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Autore: ErzaTitania08    10/10/2014    2 recensioni
Belle French è la ragazza più gentile e dolce della città, che si preoccupa sempre degli altri. Cosa deciderà di fare quando suo padre, Maurice, verrà arrestato per debiti? L'unica soluzione è accettare un accordo dall'uomo più temuto della città.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL BACIO CHE TRASFORMO' LA BESTIA IN UOMO


Quel lunedì mattina guardandosi allo specchio si rese conto di aver gli occhi ancora gonfi e lucidi. Aveva passato l'intero pomeriggio del giorno precedente chiusa in camera, rannicchiata sotto le coperte a piangere.
Moe bussava alla porta della figlia ogni mezz'ora, ma Belle rispondeva solamente che aveva bisogno di stare da sola. Gli aveva raccontato che aveva rotto con un ragazzo e gli disse di non preoccuparsi perché era normale alla sua età avere problemi di cuore.
Per quanto riguardava Sean, aveva deciso di essere sincera con lui e così gli aveva rivelato tutto, omettendo il fatto che il soggetto di quel "tutto" era il signor Gold. Si rivelò un ragazzo particolarmente gentile e avevano deciso che sarebbero rimasti solo amici.

Non appena giunse a scuola s'imbattè subito nel ragazzo.

"Buon giorno Belle" le sorrise gentilmente.

"Buon giorno anche a te Sean" disse ricambiando il sorriso.

Sean si fece improvvisamente serio ma divertito allo stesso tempo.

"Hai saputo?" domandò abbassando il tono della voce.

Belle lo guardò sorpresa.

"Cosa?" chiese semplicemente.

"Dei vandali sono entrati nel negozio del signor Gold e gli hanno distrutto tutto. Ho sentito che l'unica cosa rimasta intatta sia una tazzina che aveva sbeccato lui in precedenza per errore." tutto questo lo fece sghignazzare.

La ragazza rimase a bocca aperta. La tazza che aveva fatto cadere. L'unico oggetto che si era salvato era quella tazza. Poteva essere una coincidenza? Cercò di non far trasparire i suoi pensieri.

"Sean non c'è niente da ridere." disse dandogli una pacca sul braccio.

"Andiamo Belle. Se lo merita."

"Nessuno si merita una cosa del genere." si apprestò a ribattere.

Sean si limitò ad alzare le spalle.

"Cosa succederà adesso? Hanno trovato i colpevoli?" domandò la ragazza.

"Non ancora. Per me non li troveranno. In ogni caso Gold verrà rimborsato. Riuscirà a ricostruirsi una nuova collezione." concluse prima di congedarsi per raggiungere la sua classe.

I due si congedarono e si recarono ognuno nella propria classe.
L'unica cosa che Belle riusciva a pensare era la reazione di Gold dopo aver visto il disastro che avevano combinato quei ragazzacci. Sapeva che quegli oggetti erano il suo tesoro, teneva particolarmente ad ogni singolo pezzo della sua collezione. Quando vendeva qualcosa era sempre un pò triste a dover dire addio a quel determinato oggetto.
Ed ora li aveva persi tutti in una volta sola.

Finite le lezioni la tentazione di recarsi da Gold era forte. Sentiva un forte desiderio di andare dall'uomo per dirgli che tutto si sarebbe risolto in un modo o nell'altro. Insomma voleva consolarlo . Ma non aveva ancora trovato il coraggio di affrontarlo. 

Il suo corpo si muovevano da solo. Senza rendersene conto imboccò la via del negozio dei pegni. Voleva solo vedere la condizione in cui si trovava il negozio. Sperava con tutta se stessa di non imbattersi in Gold. Non ora. Lentamente si avvicinò. Una volta raggiunta la vetrina guardò dentro. Tutto era ancora come era stato lasciato dai vandali. Era una sofferenza vedere quel posto così bello ridotto in quello stato. 
Mentre osservava sconvolta vide qualcosa all'interno del negozio muoversi. Guardò più attentamente e vide Gold intento a raccogliere dei pezzi di vetro da terra. Le dava le spalle. Per qualche secondo rimase li a guardarlo sistemare quello che poteva. Mise i vetri in un sacco e lo chiuse con un nastro. Se lo caricò in spalla e si diresse verso l'uscita del suo negozio. Se fosse uscito l'avrebbe vista. Non voleva farsi vedere. Con tutta la forza che aveva in corpo iniziò a correre, finché non raggiunse l'angolo della strada e poté nascondersi per riprendere fiato. Sbirciò dietro l'angolo facendo molta attenzione a non farsi vedere dall'uomo. Lo vide sistemare il sacco sul marciapiede per poi rientrare.

