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Autore: Sheelen_    11/10/2008    3 recensioni
Premessa: Questa Fiction è nata durante una nottata insomnie a fantasticare sull'esito della saga della Meyer. Pensando e fantasticando ho ideato un mio finale e l'entrata in scena di un nuovo personaggio Violet. Lei sarà la protagonista delle mie vicende. Una nuova Licantropa nel territorio di La Push che avrò molto a che fare con Sam, Jacob e il resto del Clan. Ovviamente lo svolgimento del brano va al di là di ciò che scriverà la Meyer in Breaking Down, è tutto frutto della mia fantasia il seguito.Premetto che questa è la mia prima Fan Fiction: Siate clementi.
Genere: Triste, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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{TWELFTH Chapter} » The Quiet Before the STORM




La sabbia era gelida, in contrasto con l'aria così calda e umida.
In tutti quei piccoli granelli di sabbia volevo trovarne uno che fosse diverso dagli altri, che si differenziasse. Era quello che tutti noi cercavamo di trovare, L'impossibile. Ed era proprio quello che volevamo ci appartenesse e che disperatamente volevamo far nostro, come l'amore.


"Vio-..Violet!" Era lui, la sua voce. Quella che fra mille avrei saputo riconoscere e che ogni mattina speravo di sentir per prima. Perchè tutto adesso? Perchè dovevo vivere quelle emozioni alla fine dell'inizio?.
Ansante si era retratto dalla mia labbra che pian piano riacquistavano il loro sapore naturale. In realtà Jacob voleva soltanto cercare di ritrovare la ragione per dare un senso a tutto questo, ma non ci riusciva. Pertanto si rigettò di nuovo fra le mie braccia, in cerca di una difesa, in cerca di un pò d'amore che solo io sapevo poter dargli.


Prede dei nostri istinti, dei nostri voleri, ci ritrovammo distesi sulla sabbia. I lunghi rami dei pochi alberi ersi sulla spiaggia coprivano partecipi ciò che le nostre labbra e i nostri corpi non riuscivano a tenere a freno. Quell'improvvisa voglia di toccarlo, di accarezzarlo e di baciarlo si faceva viva in me senza un valido motivo. Tutto era così inaspettato, eppure sapevo come muovermi, come se tutto questo era già stato destinato ad avvenire. Forse bastava soltanto ammettere a me stessa che volevo bene a Jacob, gli volevo troppo bene. Mi ero accorta tardi però che il bene che provavo nei suoi confronti era diverso. Era un bene possessivo, geloso e orgoglioso. Un voler bene che necessitava di un ricambio. Un bacio.. un sorriso.. un abbraccio. E adesso che li stavo ottenendo il mio cuore aveva preso a battere in maniera insana, esasperata. Faceva male, troppo male. Ogni battito sembrava volesse dar una spinta più al resto del corpo affinchè andasse avanti, affinchè agisse. Le mie mani si muovevano da sole lungo il suo collo, per il suo petto nudo marmoreo e caldo. Sentivo le sue labbra premere dolcemente sulla mia pelle, sul mio corpo tremante.
Umido, così era il mio volto umido.
Qualche goccia stava iniziando a cadere oltre gli spiragli degli alberi; Stava piovendo mentre mi stringevo ancora di più a Jacob. Jacob era.... era Jacob. Perchè Bella non capiva cosa si stava perdendo? Perchè non capiva che Jake era una bellezza rara, un ragazzo unico e stupendo? Che la sorte avesse voluto aiutare me invece a capire? A provar cosa significasse veramente Amare? Si, perchè questo mi stava accadendo, stavo amando.


"Violet.... io... non .." Un bacio, poi un altro. Ogni parola veniva soffocata dal contatto delle nostre labbra che imprigionavano respiri, per viversi, per viverci. "Non... posso..." riuscì a dire una volta che le mie labbra avevano preso ad esplorare il suo collo. Voleva fermarmi, ma voleva farlo veramente?
Alzaì la testa; il mio volto osservava la sua espressione così confusa."E allora.. fermarmi.. Jacob."dissi, provocandolo. Non avevo nient'altro da aggiungere perchè le parole non servivano più a compensare il forte desiderio di averlo. Non un desiderio ma un sogno, il sogno di amare ed essere amati.
Scesi dal suo collo abbronzato per giungere alle basi del petto così elegantemente scolpito. Le mie labbra morbidamente accarezzavano la sua pelle, potevo sentir il suo odore inebriarmi.
E lui non mi stava fermando, non mi aveva allontanata. Ne fui infinitamente lieta. Tutto questo significava che Jacob lo voleva quanto me. Ciò mi bastava per andare avanti.
Le sue caldi mani, così forti e sicure, cercarono le mie mentre i nostri corpi nudi, alla luce del tramonto, bramavano di diventar un'unica cosa. In quel momento mi sentì completamente, interamente soddisfatta. Non poteva esserci dolore più bello di quello coronato dal mio amore per lui, per Jacob. Un amore che avevo nascosto, che avevo fatto venir alla luce tardivamente. Jacob esisteva solo per me e per nessun'altra al mondo. In quel momento lo stavo vivendo, lo stavo amando. Non esisteva amore più bello, da cui prima si veniva lacerati e poi guariti.

