Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Just Izzy    02/10/2014    6 recensioni
"Bene... Vi starete chiedendo perché queste cassette siano arrivate proprio a voi. Semplicissimo, siete una delle tredici ragioni del mio suicidio. Non allarmatevi, nulla di grave. Ogni volta che vi vedrete vi guarderete in cagnesco e poi vi imbarazzerete perché siete colpevoli anche voi e chissà cosa avrà sentito l’altra persona su di voi. Nulla di personale."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Traccia sesta

Ho le mani in tasca e giro per Londra, di notte.

Potrei sembrare un qualsiasi maniaco, ladro o assassino.

Ma invece sono più semplicemente alla ricerca di qualcuno che non vedrò mai più. Un qualcuno che mi sono lasciato scappare in maniera così meschina ed egoista. Ho sprecato gli ultimi momenti con lui, le sue ultime parole.

Ho sprecato lui.

Passo accanto ad un uomo, ben vestito, alto, appoggiato ad un ombrello e non mi accorgo che adesso mi sta seguendo e mi sta chiamando, perché ho ancora Sherlock nelle orecchie.

 

PLAY.

Mycroft, caro fratellone.

Oh, quanti rimorsi, quanti trascorsi ... Non credo ci riappacificheremo mai del tutto.

Ma la colpa è semplicemente tua.

 Non mia, tua.

Già.

Il mio caro fratellone: quello che mi ha assicurato un posto all'Università.

"L'intelligenza è massima ... Ma è un egocentrico, non possiamo accettarlo" mi dissero.

Poi, il giorno dopo ci sei andato tu, hai ammiccato, quanto bastava per garantire chissà quale lusso alla preside, e io sono entrato all'Università.

Tu sei anche il caro fratello che mi comprò il violino, certo.

E il caro fratello che "Mamma, Sherlock ha di nuovo sezionato i girini!"

Oh, ma mamma non sa che anche tu li sezionavi.

 

Mi scappa una risatina.

“Sherlock bambino” sarebbe stato esilarante da guardare.

Sempre serio e che con una sola occhiata riesce a capire il tuo personaggio preferito di ogni cartone animato che guardi.

Dannazione, non riesco a credere di essere arrivato a pensare a Sherlock bambino e alle sue abilità deduttive. Adesso che ci penso, però, avrebbero potuto creare un fumetto.

Ah, lasciamo perdere.

 

Sei anche il caro fratello che "Mamma! Sherlock ruba in casa per droga!" e poi eri il primo che mi diceva dove dovevo andare per prenderne un po’.

Dopo una settimana mi venivi a ripescare da quel giro di tossicodipendenti, ma non mi aiutavi mai davvero.

Buttavi solo l'occhio, ma non ti assicuravi mai che non mi cacciassi nei guai.

E poi, tutte quelle volte in cui mi insultavi dicendomi che ero uno stupido, che i sentimentalismi avrei dovuto lasciarli da parte, avrei dovuto completamente evitarli perché non erano di certo un vantaggio.

Quanti controsensi.

 Oh, ma già, è vero, non puoi dichiarare la tua omosessualità, perché saresti preso di mira, più o meno.

Ma mi dispiace dirtelo, si vedeva l'affinità con il Detective Lestrade, è particolarmente lampante.

 

Sgrano per un momento gli occhi, incredulo.

Non capisco, davvero, dove Sherlock vedesse questa affinità, Greg e il fratello non si sono mai visti, almeno che io sappia.

 E ... E adesso salta fuori di questa storia segreta, così segreta da mettere in bilico la carriera di Mycroft.

 Mi passo una mano tra i capelli e mi fermo, in mezzo alla strada.

Sento una mano sulla spalla, mi volto e mi ritrovo davanti Mycroft Holmes che, con il suo solito sopracciglio alzato, mi scruta in malo modo.

-Dottor Watson … Cosa ci fa a quest’ora così tarda per strada?-

Tipico di Mycroft, anche lui è per strada a quest’ora, ma per lui è semplicemente una cosa normale.

