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Autore: la luna nera    03/10/2014    3 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Edward, suo padre Gilbert, Jacob Millstone ed il figlio maggiore Sebastian si accomodarono sulle poltrone dell’elegante salotto di Harringhton House davanti ad un tavolino su cui stavano quattro bicchieri ed una bottiglia di ottimo whisky scozzese.
“Vi confesso Edward” esordì Millstone “che il vostro ritorno dopo così tanto tempo mi ha sorpreso notevolmente.”
“Ho deciso di fare un lungo viaggio unicamente per distendermi un po’, tutto qui.”
“Posso chiedervi se c’è un nesso fra questa vostra decisione e quanto accaduto fra di noi?”
“Vedete milord, il nostro ultimo incontro non può certo essere ricordato per cordialità e amicizia.” Bevve un sorso di whisky. “Porto ancora alcune cicatrici addosso.”
“Ve la siete cercata!” Sebastian balzò in piedi. “Credete forse di potervi vantare dell’oltraggio che avete fatto a mia sorella?!”
“Vostra sorella è scomparsa e siete qui per chiedere aiuto a me e alla mia famiglia per riportarla a casa, badate bene a ciò che dite se davvero volete che faccia qualcosa.” Edward cercava di trattenersi il più possibile.
“Avete fatto fin troppo!” Sebastian era rosso di collera, lo riteneva il solo ed unico responsabile di tutte le vicissitudini negative subite dalla sorella.
“Calmatevi adesso, suvvia!” Intervenne il duca Gilbert vedendo che gli animi si stavano surriscaldando più del dovuto. “Siamo qui perché la sorte di lady Louise sta a cuore ad ognuno di noi e non è certo mettendoci a discutere che possiamo trovare una soluzione.”
Edward e Sebastian continuarono a scambiarsi sguardi minacciosi, ma seguirono il consiglio del duca e si misero di nuovo seduti.
Al che, questi proseguì. “Sappiamo che la fanciulla manca da casa da un paio di settimane; potete raccontarci come si sono svolti i fatti, lord Millstone?”
Il suo sguardo si fece triste. “Come sapete Louise è l’unica figlia femmina che non è deceduta in tenera età, io e la mia nobile sposa abbiamo sempre cercato di fare il meglio per lei, l’abbiamo fatta crescere bella e colta, non le abbiamo fatto mai mancare nulla. Ed ora che ha raggiunto la maturità desideriamo che sia condotta all’altare da un uomo che sia degno di lei, che non le faccia mai mancare nulla e che la tratti come una regina. Sappiamo bene che fra lei e voi, Edward, c’è stato …ehm…quello che c’è stato e questo piccolo inconveniente ha creato non pochi problemi nello sceglierle lo sposo migliore. Il vostro nome, benché illustre, è stato scartato a priori in virtù dei rapporti non proprio idilliaci fra le nostre famiglie e spero non me ne vogliate per questa decisione.” Restò un attimo in silenzio, come a volersi sincerare che le sue parole fossero state ben comprese. “Poco più di un mese fa è venuto a farci visita un mio vecchio amico, lord Reginald Northon. Era vedovo da un paio di anni e mi confessò di essere rimasto molto colpito da Louise. Non fece mistero del fatto che sarebbe stato ben lieto di prenderla in moglie senza alcuna riserva e considerando che vanta antenati illustri, un ingente patrimonio e un nome molto importante, non ho esitato un istante nel concedergli la sua mano nonostante i quarant’anni di differenza. Io e la mia sposa abbiamo visto solo cose positive in questa unione, ma la cosa non ha raccolto lo stesso entusiasmo in Louise; quando glielo abbiamo comunicato è scoppiata in lacrime e si è chiusa nelle sue stanze rifiutando ogni contatto con l’esterno.”
“Mia sorella” intervenne Sebastian “è una ragazza testarda e troppo spesso si lascia trascinare dai sentimenti e dalle romanticherie. Si è mostrata fin da subito riluttante verso il suo promesso sposo, opponendosi con tutta se stessa alle nozze in quanto ancora affermava di nutrire amore per voi. A far precipitare la situazione è subentrata la vostra dipartita, Edward, che l’ha fatta sprofondare nella più nera disperazione.”
