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Autore: WhiteSkull95    07/10/2014    1 recensioni
quando leggiamo una storia, ci innamoriamo o ci immedesimiamo quasi sempre nel protagonista. Stavolta invece il protagonista è il cattivo, è il mostro, è il drago. E viene sconfitto.
Cosa può aver provato il possente Ungaro Spinato a farsi rubare un uovo da un ragazzino di appena quattordici anni?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alastor Moody, Albus Silente, Harry Potter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Inside the Dragon's Eye

Il mondo va in pezzi quando mi rendo conto di essere sveglio. Sono legato ad un palo con una grossa catena. Sono stati giorni davvero infernali, questi. Dalla mia tana in Ungheria mi hanno preso e portato qui in questo posto freddo e desolato. Hanno portato pure le uova della mia compagna, questi piccoli bipedi armati delle loro insulse bacchette. Non sono solo. Riesco a sentire l' odore dei miei compagni di cella. A poca distanza da me c'è un piccolo drago color smeraldo, che odora di capre e e pecore. Probabilmente viene dal nord, e dal suo fisico mi sembra ancora giovane. Nella mia terra non durerebbe nemmeno un mese, con quella costituzione fragile. Alla sua sinistra un' altro prigioniero non fa che muoversi freneticamente soffiando e sputando fuoco, che tuttavia si estingue in fretta contro la protezione magica che ci confina nella gabbie. Evidentemente vogliono farci combattere qualcosa. Oppure tra di noi, il che non mi dispiacerebbe. Questi due che ho davanti non mi sembrano affatto pericolosi. Il drago verde se ne sta sdraiato fingendo di sonnecchiare, mentre quell' altro non fa che dimenarsi. Ha squame color blu-grigio, ampie ali e qualche cicatrice qua e là, probabilmente causate dalla sua imprudenza più che una vera lotta. Ma la  caratteristica che mi fa più ribrezzo è il suo muso, schiacciato e slabbrato, che lo fa assomigliare ad una sorta di scherzo della natura. Dalle sue grida capisco che viene dalla Svezia.
Ma è il terzo prigioniero, quello che sta alla mia destra, che mi dà più pensieri. Una sorta di serpentone color rosso-oro, con una coppia di ali da pipistrello ed un ampia criniera dorata. Sembra assai pericoloso. Di sicuro non è di queste parti. Soffre il freddo, molto più di noi, quindi evidentemente viene da un posto caldo. Il suo odore è alquanto bizzarro. Una volta divorai un commerciante di spezie che si azzardò ad inoltrarsi nel mio territorio, e aveva lo stesso fetore.
Dopo averci imprigionati, rimpiccioliti, e fatti prendere nelle mani da quei disgustosi bipedi, ora ci tengono confinati qui, in queste gabbie, a poca distanza da una specie di grossa costruzione in legno. Proverò a dormire.
Mi risvegliano le urla. Bipedi. A centinaia. I miei compagni sono tutti svegli e vigili. Sta per succedere qualcosa.
poi d' un tratto prendono il piccolo drago smeraldo e lo trascinano verso quel posto.
Il tempo passa, e le urla si fanno più acute. poi d' un tratto un boato gigantesco. L'ho già sentito. Quando ero ancora un cucciolo, moltissimi inverni fa, vidi passare un grosso branco di uomini per le mie terre. L' Ungheria al tempo era una terra di pastori e contadini, ma quelli non erano di quelle parti. La loro pelle era diversa, la loro lingua era diversa. Il loro comportamento era diverso. Erano soldati. Alcuni a piedi, altri a cavallo di mostri metallici che facevano proprio quel rumore quando volevano attaccare. Un boato ed un' esplosione di fuoco, che al confronto le bacchette di questi qui sembrano quasi giocattoli. Mi pare che lo chiamassero "cannone". Che sia quello dunque il mio nemico?