-Io … Passeggiavo- cerco di uscire fuori da questa situazione imbarazzante sfoggiando il più rassicurante e convincente sorriso che mi riesce ma questo non sembra aggirarlo perché è ancora con il suo sopracciglio alzato e scandisce un ritmo con la punta dell’ombrello.

-Allora?-

Alzo le mani in segno di resa e mi arrendo vuotando il sacco.

-Okay ... Sto ascoltando le ultime volontà di Sherlock- gli rispondo, porgendogli l' iPod.

Lui lo guarda, se lo rigira tra le mani per un po' e poi me lo da di nuovo.

 -Una perdita di tempo, ovviamente- mi dice mettendosi in posizione eretta e girandomi le spalle, cominciando a camminare lentamente, quasi al rallentatore.

-Una perdita di tempo? Una perdita di tempo? Senta, io non so i trascorsi che aveva con Sherlock e non li voglio sapere e che lei abbia un cuore di ghiaccio è risaputo, ma ... Come può catalogare una perdita di tempo le ultime volontà di suo fratello? Come?-

Non so dove trovo il coraggio di urlare contro Mycroft - letteralmente - il - Governo - Inglese - Holmes, in piena notte, per giunta.

Ma lo faccio, gli urlo contro e lui si ferma all'improvviso.

Personalmente la trovo una piccola vendetta personale ...

Desideravo urlargli contro tutti i risentimenti che provavo verso il suo carattere, così cinico e meschino, da tempo ormai, quindi faccio un piccolo sorrisetto che si spegne non appena lui si volta a guardarmi e, facendosi leva sul suo ombrello, avanza verso di me.

 Lo scruto, ogni suo movimento, e nei suoi occhi vedo una scintilla di dispiacere.

Solo per un nanosecondo, ma riesco a vederla.

Mycroft Holmes è dispiaciuto per la perdita di Sherlock, realizzo. In fondo, era suo fratello.

-Sempre a prendere le difese degli altri, vero, Dottor Watson? Non riesce proprio a capacitarsene che mio fratello sia morto. Non può farcela. Non se la sente proprio di voltare pagina, di tornare alla sua vita prima di Sherlock?- mi chiede mentre si sposta alla luce del lampione.

In tutta risposta riesco solo a scuotere la testa e abbassarla per guardarmi le scarpe e lui, il bastardo, sorride beffardo e mi si avvicina ancora.

-È un egoista. Lei davvero crede di essere l'unico che da questa faccenda ha tratto solo lacrime e dolore? Le faccio un esempio: Gregory Lestrade. Non vuole tornare a Scotland Yard, non senza vedere lei e Sherlock scorrazzare per i corridoi. Philip Anderson non vuole uscire di casa, pensa che Sherlock sia vivo perché il senso di colpa si sta nutrendo di lui- fa un lungo sospiro prima di continuare - Il Sergente Donovan, anche lei, si sente tremendamente in colpa. Vuole che continui la lista o mi fermo qui?- mi chiede alla fine, in un sussurro, con il solito sorrisetto.

 Io scuoto la testa e continuo a guardarmi le scarpe imbarazzato, mentre mi passo una mano tra i capelli e sbadiglio per la stanchezza.

-Mi dispiace per lei, ma non c'era alcun modo per aiutare Sherlock. Avrebbe dovuto pensarci molto prima. E crede che ricordandolo lo farà tornare qui? Sul serio?- Mycroft ridacchia e io lo fulmino con lo sguardo prima che prosegua.

-No ... Ma posso sempre onorare il suo ricordo- sussurro in risposta, a denti stretti.

 Lui mi guarda, confuso e poi sorride, il sorriso di uno che ha dedotto tutto.

Lo conosco quel sorriso, perfettamente, quante volte si è disegnato sulle labbra di Sherlock.