“Lord Reginald ha fatto di tutto per farsi ben volere, ma quella testarda per tutta risposta si è allontanata da casa senza fare più ritorno.”
“Temiamo il peggio, non posso negarlo, tuttavia non ci daremo pace fino a che non si trovi qualche traccia di lei….anche la peggiore.”
Edward lesse nei suoi occhi la profonda preoccupazione di un padre in ansia e ritenne opportuno ridonargli la speranza di riabbracciare la figlia. “Non rattristatevi milord, Louise è ancora in vita e noi la troveremo.”
“Come potete esserne così sicuro?” Sia lord Jacob che il figlio lo fissarono con stupore.
“Ho fonti degne della massima credibilità, fidatevi. Louise è viva.”
“Allora voi sapete qualcosa… Sapete dov’è!”
“No, mi dispiace. Non ho idea di dove si trovi in questo momento, so solo che non è morta. Vi chiedo unicamente di fidarvi delle mie parole.”
Lord Gilbert prese la parola dopo alcuni istanti di riflessione. “E’ stata la mia nobile madre a suggerirmi di offrire il nostro aiuto per trovare la fanciulla e mi pare di capire che il tuo ritorno, figliolo, è stato quanto mai provvidenziale.”
Abbassò lo sguardo riflettendo su quanto era stato detto ed un dubbio si insinuò nella sua testa. “Chiedo scusa, c’è una cosa che mi sfugge: cosa sperate che io faccia? Che la trovi promettendole cose che non posso mantenere? Vi rammento che ho già una promessa sposa, signori. E poi se non sbaglio il mio nome è già stato scartato.”
Lord Millstone lo fissò negli occhi. “Voi fatela tornare a casa, al resto penseremo dopo. La conoscete bene, quindi non dovreste avere grosse difficoltà nel farvi venire in mente dove possa essersi dileguata, ammesso che veramente non lo sappiate. In più cercheremo di divulgare il più possibile la notizia del vostro ritorno, così facendo la voce giungerà anche a lei.” Bevve tutto il whisky del suo bicchiere. “E per quanto riguarda la vostra fidanzata, io non mi farei tanti problemi; in fondo si tratta solo di una donna e non credo vi facciate influenzare da lei come un codardo.” Piegò l’angolo destro della bocca mentre versava altro whisky nel suo bicchiere e negli altri. Poi si alzò in piedi proponendo un brindisi all’accordo raggiunto. Edward sentiva puzza di bruciato: nelle parole di lord Jacob e del figlio c’erano molte contraddizioni e alcuni punti oscuri.
Davvero il suo nome era stato del tutto scartato fra quelli dei potenziali mariti di Louise?
