Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: CinderNella    05/10/2014    2 recensioni
Inizialmente si sentiva un po’ strana per il fatto che avrebbe condiviso una casa con un uomo.
Insomma, Colette aveva detto che quel Tom era simpatico e a modo, ma lei, Colette ed Elspeth erano sempre state con delle ragazze in casa… Tranne il modello. Ma lui non stava mai a casa. Laire era l’ultima aggiunta, una matricola alla loro stessa università e si trovavano benissimo, ma erano sempre state solo ragazze.
E ora Colette le mollava per tornare al suo paese natio e le lasciava in balìa di un tipo che nemmeno conoscevano. Era un po’ ingiusto.
"Ma se Colette lo conosce in qualche modo e dice che è alla mano, gentile e ha viaggiato molto, ci si potrà fidare..." pensò lei, rincuorata.
[...] Tom uscì dal portone, tirando un sospiro di sollievo: quell’Aneira era una tipa stramba. In positivo, ma lo era.
L’aveva convinto a prendere la camera sebbene non fosse la migliore opzione, ma nel suo essere strana gli aveva già fatto sentire la casa come sua, come se ne volesse fare parte.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titoli ispirati ancora a FRIENDS
Foto: fatta e editata da me.
Buona lettura *-*














 
The Guy Who Turned Her Down




7. The One In Which Someone Of Hers Falls For Someone of His

Aneira era piazzata sulla sua poltrona e aveva Mycroft sulla pancia, ed era l’unico motivo per il quale Elspeth non l’aveva fatta sloggiare da lì quando l’aveva trovata in cucina a parlare con Colette: era tornata a Londra per qualche giorno e stava da un’amica e per quella sera era passata a trovarle.
Allora le aveva presentato il loro nuovo gattino salvato dalla strada e Colette, amante dei gatti anche lei, aveva giocato con lui per un po’ per poi ordinare giapponese con la sua ex-coinquilina e chiacchierare un po’. E poi si era aggiunta Elspeth che era appena tornata dalla cena con il suo fidanzato, mentre Laire era ancora fuori di casa con amici: ma non importava, dopotutto erano prima di tutto Colette, Elspeth e Aneira. Laire si era aggiunta solo dopo, non faceva parte del gruppo originario.
«Oh, il dormiglione s’è svegliato!» aveva esclamato la ragazza dai lunghi capelli fucsia indicando il piccolo gattino bianco che si liberò dalle coccole della padroncina per saltare sulle gambe dell’ospite, senza negarle qualche graffio «Sapete quanto ha?»
«No!» Aneira fece spallucce, mentre Elspeth metteva su il tè «Però è stato già castrato, quindi avrà sicuramente più di sei mesi. Ma è ancora un piccoletto!» gli diede un buffetto, sebbene quello fosse oltre il tavolino, a bearsi delle coccole dell’ospite sconosciuta.
«Sembra una piccola peste…»
«Lo è. Ogni tanto.» aggiunse Elspeth «Da quando è qui chiudo sempre la porta della camera con la paura che mi faccia nuovamente cadere tutti i libri. E no, non sono tomi leggeri di Scienze Politiche!» aveva esclamato la ragazza, sbattendo le palpebre.
«Quando sta in camera mia sta sempre spanciato a sonnecchiare.»
«Sì, perché prende la mia e quella di Laire come parco giochi! Da te e Tom va sempre a dormicchiare!» aggiunse Elspeth, sorridendo e andando a dare anch’ella un buffetto a Mycroft, come se volesse scusarsi del fatto che lo stesse incolpando di qualcosa. Ma lui non aveva sentito nulla e non aveva nemmeno voglia di separarsi dall’ospite.
«A proposito, come vi state trovando con la star? Ha già dato festini o cose del genere?» Colette ammiccò alle due amiche, che ridacchiarono contemporaneamente, ma Elspeth fu la prima a rispondere «Fa più feste Laire di lui.»
«A parte quando ospita colleghi ubriachi o trombamiche!»
Elspeth sgranò gli occhi: «Queste me le sono perse!»
«Eri da Andrew! Laire ne sa qualcosa. Perlomeno, della prima.»
«E per la seconda sembri tu un po’ gelosa!» incalzò Colette, ammiccando nuovamente: Aneira arrossì e la guardò trucemente, per poi ricomporsi «In realtà lo sembrava di più lei. Perché dopo averla salutata chiamandola “signora ospite” ho lasciato Mycroft sul muso di Tom e lui non l’ha calcolata fin quando non ha fatto la sua camminata della vergogna fuori di casa.» fece spallucce, mentre Colette ed Elspeth scoppiavano a ridere contemporaneamente, così tanto che la prima dovette asciugarsi le lacrime dagli occhi mentre Mycroft, per il trambusto, sceglieva di piazzarsi sul divano e sonnecchiare tranquillo.
«Quindi a quanto pare l’ho scelto bene… le coinquiline prima delle donne!» commentò quella, mentre Aneira infilava un cucchiaino di yogurt alla frutta in bocca «Beh, lei non sembrava particolarmente contenta.»
«Ci credo!» esclamò Elspeth, versando l’acqua bollente in una tazza dove poi aggiunse anche l’infusore.
Sentirono la porta di casa aprirsi e diverse voci farne capolino: dopo qualche minuto tre volti conosciuti attraversarono la cucina, e uno di quelli era la diretta ricevente di un’occhiataccia eloquente di Tom.
«‘Nei, guarda chi ho trovato sul pianerottolo…»
«Jules!» Aneira saltò su per abbracciarla e poi si rivolse a Tom «Come è andato lo spettacolo?»
«Non ho fatto una plateale figuraccia davanti a tutti, non preoccuparti.» poi il ragazzo si rivolse verso l’ospite «Tu devi essere Colette, vero? Luke ti aveva descritto così.»
«Non cerchi di accogliermi con un martello in mano oggi, Hier?» chiese il Luke in questione che si trovava con le mani in tasca accanto ad un’imbarazzata Jules che non sapeva dove guardare nella stanza. Con lei avrebbe fatto i conti dopo.
«Così come, rosa?» Colette strinse la mano che le porgeva Tom e rimase in piedi, andando ad abbracciare Luke, mentre Tom si appropriava della poltrona e Mycroft gli saltava addosso per salutarlo leccandogli la mano.
«Quando gli hai puntato il martello contro?» chiese alla fine Elspeth, guardando lo sconosciuto basita per poi presentarcisi.
«Lunga storia…» iniziò Aneira.
«Te la racconteremo un giorno. Anzi, sarebbe divertente sentire la versione di Laire.» terminò ridacchiando Tom, accarezzando il gattino bianco.
«Beh, io sono venuto solo a prendere lei» indicò Colette «Non a controllare che faceste i bravi e non cercaste ladri sul tetto. Quindi buona serata, noi abbiamo una rimpatriata!» e con la mano sulla spalla di Colette i due uscirono dalla stanza, in cui in quel momento regnava uno strano silenzio.
«Jules…?» chiese Aneira, perplessa. Era insolitamente taciturna e non sapeva dove guardare «Cosa hai fatto?»
«Niente!»
«Jules… dov’è la pupù?» chiese nuovamente, con fare inquisitorio, Aneira.
«Non ho fatto niente, davvero!» esclamò la ragazza sulla difensiva, mentre dall’altra parte Elspeth e Tom si scambiavano uno sguardo preoccupato.
«D’accordo. Ti verso l’acqua calda. E ti do una tisana. E andiamo in camera, ora.» lo sguardo concentrato di Aneira non presagiva niente di buono e Jules lo sapeva. Ma continuò a non guardare nessuno precisamente, per poi salutare i presenti nella stanza seguendo Aneira in camera.
«“Dov’è la pupù”?!» Tom era basito.
«Hai presente Lily di “How I Met Your Mother”..?» rispose Elspeth, mentre il coinquilino annuiva «Ecco, quando sta per indagare su qualcuno e poi strigliarlo di conseguenza usa la sua frase. Bislacco, ma ti ci abitui dopo un po’.»
Ancora con l’espressione perplessa, Tom annuì. Per poi scoppiare sinceramente a ridere scuotendo il capo.

