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Autore: Chrystal_93    07/10/2014    5 recensioni
[partecipa alla Rumbelle Week]
#7 cap: Quella notte si appisolò per pochi minuti alla ruota del suo filatoio e ritornò con la mente a ciò che aveva visto. Ma stavolta non notava i due insieme, le braccia di Gaston attorno alla ragazza. Vedeva il sorriso tirato della ragazza, gli occhi pieni di tristezza e rassegnazione e quel gesto, quel bellissimo gesto. Belle si era girata, si era girata per non farsi baciare. Si era girata, e per un attimo gli era sembrato, per quanto impossibile fosse, che stesse guardando lui.
1.Doccia - RumplestilstkinxBelle. GoldxBelle
2.Alcohol- RumplestiltskinxBelle. GoldxBelle. GoldxLacey
3.Voce - RumplestiltskinxBelle. GoldxBelle
4.Bambini/figli - RumplestiltskinxBelle. GoldxBelle (presenza di Henry, Grace, Alexandra).
5.Lenzuola - RumplestiltskinxBelle. GoldxBelle
6.Modi impliciti di dire ti amo - RumplestiltskinxBelle. GoldxBelle. GoldxLacey
7.Gelosia - RumplestiltskinxBelle. GoldxBelle (presente). GoldxLacey. GoldxBelle (futuro).
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7 ways to love 
Rumbelle Week

 
Autore: Chrystal_93
Titolo: La magia delle piccole cose
Prompt: Voce
Rating: Verde. 
Pairing: RumplestiltskinxBelle, GoldxBelle
Note: partecipa alla Rumbelle Week



La magia delle piccole cose



Castello del Signore Oscuro

La luce della luna filtrava attraverso le vetrate della sala del castello. Rumplestiltskin stava filando all'arcolaio, come faceva di consueto quasi ogni sera. Osservava la ruota girare e ne rimaneva incantato. Le sue dite ormai conoscevano a memoria quello strumento, il tocco della ruota di legno era quasi rassicurante. Per quanti patti avrebbe fatto nei giorni a venire, e per quanto il futuro sarebbe cambiato, sapeva che il movimento di quella ruota sarebbe rimasto costante, nonostante tutto.

L'oro si stava ammonticchiando in un cesto fatto di paglia, ma il folletto non sembrava intenzionato a smettere. Probabilmente avrebbe continuato tutta la notte.

Sentì alle spalle un rumore di passi, ma non vi badò. Era sicuramente Belle, la sua governante, che aveva finito di lavare le stoviglia e stava gironzolando prima di andare a dormire.

Sentiva gli occhi di lei attraversargli le vesti, come se volesse leggergli dentro. Nessuno lo aveva mai guardato così, con curiosità e senza paura. Pensava che una cosa del genere potesse generargli solo fastidio, e invece la cosa lo incuriosiva e -anche se non lo avrebbe mai ammesso- gli faceva piacere. Lo faceva sentire meno bestiale.

Diede una forte spinta alla ruota e, potendo sfruttare quel momento di libertà dallo strumento, si girò a guardarla. Si era sbagliato, la ragazza non lo stava per niente guardando.

Anzi, gli dava le spalle e aveva la testa alzata, con lo guardo su alcuni scaffali.

“Cerchi qualcosa, dearie?”

Belle si voltò con la testa, sorridendo.

“Mi stavo solo chiedendo cosa ve ne fate di tanti scaffali, se poi nessuno di essi contiene libri.”

La ruota intanto si era bloccata.

“Che cosa dovrei farmene dei libri?”

Belle sorrise e, prendendosi le mani in grembo, si avvicinò sorridente.

“Per esempio, potreste viaggiare.”

Il folletto la guardò interrogativo, mentre lei si avvicinava sempre più.

“Coi libri possiamo essere in ogni angolo della terra.”

Rumple sorrise, per la prima volta, senza un ghigno a deformargli le labbra.

“Be', come avrai notato, se volessi viaggiare mi basterebbe la magia.”

Belle ormai era a un passo da Rumplestiltskin.

“Anche nei libri c'è magia. Una magia che nemmeno immaginate.”

Il viso del folletto si contorse in un ghigno.

“Forse, dearie, sei tu quella che non riesce a immaginare la magia. Io la possiedo.”

Belle sbuffò, sapeva che la discussione era a un punto morto.

“Dite quello che volete, per me la vera magia è nelle piccole cose. Nei libri, nei gesti, negli sguardi, nelle parole...” I suoi occhi azzurri erano ora sognanti e persi.

Rumple rimase a osservarla rapito e, quando lei si destò e i loro sguardi si incontrarono, lui guardò da un'altra parte e si rimise al lavoro.

“E' tardi, e se non vuoi sperimentare la mia magia dovrai pulire tutto per bene, domani. Quindi va' a dormire.”

Belle strinse le labbra e, con un saluto sbrigativo, si congedò.

