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Autore: AmeliaRose    09/10/2014    6 recensioni
[SusanxLegolas, Crossover "Le Cronache di Narnia" e "Il signore degli anelli"]
Dal primo capitolo:
Quello che riferì non era molto promettente: gli orchi avevano dichiarato nuovamente guerra e le megere si facevano vedere sempre più spesso nei boschi vicini al castello. Era passato troppo poco tempo dall'ultima battaglia e non erano ancora fisicamente pronti a respingerli nuovamente. Aslan, allora, suggerì di chiedere aiuto a un Re appartenente a un altro mondo, Re che Aslan riteneva saggio e più propenso a stringere un alleanza. [...] Il loro Re, dopo molte ore passate a consultarsi, accettò di aiutarli e di creare questa alleanza solo se Narnia avesse concesso loro una cosa: un matrimonio che univa effettivamente i due mondi.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Le Cronache di Narnia, Il Signore degli Anelli e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà, tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento"



02. 
Il ruggito della leonessa.
 
Lucy ed Edmund stavano tranquillamente consumando la colazione quando Susan e Peter entrarono nella vasta sala da pranzo ben ammobiliata. La più piccola notò subito che la sorella era agitata e questo non era un buon segno. Raramente la si poteva vedere in quello stato. Susan e Peter presero posto davanti ai rispettivi fratelli e cominciarono a fare colazione in silenzio. "Oh no! Non mi dire che Peter è arrabbiato con Susan perché ha rifiutato la proposta di matrimonio!" pensò subito Lucy. Edmund, stanco dell'intera situazione, decise che era giunto il momento di parlare.

«Avete dormito bene?» chiese ingenuamente. Si maledì immediatamente della domanda, come potevano aver dormito bene? Persino lui si era girato e rigirato nel letto pensando a un modo alternativo per sconfiggere gli orchi.
Peter alzò lo sguardo verso di lui e sorrise.

«Non più del solito» disse felice e sollevato allo stesso tempo, era contento di non essere il primo a parlare. Aveva il terrore di dire agli altri, e di conseguenza a tutti gli abitanti di Narnia, quello che sarebbe accaduto tra poco più di un mese.
Lucy riempì il proprio bicchiere di succo e si schiarì la gola.

«Perché siete arrivati in ritardo? Avete per caso litigato?» chiese guardando negli occhi Susan.
Peter scosse la testa e addentò una brioche ancora calda.
«Se non avete litigato, perché siete così silenziosi?» chiese mettendosi le mani sui fianchi. 

«Abbiamo solamente parlato Lucy, stai pure tranquilla» rispose la maggiore con un sorriso che la quietava sempre all'istante.
Lucy, soddisfatta, sorrise a sua volta e guardò fuori dalla finestra contemplando il cielo. Il tempo non prometteva nulla di buono e questo per Lucy non era molto rassicurante. Ogni venerdì pomeriggio andava a bere il thè dal signor Tumnus in memoria dei vecchi tempi. Certo, poteva venire lui quando c'era brutto tempo, avrebbe sicuramente risparmiato qualche malanno alla più piccola visto che ultimamente si ammalava spesso ma Lucy non voleva. Considerava il tutto un rito dato che durante la sua prima visita a Narnia il fauno l'aveva ospitata per il thè.

«Spero veramente che non piova» sussurrò triste.

«Non ti preoccupare Lu, non pioverà. E se dovesse accadere ricordati che è ancora estate, la pioggia dura sempre poco» disse Edmund cercando di consolare la sorella.
Lucy sorrise e si concentrò nuovamente sul suo succo.
Edmund si voltò verso Peter e guardò attentamente il suo viso. «Sai fratello, hai una brutta cera. Sicuro di stare bene?» 

«Si sto bene» sospirò il maggiore capendo che era arrivato il momento di dire la verità. «In realtà io e Susan dobbiamo informarvi di una cosa» ammise Peter. Lucy posò con calma il bicchiere sul tavolo e si concentrò sul fratello maggiore sperando con tutto il cuore che non fosse quello di cui lei aveva più paura. Peter guardò Susan e lei annuì.

