Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Kasumi22    08/10/2014    1 recensioni
(spoiler del quarto capitolo)
Mi trovavo in posizione supina, le gambe allargate. Levi mi sovrastava, il ginocchio destro a sfiorare il cavallo dei miei pantaloni, le mani che mi fermavano i polsi e il suo viso così vicino al mio che i suoi capelli corvini solleticavano la mia fronte. Sogghignò malizioso, ma non accennò a lasciarmi andare.
“Tu, devi smetterla di stuzzicarmi,” sussurrò avvicinandosi al mio orecchio “o finirò per non controllarmi più.”
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Fan fiction rigorosamente Ereri. I due avranno modo di conoscersi meglio nell' ex quartier generale della Legione Esplorativa.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ich putze deinen Dreck nicht weg.


Non pulisco il tuo casino.

 

Sul limitare del bosco che avremmo dovuto attraversare per raggiungere l'ex quartier generale, venimmo raggiunti a cavallo da altri due soldati della Legione Esplorativa.

La ragazza montava un cavallo dal manto color avorio e per un attimo, invece di un guerriera, ebbi l'impressione di scorgere una dea; i capelli color caramello, mossi dal vento come onde, mandavano riflessi miele; il viso era sorridente e gioviale.

Gli occhi ambrati, estremamente espressivi, indugiarono dapprima su il Caporale Levi, poi si spostarono su di me.

L'uomo giunto con lei, che giudicai avere non meno di 35 anni, aveva un'espressione vagamente annoiata ma amichevole.

 

“La ragazza è Petra Ral, 58 Titani uccisi, 48 in squadra e 10 da sola. Uno dei migliori elementi della squadra,” mi spiegò Hanji, avvicinatasi a me mentre percorrevamo al galoppo il sentiero per il bosco.

“il ragazzo è invece Auruo Bossard, 39 Titani uccisi da solo, 9 in team.”

 

“Ragazzo?” domandai sorpreso “Quanti anni ha Bossard?”

 

Hanji mi guardò sorpresa e divertita allo stesso tempo, poi scoppio a ridere.

 

“Ehi Auruo!” gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni,

“qui c'è qualcun altro che crede tu sia un vecchietto.”

 

Poi si rivolse a me, diventando improvvisamente seria ( il Capo Squadra aveva la straordinaria capacità di cambiare umore in qualche secondo).

“Non sei il primo che lo giudica più maturo di quanto in realtà sia. Bossard ha 19 anni, ma ha visto divorare dai giganti molti più compagni di quanti probabilmente non ne vedrò io in tutta la mia vita. Certe cose non si limitano a lasciare un segno nel nostro cuore, ti cambiano. Sia esteriormente che interiormente.”

 

Detto questo spronò il cavallo e andò ad affiancare Rivaille, lasciandomi una spiacevole secchezza in gola.

 

Avrei dovuto anche io vedere i miei compagni divorati, un giorno?

Sarei riuscito a riprendere a combattere,dopo aver visto con i miei occhi come i Titani ci mangiano, nel Distretto di Trost?

E cosa stavano facendo, ora, Armin, Mikasa e gli altri?

 

Questi e altri pensieri mi accompagnarono per tutto il resto del viaggio.

Quando dopo due (interminabili) ore di galoppo gli alberi iniziarono a diradarsi, vidi per la prima volta il vecchio Quartier Generale. Era un antico castello ristrutturato, in disuso da anni a causa della lontananza da qualsiasi villaggio e sentiero.

Sulle mura esterne era ormai cresciuta l'edera, e la struttura trasmetteva un' idea di decadenza. Tutto il romanticismo che avrebbe potuto ispirare quel castello era stato ricoperto anni prima da cinquanta buoni centimetri di erbacce.

Scendemmo tutti da cavallo e portammo i ronzini alla stalle, anche esse  tempestate dalle ragnatele o ogni sorta di sporcizia.

Riuniti dal Caporale Rivaille in un piccolo spazio all'esterno della porta principale, venimmo disposti in fila.

 

“Il lavoro che c'è da fare qui non è cosa da poco” iniziò Levi con aria di importanza, passeggiando avanti e indietro.

 

“Ral e Bossard, voi estirperete tutte le erbacce qui fuori e quando avrete finito, pulite le stalle.”

 

“Sissignore!”

