Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Yoan Seiyryu    03/10/2014    3 recensioni
[Hans/Elsa]
Hans non è il cattivo della storia. Elsa è rinchiusa nelle Prigioni di Arendelle. Anna è ancora dispersa e non ha fatto ritorno. Al Principe delle Isole del Sud spetterà il compito di proteggere Elsa dalla Congiura che si sta attuando contro di lei, almeno finché Anna non ritornerà. Sarà in grado di sciogliere il cuore della Regina delle Nevi?
**
“Anche voi avete paura di me” sussurra Elsa lasciando che le sopracciglia trasformino l’espressione adirata in un moto più dolce simile al dispiacere.
“Io non ho paura di voi, mia Regina. Ma non mi date la possibilità di avvicinarmi e non fate che respingermi con il vostro orgoglio” confessa lui tenendo serrate le labbra in una smorfia.
Elsa corruga la fronte e decide di rivolgere gli occhi verso il pavimento di ghiaccio, non desidera sostenere il suo sguardo a lungo.
“Questo lo chiamate orgoglio, Principe Hans?"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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IX 

Ombre





 

 



La coltre di neve è alta e quasi impossibile da superare. I cavalli faticano ad allontanarsi dal Palazzo ed Hans stesso, affidato ad una manciata di guardie, viene condotto via da Arendelle. Non ha avuto modo di incontrare più nessuno e nessuno avrebbe desiderato salvarlo. Tornerà alle Isole del Sud e sarà trattato come un traditore. I suoi fratelli di sicuro non gli crederanno.
Il suo viaggio era iniziato per concedersi la possibilità di essere fiero di se stesso, invece ora non può che tornare con la coda tra le gambe, incastrato in qualcosa di cui non ha nemmeno colpa. Arendelle è ancora visibile, nonostante la neve abbia preso a scendere più fitta. Elsa troverà una soluzione all’inverno? Preoccuparsene non è più un suo problema.
Codardo.
Così lo avrebbero definito i suoi fratelli. Codardo perché sta accettando una situazione senza lottare e dimostrare di non essere il principe inetto che la sua famiglia crede che sia.
Pensare di esserlo lo ha condotto a diventarlo davvero. Come potrà proseguire sulla sua strada sapendo che qualcuno sta tramando ancora contro Elsa? Non può andare via davvero da Arendelle senza almeno averci provato. Non un pensiero in più ed immediatamente tira le redini del cavallo per voltarsi e non appena accade, si rende conto di ciò che sta accadendo alle sue spalle: una tempesta di neve ha avvolto il Palazzo, inarrestabile e furiosa si abbatte su di esso con forza incontrollabile.
“Elsa!”
Non deve, non deve andare via. Bastano pochi gesti a liberarlo dalla sua condizione di prigioniero e disarmate le guardie che gli stanno accanto colpisce le ultime che tentano invano di accerchiarlo, trovando così una via di fuga sprona il cavallo verso la direzione della tempesta, rinfoderando la spada per tenersi in equilibrio. Più si avvicina e più la bufera lo avvolge, impedendogli di vedere con certezza ciò che gli si pone davanti. Scende da cavallo per farsi strada da solo e cammina sul ghiaccio scivoloso, uno specchio che il suo riflesso non riesce nemmeno a raggiungere. Mentre avanza supera con difficoltà la forza ostile del vento e in lontananza, quasi per miracolo, scorge Elsa che arranca in quella tempesta creata da lei stessa. In quale stato animo deve trovarsi per arrivare a tanto?
“Elsa!” chiama a gran voce perché riesca a sentirlo.