-Quanto deve essere stato frustrante, per lei, vivere sul campo di battaglia con il rimorso di non poter salvare tutti i feriti? O vedere bambini farsi saltare in aria senza la possibilità di fare nulla o di aiutarli? Ma a lei piaceva, altrimenti non si sarebbe arruolato, giusto?- mi guarda col solito sorrisetto e io annuisco. -Anche a Sherlock piaceva. Questa mania di essere sempre nei guai, per le altre persone, per aiutarle, di essere sempre sotto tiro di cecchini, serial killer, assassini, psicopatici. E in più ha assecondato anche il volere di uno psicopatico pur di non annoiarsi ...- mi spiega con semplicità.

Lo guardo a metà tra lo scioccato e il disgustato.

Davvero pensa che Sherlock si sia ucciso per contrastare la noia? La cosa non mi sorprende, dato che una volta ci stava provando veramente.

Ma ... Dio, non ci credo, no.

 Non può essere.

 Sherlock non può essere morto per questo, per la noia, o per scollarsi di dosso tutto ciò che i giornali avevano detto su di lui e uscire di scena in grande stile.

 Dannazione, no, non ci credo ne ora ne mai.

-Si rende conto ... - comincio e poi mi muoiono le parole in bocca.

Lui mi guarda, mi sprona a continuare.

-Si rende conto delle parole che stanno uscendo dalla sua fottuta bocca? Santo Dio, pensare ancora che Sherlock si sia suicidato per noia, fottutissima noia! E invece no! Sherlock è morto per colpa loro!- tiro fuori dalla tasca l' iPod e glielo metto sotto il naso adunco, - ... Per colpa di queste persone Sherlock è morto! Per colpa di Kitty Riley, Mike Stamford, la sua cara Anthea, Irene Adler, Victor Trevor, Greg, Anderson, Donovan, me e altre cinque persone che devo ancora ascoltare e glielo dico adesso, non lo trovo affatto piacevole! Oh, e mi sono dimenticato che c'è anche lei in questa fottuta lista!-

Dannazione, è la seconda volta che gli urlo contro, devo darmi un contegno.

Ma non ci riesco è fottutamente divertente, più o meno.

Lui mi guarda e … sta zitto. Non replica. Il che mi sorprende.

 Mi volta le spalle e se ne va facendo ruotare il suo ombrello.

-Arrivederci, Dottor Watson- mi saluta, a metà strada.

Faccio un sorrisetto.

I fratelli Holmes non si smentiscono mai.

 

PLAY.

Per non parlare del fatto che mi ha portato a questo, al suicido. Tu mi hai venduto a Jim Moriarty, in cambio di piccoli indizi che potevano servire per smantellare la sua rete criminale.

Come ogni fratello maggiore avresti dovuto proteggermi, e invece mi hai buttato in pasto al leone!

 

Al momento credo abbia alzato la voce, anzi credo che stia urlando tutta la sua rabbia repressa.

È ... È inquietante sentirlo così arrabbiato.

 

E adesso, mentre tu sei lì, sulla tua poltrona a bere brandy al Diogenes Club, io sono sottoterra.

 

Mi rendo conto di quanto veritiera sia questa frase solo dopo averla sentita.

 Se l'avesse detta Sherlock, da vivo, avrei pensato che fosse uno dei suoi soliti toni drammatici.

 Ma il problema è che essendo morto, Sherlock e le sue frasi ad effetto fanno male, sempre più male.

 

Quindi, dicevamo? Oh, già, il mio caro fratellone.

Colui su cui potevo contare, quello di cui potevo fidarmi, quello che ci sarebbe stato sempre nei momenti di bisogno per aiutarmi, per salvaguardarmi, per proteggermi.

Ha fatto tutt'altro, lui mi ci ha portato a braccetto verso la morte.

PAUSE.

 

Intravedo un cagnolino e pur di non scoppiare a piangere come una scolaretta lo chiamo e lui si avvicina, piano.

Non so di che razza sia, non mi interessa ...

