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Autore: Firnen bjartskular    07/10/2014    5 recensioni
Avevano paura di me, erano tutti invidiosi: ero perfetta, fisico delineato, alta e slanciata, aggraziata, oggettivamente bella e, soprattutto priva di qualsiasi tipo di foruncolo ( hihihi, ne andavo troppo fiera ). Potevo considerarmi più veloce di Bolt, e possedevo una forza disumana; un solo dettaglio stonava, le mie orecchie irrimediabilmente a punta, lunghe più o meno dieci centimetri.
* seguito di LOVE ONLY LOVE *
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Breoal'
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Pov. Niernen
Dopo l'arrivo del Cavaliere Jalika all'accademia si era levato un gran trambusto, tutti quanti spettegolavano su una possibile storia tra lei e Arategh, in giro circolava pure voce che avessero fatto "QUALCOSA" ieri sera in camera di Arategh, adesso, non che io voglia scendere nei particolari, ma mi stavo appassionando moltissimo alla storia, sembrava una soap-opera in live, insomma, scapaccioni e malrovesci a parte, stavano proprio bene insieme. 
Oh, e la situazione stava diventando una cosa sempre più grande, avevano già iniziato a comporre le prime canzoncine/poesie sconce, ed ogni volta che quei due stavano insieme in uno spazio chiuso si levavano sospiri e si iniziava a prenderci a gomitate ridacchiando e facendo commenti.
Io e Fran eravamo rimaste da sole nella radura degli allenamenti, dato che il sole ormai stava tramontando decidemmo di andare a pulire quelle maledette uova con Flaminia, finita quell'operazione, ci chiudemmo nella casa che ormai dividevo con loro e, da vere nerd, ci mettemmo a leggere manga e a commentare l'epicità di quel personaggio e la totale inettitudine ed incapacità del protagonista. Quando ci stancammo dei fumetti, ormai la luna era alta nel cielo e splendeva risaltando sulle altre stelle, dopo esserci salutate con un "hug-time" (abbraccio di gruppo) Fra e Fla si diressero alle proprie case lasciandomi da sola. 
La giornata era stata molto intensa ed in quel momento morivo di sonno, così mi strinsi nelle coperte e, non riuscendo a dormire senza, lessi qualche capitolo di un fantasy, ero quasi arrivata all'epilogo, il fighissimo eroe protagonista si era perso in un noioso soliloquio nel quale si poneva le classiche domande sul bene e il male, giungendo alla conclusione che il genere umano vive in un mondo corrotto e che la sua visione della questione era distorta. Quando finii il libro (naturalmente il ganzo protagonista aveva infilzato il serpente enorme e gli aveva tagliato la testa) mi misi a riflettere anche io, insomma, mi resi conto che leggere libri fantastici che parlano di gnomi, elfi, nani, hobbit e chi ne ha più ne metta, ormai era diventato inutile, per un momento mi era sembrato che mi avessero presa e lanciata contro la copertina di uno di questi libri, la mia vita era di per sè un fantasy, insomma, draghi, elfi, terre lontane e mondi paralleli, cominciai a dubitare della veriticità di tutto ciò e, in quel momento, desiderai di essere ancora presa in giro dai miei compagni di classe, e di essere coccolata e consolata da "papà".
Già,... Papà, questa parola ormai suonava diversa, alle mie orechie puntute era quasi una presa in giro, chi era mio padre? 
Un fantomatico mezz'elfo assassino di un signore oscuro? No, ma perfavore, neanche fossi ne "Il Signore degli Anelli", mio padre sarebbe sempre stato Lifaen. Da quando ero entrata all'accademia non avevo più pensato alla sua morte, ma solo ora mi accorsi che mi mancava tantissimo, come... Anzi, più di quanto mancò l'Anello a Sméagle. 
"Devo smetterla con quel libro"
Pensai dopo aver fatto quell'assurdo paragone. 
Rievocando la sua immagine chiusi gli occhi, e, prima che le mie palpebre si chiudessero, le mie labbra si curvarono in un sorriso accennato mentre pensavo che in fondo lui sarebbe stato per sempre accanto a me.
 