I suoi occhi azzurri si sollevano appena e lui ormai sa di esser stato riconosciuto. Affretta il passo e grida ancora:
“Elsa devi fermare la tempesta, se non controllerai le tue emozioni finirai per distruggere Arendelle!”
La sua voce non è abbastanza forte e il vento non fa che arrestare la sua traversata. E’ allora che Hans nota un’ombra avvicinarsi ad Elsa. Un’ombra il cui volto non riesce a riconoscere ma riesce a notare la spada che sta per essere sollevata su di lei.
Hans a quel punto compie quegli ultimi passi che lo dividono da Elsa e una volta raggiunta si frappone tra lei e l’arma che sta per abbattersi sulla sua schiena. Avvolge Elsa affinché non venga colpita e sarà lui ad accusare il colpo. Morirà, lo sa. Morirà per la seconda volta n un giorno.
Dunque è questa la morte? L’assenza di vento, il calore di un freddo abbraccio e il solo rumore di un sospiro. Con gli occhi chiusi può ascoltare soltanto il silenzio. In fondo la morte non è poi così rumorosa.
“Hans?” una voce lo richiama da quella sensazione di pace.
Quando riapre lentamente gli occhi, quasi incredulo di poterlo ancora fare, sente ancora Elsa tra le proprie braccia e non avverte alcuna sensazione di dolore nel punto in cui doveva essere colpito.
Con stupore si volta indietro ed osserva il ghiaccio formatosi sull’ombra del sicario, congelato in un terribile gesto.
“Mi avete salvato” pronuncia in un sussurro.
“Voi avete salvato me” Elsa si distacca dalla sua presa.
La tempesta è cessata ma l’aria intorno a loro punge e non li libera dal gelo. Hans sa che non è quello il momento di parlare, sa che vi sarebbero altre priorità a riguardo per conoscere tutta la storia. Ma dopo aver incontrato la morte in così poco tempo, come può lasciare che il tempo gli sfugga dalle dita?
“Sono stato un codardo. Farmi incastrare in questo modo ha permesso ai traditori di muoversi liberamente”.
Elsa scuote appena la testa, forse è per questo che la tempesta si è scatenata in lei.
“Avrei dovuto credervi ma era più facile far tacere il mio cuore anziché comprenderlo. A causa mia vi ho quasi ucciso”.
Hans riesce a trovare la forza di sciogliere la tensione e sorridere.
“Devo essere entrato nelle vostre simpatie, visto che sono morto quasi due volte”.
Fino ad allora Hans ha sempre temuto la sua vicinanza. Chi vorrebbe mai che il gelo si immergesse nelle proprie vene, anziché una sensazione di calore familiare? Ora, però, lo desidera ardentemente.
“Rischierei la vita per voi anche più di due volte in un solo giorno” le afferra una mano, nonostante lei cerchi di ritrarla. Non gli importa se quella presa lo costringere ad irrigidire le dita che si gelano a quel contatto.
“Siete fortunato allora, perché la giornata è ancora lunga Principe Hans”.
Sa quanto costi ad Elsa mantenere quel contatto ma al tempo stesso non desidera in alcun modo lasciarla andare. Adesso è sua, solo per quel breve istante, è sua.
L’arrivo di Anna e Kristoff però costringe loro a sciogliere quel legame appena formatosi e di conseguenza non possono che susseguirsi le scuse nei confronti di colui che è stato ingiustamente incolpato di qualcosa che non avrebbe mai compiuto.
Hans avrebbe desiderato parlare ancora ad Elsa, da solo, ma le trattative per portare in prigione Weselton, il vero colpevole del tentativo di omicidio della Regina finiscono per sovrapporre i seguenti impegni di tutti coloro che si trovano al Palazzo.
 