 

“Gin e Schultz, voi usando il Movimento Tridimensionale arrampicatevi sulle mura e togliete l'edera. Appena avrete finito, passerete alla pulizia delle stanze”

 

“Signorsì,” risposero in coro.

 

“Per quanto riguarda te, Eren, mi aiuterai a fare pulizie all'interno.”

Feci cenno di sì con la testa.

 

Fortunatamente l'interno del castello non era ridotto poi così male. Tutto l'antico mobilio era ricoperto da uno spesso strato di polvere ma, perlomeno, nessuna pianta rampicante era riuscita a raggiungere le stanze.

Levi mi portò in un piccolo ripostiglio al secondo piano. C'erano tre scope, alcuni stracci e due secchi di metallo appoggiati su una cassa di legno. Il Caporale gettò a terra gli strumenti per le pulizie alzando un polverone e tirò verso di sé la cassa, per poi aprirla fuori, in corridoio.

Al suo interno erano stati ripiegati accuratamente alcuni indumenti ingrigiti dal tempo; Levi ne estrasse un paio di pantaloni ed una maglietta e li ispezionò attentamente.

“Questi dovrebbero andarmi bene.” Commentò gettandoli dietro di sé.

“Ora mi chiedo se ce ne siano della tua misura, piccoletto,” disse, piegandosi verso la cassa e frugando tra i vestiti.

In quel momento gli avrei voluto far notare che, se tra di noi c'era un “piccoletto”, quello non ero di certo io; ma mi morsi la lingua e non proferii parola. Non volevo finire nei guai.

Dopo lunghi minuti di ricerca,  Rivaille tirò fuori una maglietta bianca ed una gonna. Lo guardai sbalordito.

 

Non credeva mica che...

 

“Temo dovrai mettere questa. Gli unici paia di pantaloni che c'erano gli ho presi io.”

“Posso sempre tenere i pantaloni che indosso...” risposi stizzito a denti stretti. Non avrei MAI messo una gonna.

“Non essere stupido. Non ti puoi sporcare i pantaloni, non ne abbiamo tanti a disposizione. Ora tu metterai per le pulizie questa gonna perché ho deciso così. E non ti conviene disubbidire se non vuoi ritrovarti senza qualche arto.”

 

No, no e poi no.

Non metterò quella gonna.

Che mi uccida, dai! Faccia pure. La morte sarà meglio di una simile umiliazion...

 

“Eren e uno.”

“Eren e due.”

 

Il conto alla rovescia? Crede davvero abbia cinque anni?

 

“Eren e-due-e-mezzo-non-farmi-arrivare-al-tre”

 

Prima che arrivasse al tre ( Dio solo sa cosa mi avrebbe fatto) gli strappai di mano quella dannata gonnella.

 

“Bene,” disse sogghignando “vedo che impari in fretta.”

Si tolse gli stivali e levò l'imbragatura che gli fasciava le gambe e il busto; poi si slacciò i pantaloni.

 

“C-caporale... potrei andare in un'altra stanza a cambiarmi?”

Anche se durante gli ultimi anni di addestramento avevo visto un infinità di miei compagni solo in mutande, non mi sentivo a mio agio davanti ad un mio superiore di quindici anni più grande di me.

 

“Uhm?” sembrò disorientato per un attimo, poi si tolse i pantaloni, rimanendo con degli aderenti slip neri.

“Ti imbarazza vedermi in mutande, moccioso? Siamo tra uomini, sbrigati a levarti quei vestiti e non fare la checca.”

 

Tolse anche la camicia bianca lasciando i suoi addominali scolpiti ben in vista. Ora, davanti a me, non vedevo più un mio superiore, ma un bellissimo uomo di 34 anni, in mutande...che mi stava guardando male.

 

“Ehi! Ti sei imbambolato?”

 

Con una scossa alla testa mi ripresi.

 

Che andavo a pensare?

 

In fretta e furia mi sfilai pantaloni e maglia e misi la “divisa da lavoro”. La maglia era precisamente della mia misura, ma la gonna mi arrivava appena sotto le ginocchia. Dovevo essere uno spettacolo ridicolo.

Intano Levi aveva finito di cambiarsi e, appoggiato con la spalla allo  stipite della porta dello sgabuzzino, mi guardava ghignante.

