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Autore: Demoiselle An_ne    05/10/2014    5 recensioni
Questa piccola raccolta è per la prima Rumbelle week italiana promossa da Rumbelle Remilie.
Be' sì, insomma, speriamo che vi piaccia! Buona lettura :)
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Giorno I. Doccia. Missing moments: casa Gold, subito dopo la sconfitta di Zelena.

 

Nella vecchia casa Gold c’era silenzio, troppo silenzio, Rumple poteva udire solo i loro respiri nell’oscurità ovattata e al contempo rassicurante e densa di angosce che si stagnava attorno a loro. Il fruscio della giacca di Belle che le scivolava di dosso, due mani piccole e calde lo aiutarono a sfilarsi la sua e poi un “clic” secco. La luce artificiale trafisse impietosa  le palpebre dell’uomo che in quel momento si sentiva vecchio e stanco, le membra quasi gli dolevano per il solo fatto di dovergli restare attaccate addosso e di non poter sgretolarsi e sparire per sempre. Proprio come desiderava fare lui in quel momento: sparire e dimenticare, per sempre, in un oblio senza ritorno… Il suo sguardo si fermò di nuovo e tutti quei pensieri si arrestarono bruscamente, Belle. Eccola lì la sua Belle, lo fissava con quello sguardo limpido e privo di corruzioni che tanto amava cogliere. Stavolta Belle lo fissava però in modo diverso da come avesse mai fatto prima: cos’era? Amore? No, non solo. Compassione? C’era dell’altro… Stavolta era chiaro che un invisibile filo rosso li teneva emotivamente legati, lo capiva dal sguardo: bagliori azzurrini che gridavano tacitamente “non è colpa tua”, Rumple non riusciva a non esserle grato anche in quel momento. Come sempre d’altro canto, come tutte le volte che lei lo aveva scelto nonostante tutto. Il male. L’oscurità. L’egoismo. La codardia. Un sorriso amaro gli increspò le labbra e mostrò una chiostra di denti imperfetta, certo che era proprio un ottimo partito! Eppure sapeva ormai da tempo che cercare di allontanarla non avrebbe funzionato, sia perché lui non era convinto e sia perché lei era convinta di lui, della sua anima nera e dei barlumi più chiari, sintomo di una possibile redenzione, che a volte l’attraversavano. Coraggiosa, piccola, impavida, meravigliosa, Belle. Avrebbe voluto vedersi per almeno un istante come lo vedeva lei, ma questo non era possibile. Interruppe quell’attimo così denso di cose non dette ma solo lasciate fluttuare tra loro per dire “Vado a farmi una doccia”, Belle annuì e lui sparì a grandi falcate dalla vista della giovane. Una volta solo, Rumple si appoggiò con la schiena contro la porta del bagno e si lasciò scivolare per terra col capo tra le ginocchia, i pensieri gli affollavano la testa, facendogli incurvare le spalle e facendolo sentire più vecchio. Uno di questi pensieri predominava sugli altri “Sono come mio padre, ho lasciato che anche tu, Bae, ti fidassi di me, poi ti ho deluso e ora è tardi. Mi hai dato un’occasione, non voglio sprecarla. Ma tu, non sarai morto senza che Caronte abbia prima traghettato con sé un’altra anima: una vita per una vita. Lo prometto…". Mentre i pensieri premevano per uscire, mentre Rumple aveva in scacco Robert il codardo e lo forzava con la sete di vendetta: roventi, semplici e umane lacrime solcavano le gote di un uomo combattuto che sperava solo di lavare via un po’ di dolore, entrò nella doccia ma proprio non riusciva a muoversi: fissava le piastrelle bianche senza sapere cosa fare, nudo in tutta la sua sofferenza, nudo nel senso più fisico del termine ma paralizzato come se fosse legato. Poi ebbe un’idea.Intanto, al piano di sotto, Belle fissava l’orologio appeso alla parete e le sembrava passato fin troppo tempo, così, deglutì preoccupata e si decise a salire le scale, due a due, temeva di vederlo sparire di nuovo. La ragazza bussò piano alla porta e trattenne il respiro in attesa di risposta, nell’attesa di qualche