Dream To Dream, Real To Real.
"Insomma ma quanto ci metti ad uscire da lì? Non ti conviene farmi incazzare." Odiavo la sua voce, odiavo sentirmi sgridare in quel modo come fossi una bambina. Stavolta ero io quella a dovermi innervosire, sia perchè odiavo quel cavolo di vestito viola stretto in vita, sia perchè lei stessa mi stava mettendo troppa fretta. Tutto il gruppo aveva organizzato un'allegra festicciola nella mia casa, grazie a Sam che insieme ad Emily avevano contribuito a mettere in scena quella dannata festa di compleanno. Chi era la festeggiata? La sottoscritta.
Come se non bastasse, Leah mi aveva conciata come un pacco regalo, il cui fiocco era così stretto da dover strappar a forze con i denti il laccio per aprirlo.
"Wow. Tesoro, sei bellissima. Vedi basta soltanto dar un colp.."
"Stai lontana prima che esploda.." La minacciaì, non doveva per nessun motivo al mondo provar a stringere i lacci dietro al vestito, altrimenti sarei scoppiata come un palloncino. Mi portaì davanti allo specchio a fatica, non ero abituata ad indossare quel genere di abiti che mettevano in relativa evidenzia le curve femminili.
Il vestito era carino nel complesso, semplice e grazioso come me.
Lungo fino alle ginocchie e poco scollato davanti, ma abbondantemente dietro con una apertura fino al fondoschiena, ristretta poi da una serie di lacci posti ad incroccio per abbellir l'indumento color viola. I lunghi capelli neri avevano assunto una bella piega liscia quel giorno, stranamente se ne stavano al loro posto. Potevo definirmi per la prima volta, senza esagerare con la modestia, un gran bel pezzo di ragazza.
"Stai benissimo" Disse raggiungendomi di spalle.
"Non sapevo avessi delle così grandi abilità di Wake Up!" Si, ero abbastanza stupita di come mi aveva trasformata. Lei sorrise. "Lo prendo come un grazie." Toc. Toc. Qualcuno stava bussando.
"Volete sbrigarvi? Manca proprio la festeggiata e non è carino far attendere troppo gli invitati.." La voce burbera e molto virile apparteneva a quello sfrontato di Paul.
"Arriviamo." Cantilenò Leah avvicinandosi alla porta. Non ero del tutto sicura di voler scendere e affrontare lo sguardo di tutti quanti, in particolare quello di Jacob. Non sapevo come trattare la cosa, se con indifferenza momentanea o chiarimento immediato. Non c'era più molto tempo per pensare, Leah mi stava facendo numerosi gestacci affinchè uscissi dalla stanza in massima velocità, il che suonava piuttosto utopico perchè non ce l'avrei mai fatta con quelle scarpe dal tacco vertiginoso.


Fortunatamente riuscì a scendere le scale in grande eleganza, senza inciampare sui miei stessi passi. Un elevato vocio si sentiva fin dal pianerottolo del piano superiore, ma avvicinandomi alla sala da pranzo capì che il tutto veniva dallo spiazzale esterno che si trovava dietro la casa. Avevano organizzato la festa fuori dove c'era più spazio.
"Ecco qui la festeggiata, Tanti auguri Violet" Declamò agli invitati una bellissima Leah; anche lei portava un semplice vestitino di cotone color verde mela, che risaltava sulla sua carnagione scura. Ma oltre a quel particolare c'era da dire che avrei voluto strozzarla in quell'istante stesso, non avevo apprezzato quella presentazione.
Come avevo immaginato tutta l'attenzione fu rivolta alla sottoscritta.
"Sei la festeggiata, cosa ti aspetti."
Misi un piede dietro l'altro, scendendo gli altri tre gradini che conducevano al porticato esterno dove c'erano tutti quanti. Emily insieme a Sam aveva spartito bene lo spazio, decorandolo con fiori come orchidee che tanto amavo e rose rosse e una lunga tavolata con tanto di dolci e altro, non potevano mancare per riempire stomachi vuoti. Nella bellezza di tutto ciò, il contesto mi sembrava esagerato.
"Oddio." Sibilaì fra denti stretti, aggrappandomi al braccio di Leah.
"Buon Compleanno Violet" Urlarono tutti in coro. Soltanto in quell'istante decisi di aggiornarmi sui presenti. Diedi un'occhiata in giro. C'erano tutti quanti. Proprio Tutti, anche Jacob. E di questo ne fui serena e nello stesso tempo imbarazzata.

Il tutto stava avvenendo in una tranquillissima giornata di Ottobre.
L'ultima tranquilla serata prima della Tempesta.
   
 
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