 

“Dovremmo adottare questa divisa anche per la lotta contro i Titani. Per unire lo stile alla praticità.” Scoppiò a ridere della sua stessa (pessima) battuta.

 

Patetico.

 

Iniziammo le pulizie dal terzo piano, stanza per stanza. Non sarebbe stato un lavoro particolarmente impegnativo, se Levi non avesse continuato ad entrare nelle camere che pulivo, lamentandosi del mio scarso impegno.

 

Passati al secondo piano venimmo raggiunti da Gin e Schultz che avevano terminato la pulizia delle mura esterne.

Alla vista della gonna che indossavo, Gin nascose una risata mentre Gunther scoppiò a ridere. Levi, che in quel momento stava lucidando un antico candelabro, spedì loro un'occhiataccia.

 

“Nello sgabuzzino del secondo piano ci sono dei vestiti di ricambio, andate a metterli.”

 

I due tornarono qualche minuto dopo, indossando entrambi una maglietta bianca e un paio di pantaloni.

 

Pantaloni.

PANTALONI.

Perché diamine loro avevano trovato delle braghe?

 

Mi voltai di scatto verso Rivaille.

 

“Caporale, credevo avesse detto che non erano più rimasti pantaloni nella cassa...”

 

Per tutta risposta quello mi guardò intensamente, poi fece spallucce.

“Quelli devono essermi sfuggiti.”

 

Mi ha fatto indossare questa gonna per una sua perversione personale, eh?

Quel nano despotico...

 

“Non mi pare di aver detto che avevamo finito di pulire, Eren.” Per tutta risposta ripresi a spazzare, mettendoci più impegno del necessario.

Le pulizie del castello finirono alle otto di sera; dopo di che, ci radunammo per la cena nella spaziosa sala da pranzo.

Auruo e Petra avevano una faccia più sconvolta degli altri.

 

“I topi...nelle stalle...erano grandi come gatti. Abbiamo dovuto ucciderli tutti. E'...è stato orribile,” spiegò Ral, gli occhi spalancati e i capelli dorati arruffati e sporchi.

Erd Gin le fece notare che durante la sua carriera aveva ucciso un totale di 58 Titani e non era il caso di scandalizzarsi per dei ratti..

 

“Erano grandi come il mio gatto Neko,” furono le ultime parole di Petra per quella sera.

 

Mangiai un'insipida zuppa di porri e patate e una bistecca di manzo troppo salata, tutto preparato dall'inesperta cuoca Hanji Zoe.

Durante il corso della serata i toni delle conversazioni si mantennero piacevolmente allegri ma io non partecipai a nessuna discussione.

Non ero dell'umore.

Vedendo tutti che parlavano tra di loro mi ritrovai a pensare ai miei compagni.

Ad Armin.

A Mikasa.

A Jean, Marco, Reiner, Berthold, Annie.

Avrei tanto voluto sentire qualche notizia su di loro.

Mi mancavano tutti, così tanto.

 

Perso come ero nei miei malinconici discorsi, non mi resi conto che attorno al tavolo erano rimasti solo il Comandante Elvin, Levi e Hanji.

 

Smith guardò la donna e mosse il capo dall'alto verso il basso poi si alzò e uscì, seguito da Rivaille.

 

“Riguardo a quello che hai sentito nella conversazione tra me e il Comandante nel palazzo del Tribunale” inizò Zoe “ci sono un po' di cose che abbiamo deciso sia meglio che tu sappia.”

 

E così venni a sapere dei due Titani Sawney e Bean che erano stati catturati dopo la chiusura della breccia a Trost. Venni a sapere degli esperimenti che Hanji faceva su di loro e delle sue teorie.

Tutto ciò lo appresi durante il corso di una notte passata in bianco ad ascoltare Hanji che, entrando nei minimi dettagli, mi illustrava le sue nuove scoperte.





Bene bene :) ecco il nuovo capitolo! Grazie se sei arrivato fin qua a leggerlo.
Ringrazio ancora Amaya12 per le correzzioni ( no, non ti preoccupare, non ti odio).
Questo capitolo mi è venuto un pò più lungo degli altri due ma credo che, essendoci più dialoghi, sia abbastanza scorrevole da leggere.
Se avete qualche critica, suggerimento o complimento commentate!! 
Credo di aver detto tutto..
Quindi alla prossima :)


 

  
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