secondo che parve un’eternità, sentì una voce arrochita da…tristezza? Dirle “Entra, pure”.Quello che Belle vide le scaldò il cuore e insieme glielo trafisse, prima che un rosso purpureo le tingesse il bel viso: davanti a lei c’era, in piedi, senza vestiti e un’espressione stanca e sofferta il suo Rumple che contemplava una tinozza colma d’acqua e sapone. Come quelle che c’erano nel loro mondo, Belle sorrise un po’ nostalgica poi si focalizzò su Robert e disse con titubanza “Non riesci a stare solo dopo aver ricordato. Lo capisco, lo so, ma non puoi darti tutte le colpe…” – lui la interruppe e con fare agitato disse- “Non capisci, l’ho perso…”- Belle sospirò e pragmatica e ironica come sempre replicò “Questa è una conversazione che non vuoi fare vestito, mi pare di capire. Beh, signor Gold le suggerisco di entrare nella tinozza, se proprio non gradisce la doccia!”. Per la prima volta, dopo giorni, all’impassibile Robert Gold sfuggì un sorriso. Uno vero, sincero e…di cuore.Mentre Belle gli strofinava la schiena e le spalle, si sentiva solo il frizionare ruvido della spugna sulla pelle e i loro respiri. Fu Rumple a rompere quel silenzio – “Sai perché ho fatto apparire una tinozza?”, Belle immaginava perfettamente, ma voleva sentirglielo dire: le mancava il suono della voce di Robert a carezzarle le orecchie e così lo esortò a continuare- “Perché quando Bae era piccolo, il bagno era sempre per lui un momento di gioco e di svago. Quando potevamo entrarci ancora tutti e due, ricordo che lo facevamo insieme e in quei momenti non sembrava mancarci nulla. La stessa cosa che facevo io quando ero piccolo, quando stavo dalle zie e mi immergevo nella tinozza tutto sembrava rifuggire dalla mia mente. L’acqua che lava, cancella, pulisce. L’acqua che sopravvive a tutto”. Belle sorrise con  tristezza e disse “ Rumple, è una cosa molto bella quella che dici. Io mi chiedo, però, se Bae adesso ti vorrebbe così. Se tu deciderai di combattere per rialzarti ancora una volta. Se…”- l’indice di Rumple si era posato, facendo una dolce pressione, sulle labbra scarlatte e piene di lei – “Bae si è sacrificato per me, i sensi di colpa ci saranno sempre, lo sappiamo entrambi, ma no. Non intendo perderti di nuovo, è già successo troppe volte sia con te che con Bae e lui l’ho perso. Almeno fisicamente. Tu sei ancora qui e anche se non capirò mai perché, finché lo vorrai io sarò con te. Tu, Belle French, sei come l’acqua che si adatta a tutto, hai accettato tanto e tutto di me. Io sono rigido come il legno e…” – questa volta fu Belle a interrompere Gold – “Il legno deve rinunciare a parti non necessarie di sé ma può adattarsi a qualsiasi forma. Tu per me questo l’hai fatto, ma non te ne rendi conto, forse è anche questo il bello in te, non ti rendi conto di come sei evoluto e cambiato e la cosa che rende il tutto più straordinario è che l’hai fatto per me, ma anche per te. Soprattutto…”- nel dirlo Belle si era visibilmente accalorata e Gold non potè che trovarla irresistibile, d’impulso la baciò e si sorprese dell’audacia ricevuta in risposta. Quella sera i fantasmi si allontanarono, ci furono solo pelle contro pelle, respiro su respiro e il suggellarsi di un amore già esistente ma da sempre timido.  Acqua e legno, non certo la combinazione migliore, ma per loro funzionava e andava bene così.               

 Spazio dell’autrice: ringrazio prima di tutto Euridice100 per il supporto e il sopportarmi! Non era facile rimettersi a scrivere dopo un anno esatto, grazie davvero. Sai quanto ti sia grata e quanto lo apprezzi <3 .Grazie ai Rumbelle che sono di costante ispirazione per l’amore e la speranza che mi hanno dato e che mi danno costantemente. Grazie infinitamente a chiunque legga, recensisca e/o inserisca la storia in preferite, seguite o ricordate. Speriamo bene, baci <3                

  
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