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Autore: OfeliaMontgomery    06/10/2014    1 recensioni
Prima storia della serie "La Clessidra della Morte".
Katie Stokes muore in un incidente d'auto (almeno così sembra) mentre la madre e un'amica rimangono illese. La ragazza si risveglia bloccata dentro ad una clessidra. Scopre di essere nel limbo della Morte e di non avere più l’anima. La morte le spiega che per poter riavere indietro la sua anima ed essere libera, deve uccidere 100 vittime entro il giorno di Halloween. La ragazza accetta senza esitazione. Rimane qualche giorno nel castello della Morte per poi tornare sulla terra per cercare la sua prima vittima. Dopo 49 vittime incontra Lucas e se ne innamora. La morte lo vede ma alla fine decide di lasciar passare. Ma alla fine Katie dovrà scegliere fra la sua vita e quella di Lucas. Quale sceglierà? La sua o quella di Lucas?
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ULgKS-tIEO0&list=PLmk4hgCzbLEDseKJwiGcTc78gbWuixooo&index=2
Genere: Dark, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Clessidra Della Morte'
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«Wow sei tornata a casa con due vittime e io che pensavo che saresti tornata a casa a mani vuote» esclamò Dorian entrando nella camera della ragazza.
Katie gli mostrò il dito medio, «Perché non te ne vai? Non ho bisogno di sentirmi dire ‘ste minchiate» ribatté acida lei.
Dorian invece di fare quello che le aveva detto la ragazza, si stravaccò sulla poltrona di pelle.
«Oh c'mon, stavo scherzando» ribatté a sua volta lui sbuffando.
«Perché non vai a rompere le palle a qualcun altro?» domandò lei indicandole la porta.
Dorian alzò un sopracciglio «Chi? Siamo solamente io, tu e Elisa, ma a lei mancano due vittime e poi potrà riavere l’anima» disse serio lui.
«Beh vai da ‘sta Elisa. Cià» borbottò Katie sventolando una mano, come per dirgli ‘ciao ciao, ora puoi andartene’.
Dorian sbuffò sonoramente, «Antipatica» esclamò uscendo dalla sua stanza.
Finalmente Katie se ne poteva stare in camera da sola. Era sul punto di aprire il suo blocco da disegno, quando il gracchiare di Hergar la fece sviare dalla sua decisione.
«La Morte mi vuole vedere?» domandò seccata Katie. Hergar gracchiò ancora, quindi significava ‘sì e immediatamente’.
Katie buttò il suo blocco sul letto e seguì Hergar nella stanza in cui era arrivata il primo giorno. Il mietitore era seduto sul suo trono e teneva fra la mano ossuta un bicchiere pieno di una sostanza bluastra. Le anime che avevano preso lei e Dorian.
«Katie volevo congratularmi con te. Due vittime il primo giorno sono una grande cosa. C’erano ragazzi che tornavano a mani vuote» disse la Morte, appoggiando il bicchiere sul tavolino al fianco del trono per poi iniziare ad applaudire.
«Grazie» disse timidamente Katie. Se fosse stata viva a quell’ora sarebbe stata rossissima in viso.
«Volevo mostrati una cosa, seguimi» continuò la Morte, alzandosi dal trono con l’aiuto del suo bastone.
Katie seguì la Morte, fino al enorme porta sulla destra del trono. Il mietitore spalancò la porta, al suo interno c’era solamente una parete orribile e disgustosa. Non c’erano mobili e nient’altro, era solo una stanza spoglia. Ma sulla parete centrale c’erano i visi di persone e le loro braccia che cercavano di uscire da lì. Erano un ammasso informe di persone unite fra loro. I visi delle persone emettevano versi di dolore oppure chiedevano aiuto, allungando anche le braccia come per afferrare qualcosa.
«Che cos’è questo?» domandò fra lo disgustato e lo spaventato.
«Sono le anime delle persone di cui mi nutro per tenermi in forze. Sono tutti uomini che hanno fatto del male. Stupratori, drogati, maniaci, pedofili…devo continuare?» rispose la Morte elencandone il contenuto.