 So solo che devo distrarmi. Lo accarezzo, il pelo è folto, non è randagio, ha la targhetta, e non sembra nemmeno stato abbandonato da troppo tempo.

 Anzi, non penso nemmeno sia stato abbandonato.

Chi abbandonerebbe un cane per strada, con la targhetta?

Continuo ad accarezzarlo e lui mi si accoccola vicino la gamba.

 Mi si illuminano gli occhi e, intenerito, lo prendo in braccio e guardo la targhetta.

Joe Montgomery, 33A di Dean Street, Soho.

Soho? Seriamente? Il quartiere gay di Londra? Inarco un sopracciglio e guardo il cane che mi ritrovo in braccio.

Ha una faccia mogia mogia, sta cercando il proprio padrone come un ago in un pagliaio. È impossibile resistergli così gli sorrido e gli faccio il solletico sulla pancia.

-Avrei voluto un cane come te ... Sei così carino. Ti aiuterò, ti porterò dal tuo padrone.-

Oh, bravo John! Sei già impazzito di tuo e ora ti metti pure a parlare con i cani?

Dannazione.

 

 

 

 

 

-Dai perché no?- John gli sorride mentre digita sul suo laptop come un forsennato.

-Semplicemente perché sono troppo pelosi. Il pelo canino mi da fastidio- gli risponde Sherlock, seccato, mentre conduce un esperimento, concentrato.

 Lo guarda dai suoi enormi occhiali da chimico e si sistema la camicia viola, con indifferenza.

John sbuffa e si alza dalla sedia per avvicinarsi a lui e mettergli una testa sulla spalla per vedere meglio cosa sta facendo. Sherlock sorride e si volta a guardarlo.

Si guardano sempre così ... Si lanciano lunghissimi sguardi, si sorridono come due che hanno già capito tutto quanto.

 -Dai Sherlock ...- gli sussurra John all'orecchio mentre gli tocca i capelli.

Sherlock ritorna a guardarlo, interrogativo, mugugnando un piccolo "Mh?"

-Possiamo comprarne uno dal pelo corto, no?-

Sherlock sbuffa e rotea gli occhi.

-Eddai .. Lo crescerò io!- Sherlock si allontana da John e si dirige verso la cucina.

 -No ...- sospira Sherlock appoggiandosi al piano di marmo.

-Dai ... Non ti darà fastidio!-

John gli si avvicina e gli tocca il braccio. Sherlock guarda quel movimento ... Non è infastidito, sorride.

-Questo è un sì?- chiede John con due enormi occhi che farebbero intenerire chiunque.

Sherlock ride e scuote la testa.

-Vuoi davvero che lo sezioni?- gli chiede Sherlock, sventagliandogli il bisturi sotto il naso, con un sorriso furbo sulla faccia.

 John sbuffa e abbassa la testa, sconsolato.

 -No ... Lasciamo stare ...-

Sherlock lo guarda ... Ha urtato i suoi sentimenti, lo ha capito fin troppo bene quando John si allontana e ritorna a fissare lo schermo del suo computer, digitando dei tasti sulla tastiera.

Sherlock non sa bene cosa fare, in quel momento.

È tutto ambiguo.

Non capisce e allo stesso tempo capisce fin troppo bene.

Capisce che prova per John qualcosa di più e capisce che anche John prova qualcosa di più ...

Il problema è: cosa provano l' uno per l'altro?

Amicizia? Ha tolto quella parola dalla sua lista da un po' di tempo.

Stima reciproca? No... È qualcosa di più forte.

Amore? Non lo sa... Non capisce... Non comprende.

John invece sì, ha capito, ha capito tutto da molto tempo, da quella notte in piscina con Moriarty.

Ha capito che avrebbe dato tutto pur di far star bene Sherlock, pur di vederlo felice, ha capito che Sherlock è bisognoso di aiuto, ha capito che Sherlock non è felice.

 Se solo fosse arrivato prima lo avrebbe salvato ... Avrebbe potuto rimediare.

Ed invece ...