Nel frattempo capisco che il drago verde sta lottando contro qualcosa. Urla strepita, sputa fuoco. Poi silenzio, di colpo. Bene, uno di meno di cui preoccuparsi. Lo sapevo che era troppo debole
per uno scontro. Poi è il turno del mio vicino. Sembra nervoso ma non si ribella quando viene portato via. Ed ecco che riportano indietro il drago smeraldo. Ma non sembra morto, no respira ancora. Che sia svenuto? Poi un rivolo di bava gli scende lungo la mandibola. Si è addormentato. Che pivello, farsi addormentare da uno di quegli omuncoli. Altro combattimento, altro scoppio, altre grida. Poi un ruggito di dolore. Mi si drizzano tutte le squame. Qualunque cosa sia successa, non sarà stata una passeggiata. Riportano il drago rosso oro nella sua cella e capisco. Ha un lungo squarcio sull' occhio destro e del sangue sulle zampe. Beh, almeno ha ucciso il suo nemico, immagino. Poi vedo il suo occhio sinistro, gonfio di lacrime, e mi accorgo di un frammento di guscio tra le sue dita. E capisco. Qualche maledetto omuncolo lo deve aver accecato e inavvertitamente deve aver schiacciato le sue stesse uova. Nonostante la mia diffidenza gli lancio uno sguardo di rassicurazione. Lui si volta e si rannicchia, piangendo e singhiozzando.
Non devo aspettare molto.
Vengo preso, portato al centro di quel posto, e mi accorgo di centinaia di umani che mi fissano. Poi, su una tribuna  scorgo il vecchio mago che mi aveva tranquillizzato quando ero appena arrivato e non facevo altro che ruggire e sputare fuoco. Mi fissa dalla tribuna più alta, mentre discute allegramente con un altro strano individuo, con un’ occhio orrendo che guizza in tutte le direzioni. Lancio ad entrambi un ruggito di sfida che fa tramare le tribune e azzittisce molti di quegli esseri. Poi noto il nido al centro dello spiazzo roccioso. Ci sono le mie uova, e un’ altro strano oggetto dorato. Vorrei esaminarlo, ma i miei sensi da predatore mi avvisano che c’ è un’ intruso nel mio territorio. Mi volto di scatto e mi accorgo che un ragazzino si sta avvicinando timidamente allo spiazzo. Mi prendono in giro? Sarebbe lui il mio avversario? Non faccio in tempo a pensarlo che il cannone ruggisce di nuovo, e il pubblico esplode in acclamazioni e schiamazzi. Nonostante la catena al mio collo riesco a scattare a pochi metri da lui, costringendolo a strisciare tra le rocce. E così vuole giocare eh? Bene. Comincio a saturare l’ ambiente con le mie fiamme, cercando di bruciarlo. Quello tuttavia non intende affatto uscire, quindi rimango sulla difensiva e resto vicino al mio nido. Appena quello mette la testa fuori, riparto all’ attacco, facendolo ritirare di nuovo. Allora mi accordo che un pezzo di legno volante si sta avvicinando all’ arena. È solo un’ istante d’ esitazione, ma basta a distrarmi. E il ragazzino riesce a richiamare a se quel bastone, montandoci sopra e volando via. Dunque è questo che vuole? Bene allora. Con un colpo ben assestato mi libero dalla catena e comincio l’ inseguimento. Solo quando mi alzo in volo capisco dove mi trovo. Non è troppo diverso da casa mia. Certo, il clima è più umido, ma sarebbe un bel posto per nidificare. Alla mia destra si innalza un ampio castello scuro. La mia preda si dirige proprio lì. Bene. Ruggendo tutta la mia rabbia comincio ad inseguirlo tra le ampie torri, i cornicioni e le guglie di quel palazzo. Non riesce a seminarli ed è allo stremo, lo sento. Sento il suo cuore che batte all’ impazzata. Provo per l’ ennesima volta a sputare un fiotto infuocato nella sua direzione ma lui si scansa ancora all’ ultimo secondo, evitandolo. Allora decido di farla finita. Mi metto sulla sua scia e aumento rapidamente la velocità. Appena pochi metri ci separano. Dieci. Cinque. Tre. Sento i pezzetti di legno entrarmi nella bocca. Due. Mi porto via un frammento del suo mantello. Uno. Sto per dare il morso fatale…..
Quando entrambi ci schiantiamo contro un ponte di pietra. No, IO mi schianto; lui riesce a scappare. E così, alla fine, riuscirà a rubare le mie uova. Mi dispiace aver deluso i miei piccoli.
Tutto si tinge lentamente di nero.
   
 
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