«Non ci sono donne o bambini. Anche perché i bambini vanno di diritto nel Paradiso. Qui ci sono solo loro e qui dovranno soffrire per l’eternità» continuò a spiegare come se fosse fiero di quella parete disgustosa. Katie boccheggiò incredula, era senza parole.
«Una delle persone che hai ucciso è qui. Quello che ti stava seguendo nel vicolo era uno stupratore. Ha violentato almeno cinque ragazzine fra i dieci e diciotto anni» disse con voce piatta.
«Oh» Katie era semplicemente senza parole.
«L’altro? L’altro dov’è andato?» domandò infine curiosa di sapere che fine aveva fatto l’altra sua vittima.
«E’ andato all’Inferno» rispose soddisfatto.
«Posso chiederti una cosa?» domandò Katie passandosi una mano fra i capelli. La Morte annuì, muovendo in su e in giù il suo teschio.
«Perché hai scelto proprio me?» chiese con scioltezza.
«Non ti ho scelta. Sei rimasta bloccata qui. Quando qualcuno muore, io raccolgo la loro anima e la conduco verso la strada per il paradiso oppure per l’inferno. Io la tua anima non l’ho raccolta, anzi ti sei ritrovata direttamente qui, nella tua clessidra» rispose chiaramente la Morte grattandosi il mento ossuto.
«La mia clessidra?» chiese alzando un sopracciglio.
«Sì, la tua clessidra, quella da cui ti ho tirata fuori il primo giorno. E’ lì dentro che si trova la tua anima. Man mano che il tempo scorre però la tua anima viene risucchiata e trasportata nel bulbo inferiore e, se mai dovesse venir risucchiata del tutto, tu non potrai riaverla più indietro» rispose il mietitore facendo segno a Katie di seguirla fuori da quella stanza.
Uscirono da lì per poi dirigersi verso una serra. Quando i due misero piede nella serra, Katie ne rimase esterrefatta, era bellissimo e il profumo inebriante delle rose era così buono. C’erano solo rose, di ogni colore, persino nere. Da quelle ancora da sbocciare a quelle secche e ormai da tagliare.
Si avvicinò ad una rosa e la sfiorò con le dita, era vellutata poi passò a sfiorare le foglie che erano ruvide e infine toccò il gambo spinoso, cercando di non bucarsi.
La Morte le fece segno di seguirlo e si andarono a sedere su una piccola panchina verde sotto ad un arco di ferro con delle rose rampicanti, attorcigliate intorno ad esso.
«Wow è bellissimo» esclamò esterrefatta Katie.
«Era della Dama della Morte» ribatté La Morte guardandosi in giro poi sospirò rumorosamente e questo rimbombò nelle orecchie di Katie.
«Chi era? Tua moglie?» provò a chiedere Katie. Il mietitore rise e la sua risata echeggiò nelle orecchie di Katie come musica. Si stava innamorando di quella risata che era come una dolce melodia macabra.
«No, era la Morte prima di me. Prima che io la uccidessi» rispose il mietitore ritornando serio.
«Come hai fatto ad ucciderla? Ma quindi è possibile distruggere la Morte?»
«Quante domande! Primo: non ti dirò come ho fatto ad ucciderla perché sennò potresti provare ad uccidere me e secondo: sì, è possibile, è possibile distruggere la Morte. Ma la persona che ucciderà la Morte prenderà il suo posto, com’è successo con me» dichiarò il mietitore.
«Giusto, hai ragione» ribatté Katie emettendo un risolio, «E’ successo tanto tempo fa? Cioè è da tanto tempo che sei la Morte?» chiese ancora la ragazza.
Il mietitore sospirò, «Kathryn è meglio che tu torni nella tua stanza per preparati per le tue prossime missione» rispose lui sviando le domande della ragazza. Katie sbuffò seccamente. Ancora una volta aveva sviato le sue domande. Ancora una volta le aveva raccontato metà della verità. Come ogni santa volta.
«Va bene» bonficchiò Katie, alzandosi dalla panchina per poi uscire dalla serra e tornare in camera sua con passo svelto.

 
  
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