«Ieri sera ho avuto molto tempo per pensarci e sono arrivata alla conclusione che è più giusto accettare l'unione. Il matrimonio porterà a Narnia e ai suoi abitanti molti benefici oltre che alla sconfitta definitiva degli orchi» disse la Regina Gentile con calma. 

«Vostra sorella sta facendo la cosa più giusta, una scelta degna di una Regina che si preoccupa per il proprio Regno» disse Peter prendendo e stringendo la mano di Susan.
Edmund scosse la testa sconvolto.

«Susan, ti prego, non farlo. Potremo sempre sconfiggerli in un altro modo. Giuro che mi allenerò di più con la spada, diventerò bravo quanto Peter ma ti prego, non andare». La voce di Edmund era preoccupata e angosciata allo stesso tempo, non voleva che la propria sorella si vedesse costretta a fare una cosa che non voleva per una guerra che potevano vincere da soli. Susan scosse la testa decisa.

«La mia decisione è definitiva Edmund».
Edmund abbassò il capo sconfitto e pieno di rabbia. "Se fossi bravo quanto Peter, se mi fossi impegnato di più durante le ultime battaglie ora non avremmo questi problemi" pensò. Si sentiva tremendamente in colpa con la sorella. Susan guardò Lucy e si sentì un po' male: il viso della sorella era pallido, gli occhi lucidi e la bocca tirata. Sembrava una statua di marmo da quanto stava immobile. 
«Lucy, hai qualcosa da dire?» chiese con timore. 

«Hai detto di avere avuto tutto il tempo per decidere ieri sera. Io non credo che tu ci abbia pensato bene e penso che tu non abbia valutato le alternative che abbiamo» disse la più piccola con un nodo alla gola. Non accettava la cosa, non riusciva a credere alla sua amata sorella. Una notte non era sufficiente per scegliere e per valutare quello che era più giusto fare.

«È stata una decisione difficile Lucy. Ci ho pensato bene, credimi.» Susan sentì gli occhi pungere. «Ho dovuto farlo, per Narnia, per ogni singolo abitante di questo Regno. L'ho fatto anche per voi! Pensi che mi aggrada vedervi tutti con le armature da guerra? Pensi che mi piaccia vedervi tutti nel campo da battaglia a rischiare la vita? Se loro sono la nostra unica possibilità allora non me la faccio di certo scappare! Se Aslan ha consigliato di chiedere aiuto a un altro mondo allora vuol dire che non riusciremo a sconfiggerli da soli.».
Peter strinse più forte la mano della sorella, chiaro segno che doveva calmarsi.
Lucy abbassò il capo e chiuse gli occhi. 

«Non accetterò mai la cosa» disse a bassa voce.
Susan sospirò.

«Immagino che quando sarai più grande capirai il mio gesto» concluse Susan amareggiata. Passarono minuti in silenzio, scrutandosi a vicenda finché Edmund non decise di parlare. 

«Se è stato tutto deciso vorrà dire che mi dovrò abituare ad avere un elfo che girerà per il castello. Sarà molto strano, insomma, non è una cosa da tutti i giorni» disse mentre fissava Lucy.
Peter e Susan si guardarono nuovamente consapevoli di dover dare un altra brutta notizia.

«Non ci sarà nessun elfo che girerà per il castello» disse Peter a malincuore. 

«Come no? Non rimangono qui dopo il matrimonio? Oppure andranno ad abitare in un'altra residenza regale?» chiese sospettoso.

«Non è così che funziona Ed. È sempre la moglie che si trasferisce nel regno del marito».
Lucy si alzò di scatto e diede un pugno al tavolo. Quello che aveva appena udito era inconcepibile e inaccettabile.

«No! Non lo accetto» urlò piena di rabbia «Susan appartiene a noi. Susan appartiene a Narnia e non a loro». Le lacrime cominciarono a rigarle il delizioso viso. «Forse un giorno avrei accettato l'unione ma questo? Questo no! Assolutamente no! Tu non puoi abbandonarmi così».
Peter si alzò da proprio posto e guardò severamente Lucy.  

