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Autore: lapoetastra    07/10/2014    2 recensioni
Raccontate ai vostri figli della guerra.
Ma non della morte e della violenza.
No, questa parte omettetela.
Parlate loro dell'aspetto positivo.
Perchè sì, la guerra ha anche un aspetto positivo.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raccontante ai vostri figli della guerra.
Ma non della morte e della violenza.
No, questa parte omettetela.
Parlate loro dell'aspetto positivo.
Perchè sì, nella guerra c'è anche un aspetto positivo.

Io lo posso dire con certezza.
Ero un sergente, durante la seconda guerra mondiale.
Ed ero molto legato alla mia compagnia.
Stavamo sempre insieme.
Eravamo più che amici, eravamo commilitoni.
Fratelli.
E, tra le lacrime, ci sono stati anche molti sorrisi.
In ogni gruppo che si rispetti c'è sempre un burlone.
Il nostro si chiamava George.
Imitava tutti: dai caporali ai capitani.
E come era bravo!
Ma era inimitabile quanto faceva la voce del suo attore preferito, John Wayne.
Ci rotolavamo dalle risate.
In quei momenti non pensavamo alla battaglia, ai pericoli che correvamo ogni giorno, a quanto orribile fosse la nostra vita e a quanto ci mancasse la nostra famiglia.
No, in quei momenti eravamo felici.
E ci sembrava di essere a casa.
Il mondo dipendeva da noi, e noi dipendevamo gli uni dagli altri.
Se uno veniva ferito, era come se fossimo stati colpiti tutti.
Se uno veniva ucciso, morivamo anche noi.
Non fisicamente.
Ma dentro, nel cuore e nell'anima.
Che a volte è una morte peggiore di quella corporale.
Perchè continui a vivere, ma non sei più lo stesso di prima.
Oh, come volevo bene ai miei compagni!
Speravo quasi che la guerra continuasse, perchè sapevo che, una volta finita, ci saremmo separati.
Ciascuno di noi sarebbe tornato alla propria vita, dalla propria famiglia, nelle diverse parti del mondo.
E non ci saremmo più rivisti.
Mi sbagliavo.
La guerra è finita, nel 1945.
Ma non la nostra amicizia.
Ancora oggi, dopo vent'anni, io e gli altri ex soldati ci vediamo ogni mese.
Purtroppo, la distanza e gli impegni non ci permettono di farlo più spesso.
Ma una volta al mese, ci rechiamo nel New Jersey, che si trova a metà strada più o meno per tutti.
Abbiamo comprato una piccola casa, lì, dove trascorriamo, dodici volte all'anno, una settimana indimenticabile.
Non ho mai avuto amici come loro.
E non credo che ci sarà mai qualcuno che io ami e stimi più dei miei ex commilitoni.

Questo è quello che dovete raccontare ai vostri figli della guerra.
Non della morte e della violenza.
Omettete quella parte.
Parlate loro dell'aspetto positivo.
Dell'amicizia indissolubile.
Della speranza.
Della forza.
Parlate loro di noi.
Noi, banda di fratelli.

Raccontatelo voi, perchè io non ce la faccio.
Ci ho provato, ve lo assicuro.
Ma non ci riesco.
Ogni volta mi vengono le lacrime agli occhi.
Perchè nonostante tutte le nostre risate, la nostra vicinanza, il nostro legame, che mi scaldano il cuore, non c'è giorno che io non pensi a tutti gli uomini che non si sono più potuti godere il mondo senza la guerra.
   
 
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