Aneira aspettava qualcosa uscire dalle labbra carnose dell’amica, che invece si limitavano a sorseggiare dalla tazza nera la tisana. Lei nel frattempo aveva optato per il tè – e quando mai – e attendeva pazientemente. E sperava con tutte le sue forze che non c’entrasse l’ex fidanzato Ted.
Quando Jules si decise a parlare, Aneira sbarrò gli occhi e rimase ancor più perplessa, conscia che qualcosa non quadrasse: «Luke… sta con Colette?»
«No, sono amici. Perché?»
«Oh… per sapere.» No, decisamente non gliela contava giusta. Aneira prese un sorso del tè, osservandola accuratamente: «C’è qualcos’altro, vero?»
«Ho… incontrato qualcuno.»
«Chi?»
«Un tipo, carino. All’intervista per il giornale di facoltà. Mi ha chiesto di uscire, solo che ha orari improbabili…»
«Dimmi tutto! E io credevo che fosse Ted! Grazie al cielo non c’entra nulla!»
«Beh, con lui mi sono vista questo pomeriggio per un altro caffè.»
«Jules!» la rimproverò l’amica, e lei fece spallucce «Ma tanto non mi interessa più in quel senso!»
«Forse a te. Ma magari a lui… magari lui la pensa diversamente. Ricorda sempre che sei stata tu a mollarlo e lui s’è chiuso nel suo guscio. E ora ne è uscito magicamente?»
«Oh, non mi interessa. Ma Luke è…»
«Il pubblicista di Tom. Non è Luke il tipo che ti ha chiesto di uscire, no?» chiese perplessa l’amica, alzando un sopracciglio; ma Jules reagì in modo bizzarro, perché iniziò a scuotere veementemente la testa, arrossendo e negando incondizionatamente.
«Mi stai quasi facendo credere che sia lui.»
«No… si chiama Matthew, lavora per un’azienda di “Built in London”… insomma, è sommerso di lavoro.»
«Semplice, ti trovi sempre le cose semplici.» commentò ironicamente l’amica.
«Puoi dirlo forte. Dal mammone allo stakanovista. Ehi, potrei scriverci un articolo!»
«Sarebbe più che interessante, ma non penso che Michael te lo pubblicherebbe.» scherzò Aneira, rivolgendole un sorriso «Com’è andata la presentazione?»
«Tranquillamente si può dire, ha fatto tutto lei…»
«Come al solito, del resto.» ridacchiò tra sé e sé Aneira, trascinando dopo un po’ anche Jules, il cui morale parve risollevato fino a quando non iniziò a fare gli occhi dolci all’amica «Ti prego, non iniziare a chiedermi dove sia la merda…»
«Mi hai letta nel pensiero!»
«Posso rimanere a dormire qui? Non mi va di tornare a casa e ho il pigiama di ricambio…» iniziò a mani congiunte Jules, e Aneira, già in pigiama, le sorrise: «Non devi nemmeno chiederlo. Questa casa è sempre aperta per te!»
«Grazie mille!» tirò un sospiro di sollievo ed iniziò a tirare fuori dalla borsa il pigiama in questione. Allora Aneira si defilò, dichiarando un “Torno subito” e lasciando la camera. Prima o poi Jules le avrebbe detto i problemi che le impedivano di tornare a casa – o più probabilmente, le toglievano la voglia di farlo.
Senza tante cerimonie spalancò la porta della camera di Tom, trovandolo sul letto a coccolare Mycroft mentre leggeva qualcosa sul tablet: «Ehi! E se fossi stato nudo?!»
«Devo ricordarti di quando mi hai seguita in mutande in cucina con Mycroft attaccato a te?» ribatté lei con un sopracciglio alzato per poi piazzarsi sul letto dell’uomo, scavalcandolo e finendo dal lato del muro.
«Cos’ha Jules?»
«Allora anche tu l’hai notato!» esclamò la ragazza puntandogli il dito contro.
«Sono un bravo osservatore, che ci vuoi fare!» commentò lui, semi-gongolante, sfogliando virtualmente una pagina sul suo I-Pad, mentre lei coccolava Mycroft che si trovava al centro del lettone «Che cos’ha?»
«Non lo so. Cioè è strana… credo sia perché Ted l’ha ricontattata, ma ha anche questo intrallazzo aperto con questo Matthew… ma secondo me c’è qualcos’altro sotto.»
«Non te ne ha ancora parlato?» non la guardava perché era occupato a leggere, ma le stava dando attenzioni, sebbene parziali.
«Non ancora. E poi penso che abbia sviluppato nei cinque minuti che li hai presentati una piccola cotta per Luke.»
