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Autore: Cathy Callen    01/10/2014    7 recensioni
“Tieni, è per te, è una delle mie gemme… è magica... con questa non piangerai più!”
Allungo la mano ed Emma lascia cadere sul mio palmo un piccolo cuore di plastica rosa trasparente tutto sfaccettato. Lo guardo sorpresa.
“Grazie piccola principessa!” le dico commossa, lei si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia “non piangere più!” e sorridendo si gira e scappa via.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero seduta su quella spiaggia ormai da un po’, poco lontano da me un gruppetto di bimbe giocavano tra loro con le loro voci acute e dolci s’immedesimavano in principesse, ognuna di loro in testa portava un piccolo diadema colorato. Erano così belle che, guardandole, non potevo fare a meno di sorridere e pensare a come sarebbe stato bello poter giocare come loro, sognare come loro, immaginare il principe azzurro come loro.
Si raccontavano storie, di regni immaginari, di streghe cattive, di principi e pirati… e proprio quest’ultima categoria mi riporta alla mente il motivo per cui sono qui da ore seduta a guardare l’orizzonte, il mare intrecciarsi con il cielo.
Un pirata.
 
Un pirata buzzurro, dormiglione e scansafatiche.
Un pirata altruista, orgoglioso e fedele.
Un bellissimo pirata.
Il mio pirata.
 
È da un bel po’ ormai che mi sono resa conto di essere innamorata follemente di quel buzzurro sexy, ma che, non mi vedeva prima, quando aveva entrambi gli occhi, e ora temo mi veda ancora meno.
Giuro, ci ho provato in tutti i modi a fargli capire quello che provo, standogli vicina, cercando di ammorbidire il mio carattere, provando a non litigare.
Le studio tutte per passare un po’ di tempo con lui…lo shopping, la raccolta di mandarini, le visite delle isole.. e lui?? Nulla, niente, nada, rien, nichts…
 
Continuo a pensare a lui, a quanto difficile sia stargli affianco senza potergli stare realmente vicino, a quanto sia spaventoso buttare giù quel muro di riservatezza che c’è tra noi per sapere se sta bene, se qualche cosa non va…
Non capisce che alle volte vorrei solo sentirmi stringere tra le sue braccia e sentirmi al sicuro, protetta, amata, sua.
Penso a quanto sia, per me, insostenibile questa situazione di stallo tra noi… quante volte ho pensato di prenderlo e parlargli chiaramente … ma ho paura… paura di un suo rifiuto e si… ho anche paura di poter essere felice… ho paura di non meritarla quella felicità, e di poterla perdere.
 
Continuo a guardare quelle bimbe, una lacrima scende leggera sulla mia guancia. Alzo gli occhi al cielo per evitare di piangere, quando li riabbasso un paio di occhioni celesti incorniciati da una cascata di boccoli biondi, mi guardano curiosi.
“Ciao principessa!” la saluto sorridendo.
“Ciao- mi scruta indagatrice, con il visino piegato da un lato- come ti chiami?”
“Mi chiamo Nami … e Tu?”
“Emma- sposta la testa dall’altro lato- perché piangi?”
“Non… non sto piangendo!” le rispondo stupita, asciugandomi l’occhio destro con il dorso della mano.
Emma arriccia il nasino in una smorfia contrariata “non si dicono le bugie… non te lo ha insegnato la mamma?”
Mi sta rimproverando?
“Si hai ragione Emma… non si dicono le bugie!”
“Allora?” chiede incrociando le braccia al petto e battendo ritmicamente il piedino per terra.
Sgrano gli occhi … ma chi è questa bimba?? Un buzzurro di mia conoscenza direbbe che mi assomiglia.
“Allora cosa?” cerco di evitare di rispondere alla sua domanda… inutilmente…
“Allora me lo dici perché piangi?”
“Perché al principe azzurro che piace a me io non interesso” rispondo poco convinta che possa capire davvero quello che voglio dire.
“Ma lui ti protegge?”
“si!”
“sempre sempre?”
“si… sempre sempre!” rispondo sorridendo.
“e ti prende in braccio?”
“qualche volta si..!” quando mi faccio male
“e se hai la bua sta con te e ti fa le coccole?”
 “be… più o meno” rispondo arrossendo e ricordando l’ultima volta che mi sono presa l’influenza, per colpa di Rufy.
Lui è stato accanto a me sul divano tutto il giorno, inventando la scusa che fuori faceva troppo freddo per andare in palestra a prendere i suoi pesi e che ne avrebbe approfittato per meditare… si… convinto! Se crede di poter imbrogliare un’imbrogliona, lasciamoglielo credere.
“e ti da la mano quando camminate per il paese?” chiede speranzosa
“qual.. qualche volta!” ripenso ai momenti in cui mi trascina, letteralmente, mentre fuggiamo da qualche nemico o dalla marina.
“Allora, lo vedi? Tu a lui piaci se fa tutte queste cose per te!”
Logico e semplice per lei… ma perché non può essere tutto così facile anche per noi adulti?
“Chissà Emma… magari hai ragione tu”.
 