 

 




Sono trascorsi giorni da quando Elsa è stata salvata Hans. Giorni in cui non ha fatto altro che evitare di incontrarlo tra i corridoi del Palazzo. Giorni in cui, però, è riuscita a dedicare il suo affetto ad Anna. Un affetto che per anni si è trovata a reprimere per salvarla. Dopo l’imprigionamento di Weselton, Elsa non ha avuto un solo istante libero per se stessa ed ogni sera Anna è andata a farle compagnia nella sua stanza per recuperare tutto il tempo perduto.
Quando è venuta a sapere della rottura del fidanzamento tra sua sorella ed il Principe Hans ha provato sentimenti così contrastanti da averne quasi timore. Da una parte aveva compreso che i sentimenti di Anna fossero mutati durante il viaggio per la sua ricerca e dall’altra era quasi lieta di quella notizia, senza sapersene spiegare i veri motivi.
Il Principe Hans sarebbe partito l’indomani poiché nulla lo avrebbe più trattenuto ad Arendelle. Allora perché tentava in ogni modo di non incontrarlo?
Quella sera Elsa si trova di fronte ad una delle grandi finestre della sala comune. Il giorno in cui è stata salvata ha compreso molto di più riguardo al suo potere, ovvero che se si è in grado di creare qualcosa lo si può anche distruggere. Una volta trovato equilibrio in lei è riuscita a sciogliere quel ghiaccio che sembrava eterno a far tornare l’estate ad Arendelle. Da quel momento in poi il popolo non ha più mostrato paura nei suoi confronti e con l’aiuto di Anna è riuscita ad imparare a controllare i suoi poteri, trasformandoli in un dono meraviglioso.
Davanti a sé ora vi è un meraviglioso cielo stellato e nemmeno una nuvola oscura il suo regno. Passi misurati si avvicinano alla sua figura e lei sa perfettamente a chi appartengono, poiché li riconoscerebbe tra mille. Quante volte li ha sentiti avvicinarsi alla cella? Quante volte si è sentita sollevata nello scoprire di non essere poi così sola?
Si volta appena e con la coda dell’occhio incontra Hans, nella sua perenne eleganza di un principe che non è poi così dissimile da lei.
“Vostra Maestà” si inchina come non ha mai mancato di fare “sono giorni ormai che evitate la mia presenza ma vorrei cogliere quest’occasione per porgervi i miei saluti, domani farò ritorno alle Isole del Sud”.
Elsa lo sa bene, probabilmente non lo rivedrà più.
“In tal caso vi chiedo di porgere i miei omaggi ai vostri fratelli e vi ringrazio ancora per tutto ciò che avete fatto per il mio Regno”.
Una risposta fredda, distaccata. Poteva forse aspettarsi altro?
Hans sorride appena e decide di avvicinarsi ancora per coprire quella distanza che sembra quasi abissale.
“Per il vostro Regno o per voi?”
“Non ho idea di ciò di cui state parlando”.
Elsa si divincola da quella vicinanza e gli dà le spalle, iniziando a camminare per la sala di modo che non debba essere costretta a guardarlo negli occhi, nonostante non gli impedisca di parlare ancora. Hans a quel punto non può che raggiungerla, rimanendole appena dietro proprio come lei desidera.
“Non offendete la vostra intelligenza, Maestà. Ormai dovete aver compreso quali siano i sentimenti che provo nei vostri confronti e il vostro rifiuto è più che evidente”.
Hans ha mostrato sempre un certo ardore fin dall’inizio, fin dal primo momento in cui lo ha conosciuto. Elsa a quel punto si volta per mostrargli uno sguardo carico di rimprovero, si è forse dimenticato che lei è la Regina di Arendelle?
“Questa dovrebbe essere una dichiarazione di affetto? Immaginavo poteste fare di meglio, ma mi sbagliavo. Ad ogni modo avete compreso perfettamente e rifiuto i sentimenti che mi state declamando con una così sconcertante mancanza di decoro”.
Così facendo si volta di nuovo e riprende a camminare, serrando appena le mani in piccoli pugni che immediatamente si infittiscono di cristalli di ghiaccio. Hans non mostra l’intenzione di lasciarla andare così facilmente e quindi prende a seguirla.
“Desiderate che nessuno vi raggiunga per tutta la vita?”
“Il punto è esattamente questo: non posso permettermi di lasciarmi andare alle emozioni. Nonostante abbia imparato molto dei miei poteri, non ne ho il pieno controllo. Perché dovrei mettere in pericolo le persone a cui tengo di più?”
Hans sorride.
“Allora lo ammettete”.
Elsa solleva un sopracciglio.
“Cosa dovrei ammettere?”
“Che ricambiate i miei sentimenti”.
“Mai! Domani partirete e se anche i nostri Regni si manterranno in buoni rapporti, non vi sarà più alcuna possibilità di incontrarci. Vi sono riconoscente per tutto ciò che avete fatto per me, ma non credete che questo mi porti a provare sentimenti più profondi”.
Hans arresta il passo e conduce una mano dietro la schiena.
“Ciò non vuol dire che non ne abbiate, di sentimenti profondi intendo. Mostrate a tutti una maschera di ghiaccio ma proprio tra questi tutti siete forse quella che più prova sentimenti profondi ed intensi”.
Elsa non ha quasi più fiato. Si deve fermare anche lei e sa che da lì a poco potrebbe ancora non riuscire a controllare le proprie emozioni. Reprimerle non vuol dire cancellarle. Far finta di non avere sentimenti non vuol dire rimuoverli.
“Andate via, Principe Hans. Il vostro comportamento è a dir poco riprovevole e vi concedete una libertà nei miei confronti che non vi è permessa”.
Il silenzio cade appena tra loro ma solo Hans ha il coraggio di guardarla negli occhi.
“Se è questo il vostro desiderio, allora domani salperò per le Isole del Sud”.
Né un inchino, né un gesto di congedo. Semplicemente Hans si volta per lasciarla nuovamente da sola. Forse più sola di quanto non si sia mai sentita prima. Cos’altro avrebbe dovuto fare? 






NdA: 

Salve a tutti! 
Eccomi qui con la penultima one-shot di questa raccolta. Ricordo che essendo una raccolta e non una long non tutte le parti della storia sono messe in luce ma solo le parti fondamentali tra Elsa ed Hans. Nell'ultima parte ho deciso di rendere tutto meno ombroso, a dispetto del titolo e renderlo un pò più disneyggiante con battute leggere.
Come sempre ringrazio chi recinsisce e continua a seguire, sperando che poi la conclusione vi piaccia. Grazie infinite ^^.





 

 
   
 
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