Sente la mano di Sherlock sul suo braccio che lo percorre per intero fino ad arrivare alla sua mano.

 Sherlock non ha mai amato il contatto fisico.

 Sì, abbraccia spesso la Signora Hudson con entusiasmo ... Ma non aveva mai avuto dei contatti così ravvicinati con lui, con John.

Ma a John la situazione non dispiace per niente, anzi sorride.

Appena arriva sulla sua mano, ferma il suo frenetico digitare e sente Sherlock operare una leggera pressione. John intreccia le sue piccole mani su quelle lunghe e snelle di Sherlock e lo stringe, lo stringe forte e allo stesso tempo piano, dolcemente, impaurito che col suo solo tocco possa sfaldarlo, distruggerlo.

Sherlock sorride piano e si abbassa fino a poggiare la sua testa sulla clavicola di John. John sorride e volta la testa verso di lui.

-Trovi errori questa volta nel mio blog?- gli chiede con sarcasmo.

Sherlock ridacchia.

 -Appena un paio- gli dice stuzzicandogli il naso.

John incrocia le braccia e fa il finto offeso ma poi comincia a ridere mentre Sherlock lo guarda confuso.

 -Cosa c'è da ridere?- si rialza e ritorna alla posizione eretta e guarda sorridente John, che si tiene la pancia mentre ride.

-Nulla solo ... Che anche in un momento così "intimo" rimani sempre il solito idiota. La mia era una domanda retorica.-

 John prova a riprendere fiato mentre si alza e gli si avvicina e vede Sherlock piegare la bocca in un piccolo sorriso.

 John lo guarda per un lungo periodo e quando lo guarda, non è più lo Sherlock che vede nelle scene del crimine di solito.

Vede uno Sherlock fragile che, dietro quelle braccia conserte, nasconde una storia intera, di uno che ne ha passate tante.

John gli si avvicina piano e fa sciogliere quelle braccia così dure e piazzate e appoggia la testa sul suo petto e gli circonda la vita con le sue braccia forti e robuste da soldato.

Sherlock rimane con le mani all'aria, sconvolto.

John sorride e lo annusa: sa di tea e di acido cloridrico, sa ancora di mattina quell'odore che ti rimane quando ti svegli, l' odore del sonno.

-Sherlock ...- sussurra John, mentre Sherlock, indeciso, gli mette le mani sulla schiena e infine decide di stringerlo forte a se.

-John …- gli risponde Sherlock in un sussurro.

Non hanno bisogno di dirsi altro.

E’ perfetto così, a loro va bene.

John scioglie l' abbraccio ed entra in panico.

E se fosse stato troppo avventato? Se non avesse fatto bene ad abbracciarlo? Se si fosse esposto troppo? Sherlock non si era minimamente lamentato, lo aveva abbracciato anche lui, aveva "ricambiato", come se quel gesto potesse confermare tutto quello che John pensava da tempo.

Ma lui continuava a sentirsi scomposto.

Tornò a sedersi sulla sua sedia e tornò a digitare i tasti del suo computer, mentre Sherlock tornava ai suoi esperimenti, più sconvolto di John.

 

 

 

 

 

Ho suonato due volte al campanello del 33A di Dean Street nel quartiere di Soho. Mi sono promesso che dopo il terzo squillo "a vuoto" me ne ritorno a casa e lascio il cane sulla soglia.

 Mi guardo intorno ... Ci sono stati alcuni ragazzi che hanno cercato di rimorchiarmi.

Suono un' altra volta e mi sistemo il cane in braccio.

-Un attimo, un attimo, arrivo!- una voce da dietro la porta mi infonde speranza, così mi sistemo i capelli, mi passo una mano sulla faccia, come se potessi eliminare le occhiaie che mi si sono formate durante il tempo, mi sistemo anche i vestiti e aspetto.

Quando si apre la porta davanti mi trovo un uomo alto, snello, con gli occhi neri e i capelli biondi, che si appoggia allo stipite della porta, quasi fosse una donna.