Belle capì che era arrivato il momento di tornare a casa.
Quei giorni furono straordinariamente ordinari. Sveglia, colazione, scuola, pranzo, studio, merenda, studio, cena, doccia, letto.
Doveva ammetterlo. Preferiva molto di più lavorare per il signor Gold. Almeno ogni giorno faceva qualcosa di diverso. Un giorno lucidava l'argenteria e l'altro cambiava le fodere dei cuscini. Invece quei giorni erano di una monotonia asfissiante. La cosa positiva era che ora aveva tutto il tempo che voleva per studiare e mantenere così alta la sua media scolastica per poter ottenere la borsa di studio per il college.

Quel venerdì sera, dopo la cena, le venne in mente l'accordo fatto con Gold.
Il giorno seguente avrebbe dovuto accompagnare l'uomo per firmare un contratto. Ma adesso che avevano chiuso i rapporti cosa doveva fare. Non poteva certo andarci. Anche perché quell'uscita aveva tutta l'aria di un appuntamento camuffato. O almeno così le era sembrato.

Una volta in pigiama s'infilò nelle coperte pensando al da farsi. Non riuscì a trovare soluzione e le palpebre le si chiudevano sempre di più. Era decisamente ora di andarsene a dormire. Tutto quello studio le aveva prosciugato le forze.

Assonnata allungò il braccio per recuperare il cellulare dal comodino.  Fece per spegnerlo, quando lo sentì iniziare a vibrare nella mano. Le era arrivato un messaggio da un numero che non aveva in rubrica. 

Aprì l'sms e lo lesse mentalmente.

"Dobbiamo parlare. Raggiungimi nel tuo giardino. MrG"

Il cuore iniziò ad accelerare i battiti. Il sonno che un attimo prima la stava facendo crollare era sparito.  Sgusciò fuori dal letto rischiando d'inciampare più volte tra le coperte. Raggiunse la sua  finestra , che dava proprio sul giardino e scrutò nell'oscurità. Ispezionò in lungo e in largo, fino a quando non vide una sagoma nascosta nella penombra. Si mise le ciabatte, la vestaglia e corse di sotto, senza fare troppo rumore. L'ultima cosa che voleva era svegliare suo padre. Moe stava russando rumorosamente. Buon segno. Quando russava a quel modo neanche una cannonata a pochi centimetri dal suo viso l'avrebbe svegliato.

Una volta raggiunto il cortile si fermò  aspettando che la figura si rivelasse. Era una notte gelida. Quella vestaglia non le teneva affatto caldo. Si strinse nelle spalle in modo da trattenere quel poco di calore che emanava il suo corpo.
Il signor Gold fece due passi verso di lei, mostrandosi alla luce della luna.

"Cosa ci fa nel mio giardino?" domandò severa alzando un sopracciglio.

"Volevo solo assicurarmi che domani tu mi accompagni a firmare quel contratto venendo a chiedertelo di persona." ghignò appoggiandosi sul bastone.

Belle sentì il sangue iniziare a ribollirle nelle vene. Era incredibile il suo comportamento. Sembrava che tra loro non fosse successo niente. Si comportava come il primo giorno che l'aveva incontrato. Distaccato, come uno sconosciuto.

"Perché dovrei farlo?" chiese sempre più irritata.

"Abbiamo un accordo." disse allegro facendo un ampio sorriso.

Cosa c'era di divertente. Lei soffriva e lui sembrava beffarsene. 

"Ha ragione. Abbiamo un accordo e lo rispetterò. Poi cosa succederà?" le mani iniziarono a tremarle.

"Da settimana prossima riinizierai a lavorare per me mi sembra ovvio cara."

"Perfetto allora adesso che ci siamo chiariti posso anche tornarmene a letto." si voltò e s'incammino verso casa, delusa per la chiacchierata con Gold. Si era illusa che si volesse scusare, invece era venuto da lei solo per i suoi interessi.

"Aspetta Belle." la fermò l'uomo.

"Cosa vuole ancora da me?" 

La ragazza si voltò. Una lacrima le fece brillare la guancia.

Ma Gold non parlò.

"Per una volta mi dimostri che non è un codardo". disse con un filo di voce.

