Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Kasumi22    03/10/2014    2 recensioni
(spoiler del quarto capitolo)
Mi trovavo in posizione supina, le gambe allargate. Levi mi sovrastava, il ginocchio destro a sfiorare il cavallo dei miei pantaloni, le mani che mi fermavano i polsi e il suo viso così vicino al mio che i suoi capelli corvini solleticavano la mia fronte. Sogghignò malizioso, ma non accennò a lasciarmi andare.
“Tu, devi smetterla di stuzzicarmi,” sussurrò avvicinandosi al mio orecchio “o finirò per non controllarmi più.”
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Fan fiction rigorosamente Ereri. I due avranno modo di conoscersi meglio nell' ex quartier generale della Legione Esplorativa.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Du bringst ein warmes Lächeln


Porti un caldo sorriso 

 

 

 

"Ehi Eren, ma è proprio vero?"

Mi ci vollero alcuni secondi per ricordare dove ero. Mi rizzai a sedere sul  sottile materasso che mi aveva tormentato la schiena per tutta la notte e fuori dalla cella, le mani aggrappate tanto saldamente alle sbarre da rendere le nocche bianche, c'era Hanji.

Il suo sguardo bramoso non mi piacque affatto.

"Eren, cosa aspetti a vestirti? Levi mi ha detto che il tuo dente è ricresciuto... non ci posso credere! Sei proprio pieno di risorse, eh? Su, su su vestiti e sbrigati ad uscire!"

Doveva essere l'alba. I pallidi raggi di sole autunnale che filtravano dalle sbarre erano ancora freddi e non riuscirono a levarmi la spiacevole sensazione di essere in un sogno.

Il viso aveva smesso di pulsare dolorosamente solo verso le tre di notte, quando, preso dalla disperazione, avevo poggiato la faccia contro la parete  incrostata di muffa della cella ed ero finalmente riuscito ad addormentarmi.

Ero mortalmente stanco.

"Poco fa il caporale è venuto a portarti la nuova uniforme; l'ha poggiata su quello sgabello alla tua destra. Ha anche detto che ti ha trovato addormentato contro la parete e che avevi la faccia lurida."

Cosa? Levi mi aveva visto in quello stato?

"Oh ma non ti preoccupare," aggiunse Hanji, forse notando che ero arrossito "Ha detto di averti pulito la faccia e riportato a letto."

Rimasi sbalordito da quell'affermazione. Non credevo possibile che un uomo più basso di me di almeno una testa, fosse riuscito a sollevarmi; ma peggio ancora era l'umiliazione che mi avesse pulito il viso, al pari di una brava mammina che pulisce la bocca sporca dei figlioletto.

"Non era necessario," asserii, chinando la testa per nascondere il mio crescente imbarazzo.

"Non ti devi preoccupare," rispose la donna "uhmm..effettivamente è strano che Levi abbia fatto una simile gentilezza, tuttavia non è il tipo di persona da imbarazzarsi in certe situazioni. Ma adesso non c'è tempo di rimuginare. Vestiti velocemente, io ti aspetterò di sopra." estrasse una chiave dalla tasca e aprì la cella. Poi se ne andò.

Indossai la mia nuova uniforme dotata dello stemma della Legione Esplorativa: le ali della libertà. Avrei dovuto sentirmi entusiasta poiché aspettavo quel momento da un'eternità; ma non era certo in un sotterraneo, completamente solo e con il mal di schiena, che mi aspettavo di diventare un membro del Corpo di Ricognizione.

Oltretutto sentivo un impellente bisogno di andare al bagno.

Risalii le scale e giunsi alla porta che dava sul corridoio esterno, feci per girare la maniglia ma udii Hanji e il comandante Elvin parlare a qualche passo al di là della porta. Dal tono di voce che aveva assunto la donna, intuii che si trattasse di qualcosa di importante.

"Siamo riusciti a legarli e bloccarli. Oggi inizieremo qualche esperimento, ma sono cautamente positiva. Non finirà come i due giganti che avevamo catturato in precedenza."

Giganti? Avevano forse catturato dei giganti?

"Molto bene Zoe, mi aspetto di ricevere periodicamente dei rapporti."

"E io invece mi aspetto che il signorino dietro la porta la smetta di origliare." Era la voce di Levi.

Dannazione, mi avevano scoperto. Cosa fare? Potevo correre giù per le scale sperando di non venire visto, oppure affrontare la realtà e ad aprire la porta, chiedendo scusa. Ovviamente scelsi la prima opzione; ma arrivato al quinto scalino riflettei su quanto sarebbe stato imbarazzante ( se non sconveniente) se Levi avesse aperto la porta e mi avesse visto correre a rotta di collo per le scale, in un estremo tentativo di non essere colto in flagrante ad origliare la conversazione dei miei superiori. Tornai sui miei passi ed aprii la porta. Ad attendermi c'erano i tre, ma mentre Hanji e Smith avevano un espressione vagamente divertita, la faccia di Rivaille non lasciava trasparire nessuna emozione.

"Io... vi chiedo scusa, ma non..."

"Oh, ma non ti devi preoccupare Eren!" rassicurò Hanji "Non era una conversazione privata!"

Si avvicinò e mi mollò una pacca rassicurante sulla spalla, tanto forte da farmi cadere.

"Non possiamo perdere ulteriore tempo. Fuori sono già stati preparati i cavalli e ci aspettano due ore di viaggio," aggiunse il comandante.

Imbarazzato, dissi:"Prima di partire, dovrei andare in bagno..."

"Ci penso io ad accompagnarlo." Levi si avvicinò a me e mi posò una mano sulla spalla – Come ho già ribadito, tu sei sotto la mia responsabilità. -

Deglutii rumorosamente.

Io in bagno con Rivaille? No,no, adesso sono sicuro il comandante Elvin gli dirà qualcosa..

Le mie speranze si dissolsero in un istante.

"Ottimo" aggiunse Smith "noi vi aspetteremo fuori dal palazzo."

Venni scortato fino alla porta del bagno, Levi -del tutto a suo agio in quella situazione che a me sembrava estremamente sgradevole- la aprì e mi ci spinse dentro.

"Ti aspetterò qui fuori, vedi di non fare cazzate."

Mi sbattè la porta in faccia e io, in quella piccola latrina, tirai un sospiro di sollievo.

Davvero credevo che Levi sarebbe entrato in bagno con me?

 

Una volta finito, uscimmo dal tribunale e finalmente, dopo giorni di isolamento, potei respirare la fredda brezza autunnale che spirava da ovest. Porsi il viso verso il vento e lasciai che venisse graffiato dal fresco, trasmettendomi una magnifica sensazione di sollievo. Istintivamente alzai le braccia e sorrisi, tutti i problemi sembravano scivolare dalla mia testa, trasportati via da quella folata.

La sensazione durò pochi secondi.

"Eren! Appena finisci di fare le piroette, avvisaci:  non abbiamo tempo da perdere." il commento era (ovviamente) giunto da Levi che, già salito a cavallo, mi guardava dall'alto verso il basso. Al suo fianco, su un cavallo nero e uno grigio c'erano Gunther Schultz ed Erd Gin, due soldati scelti della squadra d'élite della Legione Esplorativa, che già avevo visto a fianco del comandante.

 Abbassai di scatto le braccia e gli spedii un'occhiataccia; per tutta risposta gli angoli della bocca gli si incresparono a formare un piccolo ghigno.

O forse era un sorriso?

  
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