«Lucy, anch'io faccio fatica ad accettare questa cosa. Ma non c'è altra scelta»
Lucy scosse la testa decisa.

«C'è sempre una scelta. Sempre. Avete scelto la via più facile. Non ve la perdonerò mai» Lucy uscì di corsa dalla sala seguita da un sorpreso Edmund. Susan guardò Peter e vide nei suoi occhi il suo stesso tormento.

«Avrei preferito un finale migliore» ammise Peter amareggiato. «Hai fatto la scelta che qualsiasi Regina avrebbe preso e nonostante questo ti tocca pure sentire brutte parole».
Susan sospirò e prese la mano del fratello.

«Non importa. Dentro di me so di non aver scelto la via più semplice. È la scelta giusta»
Peter sorrise anche se dentro di sé si sentiva colpevole di tutto.
«Lasciamo che il tempo calmi Lucy. Sono sicura che il signor Tumnus riuscirà a quietarla un po'. Quando sarà più grande capirà quello che ho fatto». Susan sorrise, ma quello che voleva fare in realtà non era altro che piangere. Si congedò dal fratello e corse in camera sua, il suo posto privato e intimo dove poteva fare quello che voleva, urlare, piangere e disperarsi. Aveva sperato con tutto il cuore che Lucy comprendesse la situazione, Susan non voleva altro che la sua benedizione. Lucy non era solo sua sorella ma la sua migliore amica a cui confidava tutto. E sentirsi dire che non l'avrebbe mai perdonata la faceva stare male. Avrebbe preferito la morte piuttosto che sentire quelle parole. Arrivata in camera si gettò a letto, affondò il viso nel cuscino e cominciò a piangere.



L'oscurità parve essere arrivata molto presto per tutti i residenti del castello. Tutti e quattro i Pevensie avevano passato la giornata in solitaria. Peter rimase in camera sua a valutare le giuste tattiche da usare in guerra, Edmund passò tutto il pomeriggio ad affinare la sua tecnica con la spada, Susan ,invece, passò tutto il giorno in camera sua a fissare in silenzio il soffitto mentre la piccola Lucy, grazie al sole che fortunatamente sbucò in tarda mattinata, poté godere delle ore in compagnia del suo amico fauno. Il Signor Tumnus appena la vide per poco non ebbe un infarto, la sua Regina si era presentata accaldata e con gli occhi rossi dal pianto. La fece immediatamente accomodare sulla sua poltrona più comoda e dopo aver preparato il suo thè preferito le chiese cosa era successo. Li per lì Lucy non disse nulla, non sapeva se poteva svelare quello che sarebbe accaduto ma poi ricordò che Peter l'avrebbe detto a tutti l'indomani e si sfogò in lacrime. Il fauno l'ascoltò in silenzio per tutto il tempo, e più si sfogava e più capiva qual era il vero problema. Il signor Tumnus non parlò per tutta la durata della visita, infondo non poteva dire nulla sulle decisioni che la Regina aveva preso per proteggere il regno. Lucy, dopo lo sfogo, cominciò a sentirsi meglio e comprese qual era la cosa che l'aveva fatta infuriare. Ringraziò in fretta il fauno e corse a casa arrivando cinque minuti prima che la cena venisse servita a tavola. Entrò nella sala da pranzo e vide i due fratelli maggiori già seduti a tavola.

«Dov'è Susan?» chiese subito dopo aver notato la sua assenza.
Peter la fissò per qualche secondo contento che avesse chiesto della sorella.

«È nella sua stanza. Stasera non cenerà con noi» disse il biondo.

«Perché?»  

«Non si sente molto bene. È ancora molto provata dalla discussione di stamattina».
Lucy si sentì in colpa, se stava male non era altro che colpa sua.
«Ti sei calmata un po'?» chiese il maggiore speranzoso.