Gold abbassò lo sguardo. Poi lo rialzò e fissò la ragazza.
Le si avvicinò e le asciugò la guancia dalla lacrima. Con la mano le sollevò il mento in mondo da far incontrare gli occhi di lei con i suoi. Le loro labbra erano sempre più vicine. Riusciva a sentire il respiro caldo della ragazza sulla bocca. Non voleva più attendere. Lui non era un codardo. Avrebbe dimostrato quello che aveva paura di dimostrare. I suoi sentimenti per lei, il fatto che non era un mostro in realtà. Grazie a lei lo aveva capito. Finalmente la baciò. Quel contato provocò nei due un brivido piacevole che attraversò il corpo.

Gold la strinse forte a sè come aveva sognato fare da molto tempo. Lei ricambiò il bacio facendo passare le mani sui suoi capelli. Si erano baciati per minuti, forse ore, questo non seppero calcolarlo.
Quando si tolse la vestaglia e si avvolse nelle coperte del suo letto sentiva ancora la piacevole sensazione delle loro labbra che si toccavano e le sue braccia che la stringevano forte. Non poté fare a meno di sorridere prima di addormentarsi profondamente.

 

Era da molto tempo che non era così felice. Quando si sveglio si sentì più riposata che mai, nonostante non avesse dormito molte ore più del solito. Non riusciva a togliersi quel sorriso per tutta la mattinata. Moe capì subito che la figlia aveva qualcosa di diverso quel giorno.

"Tesoro ti senti bene?" chiese sorridendo piegando in due il quotidiano che stava leggendo.

"Benissimo papà" disse allegra iniziando a passare l'aspirapolvere.

"Mi sembri molto trasognante stamattina. C'è qualcosa che dovrei sapere?" domandò con il tipico tono dei padri preoccupati per le figlie.

"Nulla d'importante,non preoccuparti." gli rispose mostrando i suoi denti perfetti in un ampio sorriso.

"Non sarà che ti sei presa una cotta per qualche ragazzo?" chiese sempre più allarmato.

Belle esitò. Forse era meglio mentirgli per questa volta.

"No sono solo contenta perché la scuola sta andando molto bene e ho buone possibilità di ottenere la borsa di studio." disse in modo da sembrare più convincente possibile.

 Non che non fosse felice di poter ottenere la borsa di studio, ma in quel momento non era quello il motivo della sua felicità. 

"Brava la mia bambina." disse per poi riprendere a leggere il quotidiano.

"Oggi pomeriggio devo andare a lavora dal signor Gold papà." gli ricordò Belle.

Moe annuì.

"Si ricordo che me l'avevi accennato." disse senza distogliere lo sguardo da un articolo in prima pagina.

"Non permettergli di sfruttanti Belle." concluse guardandola da sopra gli occhiali che portava quando leggeva. 

Cosa avrebbe detto suo padre se avesse scoperto che era innamorata del signor Gold? Non voleva nemmeno pensarci.

 

Ci mise molto più tempo del solito a preparasi. Scelse i vestiti da indossare con la massima cura e si truccò leggermente. Si diede un'ultima occhiata generale davanti allo specchio. Indossava il suo vestito preferito: un abito blu con delle decorazioni in pizzo e con un cinturino rosso allacciato in vita, richiamante il colore delle scarpe che aveva scelto.
Scese le scale e dopo aver salutato il padre si diresse al suo appuntamento.
Quello sarebbe stato il suo vero primo appuntamento. Quello che ti fa tremare le gambe. Quello che ti va sentire le farfalle nello stomaco. Certo non era un appuntamento ufficiale, non era neanche stato chiamato come tale, ma non cambiava niente. Era emozionata come non mai.

Non si rese neanche conto di essere già davanti alla porta d'ingresso del negozio di Gold. Dentro non c'era nessun cliente. Aprì la porta facendo suonare il campanello e aspettò con impazienza l'uomo. Apparve ben presto dalla porta che portava alla cantina.

Guardò intensamente la ragazza e sorrise. Lei fece altrettanto.

"Belle sei qui." si limitò a dire.

"La devo accompagnare come d'accordo." 

Gold le si avvicinò.

"Dovresti iniziare a darmi del tu non credi?" disse ridendo. 

Belle abbassò lo sguardo sorridendo.

"Si forse hai ragione." 

L'unica volta che le aveva dato del tu era stato durante l'aggressione di Gaston, ma in quel momento non importava. Non se n'era nemmeno accorta.

