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Autore: AlexiaKH    09/10/2014    4 recensioni
Elaia Larxis ora è Alexia. E' stata rapita da Xemnas e Saïx nello stesso giorno dove Heartless e Nessuno cancellarono il villaggio dove ha sempre vissuto. Lei ha una particolarità: un cuore di pura oscurità, senza però esserne soprafatta come chiuque altro, che la rende la prescelta dell'Anti-Keyblade... ovvero la Darkblade. Che ne sarà di lei ora che ha scoperto che non potrà più vivere nella luce?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti, Zexyon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Giorno 45
 
Saïx mi fece uscire dalla cella e mi accompagnò in quella che sarebbe stata la mia stanza.
Impassibile, durante il tragitto, mi spiegò tutte le "regole" che dovevo rispettare:
1) obbedire sempre agli ordini impartiti 
2) ogni trasgressione sarà valutato come atto di tradimento punibile anche con la morte
3) non dovevo MAI uscire senza autorizzazione dall'area riservata solo ai membri fondatori 
4) mai entrare in contatto con i membri a partire dal n°8.
 
Io rimasi in silenzio ad ascoltarlo aspettando che finisse di parlare, i primi due punti erano scontati ma... gli ultimi due erano anormali: in pratica questo spostamento di "alloggio" mi portava solo in una prigione più grande e confortevole... Ma pur sempre una prigione.
"Per quale motivo mi é proibito uscire dall'area riservata e interagire con gli altri membri al di fuori di te e dei fondatori?"
Saïx sentendo quella domanda mi degnò finalmente di uno sguardo, avrei quasi scommesso che, se avesse avuto un cuore, al posto di quel viso inespressivo avrebbe tirato fuori un sorriso soddisfatto... mi dava la sensazione che si aspettasse la mia domanda.
"Sospettiamo che ci siano dei traditori tra di loro."
"C-cosa?"
"Stiamo tenendo sotto controllo quei membri ed a Xemnas non sembrava saggio metterli al corrente sulla tua esistenza nel castello, non sappiamo come si organizzerebbero se lo scoprissero."
Non so se con questa affermazione intendesse dire se hanno il timore che io mi possa alleare con questi possibili traditori o se hanno paura di non stanarli più se questi scoprano la mia esistenza.
Rimasi in silenzio e Saïx non aggiunse altro, continuando a guidarmi nei lunghi e labirintici corridoi candidi del castello.
Entrai in una sala circolare dove alle pareti c'erano delle porte, alcune decorate con un simbolo grigio (una catturò la mia attenzione perché era a forma di libro). Saïx si fermò davanti ad una porta senza il simbolo e mi aprì la porta, facendomi intravvedere l'ennesima stanza bianca con solo un letto appoggiato al muro sotto la finestra.
"Questa d'ora in poi sarà la tua stanza"
La stanza era così bianca e così spoglia che credo che sia arrivato il momento di personalizzarla, anche perché c’è fin troppo bianco per i miei gusti.
 