«Ora che mi sono sfogata con il signor Tumnus vedo le cose da un altra prospettiva. Devo andarmi a scusare con Susan» disse chinando il capo imbarazzata.
Peter corse ad abbracciarla.

«Questo risolleverà sicuramente il morale di Susan» disse felice.
Lucy annuì e uscì dalla stanza in fretta, sperando con tutto il cuore che Susan la perdonasse. Si era comportata come una sciocca bambina viziata, aveva messo davanti al proprio regno i suoi interessi e questo era da egoisti. Arrivata davanti alla porta della sorella bussò per tre volte attendendo con pazienza una risposta che però tardava ad arrivare, evidentemente Susan non voleva parlare con nessuno.

«Susan sono Lucy. Sono venuta a scusarmi con te» disse con calma. Ma ancora nulla, Susan non si faceva sentire. «Mi sono comportata come una bambina e quello che ho detto non lo pensavo veramente, è stata la rabbia a farmi dire tutte quelle brutte parole. Alla fine è stato Aslan a suggerire di chiedere aiuto a un Re appartenente a un altro mondo. Mi fido di lui e se Aslan non ha obiettato sulla richiesta di matrimonio allora vuol dire che ci si può fidare» ma ancora nulla. Nel corridoio non si sentiva altro che il silenzio più assoluto  «La verità è che io ho solamente paura Sue. Ho paura che una volta che te ne sarai andata ti dimenticherai di me». La porta si aprì di scatto e Susan uscì. Il suo viso era molto pallido e aveva gli occhi secchi dal pianto. 

«Come puoi pensare che io mi possa dimenticare di te?» chiese incredula.

«Perché sto cominciando a dimenticare la nostra vita in Inghilterra» confessò «Sto dimenticando la mamma, il suo viso, il suo sorriso e la sua voce. Non ricordo più la ninna nanna che mi cantava prima di mettermi a letto. Ho dimenticato papà. E se ora tu ne andrai sarà solo questione di tempo prima che accada anche a te» Lucy cominciò a piangere. Alla fine si era resa conto che il vero motivo della sua rabbia non era altro che questo. Paura di essere dimenticata e di dimenticare. Quello che stava accadendo era più grande di lei, Susan per lei era tutto. Susan era il suo esempio, era la Regina che lei voleva diventare un giorno. Sua sorella era la sua eroina, era il suo punto di riferimento. E temeva che se Susan un giorno l'avesse dimenticata sarebbe capitato anche a lei. Lucy non voleva che accadesse, i migliori momenti della sua vita, per ora, le aveva passati in sua compagnia, e se dimenticava quei momenti la sua vita sarebbe diventata vuota e priva di significato. 

«Non potrò mai scordarti di te Lucy! Non accadrà mai! Tu sei mia sorella e la mia migliore amica» confessò Susan. «È per questo che ti sei arrabbiata così tanto?» chiese guardandola negli occhi.
Lucy annuì e abbassò il capo.

«Si, scusami. Sono stata egoista».
Susan l'abbracciò stretta a sè. 

«Non importa Lucy, l'importante è che tu abbia capito» disse senza sciogliere l'abbraccio. Il suo cuore si fece più leggero e cominciò ad avvertire che il buonumore stava tornando. "Va tutto bene" pensò "La sua paura è legittima, pure io sto cominciando a dimenticare la vita che facevo prima. Avrei paura pure io". «Penso che potrei scendere a un compromesso con il mio futuro marito» disse all'improvviso. Lucy alzò lo sguardo verso di lei.

«Che vuoi dire?».

«Il portale che unisce i due mondi si apre ogni luna piena. Ogni tanto potrei tornare qui a Narnia» disse con un sorriso. Il viso di Lucy si illuminò all'improvviso.

«Si può davvero fare?» chiese speranzosa.

«Anche le Regine possono trascorrere delle vacanze nella loro terra natia».

