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Autore: GiadaGrangerCullen    07/10/2014    4 recensioni
Songfic sulle note di "Il sole esiste per tutti" di Tiziano Ferro. I pensieri di Tonks, incinta e abbandonata dal marito.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Per un agglomerato di cellule

 

Era sempre stata disordinata, caotica e maldestra; casa sua - nemmeno per quel breve periodo in cui era detta "casa nostra"- era mai stata troppo in ordine e pulita, anche perché non ci si sarebbe sentita a proprio agio. In quei giorni, però, la situazione era un po' fuori controllo: Remus se ne era andato, l'aveva lasciata. Lei non aveva più rifatto il letto, aveva colto ogni occasione per gettare oggetti in giro per la casa, tirare calci a ciò che già si trovava a terra quasi avesse bisogno di altro materiale per inciampare. Perché Remus l'aveva abbandonata e lei doveva sfogare la sua rabbia ed il suo dolore.
Non si era più curata del suo aspetto, aveva lasciato che i suoi capelli si facessero grigi e liscissimi, una piattezza che rispecchiava la sua vita senza il marito.
Quella mattina sedeva sul davanzale della finestra del salotto, le ginocchia al petto e si stringeva su se stessa per non sentire la mancanza degli abbracci di lui. Fuori pioveva, nemmeno Agosto poteva concedere la grazia del bel tempo nell'odiata e al tempo stesso amata Inghilterra.
Erano tre giorni che lui mancava, tre giorni da quando se n'era andato nottetempo lasciandole un misero biglietto. Tre giorni dacché non conosceva più nessuno. Eccetto Remus, che non c'era più, e quel agglomerato di cellule nel suo ventre che sarebbe diventato il loro figlio: il motivo che aveva spinto suo marito a lasciarla.


 

In questa mattina grigia in questa casa
che ora è veramente solo mia
riconosco che sei l'unica persona che conosca


Che senso aveva tutto ciò? Perché al culmine della loro felicità troncare in quel modo? Non si può ricominciare daccapo, tornare a fidarsi, capire com'è fatta una persona ed affezionarsi. No, lei amava il suo Lupo Mannaro a prescindere dalla sua condizione. Perché non capiva? Non portava odio, non agiva per ripicca né per rancore... abbandonare Tonks andava contro il suo interesse, perché lui l'amava più di ogni altra cosa, la apprezzava più di quanto non facesse lei stessa eppure metteva da parte il suo egoismo nel tentativo di proteggerla. Non avrebbe sopportato di vederla soffrire; lei, così imbranata e per questo dolcissima... non poteva assolutamente farle del male. Non la voleva condannare al destino di sua madre, costretta a spostarsi di paese in paese per evitare le chiacchiere nella gente sul figlio che spariva con la luna piena. No, quel figlio era un errore... nato dall'amore, certo, ma non doveva esserci, non voleva che un'altra persona fosse condannata all'infelicità ed all'isolamento e se n'era andato per risparmiargli almeno la vergogna di vedere il padre che l'aveva dannato per la vita.
Tonks lo capiva, ma non lo accettava. A lei non importava, non le era mai importato delle chiacchiere della gente, del "problema peloso" del marito che rischiava di essere tramandato al figlio.

 

Tu che ti metti da parte sempre troppo spesso
e che mi vuoi bene più di quanto faccia con me stessa
e trascese il concetto di un errore
ciò che universalmente tutti quanti a questo mondo
chiamiamo amore

 

Se fossero stati insieme lei sarebbe stata felice, pensava di averlo convinto. Ma lui se ne era andato, mentre lei dormiva in modo che non potesse trattenerlo. Dov'era finito l'amore?
Ninfadora Tonks era arrivata ad odiarsi, perché non era riuscita ad estirpare la morte dagli occhi di Remus, sempre malinconico, sempre triste ed in tormentato conflitto con il suo io.

 

Ti fermo alle luci, al tramonto
e ti guardo negli occhi e ti vedo morire
ti fermo all'inferno e mi perdo
perché non ti lasci salvare da me

 

No, non poteva continuare a pensarci, non poteva ricordare quegli occhi nostalgici e persi nell'abisso della coscienza. Lei non lo vedeva come il mostro che lui credeva di essere, glielo aveva spiegato, ma senza risultato. Tutto era tornato come prima, lui non la voleva sebbene la amasse. Però, che senso poteva avere un amore così? Non le bastavano quelle poche briciole di felicità che le aveva riservato sposandola, pochi mesi e poi basta. Non era un evento meraviglioso l'aver concepito un figlio? Come aveva potuto abbandonarla in un momento simile? Per il suo bene? E dove poteva mai essere andato? Non lo capiva.

C'era la guerra, lui era ricercato in quanto membro dell'Ordine della Fenice. Dove si era rifugiato? Stava bene? Chi c'era, là fuori, disposto a nasconderlo? Sirius era morto, Silente era morto e pure Malocchio li aveva lasciati... Molly aveva troppi figli e poco spazio in quella casa.

Calde lacrime iniziarono a rigarle il viso ai ricordi terribili degli ultimi tempi e il suo senso di perdita si acuì.

 

E nego i ricordi peggiori
richiamo i migliori pensieri
vorrei ricordassi tra i drammi più brutti
che il sole esiste per tutti

 

 

Basta, doveva pensare a qualcosa di bello, di felice, di solare. In quel cielo plumbeo di nubi si aprì un piccolo varco, dal quale un raggio di sole riuscì a filtrare per un attimo e raggiungere la finestra di Dora. Un raggio di speranza era analogamente sorto nello spirito della giovane donna, ma questo perdurò anche quando l'altro si dissolse. Il sole continuava ad esistere, anche se nascosto, proprio come la luna che malediva il suo amore. Chissà se Remus se ne era mai reso conto, chissà se in mezzo a quella guerra, alle preoccupazioni ed a tutte le sue paranoie e disgrazie si era mai ricordato che il sole sorgeva anche per lui. L'astro antitetico al suo dolore si levava in cielo ogni giorno e scaldava anche gli animi più sconsolati. Doveva essersi accorto, così come lei, che dopo la pioggia viene il sereno. Ora lo sapeva, ne era certa: suo marito sarebbe tornato anche se andava contro ogni logica. Non poteva fare l'eremita ed isolarsi, sarebbe tornato da lei, perché l'amava. Una vita senza amore non aveva senso e Tonks voleva che Lupin capisse che un dono così prezioso ed insostituibile non poteva essere sprecato.

 

 

E nego il negabile, rido il possibile
curo il ricordo e mi scordo di me
e perdo il momento sperando che solo
perdendo quel tanto tu resti con me

 

 

Avrebbe dato qualsiasi cosa per riabbracciarlo, ma se lo sentiva: non ce ne sarebbe stato bisogno. La forza che li univa era troppo potente. Sarebbe tornato e, insieme, sarebbero stati i genitori più felici del mondo. Perché quel piccolo agglomerato di cellule necessitava amore e loro ne avevano in abbondanza.

   
 
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