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Autore: AlexiaKH    30/09/2014    3 recensioni
Elaia Larxis ora è Alexia. E' stata rapita da Xemnas e Saïx nello stesso giorno dove Heartless e Nessuno cancellarono il villaggio dove ha sempre vissuto. Lei ha una particolarità: un cuore di pura oscurità, senza però esserne soprafatta come chiuque altro, che la rende la prescelta dell'Anti-Keyblade... ovvero la Darkblade. Che ne sarà di lei ora che ha scoperto che non potrà più vivere nella luce?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti, Zexyon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Giorno 43
 
“..ia… exia… ALEXIA!”
Aprii con fatica i miei occhi, qualcuno mi stava chiamando ma avevo la vista così sfocata che non riuscivo a capire chi fosse quella macchia nera in tutto quel bianco.
Mi sentivo spossata, come se qualcosa mi avesse succhiato via tutte le mie energie.
“ALEXIA!”
Mi ridisse preoccupata quella macchia, la sua voce rimbombava così tanto nella mia testa da provocarmi un mal di testa tale da non farmi più riconoscere la voce. Mi sforzai con la vista e notai che in quella macchia nera ce ne era anche sopra una blu scuro più piccola.
“Ze… xion? … Che ci fai… qui?”
O almeno credo di avergli parlato in quel modo: ero così confusa che poteva essere benissimo un sogno, del resto Zexion mi osservava o nel laboratorio suo e di Vexen o da fuori dalla mia cella… mi sorprenderebbe veramente tanto se lui fosse veramente entrato.
“Che… accio… ui? … o pr… ato … er te!”
E poi tutto divenne di nuovo nero.
 
Giorno 44
 
Quando mi svegliai mi accorsi che aldilà delle sbarre c’era quello che, per lo meno, mi sembrava essere Xigbar che dormiva seduto appoggiato sul muro.
Mi alzai e mi avvicinai alle sbarre per vedere meglio. Si, era proprio Xigbar.
Prima di svegliarlo lo osservai, perché in qualche modo le sue cicatrici mi hanno sempre incuriosita perché sono dell’opinione che ogni cicatrice abbia una storia da raccontare e qualcosa dentro di me mi dice che quelle di Xigbar ne hanno una particolarmente interessante...
“So di essere irresistibile ma non pensi che sia troppo vecchio per te?”
 “Eh?”
Sorpresa, vidi Xigbar aprire gli occhi e, con l’espressione di chi si stai divertendo, si alzò e mi si avvicinò.
“Ben svegliata principessina.”
“Ma che diavolo…”
Cercai di riordinare le idee per liberarmi dall’imbarazzo di essere stata beccata a fissarlo, ma Xigbar aveva un’espressione così divertita da rendermi le cose più difficili.
“Accidenti se avessi un cuore riderei come un dannato, mi fai ricordare i gran bei vecchi tempi.”
“Potresti anche piantarla di prenderti gioco di me.”
“Dai Alexia non essere troppo severa con me: mi sono sempre divertito a prendermi gioco dei ragazzini e al momento sei l’unico essere nel castello sotto i sedici anni.”
“Ti burli di me solo perché ho quindici anni?”
Ecco un altro membro dell’Organizzazione che sopporto a malapena come Vexen!
Mi ha sempre dato l’impressione di un parassita: invece di focalizzarsi sul suo obbiettivo, si comporta aggrappandosi ai suoi ricordi di quando era un persona per poi sfruttarli per ricordarsi come si sarebbe divertito a torturarmi se avesse avuto ancora un cuore. E lui sarebbe il N°2 dell’organizzazione? Ma fatemi un piacere!
“Ok ok… per oggi mi sono divertito abbastanza, finirai per uccidermi solo con quello sguardo truce...” Smise di sogghignare e l’espressione dei suoi occhi, che si posavano su di me, era diventata seria.
“Del resto ora sei diventata una di noi… il nostro asso nella manica.”
“Non lo ero anche prima, scusa?” chiesi confusa delle sue parole perché mi era stato spiegato fin da subito che sarei diventata la loro spada, quindi non capisco che cosa intenda con ORA.
“Oh no… prima eri solo una nostra prigioniera, e lo saresti stata fino a quando non avresti giurato fedeltà alla nostra causa; quindi congratulazioni: ti sei conquistata il diritto ad avere una vera stanza!”
Lo guardai confusa: da quando ho giurato fedeltà a qualcuno?
“Ma ora basta con questi discorsi, ora hai tutto il tempo che desideri per comprendere. Se fossi in te creerei uno specchio, sarebbe un buon primo passo per capire.”
Mi fece un occhiolino e se ne andò.
Perché dovrei crearmi uno specchio? Non è che quel bastardo mi ha fatto qualcosa mentre dormivo? Anzi… ma quand’è che mi sono addormentata l’ultima volta e come?
L’ultima cosa che ricordo è Xemnas che mi accompagnava in una stanza…
Andai subito verso il muro e con solo la mia semplice volontà creai davanti a me un grosso specchio che mi riflettesse completamente… e rimasi shoccata.
Nel contesto generale ero ancora me stessa perchè possedevo ancora la carnagione chiara, l’altezza apparentemente poco sotto alla media, non con tutte le curve al posto giusto ma almeno di corporatura magra… ma fu il mio viso a sconvolgermi: era sempre il mio volto ma avvertivo nella fisionomia che qualcosa era cambiato… sensazione provocata sicuramente dal cambiamento dei miei occhi che, invece di essere neri, erano diventati di un rosso sanguigno ed i miei capelli, da sempre mossi e di un castano chiaro, avevano sviluppato una differenza cromatica, che si intensificava man mano che scendeva verso le punte, dello stesso rosso dei miei occhi. Questi due espressivi cambiamenti davano al mio viso un tono diverso: non davo più l’impressione di essere una ragazza fragile, quel rosso mi dava un tono più affascinante in un certo senso ma soprattutto mi dava il tono crudele.
Finirai per uccidermi con quello sguardo truce…
Ecco perché Xigbar ha cambiato subito atteggiamento quando l’ho fulminato…
 
Sono… cambiata?
 
Mi trattenni dal ridere, cercatemi di capire: finalmente davo l’impressione di quella che mi sentivo di essere tanto tempo: non più una persona buona, un cucciolo abbandonato, una vittima o una persona debole... ma di una sopravvissuta che ne ha passate tante ed ora è in cerca di un posto che le appartiene e della vendetta per tutto il male che ha subito.
 
Del resto non lo avevo già dimostrato a quei bastardi distruggendo il nostro “caro” villaggio e, con esso, il mio mondo?
  
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