 

 
Per i fratelli Pevensie il tempo stava scorrendo fin troppo in fretta. Dopo quella sera tutto sembrava essere tornato alla normalità, o quasi. Edmund e Lucy avevano cominciato a passare più tempo con la sorella facendo di tutto, dai Picnic all'aperto al condividere le ore di allenamento. Volevano passare più tempo possibile con lei, se avessero vinto la guerra e fossero sopravvissuti, volevano avere altri ricordi felici passati con la Regina Gentile. Peter, il giorno dopo il chiarimento tra Susan e Lucy, fece riunire tutti gli abitanti dei paesi vicini per informarli dell'alleanza stretta con il Re di un altro mondo e del matrimonio che avverrà in caso di vittoria. Tutti applaudirono al Re con un sorriso sul volto e con il cuore più leggero, ora potevano veramente sperare che da li a poco sarebbe ritornata la pace. Dopo quel discorso Susan ovunque andasse veniva ringraziata da tutti. 
Nelle settimane seguenti il castello di Cair Paravel fu lucidato da cima a fondo così come ogni casetta o tana in tutta Narnia. 

«Non pensi di stare esagerando? Il castello era già bello che pulito!» disse Edmund il giorno prima della luna piena. Peter alzò lo sguardo dalla cartina di Narnia e scosse la testa.

«Edmund devi sapere che quando si crea un alleanza con un altro popolo devi fare in modo che tutto sia perfetto. Gli elfi godono di un ottima vista e non vorrei mai che pensassero di noi come persone sporche» disse guardandolo negli occhi. Edmund fece spallucce e si andò a sedere su una comoda poltrona davanti al camino.

«Susan ha detto che domani verrà con te e Aslan a conoscere il Re di bosco Atro e il figlio. È vero?» chiese guardandolo negli occhi. Peter annuì. «Poi cosa accadrà? Al vostro rientro intendo».
Peter si avvicinò a Edmund e si sedette su una poltrona di fianco a lui.

«Accadrà che non torneremo da soli. Con noi verranno il principe e una loro armata di elfi che combatteranno con noi».
Edmund  si concentrò sul fratello.

«E poi cosa succederà?» 

«Gli elfi faranno conoscenza con la terra di Narnia, controlleranno le aree dove gli orchi si fanno vedere spesso e pattuglieranno assieme alle creature di questo mondo» disse in un filo di voce.

«E poi ci sarà la guerra» sussurrò Edmund.
Peter lo guardò e si sentì mancare. Suo fratello era così giovane e nonostante questo l'avrebbe rivisto con l'armatura in campo di battaglia. Se durante la battaglia dovesse succedergli qualcosa non se lo sarebbe perdonato. 

«Si, ci sarà la guerra»

«Quando? L'ultima volta che gli orchi ci hanno teso un agguato è stato un mese fa» disse Edmund.

«Gli orchi ci hanno dato tre mesi di tempo. Ne è passato solo uno. Quindi tra due mesi si scenderà in campo»
Edmund scosse la testa.

«Gentile da parte loro» disse ironico.
Peter lanciò un occhiataccia al minore.

«Ci hanno dato tempo Edmund. Non è una cosa che tutti fanno, ci hanno dato il tempo per migliorare le nostre tattiche combattive visto che vogliono uno scontro alla pari» lo rimbeccò il maggiore. 

«E da quando in qua si comportano così?» chiese Edmund. Non si erano mai comportati in quel modo, gli ultimi attacchi erano stati fatti di notte nei loro accampamenti agendo come dei codardi. Solo dei codardi agiscono mentre i soldati dormono. 

«Il loro capo rimase ferito durante l'ultima battaglia e dev'essere morto visto che ora c'è ne uno nuovo. Le regole sono cambiate». Rimasero in silenzio per un bel po', ognuno perso nei propri pensieri. Edmund sbadigliò e si stiracchiò.

«Vado a dormire. Buona notte Peter».

«Buona notte a te, Edmund».