Tom scoppiò a ridere, non distogliendo lo sguardo dalle pagine: «Togliglielo dalla testa, è gay.»
«Oh peccato. Se non altro così c’è meno carne a cuocere per quanto riguarda la sua vita incasinata.»
«Le posso presentare qualche altro mio amico che può interessarle!» propose lui, spostando finalmente lo sguardo dal tablet per posarlo sulla coinquilina, che giocava con i piedi sull’armadio.
«Non ha bisogno di un altro uomo in questo caso, proprio no.» commentò la ragazza, scuotendo la testa e portandosi la mano libera alla fronte, pensierosa «Eppure non riesco a togliermi dalla testa il fatto che ci sia qualcos’altro sotto, qualcosa di serio…»
«Tipo?»
«Non so, qualcosa che riguarda la famiglia. O la confusione negli studi… qualcosa che la destabilizzi più del suo ex-fidanzato, ecco.»
«Gli ex-fidanzati possono essere molto destabilizzanti, eh.»
«E tu sei esperto in materia?» alzò un sopracciglio e Tom schioccò contrariato le labbra: «Per quanto ti possa sembrare strano, ho avuto anche io ex-fidanzate.»
«Oh, credevo ex-fidanzati!» gongolò lei, prendendolo in giro.
«Quanto sei scema» commentò lui, alzando gli occhi al cielo e riprendendo a coccolare Mycroft sotto il musetto, che si beava delle coccoline emettendo fusa a destra e a manca.
«Ti suona il telefono» lo avvisò Aneira, sebbene il telefono non suonasse ma fosse illuminato perché qualcuno lo stava effettivamente chiamando: «Ed? Okay. Sì, non fare casino.»
«Eddie?»
«Ovviamente. Chi beve al pub sotto casa?»
«Ha seriamente questi problemi con l’alcol?!» chiese lei, perplessa.
«Oh, anche io. Solo… non a casa.»
«Confortevole.» commentò la ragazza, con Mycroft che si era piazzato accanto al suo petto e ronfava beato.
Tom lasciò la sua camera per dirigersi al citofono, al quale si attaccò senza che suonasse: «Eddie? Ci sei?»
«Sì… mi apri?»
Tom eseguì e aspettò l’amico sulla porta, il quale uscì poco dopo dall’ascensore: ma non era così barcollante come si sarebbe aspettato. Anzi, in realtà era solo un po’ brillo.
«Vuoi un posto letto?»
«Non mi dispiacerebbe. E no, non sono qui perché sono ubriaco, ma ho litigato con Hannah.»
«Simpatico.» aveva commentato Tom leggermente perplesso, facendo strada verso la sua camera: ne spalancò la porta, pronto a cacciare di lì Aneira perché sarebbe stato il suo momento di chiacchiere con un amico, ma la trovò ronfante – come Mycroft del resto – sotto le sue coperte e attaccata al gattino.
«È bello Mycroft. Ma che ci fa lei qui?» fu il turno di Eddie di essere perplesso, e alzò un sopracciglio di conseguenza.
«Stavamo parlando… Ehi, cosa ne sai di Mycroft?!» chiese allora Tom, facendo strada verso la cucina e socchiudendo la porta della sua stanza: no, non avrebbe svegliato Aneira per buttarla fuori dalla camera, sembrava troppo stanca.
«Beh, Aneira posta tutte le foto su Instagram che lo riguardano. E su Facebook. E anche su Twitter.»
«…Non hai tutti i torti.» commentò il padrone di casa, versando l’acqua bollente – che ormai era tiepida – rimasta per servire un tè a Eddie, che accettò di buona lena.
«Mi dispiace, ma dovrò metterti a dormire altrove.»
«Da Laire?»
«Nah. Il letto di Aneira è libero per una parte.»
«Per una parte…?»
«Oh, l’altra è occupata dall’amica di Aneira con piccoli problemi di cuore ed altri più gravi di cui non sappiamo nulla.»
«Il “non sappiamo nulla” è in riferimento al discorsetto che stavate facendo tu e Thorneira prima che arrivassi?»
«Eeeesattamente.» rispose Tom, sfogliando il giornale, per poi riporlo sul tavolino accanto «Allora, vogliamo parlare del litigio?»
«Preferirei parlare dei problemi sconosciuti dell’amica di Aneira, ma se proprio devo…» iniziò Eddie, sistemandosi comodo in poltrona. Quella sarebbe stata una lunga nottata.
«Proprio devi.» Tom iniziò a sgranocchiare e ad ascoltare, curioso.