 

Molte sere dopo

Rumplestiltskin stava lavorando all'arcolaio, come faceva sempre. Eppure quella sera era diversa dalle altre. Ormai era da un paio di giorni che si sentiva così.

Il silenzio pervadeva ogni angolo del castello. Di solito Belle camminava un po' per le stanze e poi, in cerca di compagnia, lo raggiungeva e lo riempiva di domande o di inutili chiacchiere.

Avrebbe pagato oro -più di quanto sarebbe riuscito a fabbricarne- per avere un po' di pace e filare e ora, che finalmente aveva ottenuto ciò, si sentiva strano.

La voce di Belle gli mancava.

Scosse la testa e cercò di concentrarsi di nuovo sul suo lavoro. Ma non ci riuscì.

Da quando le aveva donato la biblioteca, la ragazza si rifugiava lì ogni sera e vi rimaneva fino a notte fonda. Alcune volte addirittura si addormentava, con la testa china sul piccolo tavolo di legno traballante a cause del peso delle pile di libri che lo sovrastavano.

Si alzò spazientito dalla piccola panca di legno e, a grandi passi, si diresse nella torre dove aveva fatto apparire la biblioteca.

Belle sembrava assorta in un libro, illuminato solo da un mozzicone di candela.

La stanza in compenso era in ombra, e alcuni spifferi si infiltravano maligni dalle finestre.

Il folletto si avvicinò ma Belle sembrò non badarlo, continuando a preferire il libro.

Quando fu a un passo da lei si accorse che la ragazza non lo stava ignorando, semplicemente si era addormentata.

Le girò intorno, osservandola per capire cosa fare. Ricordava ancora il suo tocco di quando le aveva regalato la biblioteca e, sebbene volesse sentire di nuovo su di sé il calore, non riuscì nemmeno a sfiorarla.

Lui era una bestia e prima ancora un semplice filatore. Agitò la mano e fece apparire una coperta, con cui la coprì. Poi, chinandosi tanto da sfiorarle la guancia, spense con un soffio la candela e, sedutosi su una sedia, rimase a osservarla fino alle prime ore dell'alba.

Quando vide che stava per svegliarsi, nonostante il sole fosse sorto giù da un bel po', scomparve.

La ragazza aprì gli occhi e sbadigliò. Dalle finestre il sole si faceva sentire, prepotente.

“Oh no... sono in ritardo!” strillò lei, mandando all'aria la sedia e la coperta e precipitandosi giù.

Aveva ancora il fiatone quando una voce la paralizzò.

“Dormito bene, dearie?”

Si voltò e vide Rumple, seduto al tavolo, con le mani che combaciavano.

“Spero di si, visto il tuo mostruoso ritardo.”

“Scusate... vado subito a preparare il tè.”

Quando tornò, servì tremante una tazza al suo padrone, tanto che ne rovesciò un po' sul tavolo.

“Sta attenta!” strillò lui.

“Perdonatemi, pulisco subito.”

Rumple si portò alle labbra la bevanda. “Dearie, che cosa devo fare con te?” sospirò, lasciando il tè.

“Non è buono?” chiese lei, agitata.

Lui scosse la testa. “Ho fatto un errore a darti la biblioteca. Quei libri ti stanno distraendo.”

“Volete... volete togliermela?”

“Non vedo cos'altro potrei fare. Ti addormenti lassù, tralasci i tuoi doveri e, sono sicuro, ti prenderai un malanno.”

“Vi assicuro che starò più attenta...”

Lui alzò una mano per zittirla. Si alzò e fece qualche passo per la stanza.

“Facciamo un patto. Io ti lascerò la biblioteca se tu leggerai qui.” Agitò la mano e fece apparire un divano di velluto rosso, con tanto di cuscini e coperte. “Inoltre dovrai leggere ad alta voce, così non ti addormenterai.”

Belle aveva la bocca spalancata per la sorpresa. “Davvero?” sussurrò.

“Ho mai scherzato sui patti, dearie?”

Lei si riscosse e sorrise.

“Allora d'accordo.”

Lui ghignò, soddisfatto. “Bene, ora che abbiamo finito, torna ai tuoi doveri.”

Belle si girò ma, prima di uscire, si voltò verso di lui, sorridendogli. “Grazie.” disse e saltellò via.

Lui socchiuse gli occhi e questa volta un sorriso prese il posto del solito ghigno.

 

Alcune sere dopo

Belle era accoccolata sul divanetto, con gli occhi fissi sulle parole di un libro d'avventura.

“Be', perchè ti sei fermata?”

Rumple stava filando e, sebbene sembrasse completamente distratto, in realtà non aveva perso nemmeno una parola della giovane.

“Perchè avete fatto questo patto?”

“Perchè non voglio una cameriera distratta e malata.”

“Non è che vi sentivate solo?” quante volte gliel'aveva chiesto ormai?

“No, certo che no.”

Belle lo guardò di traverso e, per un attimo, il folletto fu certo che lei avesse capito che stava mentendo.