Mi fissa ancora per qualche istante e poi tende il braccio verso di me, la mano stretta a pugno che racchiude sicuramente qualcosa.
“Tieni, è per te, è una delle mie gemme… è magica... con questa non piangerai più!”
Allungo la mano ed Emma lascia cadere sul mio palmo un piccolo cuore di plastica rosa trasparente tutto sfaccettato. Lo guardo sorpresa.
“Grazie piccola principessa!” le dico commossa, lei si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia “non piangere più!” e sorridendo si gira e scappa via.
 
La guardo correre dalle sue amiche, abbasso gli occhi sulla mia mano e riprendo a guardare quella gemma.
Stavo qui seduta a cercare di capire cosa fare.
Stavo qui seduta ad aspettare un segno, non credendoci davvero.
Non credo nel destino ma questa volta… chiedevo un segno e un angioletto biondo mi ha regalato un cuore… che sia il segno che aspettavo? Dovrei rischiare e mettere in gioco il mio cuore?
Guardo la gemma la metto davanti agli occhi osservando il mare; la luce rossa del tramonto mescolata all’azzurro del mare crea un caleidoscopio di colori meraviglioso.
 
“Sai che sembri proprio una mocciosa così?”
Sobbalzo girandomi… non lo avevo sentito arrivare. Mi guarda, ma il suo sguardo non è quello di sempre, non mi sta prendendo in giro, come il suo tono di voce, non si sta prendendo gioco di me.
Il suo sguardo è affascinato.
Il suo tono è dolce.
“Che fai qui?” non riesco ad arrabbiarmi questa volta non so perché..
“TI ho vista con quella bimba… che vi siete dette??” non risponde alla mia domanda, tuttavia non riesco ad arrabbiarmi per questa sua mancanza. Sarà che la sua voce ha una sfumatura di genuina curiosità e il suo sguardo è così sincero.
“Parlavamo di principi azzurri!” sorrido malandrina … ok seguiamo il consiglio
“ A si? Non è un po’ piccola?” chiede sorridendo.
decido di stare al gioco “non parlavamo del suo ma del mio”.
Vedo un’ombra passare sul suo viso, subito sostituita da quel sorriso canzonatorio.
Si siede accanto a me. Non ci guardiamo, entrambi osserviamo il mare.
“Sicura di volere un principe azzurro?”.
“Perché? Cosa c’è di meglio di un principe azzurro?”
“Per esempio … un pirata”
Sgrano gli occhi… mi sta forse dicendo…?
“Zoro… dammi la mano” stranamente fa come gli dico e mi porge la mano, il palmo rivolto verso l’alto.
Mi volto a guardarlo. Lascio cadere nella sua mano il piccolo cuore.
Lui lo osserva stupito prima di alzare lo sguardo su di me.
“Quella bimba mi ha regalato questo, non credo nel destino lo sai, ma questa volta devo ricredermi. secondo me, a modo suo, credo che quella bimba mi abbia detto di mettere il mio cuore in gioco… per metterlo in gioco devo metterlo nelle tue mani… perché sei tu che possiedi il mio cuore… non spezzarlo, non farmi male“.
Con la mano che regge la gemma, prende la mia, intreccia le dita e porta le nostre mani all’altezza del suo cuore, che batte veloce ed emozionato. Mi guarda negli occhi.
“Ti amo Nami… non potrei mai farti del male”.
Piangendo mi butto su di lui, cadiamo insieme sulla sabbia ridendo.
“Che fai mocciosa? Piangi o ridi?”
“Piango, rido… non lo so più neanche io buzzurro, so solo che sono felice… tanto!”
“Ehi… quella bimba non ti aveva detto che non dovevi più piangere?”
“E tu come lo sai?”
“perché le ho detto io di dirtelo”.


angolo dell'autrice
Fatemi sapere che ne pensate!
A presto 
Cath

 
  
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