Aneira si svegliò la mattina dopo che era ancora presto, e si trovava tra Mycroft e il muro. Oltre, in realtà, c’era Tom che ronfava: doveva essersi addormentata la sera prima mentre aspettava che lui tornasse.
Cercò malamente di scavalcarlo, colpendolo e finendo a terra: no, non era decisamente atletica di mattina. In generale non lo era, ma di mattina ancora peggio: Tom mormorò qualcosa e aprì gli occhi, mentre lei si scusò e cerco di alzarsi in piedi facendo meno rumore possibile.
Sperava di poter riprendere a sonnecchiare sul suo letto, ma quando arrivò in camera per poco non esclamò dalla sorpresa.
«Avevi detto che Jules sembrava avere una cotta per Luke, ma qui io vedo che è caduta per Eddie.»
«Per favore, Tom, lo sai che le tue freddure prima delle nove del mattino non si possono sopportare.»
Aneira, tant’era concentrata per capire che cavolo fosse successo quella notte in camera sua, non aveva neanche sussultato quando Tom aveva parlato dopo essere arrivato di soppiatto vicino a lei: ma in quel momento era più occupata a cercare di capire perché Jules fosse avvinghiata a Eddie e perché entrambi fossero caduti a terra alla parte del letto dove stava Eddie e non si fossero svegliati.
«Ma Ed ha il sonno pesante?»
«Molto. Anche Jules, noto.»
«Dici che dovremmo lasciarli così?»
Tom fece spallucce, decretando che l’inizio della giornata solo con una frase: «Io vado a fare il tè.»
Aneira continuò ad osservare il duo improvvisato, li scavalcò per prendere il telefono e fece loro la foto: poi, con tutta calma, raggiunse Tom in cucina per il suo tè mattutino.


 
  
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