-Che succede, tesoro?- mi chiede piegando la mano e sorridendomi.

Mi trattengo dal scoppiargli a ridere in faccia e tossisco cercando di camuffare la risata.

-Sono ... Mh ... Sono venuto per riportarle il suo cucciolo- gli mostro il cane e lui spalanca la bocca e si porta le mani al cuore, in preda ad una crisi di pianto.

 Lo guardo inarcando un sopracciglio, confuso.

Sta per sentirsi male?

-Oh mio Dio! Fiffi! Credevo di averti perso per sempre! Tesoro! Vieni qui!-

Tossicchio ancora un po’ ... Non penso di poter resistere ancora dal ridere ...

-Sei veramente una persona dolcissima! Vieni qui, tesoro, lasciati abbracciare!-

Mi abbraccia frenetico e io rimango indeciso se ricambiare oppure no. Alla fine decido di ricambiare.

-Vuoi venire dentro, tesoro?- mi chiede.

Io tossicchio di nuovo e scuoto la testa.

Lui fa il finto offeso ma poi ridacchia e mi da un bacio sulla guancia prima di rientrare, come se ci conoscessimo da tempo, con quello che a quanto pare si chiama "Fiffi", in casa.

 Io comincio a camminare e ritorno sui miei passi e comincio a ridere come se non ci fosse un domani.

Poi mi ricordo di Sherlock e la felicità sparisce.

Prendo le cuffie e l' iPod e ritorno ad ascoltare Sherlock.

 

PLAY.

Non so se avete mai letto la "Divina Commedia" di Dante.

Diceva che più si scendeva nei gironi dell' Inferno, più i peccati diventavano gravi.

Quindi cominciate a sentire un po’ di più il peso della mia morte ora, scommetto.

Bene, siamo arrivati a ... Grant Lestrade?

 

Sento Molly sussurrargli che il suo nome è "Greg" e non "Grant" e ridacchio appena quando lui si schiarisce la voce e si corregge.

 

Mh, giusto, Greg. In ogni caso siamo già arrivati a te. Bene.

Stiamo andando più veloci, non trovate?

PAUSE.

 

 

Note dell’ autrice.

Hola!

Scusate se il capitolo è arrivato con leggero ritardo ma ho cominciato il liceo e ha già preso la metà del mio tempo ma non preoccupatevi, nulla mi fermerà dallo scrivere questa fan fiction!

Mi sono accorta che siete in tantissimi (anche se non siete tutte/i a recensire ma va bene, a me basta che seguite la storia! :3) e quindi, diciamo che è anche per voi che sto cominciando.

Ringrazio come sempre la mia beta stupenda Inathia Len che ringrazierò bene quando arriveremo alla fine di questa storia, ossia all’ epilogo.

Ringrazio tutti quelli che recensiscono e tutti quelli che mettono tra preferiti/seguiti/ricordate e chi è entrato in questa storia per la prima volta e che vuole leggere in silenzio.

Ora, il capitolo.

Ho messo quel “flashback” per farvi capire un po’ la situazione tra i due patatini (Perché secondo me tra loro due c’era qualcosa che non abbiamo visto, ovviamente. E quindi piccoli stralci di vita quotidiana che appariranno qualche volta ogni tanto) e quella scena del ragazzo “gay” e il cane per alleggerire un po’ l’attenzione.

Ditemi se Myc è OOC la prossima volta cercherò di migliorarmi ^^

Ora, siete curiosi di conoscere cosa c’entra Greg in tutto questo?

Stay Tuned!

P.S. Prima di lasciarvi del tutto, ho creato un profilo Facebook dedicato solamente al mio account su EFP e quindi se avete domande o volete semplicemente che tipo è la ragazza che scrive queste storie terribili (che a voi piacciono, ma okay, sarà scarsa autostima) potete benissimo contattarmi lì! Vi lascio il link qua sotto!

https://www.facebook.com/profile.php?id=100007162518683

With so much love,

BAZINGAA!

  
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