 
Nel frattempo Daisy, costretta a restare fuori dall’incontro con i Millstone perché femmina, decise di ingannare il tempo girovagando per il palazzo sfruttando le sue doti paranormali che, con il passare del tempo, trovava sempre più divertenti. Passare attraverso le pareti la faceva sentire come certi personaggi visti in dei film che scoprendo passaggi segreti, arrivano nelle stanze più remote dei castelli piene di misteri e arcani simboli nascosti in pitture, quadri e stemmi. Harringhton House era perfetta per questa strana avventura e la cosa divenne ancora più interessante quando passò a curiosare nell’area del sottotetto. C’erano ragnatele e polvere dappertutto, poca luce faticava ad entrare da piccole finestrelle rotonde. L’ambiente era strutturato in modo relativamente semplice:  c’era un lungo corridoio al quale si accedeva salendo una stretta rampa di scale scricchiolanti nascoste da una porta anch’essa celata da un quadro raffigurante il nonno di Edward nel giorno delle nozze con lady Mary Henriette.  C’erano delle porte consumate dal tempo con delle serrature corrose dalla ruggine, porte semi socchiuse dietro alle quali si intravedevano bauli, armadi  e altri vecchi oggetti dimenticati. Solo due porte erano chiuse e non presentavano segni di abbandono, come se qualcuno ancora usasse quelle stanze non per riporci cose ormai inutili, ma qualcosa che doveva restare segreto. Daisy esitò un istante, era curiosa e non si tirava indietro di fronte al mistero. Non temeva di scovare qualche spiritello, in fin dei conti un po’ lo era anche lei e quell’esperienza la stava riempiendo di adrenalina. Afferrò con decisione la maniglia della prima porta che aveva di fronte, era chiusa a chiave infatti; quindi ricorse al suo potere ed attraversò la parete. Si trovò di fronte ad una stanza arredata in modo piuttosto elegante: c’erano due poltrone in velluto rosso, un tappeto, una stufa spenta e, appoggiato ad una parete, il ritratto di Edward, quello che nella sua epoca d’origine si trovava a Swanlake Palace. Ebbe un tuffo al cuore, le venne in mente che lì, fra quelle pareti, poteva essere iniziata l’avventura che lo aveva portato nella Londra moderna. Con la mente ripercorse tutti i momenti belli e brutti, le angosce, le emozioni… Sfiorò la tela con la mano e venne invasa da un’insolita onda di energia: quel dipinto era stato il ponte di passaggio temporale e probabilmente qualche potere  arcano ancora scorreva in esso. Prima di farsi sopraffare dalla dolce malinconia dei ricordi, uscì da quella stanzetta ma sbagliò parete e invece di tornare nel corridoio, si trovò in un altro locale se si vuole ancora più insolito: lì c’era una finestra più grande nascosta da una tenda di velluto rosso tirata a metà. Davanti ad essa stava un tavolino con una tovaglia scarlatta che arrivava fino al pavimento perfettamente pulito, al centro della quale notò un piatto contenente delle pietre talmente simili a quelle che Mel usava per le sedute spiritiche, che capì subito per cosa veniva usata quella stanza e forse quello era anche il motivo per cui doveva restare segreta. Guardandosi attorno aveva sempre continue conferme dei suoi sospetti, vedeva oggetti strani ed inconsueti dappertutto, sentiva un particolare odore nell’aria simile all’incenso e c’erano anche tantissime candele più o meno consumate. La sua mente fu pervasa dal ricordo della sua amica adorata, agli indimenticabili momenti vissuti con lei e a tutti i guai che le aveva causato con Soren… Chissà come aveva reagito davanti alla verità…
Tranquilla, è tutto a posto.
Daisy si guardò attorno: da dove proveniva quella voce? Le sembrava quella di Mel, ma come poteva udirla così bene?
Daisy, mi senti? Il passaggio attraverso lo stargate ti ha fatta diventare sorda?
“Mel?! Ma sei davvero tu?! Cioè… sei qui?! Dove sei?”
Sono a Londra a casa mia nel 2014, tranquilla. Ricordi la pietra fighissima del nonno del tuo bello? E’ un trasmettitore fenomenale, credimi, funziona meglio di tante diavolerie moderne!
“Dio mio, che bello sentirti…” Una lacrima di commozione le bagnò il viso. “Mi manchi da morire Mel…”
Manchi anche a me, tesoro.. Non vedo l’ora di riabbracciarti. Come vanno le cose?
“Edward è sempre con suo padre ed i Millstone, a me tocca sorbirmi le donzelle della famiglia. Sua madre mi odia… Tu? Come te la passi?”
Al solito. Faccio sedute, evoco spiriti… Con Soren va alla grande, non ce l’ha con voi, anzi è rimasto talmente colpito dalla vera natura di Edward che non vede l’ora di farsi raccontare da lui cosa si prova ad attraversare uno stargate!
“Meno male, non mi sarei data pace.” Sorrise. “Sai, ho l’impressione che qui ci sia qualcuno che ha doti medianiche come te.”
Davvero? E chi è?