 
Quella notte la donna tornò a popolare i miei sogni, non sapevo più se chiamarla "La Donna" oppure semplicemente "mia madre".
Stavolta era diversa, i suoi occhi erano velati di tristezza e dolore; posò il suo sguardo su di me ed una sola lacrima le rigò il volto, sussurò qualcosa, una frase incomprensibile, che neanche il mio fine udito riuscì a cogliere. 
Poi la visione divenne meno nitida e non riuscii più a distinguere le immagini.
Mi svegliai di soprassalto, urlando, quel sogno mi aveva turbata nel profondo, questa volta mia madre era così vicina, eppure lontana, quel che aveva detto mi sembrava un avvertimento, ma io non ero stata capace di ascoltarla, sentivo che c'era qualcosa che non andava, ma non capivo cosa.
 
 
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Pov. Kémâl 
Camminavo per il sentiero pensando a lei, poco tempo prima ci eravamo quasi baciati e da quel momento non avevo più osato sfiorarla, ecco, mi ero reso conto che tra noi c'era una differenza di età alquanto grande, undici anni, forse era sbagliato quel che facevo, non ero un pervertito o cose del genere, il guaio era che ero sempre più innamorato di lei.  
"Piccolo non ti dovresti preoccupare così tanto per l'età, pensa ad Eragon e Arya, tra loro la differenza è di più di cento anni, ma non gli importa, ti pare che Arya sia una pervertita pedofila?"
Disse Glaedr nella mia mente, cercando di consolarmi attraverso il nostro legame mentale, ma l'unica cosa che ottenne fu una mia ulteriore preoccupazione
"Hei, io ai maestri ci penso da tempo, sai ho un brutto presentimento, e poi mi mancano è da anni che non li vedo, e se si sono cacciati nei guai?"
In fondo sentii che anche il mio compagno era preoccupato, ma la sua risposta fu comunque 
"Vedrai, non gli sarà successo nulla, sono tipi tosti loro"
Gli risposi che anche io pensavo la stessa cosa, ma forse quel che avevo detto non era ciò che pensavo realmente ma quello che desideravo sentirmi dire.  
 
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Pov. Arya 
Una lacrima rotolò sulla mia guancia pulendola in parte dal sangue che la imbrattava. Erano giorni che io ed Eragon ervamo sottoposti ad atroci torture che ci rendevano sempre più stanchi e spossati.
Sentii la mano di Eragon posarsi sulla mia spalla con fare amorevole
- Che c'è amore mio, perché piangi?
Mi chiese preoccupato, io scoppiai in una risata nervosa 
- Mi chiedi perchè piango? Beh siamo in un mondo a noi sconosciuto, in una stupida ed inespugnabile cella, aspettando una dannatissima guardia che ci venga a torturare e siamo lontani dai nostri draghi, cosa potrebbe mai andare storto, non c'è alcun motivo per...
Non riuscii a terminate la frase perchè le sue labbra si erano posate sulle mie in un bacio profondo e passionale 
- Guarda il lato positivo, non ci hanno separati. 
Detto ciò si staccò da me e sfoggiò il suo sorriso più splendente e sincero, poi aprì piano la mano che fino a poco fa era chiusa a pugno.
Sul suo palmo era posato un bocciolo verde, esso pian piano si schiuse e i petali di una magnifica rosa biaca fecero la loro comparsa: la speranza. 
- Ad ogni modo sappi che questa
Indicò il fiore
- Questa non morirà mai. 
Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai
- Non dovresti sprecare energie per queste sciocchezze 
- Lo so 
Fu la risposta.
Ma infondo gli ero immensamente grata per quel gesto.  
E lui lo sapeva. 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice 
Allooooraaaa *si ripara dietro uno scudo improvvisato e piazza con decisione uno scolapasta in testa* è da tanto che non ci si sente è!
Prima del mio linciaggio vorrei dire che in queste settimane non ho avuto nemmeno il tempo materiale per entrare sul sito, in quanto oberata da compiti e compitini vari e ora sto approfittando di due giorni di influenza per postare. Spero che il cap vi sia piaciuto. 
 
Ps: dato che questo capitolo è totalmente statico e inutile, non ho la più pallida idea di come intitolarlo, quanche suggerimento?
☆*:.。. o(≧▽≦)o .。.:*☆  elrun-ono se lo farete.
  
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