Susan si guardò nuovamente allo specchio, mancava poco  alla mezzanotte e aveva passato l'intero pomeriggio a scegliere il vestito con cui sarebbe andata nella Terra di Mezzo. Aveva scelto l'abito più bello che possedeva: il vestito, in tessuto broccato, era stato creato solamente per la sua figura, il colore era di un bell'azzurro pallido con bande decorate in oro, le maniche a tromba e lacci frontali e posteriori. Su consiglio della sorella si era fatta fare una treccia a corona che le donava moltissimo, sembrava una Regina a tutti gli effetti e nessuno al suo passaggio poteva pensarla diversamente. 
Bussarono alla porta e Susan, con calma, andò ad aprila trovandosi Lucy con un sorriso incoraggiante. 

«Peter mi ha chiesto di venirti a chiamare. È ora di andare»
Susan annuì e prese la mantella per proteggersi dal freddo, non sapendo il clima che c'era nella Terra di Mezzo aveva ritenuto opportuno portarsela con sé. 
Uscirono dalla sua stanza e, mano nella mano, percorsero il corridoio per poi scendere le grandi e spaziose scale. «Sei agitata, vero?» chiese guardandola negli occhi. Susan annuì. «Penso che sia normale» ammise. Pure lei lo sarebbe in fin dei conti se si fosse trovata nella stessa situazione. 
Uscirono dal castello a passi spediti e videro Peter in compagnia di Edmund e, con grande sorpresa, Aslan. 

«Buonasera figlie mie» disse il maestoso Leone.
Susan e Lucy si inchinarono al suo cospetto con un sorriso sul volto. Era da tanto che non lo vedevano e per loro era sempre una gioia guardare i suoi occhi. «Sono orgoglioso di te, Susan» aggiunse infine. Susan sorrise.

«Per la pace farei di tutto» confessò.
Aslan sembrò sorridere.

«Ti fa onore mia cara. Sarai un ottima Regina, un giorno, a Bosco Atro».
Susan lo sperò con tutto il cuore, quanto potevano essere diversi gli umani dagli elfi?
«Ora è meglio che ci incamminiamo verso il portale. La mezzanotte è vicina».
Edmund e Lucy abbracciarono i loro fratelli maggiori e dopo essersi inchinati nuovamente ad Aslan rientrarono nel castello. Peter, Susan e Aslan camminarono per molto tempo, entrarono nel bosco più vicino e percorsero un tratto di strada che sembrava interminabile. Peter non mollò per un attimo la mano della sorella, tenendola stretta nel caso dovesse cadere in qualche buca coperta dall'oscurità.
«Siamo giunti alla nostra meta» disse Aslan fermandosi davanti a quella che aveva tutta l'aria di una grotta. 

«È questo il portale?» chiese Susan sorpresa. 

«Si mia cara. Questa grotta unisce i due mondi e il passaggio viene aperto solamente durante la mezzanotte della luna piena».
Susan era meravigliata, non era una grotta come le altre, quelle fatte di pietra. Era fatta dalle radici degli alberi o almeno l'entrata della cavità era fatta dalla radici. La Regina Gentile sorrise davanti a quella bellezza della natura.
Peter guardò la sorella e sorrise.

«Se questo ti stupisce aspetta di vedere quello che accadrà tra poco».
Susan lo guardò con aria interrogativa. Cosa poteva esserci ancora? 

«Bene, il portale si sta aprendo» disse Aslan.
Susan si voltò verso la grotta e con stupore vide che dove prima stava l'entrata ora ci stava uno specchio di acqua che fungeva da porta. Sembrava brillare di luce propria e pareva che piccole onde muovessero il portale1

«E ora che si fa?» chiese con timore la Regina. 

«Afferrate la mia criniera figli miei. Dall'altra parte ci sarà solo il buio».
I due fratelli obbedirono e afferrarono delicatamente la criniera morbida del Leone. Camminarono lentamente verso il portale e ci entrarono. 

Note:
Chiaramente ispirato al portale di Stargate.
Angolo Autrice:
E l'incontro tra Legolas e Susan sta per avvenire. Non vedo l'ora!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non lo abbiate trovato noioso.
Ringrazio 
YoungRevolverOcelot per essersi offerta volontaria nel betare la mia storia, grazie.
Al prossimo capitolo!
 
 
 
   
 
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