“Volete che continui a leggere ad alta voce?”

Lui tornò a darle le spalle, concentrandosi sulla ruota e sul filo d'oro che si allungava sempre più.

“Fai come vuoi.” disse noncurante.

Belle sorrise e, dopo aver alzato gli occhi al cielo, riaprì il libro.

Con suo grande sollievo, Rumple tornò ad ascoltare per altre ore la melodiosa voce di Belle e, con sua grande soddisfazione -sebbene non l'avrebbe mai ammesso apertamente nemmeno con se stesso-, riuscì ad ascoltarla per molte altre sere.



 

Storybrooke

“Belle?” Gold si girò dal lato della ragazza, tirandosi a sedere.

La ragazza aveva la luce del comodino ancora accesa, ed era appoggiata all'imponente testiera di legno del letto, completamente immersa tra le pagine di un romanzo.

Belle rivolse i suoi occhi azzurro cielo sul compagno.

“Si?” pigolò. Era stata completamente rapita da quella storia che, ritrovare il suo Rumple accanto a lei, le era sembrato quasi surreale.

Gold sorrise. “Ti piace quel libro?” Gliel'aveva regalato lui, subito dopo averle procurato dei vestiti diversi dal camice da ospedale che era stata costretta a portare per ventotto anni.

“Si, è davvero avvincente.”

“Lo vedo.” disse lui, continuando a sorridere.

Lei spalancò gli occhi e le sue labbra presero la forma di una o. “Ti da fastidio la luce? Vuoi che la spenga?”

“No, no, tesoro.” si alzò un po' di più e si strinse a lei, cingendola con un braccio e baciandole una tempia. “Perchè non mi leggi qualche riga? Se ti prende così, deve sicuramente essere un libro straordinario.”

Belle sorrise, sorpresa. “Davvero?”

Gold annuì e, mentre lei cominciava a leggere, le appoggiò il mento su una spalla, riempiendola di baci di tanto in tanto.

A un certo punto Belle scoppiò a ridere. “Mi fai il solletico così.”

Lui, con le labbra ancora appoggiate sulla sua pelle, alzò gli occhi, divertito. “Se vuoi smetto.”

Belle arrossì e scosse la testa. Lui si issò su di lei e la trascinò sotto le coperte, coprendola sia col suo peso che coi suoi baci.

Quando si staccarono Belle gli mise una mano sul petto. “Non hai seguito una parola del libro vero, Rumple?”

Lui sorrise, colpevole. “Volevo solo sentire la tua voce. Mi sei mancata così tanto, amore mio.”

Lei gli cinse le spalle con le braccia. “Anche tu mi sei mancato molto, Rumple. Persino quando mi sgridavi al castello.”

Questa volta fu lui ad alzare gli occhi al cielo.

“A proposito del castello. Ti ricordi quando mi hai chiesto perchè non tenessi libri sugli scaffali?”

Belle rimase un po' a pensarci e poi annuì.

“Avevi ragione.”

“Su che cosa?”

“C'è magia nelle piccole cose. Una magia molto potente.” Belle lo guardò sorpresa, piacevolmente sorpresa.

“Ah si? Nei libri ad esempio?”

Lui ondeggiò la testa. “Forse. Io pensavo di più alla tua voce. Ha il potere di stregarmi.”

Belle sorrise e, prima di baciarlo e stringersi a lui, disse: “Forse non è magia, Rumple. Forse è amore.”

 





Note dell'Autrice
Eccoci al terzo giorno! Che prompt questo, impegnativo ma capace di tirar fuori i particolari più romantici.
Anche qui ho deciso di dare spazio ai due mondi, sperando di non esser stata troppo sfrontata. Spero di aver reso Rumplestiltskin IC, sempre un po' scostante, ma col desiderio celato di sentire ancora la voce di Belle leggere i suoi preziosissimi libri.
Non mi dilungherò troppo. Solo una piccola curiosità.Voi conoscete la sere "Being Erica?". Nell'episodio dodici Erica, la protagonista, rivive un piccolo momento della sua vita in cui, per poco settimane (o forse per pochi giorni), esce con il suo capo, un invasato di un gdr in cui è il capo di un gruppo di vampiri. Ecco, la doppiatrice di Erica è la stessa di Belle, mentre il doppiatore di questo simpatico pseudovampiro -perdonatemi, non ricordo il nome- è quello di Rumple. 
Una coincidenza? Rumple direbbe di no. In ogni caso, per quanto sia una cosa insulsa, mi ha divertito comunque scoprirlo.
Bene, ora passiamo ai ringraziamenti.
Un grazie a padme83 e a Euridice100 per aver commentato il capitolo precedente. Grazie di cuore, pensavo fosse terribile.
Un grazie a Beabizz per averla aggiunta alle preferite e un grazie anche ad Ariki e licet per averla inserita tra le seguite.
E un grazie a tutti i lettori silenziosi, spero che anche questo capitolo vi piaccia.

 
  
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