellulare. Prima della gita mi aveva chiesto di dartelo nel caso ti ritrovassi.”
Emi prese il foglietto e lo lesse nella sua mente. Senza accorgersene lo stava facendo sorridendo.
 
327 xxxx xxx
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Anna <3
 
“Oh, Anna…”
“Le manchi, sai? In questi tre mesi non ha fatto che parlarmi di te e di come le dispiaceva il modo in cui si era comportata con te.”
Alquanto sorpresa, Emi alzò lo sguardo dal foglietto con gli occhi spalancati. Il cuore prese a battere velocemente “Sul serio?”
“Già.”
Emi rilesse per l’ultima volta il numero, lo ripiegò due volte e lo mise nel suo portafogli in una tasca, dove non avrebbe rischiato di perderlo “Dopo le scrivo. Lo prometto.”
“Sarà meglio.”
La situazione non poteva essere più imbarazzante di così: Emi toccava qualsiasi oggetto trovasse sul bancone, mentre Jeremy guardava per aria e sui muri qualsiasi cosa valesse la pena di guardare. Entrambi pregavano che il Dottore finisse di parlare con Mrs. Alba.
“A-allora…” provò a rompere il ghiaccio lui “che fortuna, eh? Mrs. Alba, intendo.”
“Già…” cercò di stargli dietro lei “Insomma… tempismo perfetto.”
“Si vede che dopo l’esperienza che ha vissuto l’ha indotta a starti dietro più di prima.”
“E’… possibile. Ti ha raccontato tutto lei?”
“Sì.”
“Ah, capisco.”
Altri sguardi da talpe tra souvenir a random.
“Ti ricordo che il Dottore ha una macchina del tempo.” Osò questa volta Emi “In realtà non ci sarebbe bisogno di avvisare i tuoi genitori.”
“Allora tanto valeva che non lo facevi anche tu, non credi?”
Sicurezza, così mi ha detto.”
“Beh, si vede che il Dottore lo stia facendo per sicurezza anche per me.”
Touchè.”
Il campanello del negozio attirarono l’attenzione dei ragazzi. Erano entrate due ragazze coreane che si avvicinarono subito alle collane-ricordo. Delusi che non fosse il Dottore, sospirarono.
“Scopriremo mai chi è la donna?”
“Te l’ho detto. Il Dottore indagherà sulla faccenda.”
“Perché dovrebbe farlo?”
“Perché ne è attratto.”
Jeremy la guardò con un sopracciglio alzato “Ma non l’ha mai vista.”
“La faccenda, Jeremy. La faccenda.”
“Ah… giusto.”
“E inoltre dobbiamo capire perché tu mi abbia dimenticata quando sono andata via.”
“Vero.”
“Tutto questo è assurdo!”
“Hai ragione. Non immagini quanta ansia avevo accumulato nel giro di quei tre mesi!”
“No, non intendo quello.”
“Eh? E che cosa?”
Emi mostrò a Jeremy un ciondolo in acciaio a forma di cuore con la bandiera del Regno Unito stampato sopra “Un ciondolo così piccolo venticinque sterline? Ma stiamo scherzando?”
Jeremy scoppiò gradualmente a ridere. Emi si lasciò trasportare e iniziò a ridere insieme a lui.
“Sei… sei davvero  impossibile tu! Siamo appena sopravvissuti da una morte certa, e tu ti preoccupi del prezzo di una collana! Ahah! Non ci credo!”
“Beh, ahah.  Se c’è una cosa in cui sono brava, è adattarmi ala situazione.”
“Che non è cosa da poco.” Nascosto dietro ad un quotidiano, il Dottore uscì allo scoperto e abbracciò i due ragazzi allibiti.
“Do-Dottore!! Era qui tutto il tempo?”
“Quando sei entrato?!”
“Due secondi dopo le ragazze coreane. Ve l’avevo detto, no? Massy ha imparato i trucchi del mestiere da me.”
“Oh, ma guardalo come si vanta.” Scherzò Jeremy intrappolato dal braccio sinistro del gallifreyano.
“Ti ci abituerai” lo consolò Emi.
“Oh, suvvia ragazzi! Dovreste stare allegri! Abbiamo salvato Londra, cacciato i cacciatori, e abbiamo, per così dire, salvato Massy! È stata una giornata fantastica!”
“Ok, su questo posso essere d’accordo.”
“Bravo, Jeremy! Questo è lo spirito giusto! Non male il ragazzo… direi che hai passato la prova! Andiamo?”
Lasciati i due ragazzi, il Dottore aprì la porta del cancello e fece un inchino “Prima le signorine.”
Emi scosse la testa sorridendo “Ma grazie.”
“E i signorini.” Strizzò l’occhio.
“Oh, ma piantala.”
Usciti dal negozio, un sole inaspettatamente spogliato dalle nuvole lasciò che li scaldasse e dimenticassero l’avventura appena conclusa.
“Sei anche metereologo, Dottore,” Emi si riparò dalla luce del sole con una mano “è veramente una giornata fantastica.”
“Che vi dicevo? Forza, si va! Che ne dite di festeggiare l’entrata nel gruppo di Jeremy con un po’ di dolci? Alla fabbrica di cioccolato!”
“Ah, Dottore…” iniziò a lamentarsi il ragazzo “ho già visto quel film! Non possiamo andare su un… non so… un altro pianeta o… in un altro… tempo?”
“Oh, mio caro Jeremy. Chi ti ha detto che non andremo su WW7105 a visitare la vera fabbrica di cioccolato?”
Jeremy spalancò occhi e bocca, mentre Emi si godeva il rito d’iniziazione dell’amico. Amico. Dopo anni e anni passati a scappare da lui, ora lo poteva considerare tale? Sì, era il momento giusto per adattarsi.
“Ribadisco: ti ci abituerai.”
 
