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Autore: Jgrace    01/10/2014    0 recensioni
[Viaggio al centr della terra]
In un antico libro del '500 il professor Cavaliere scopre che in Islanda un vulcano spento nasconde l'ingresso per penetrare i segreti nascosti al centro della terra. è l'inizio di un mirabolante viaggio di migliaia di chilometri fra paesaggi fantastici, creature straordinarie e mostri prestoirici.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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"Certo si tratta di runico," diiceva il professore. "Ma ce un segreto in più e devo scoprirlo, altrimenti..." Un gesto violento, concluse il suo pensiero. "Mettiti là" disse indicandomi la tavola "e scrivi." In un istante fui pronto. "Ora ti detterò ciascuna lettera del nostro alfabeto corrispondente a ogni carattere islandese. Vedremo cosa ne verrà fuori. Ma per San Antonio, guardati bene dallo sbagliare!" Cominciò il dettato e io scrivevo ogni lettera. Lettera dopo lettera, formarono l'incomprensibile successione delle seguenti lettere: m.rnlls esruel seecJde sgtssmf unteief niedrke kt,samn atrateS Saodrrn emtnael nuaect rrilSa Atvaar .nscrc ieaabs ccdrmi eeutul frantu dt,iac oseibo KediiY Quando questo lavoro fu finito, Cris prese velocemente il foglio sul quale avevo scritto e l'esaminò con attenzione molte volte. "Che cosa vorrà mai dire" sussurava. Croce sul petto, non avrei mai potuto aiutarlo. E del resto non mi domandò ninete e continuò a parlare tra sè. "E' quello che chiamano un crittogramma" sussurava "nel quale il senso è nascosto sotto le lettere rimescolate di proposito e che convenientemente disposte formerebbero una frase leggibile. Quando penso che là ci potrebbe essere la spiegazione o l'indicazione di una grande scoperta!" Per il mio conto pensavo che non esisteva nessun mistero, ma tenni per me la mia opinione. "Queste due scritture" disse poi "non sono della stessa mano" Il crittogramma è più antico e c'è la prova che non può essere negata: in effetti la prima lettera è una doppia "M" che si ricercherebbe invano nell'opera di Turleson perchè è stata aggiunta all'alfabeto islandese solo nel XIV secolo. Ci sono dunque almeno duecento anni fra manoscritto e pergamena." Mi sembrava una deduzione logica. "Sono portato a pensare", riprese Cris "che uno dei proprietari del libro ha tracciato questi caratteri misteriosi. Ma chi era questo proprietario? Chissà se ha tracciato il suo nome in qualche parte del manoscritto?" Cris riazlò gli occhiali, prese una lente d'ingrandimento e passò in rivista le prime pagine del libro. Nel retro della seconda pagina, quella dove è il titolo abbreviato, scopri una macchia d'inchiostro. A guardarla da vicino si potevano vedere alcuni caratteri mezzi cancellati. Cris comprese che quello era un punto interessante: si fissò dunque sulla macchia e con l'aiuto della grossa lente finì per riconoscere i segni presenti, caratteri runici e che poi lui lesse. "Arne Saknussem" gridò con tono vincitore "ma questo è un nome, e per giunta islandese e apparteneva a un sapiente del cinquecento, un celebre alchimista." Guardai Cris con ammirazione. "Gli alchimisti" riprese "Avicenna, Bacone, Lullo, Paracelso, erano i veri, i soli scienziati della loro epoca. Hanno fatto scoperte che a noi a buon diritto giudichiamo stupefacenti. Questo Saknussem avrebbe forse nascosto sotto l'incomprensibile crittogramma qualche invenzione sorprendente? Deve essere così. E' Così." L'immaginazione del professore ardeva. "Certo" dissi io "ma quale interessa aveva questo scienziato per nascondere la sua meravigliosa scoperta?" "Quale? Quale interesse? Come posso saperlo? Non ha agito così anche Galileo con Saturno? E poi lo vedremo subito: strapperò il suo segreto a questo documento, e non mangerò e non dormiro prima di averlo indovinato." "Santo Dio" pensai... "E anche tu Alex farai come me" "Cazzo!" Dissi tra me e me. "Meno male che ho mangiato per due." "Primo di tutto bisognerà sapere in quale lingua è stato cifrato. Non dovrebbe essere diffile." Prese il computer e si mise a cercare tutte le lingue esistenti al mondo vecchie e nuove. "Che lingua è dunque?" Aspettavo a questa domanda il mio scienziato nel quale riconoscevo tuttavia un buon analista. "Questo Saknussem" riprese Cris "Era un uomo molto istruito: non scrivendo nella lingua madre doveva scegliere la lingua dei sapienti dell'epoca. Intendo il latino, spagnolo, francese, l'italiano, il greco e l'ebraico. Ma per lo più a quel tempo si scriveva in latino." Sussultai sulla sedia, il mio latino era come un bradipo che cercava di attraversare una strada, a rischio della vita ma potevo cavarmela. Nel frattempo mi spiegò come tracciare in islandese misto al latino una frase che poi lui avrebbe letto. "Adesso" proseguì Cris, rivolgendosi a me direttamente "basterò leggere la frase scritta da te e che io non conosco e scambiare alcune lettere." E il professore con mia grande meraviglia lesse: "Ti amo tanto, mia piccola Adriana." "Come?" ringhiò "Tu ami Adriana?" "Si..no" Non mi fece finire la frase che riprese il foglio di prima e traducendolo dal runico all'islandese batte poi il pugno sulla tavola che la fece oscillare. Poi come una pallo rimbalzò fuori dalla stanza e andò in strada correndo facendo grandi falcate.
   
 
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