Le parve di udire dei passi in avvicinamento. “Qualcuno che sta per entrare qui. Se mi scoprono sono fottuta!” Troncò drasticamente la conversazione con l’amica guardandosi intorno in cerca di una via di fuga: l’unica era la parete.
La chiave stava girando nella serratura, fra poco la porta si sarebbe aperta. Non c’era una minuto da perdere: Daisy si lasciò inghiottire dal muro e in un istante fu di nuovo nel locale adiacente, quello da cui era partito Edward. Moriva dalla voglia di sbirciare e scoprire chi fosse il o la medium, ma una strana sensazione comparsa all’improvviso in lei, la fece desistere. Si, era decisamente meglio lasciar perdere e attendere ancora un po’, in fondo doveva farsi accettare dalla famiglia Harringhton, soprattutto dalla Duchessa Anne che non perdeva mai occasione di farla sentire inadeguata per il figlio.
Tornò ai piani inferiori. Giù, nell’area antistante l’ingresso principale vide Edward con suo padre e altri due uomini. Grazie alle sue doti soprannaturali percepiva tensione fra di loro, anche se all’apparenza sembravano in ottimi rapporti.
Li raggiunse dopo pochi minuti e gli occhi dei due uomini sconosciuti puntati addosso la fecero sentire in forte disagio.
“Questa gentile fanciulla dunque sarebbe la vostra promessa sposa, Edward?” Sebastian Millstone rivolse parole ironiche al ragazzo non appena la mano di Daisy fu stretta fra quelle del giovane Harringhton il cui padre salutò la futura nuora con un sorriso benevolo. Osservando con attenzione i tratti del volto dello sconosciuto più anziano, vi scorse una notevole somiglianza con lo spirito che aveva tentato di soffocarla… Era certa che quell’uomo fosse Jacob Millstone e che quasi sicuramente l’altro tipo dall’aria arrogante fosse suo figlio.
“Si, è lei.” Sibilò le minime parole indispensabili.
L’altro sogghignò. “Vi siete perso in una donnetta simile dopo aver colto il fiore candido di mia sorella? Non vi nascondo la mia delusione, Louise è decisamente più affascinante della qui presente.”
Edward sentì che Daisy stava per esplodere, le strinse forte la mano sperando di farle capire che doveva stare zitta ed incassare in silenzio le velenose frecce scoccate da quel presuntuoso. “Oh, beh, sono felice che la pensiate così. Sarò ben tranquillo, so che non farete pensieri strani su di lei.”
Non rispose, visibilmente seccato dalle parole di Edward.
Daisy invece lo fissò, concentrandosi sulla fibbia dei pantaloni, nessuno poteva sparare così su di lei senza passarla liscia. Dopo alcuni istanti il ragazzo iniziò a sentire del calore proprio in corrispondenza del basso ventre. Ciò lo fece indietreggiare di qualche passo, girava la testa nervosamente guardandosi intorno nella speranza di capire cosa gli stava provocando quella bizzarra sensazione. La ragazza dentro di sé moriva di soddisfazione e trattenne a stento le risa quando Sebastian si scusò rapidamente e altrettanto rapidamente se la diede a gambe dirigendosi verso il laghetto del parco della villa.
“Bene signori,” intervenne il duca “l’aria si sta facendo fresca. Propongo di congedarci adesso, domani mattina partiremo per una prima perlustrazione della contea con la speranza di trovare qualche traccia della fanciulla.”
Si ritirarono nella loro elegante dimora con il  cielo sopra le loro teste che si tingeva dei colori della notte.
 
 
 
Ciao a tutti!   :  )
Vorrei ringraziare ognuno di voi, che trovate del tempo per leggere la mia storia e in particolare voi che recensite rendendomi la persona più felice del mondo!
Qui entrano in scena altri personaggi, le vere ragioni per cui Louise è scomparsa e un nuovo mistero da svelare: c’è qualcuno ad Harringhton House che ha poteri paranormali. Chi è?
Si accettano scommesse!
 
Alla prossima settimana!!
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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