C’era chi si alzava dal proprio posto per lo stupore, chi applaudiva perché probabilmente sapeva cosa sarebbe successo e chi invece urlava dal terrore, davanti a quella voragine violacea sul sipario.
All’improvviso la folla soffocò un urlo quando dal buco nero uscirono dei lampi. Un secondo dopo ci fu un abbaglio che sorprese ogni singolo spettatore fino a quando non fece finalmente il suo ingresso il tanto e atteso Massy: il giovane mago e illusionista, accompagnato dal suo assistente Jake.
Un completo a righe nero e viola con tanto di cravatta rossa, mocassini bianchi e lucidi vestivano un tredicenne, coi capelli neri pettinati all’indietro, gli occhi azzurri e un paio di orecchini a forma di corvo d’oro.
Altrettanto vistoso era il vestito nero e ottocentesco di Jake, con l’aggiunta di un paio di guanti bianchi e un cilindro nero.
 Allargate le braccia, entrambi fecero un profondo inchino incrociando le gambe e la sala li accolse con un fragoroso applauso.
“Si rilassi, signore. La vedo un po’ tesa.” Disse a bassa voce l’androide.
“Scusa, Jake.” Rispose a tono il giovane liseno “E’ che mi eccito sempre ad ogni spettacolo.”
“Faccia come al solito, signore. Si diverta.”
“Benvenuti care signore e cari signori. Ragazzi e ragazze!”,annunciò il mago rialzatosi,“ Spero vivamente che questo spettacolo sia di vostro gradimento, ma soprattutto…” dal nulla uccelli dai colori sgargianti, si smaterializzarono e volarono fino al soffitto per poi scomparire, suscitando tra il pubblico sgomento e ammirazione “ che non vi spaventiate troppo.” di nuovo il locale si riempì di applausi e urla di incoraggiamento, e Massy non poté far altro che inchinarsi una seconda volta.
“Bene! Detto questo: che lo show abbia inizio!”
   
 
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