Giorno 47
 
Oggi avevo deciso di allenarmi, visto che ancora non mi era stata affidata nessuna missione, anche se Vexen mi aveva raccomandato di non strafare visto le sue continue lamentele di ieri a sentire continue attività magiche da parte mia nel materializzare e smaterializzare oggetti, per arredare il più possibile la mia camera, nel tentativo di oscurare il più possibile quel fastidioso biancore.
Evocai una decina di Heartless ed un gruppo più esiguo di nessuno, con la Darkblade impugnata saldamente. Respirai piano e chiusi gli occhi per rilassarmi, nella mia mente si formarono le immagini dei miei avversari che si stavano avvicinando pericolosamente; percepì un gruppo Heartless in aria che stava per atterrarmi sopra e mi mossi subito con l'arma per contrattaccare. Aprii gli occhi solo per assicurarmi di aver percepito bene i loro movimenti e di averli eliminati, erano spariti, e passai in offensiva attaccando senza pietà gli altri che erano ancora fermi, dove li avevo evocati.
Mentre cercavo di eliminare gli ultimi nessuno sentii la presenza di qualcuno che mi stava osservando ma non me ne curai finché non eliminai tutti gli avversari.
Mi voltai e vidi che gli osservatori in questione erano Xaldin e Zexion, il primo in piedi in mezzo al corridoio a fissarmi con fare sorpreso, mentre il secondo era a braccia conserte appoggiato sul muro sfoggiando un espressione scrutatrice.
"Non male come hai affinato i tuoi sensi" fu Xaldin il primo a parlare.
"Un chiaro esempio del tuo esibizionismo" commentò Zexion.
"La mia cosa?" Risposi seccata.
"Ti ho osservato per quasi tutto il tempo: prima che tu sentissi la nostra presenza eri molto più cauta, ma non appena ci hai avvertiti..." Scosse la testa nel dirlo "... Hai deciso di fare un po’ di scena"
Mi ammutolì: purtroppo aveva colto nel segno, ogni volta che é presente un membro dell'organizzazione cerco sempre di dimostrare che sono un buon acquisto... Nel tentativo di guadagnarmi più libertà personale.
"Proprio tu, che sei a momenti un suo coetaneo, ti dimostri così duro nei suoi confronti? Perfino Vexen ha deciso di essere più morbido, ora che è ufficialmente una di noi."
"É irrazionale e spreca una quantità enorme delle sue energie, difetti che in battaglia non tollero." rispose il blu irritato.
Possiedo un cuore, genio! Gli risposi molto irritata nella mia testa. E scusami tanto se sono irrazionale ma è una conseguenza nel possederlo!
"Ma cosa te ne importa? É importante che faccia il suo dovere nella nostra causa. Non sei più un moccioso."
Trattenni le risate. Effettivamente Zexion, anche quando mi studiava mentre ero in prigione, diventava in un certo senso infantile quando si trattava degli errori che commettevo, mentre gli altri membri se ne fregavano perché contava solo il risultato per loro; a Zexion però interessava anche come ci arrivavo e mi diceva il miglior modo per farlo, prendendola sul personale (se avesse un cuore ovviamente) ogni volta quando non lo ascoltavo.
"Che cosa ti diverte?" Mi chiese perplesso Zexion.
"Con me tenti sempre di fare l'adulto, anche se non abbiamo una sostanziale differenza d'età, però in questi momenti diventi veramente infantile"
Entrambi i nessuno mi guardarono perplessi ed io sospirai: mi dimentico sempre che essendo sprovvisti di cuore le mie azioni possono essere poco comprensibili.
"È quando voi avvertite una certa sensazione piacevole quando Vexen, con l'atteggiamento so tutto io, si umilia in un grave errore."
"Quindi con un cuore in realtà si reagisce in quel modo?" Chiese Zexion mentre prendeva il suo taccuino.
"Dipende dal carattere del proprietario, ma in generale si."
Xaldin guardò il ragazzo con fare interrogativo, mentre quest’ultimo era impegnato a scrivere, poi borbottò qualcosa a passa voce, ma non riuscì a capire, e se ne andò.
Mi sentivo stanca ed seguì l’esempio di Xaldin nell’andarmene verso la mia stanza, ma Zexion mi prese il braccio impedendomi di lasciare la stanza.
“Che cosa c’è?” gli dissi senza neanche voltarmi.
“Come ti senti? Hai ancora sbalzi di umore o altre anomalie?” Mi disse con un tono serio.
Feci un mezzo sorriso e per mia fortuna lui non lo vide perché ero ancora voltata.
“No, ora sto bene. Anche se i cambiamenti fisici che ho subito sono diventati permanenti, ma sia la mia psiche che il mio cuore sono a posto.” A quel punto mi voltai e proseguì “Quindi stai tranquillo e per favore lasciami andare in camera mia, sto cominciando a sentire la stanchezza e vorrei buttarmi sul letto.”
“Non prendere la tua oscurità sottogamba: il tuo cuore sarà anche fatto interamente di pura materia oscura, ma se la tua mente non riesce a reggerne il peso in ogni singolo attimo della tua esistenza… impazzirai come è già successo giorni fa.” E mollò la presa sul mio braccio, la sua espressione però si fece molto seria, come del resto lo era stata anche la sua voce facendomi quella raccomandazione.
“Mi credi veramente così debole?” Gli dissi sarcastica quasi ridendo.
“Tutti hanno delle debolezze, nessuno escluso. Non commettere l’errore di sopravalutarti”
“Non lo farò…” e comincia ad incamminarmi verso la mia stanza ma dopo qualche secondo un pensiero balenò nella mia testa e mi fermai in mezzo al corridoio. “Comunque non credevo che i nessuno fossero capaci di preoccuparsi per qualcuno.” E proseguì per la mia strada.
“Nemmeno io…” Mi parve di sentire, ma il tono di voce era così basso, come se fosse stato un sussurro, da non essere nemmeno sicura se fosse stato solo il frutto della mia immaginazione.
 
Il giorno dopo cominciarono anche ad arrivare le prime missioni, a volte ero anche affiancata da qualcuno, e quello fu l’inizio della mia vita al castello, che lentamente stavo veramente cominciando a sentirmi come se fossi finalmente a casa con l’organizzazione (con i membri che conosco ovviamente).
E’ vero che è strano vivere con esseri che, per ogni azione dettata dal cuore, mi osservano confusi come se avessero appena visto un alieno, però cominciavo ad essere felice.  
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: Allora... inanzitutto ringrazio chi sta leggendo questa storia e chi l'ha recensita (veramente: i miei complimenti per aver letto fin qui senza morire di noia). Volevo usare questo angolo per chiedere scusa della lenta narrazione che, per il momento, ha la storia (in particolare questo capitolo) ma dai prossimi capitoli ci saranno delle svolte importanti. Quindi per chi non si è ancora stufato... ci rivedremo nei prossimi capitoli!  
P.S. Ovviamente se avete da fare critiche sono assolutamente ben accette, per me sono degli ottimi mezzi per migliorare la storia ^^
  
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