Quindi questa la considerava la prima volta in cui non dava del lei al signor Gold, e le sembrò parecchio strano.

Gold prese per una mano Belle e la trascinò fuori dal negozio. Lo chiuse a chiave e prese a braccetto la ragazza.

"Dove dobbiamo andare?" chiese incuriosita.

"Ti porto al lago di Nostos." affermò.

"Al lago di Nostos? Quello le cui acque possono risolvere qualsiasi problema? È li che devi incontrarti con l'uomo del contratto?" domandò stupita.

"È solo una leggenda." scherzò Gold per poi riprendere la parola "Oggi non firmerò nessun contratto. Questo giorno voglio semplicemente passarlo con te mia cara."

Confusa Belle si lasciò condurre dall'uomo.

"Quindi è un appuntamento?" chiese senza riuscire a non sorridere.

"Possiamo anche chiamarlo così" le sorrise Gold a sua volta. 

Belle non poté non gioire del fatto di non aver incontrato nessun suo conoscente lungo la strano. Non si vergognava di Gold ma non sapeva come spiegare agli altri com'era possibile che si fosse innamorata del così detto mostro della città. Era capitato e basta non era una cosa che poteva trasformare in un discorso di senso compiuto. Non le era mai capito di sentirsi così bene con una persona.

 

Era una giornata splendida. Perfetta per passare un pò di tempo sulle sponde di quel lago magico.
L'acqua era talmente chiara e brillante che era impossibile non esserne attratto. La pace regnava in quel luogo. Sembrava di trovarsi molto distanti dalla realtà.

"È bellissimo questo posto." affermò Belle guardandosi intorno meravigliata.

"Si lo è. Ci venivo spesso da ragazzo. Mi piaceva sentire i suoni emessi dalla natura. Ascolta" disse Gold sollevando un dito e appoggiandoselo sulle labbra.

Belle si mise in ascolto. Le onde, i grilli, le foglie degli alberi, l'erba, gli animali, tutto emetteva un suono così soave che nell'insieme sembravano formare una dolce melodia.

Gold continuò.

"Sembra quasi una musica sul quale poter ballare." disse facendo un inchino alla ragazza e allungandogli la mano.

"Posso avere l'onore di questo ballo?" chiese cortese.

Belle rise.

"Con piacere."

Prese la mano dell'uomo e iniziarono a danzare. Belle non aveva mai ballato in vita sua, ma seguendo i movimenti di Gold le sembrava tutto semplice. Si lasciava guidare e ben presto non dovette più concentrarsi troppo per non pestare i piedi a Gold.

"Mi manca solo uno di quei larghi vestiti che indossavano le nobil donne in passato" scherzò Belle continuando a ballare. "Credo che un abito giallo in stile rococò possa starmi bene."

Gold sorrise ma subito dopo si fece serio.

"Belle voglio essere sincero con te."

I due si fermarono restando comunque l'uno di fianco all'altro.

La ragazza sentì un colpo al cuore.

"Io sono una bestia. Non dovresti stare con me. Tu vedi del buono in me ma io non riesco a vederlo. Non voglio feriti."

"Ma non capisci è proprio per questo che voglio starti vicino. Voglio insegnarti a vedere il buono che c'è dentro di te. Voglio far si che tu possa vedere quello che si realmente. Ovvero una brava persona." sorrise dolcemente la ragazza a Gold.

Ma Gold non riusciva proprio a capire cosa vedesse di buono in lui. Il loro ballo si interruppe e l'uomo fece cenno a Belle di sedersi su una modesta panchina situata sulla riva del lago.

Una volta seduti le prese una mano.

"Ho fatto cose orribili in passato. Cose imperdonabili."

La ragazza lo fece tacere con un bacio delicato sulle labbra. 

"Tutti meritano una seconda possibilità." gli sussurrò distanziandosi quel tanto che le permetteva di parlare dalle labbra dell'uomo. 

Gold la baciò non appena terminò la frase. In quel momento riuscì ad ammettere a se stesso, per la prima volta, il fatto che si stava innamorando di quella ragazza.

Spazio autore:
Buonasera Oncers^^ scusate la lunga assenzaT-T finalmente sono riuscita a pubblicare questo nuovo capitolo..quello del primo bacio*^* che teneri*^* spero vi piaccia:) 
Al prossimo capitolo;)

 

  
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