Capitolo 1
New in Town
 
Sarà un po’ strano presentarmi a Mystic Falls. Soprattutto quando dovrò dire che so come riportare indietro Damon Salvatore.
Vedo il cartello della città.
Ah! Mi raccontava papà che zia Caroline ci ha provato almeno per un anno intero, circa 16 anni fa, a rompere la barriera protettiva contro il sovrannaturale che circondava i confini del paese. E ci era riuscita, alla fine.
Dal giorno in cui Damon è scomparso, Elena Gilbert ha smesso di vivere, mi diceva la zia. E mi aveva detto che aveva chiesto al prof Alaric Saltzaman di farle scordare quanto amava Damon, e, se nel caso fossero riusciti a farlo tornare, di farglielo ricordare. Che stupida! Doveroso odio quando l’ho saputo. Come se solo lei avesse dei problemi! Come se solo lei ne avesse passate troppe!
Bah. Sta di fatto che però posso riportarlo indietro. Sono la nipote della strega più potente dell’intero pianeta, posso permettermelo.
Sorpasso il confine. Dopo qualche miglio spuntano le case della cittadina.
Cammino con calma, io. Non mi piace correre come tutti gli altri, che fretta hanno? Hanno aspettato per 16 anni, potranno farlo per altre poche ore.
Dio, papà e tutti gli altri saranno super preoccupati. Papà avrà già sgozzato qualcuno.
Ma appena ho saputo e scoperto come riportare indietro il principe Damon non ho resistito e sono corsa qui – per modo di dire, non sono esattamente come tutti gli altri.
Eh sì, Damon è il mio principe della buonanotte. La zia mi raccontava sempre la loro storia prima di andare a dormire, la storia del principe Damon e della principessa Elena, l’ho adorata! Peccato che poi zia Care mi abbia detto la triste cazzata di Elena. Dimenticarsi di lui! Vabbè.
Cammino tranquilla per le vie di Mystic Falls, fino a raggiungere il Wickery Bridge che porta al cimitero della cittadina.
Prendo dalla tasca dei jeans il cellulare.
Cazzo. 42 chiamate perse da zia Bekah. Le mando un messaggino, tanto per farli stare tranquilli.
 
“Bye Bekah!
Tranqui sono viva! Dillo a tutti e non preoccupatevi!
Sono al sicuro, non mi ha rapito nessuno, scusate se sono andata via senza dire niente!”
 
Mmh. Anche mamma sarà preoccupata.
Sono davanti alla tomba di Zach Salvatore. Poverino, che fine triste. E sola. Mi chiedo ancora perché Dammy lo abbia ucciso. Eppure la famiglia è importante. Almeno dalle mie parti.
Entro nei boschi ai confini del paese, verso la Pensione Salvatore. Busso alla porta. Che bella casa, però.
Dopo alcuni secondi la porta si apre.
Non so esattamente chi aspettarmi, mi è sembrato logicamente il primo luogo in cui andare, se voglio far sapere che posso riportare indietro Damon.
La figura di una ragazza dai lisci capelli lunghi e castani mi appare davanti.
Oh. Mio. Dio. Elena Gilbert mi ha appena aperto.
«Uhm…sì? Serve aiuto?» mi chiede.
Fatico a crederci. L’avevo sempre e solo sentita nelle favole, quelle che mi raccontava zia Care. Era tipo la mia eroina. Quella che non si arrendeva mai. Quella altruista che faceva di tutto per aiutare tutti. Quella che sognavo di essere, la notte, nei miei sogni. Ok, sognavo anche di baciare Damon, ma erano solo sogni.
«Ehm-m…s-sei Elena Gilbert?» le domando. Fanculo. Proprio davanti a lei devo balbettare?
«Sì.» risponde. «Tu chi sei? Come fai a conoscermi?»
Ho il fiato corto. Le dico chi sono davvero? No, meglio mentire, non vorrei creare casini inutili.
«Sono una strega. So come portare indietro Damon e Bonnie.» le rispondo con le palpitazioni.
Lei spalanca gli occhi e la bocca. Certo, dopo 16 anni è normale avere una reazione del genere. La cosa che mi rattrista è che immagino che sia felicemente sorpresa più per Bonnie, che per Damon.
«T-tu come…cosa?!» non riesce quasi a crederci. «Ne sei sicura??»
«Beh…sì.» le rispondo. Certo che sono sicura, sennò perché sarei qui? Beh, il rito è complicato, serve una quantità inimmaginabile di potere – che io ho – e serve fatto da entrambe le parti. Ed è quest’ultima il problema. Ma, come si può notare dopo un po’ che mi si conosce, sono una ragazza impulsiva che si avventura impulsivamente in questa storia solo perché voglio l’happy ending alla mia favola preferita.
Elena mi fa segno di entrare in casa. E che casa! È strasuperfottutamente bella. Quasi quanto la mia – ma la mia è più grande.
«Come ti chiami?» mi chiede varcata la soglia.
Ok, meglio mentire anche su questo.
«Mika. Mika Slone.» che acronimo del cavolo. Spero abbocchi.
Davanti a me vedo il soggiorno e il camino. Che posto accogliente. Le pareti sono circondate di libri, proprio come mi avevano raccontato. È bello sapere che dopo 16 anni la casa non sia cambiata.
«E come faresti a riportare in vita Bonnie?» mi chiede lei incrociando le braccia al petto.
Mi giro. «Con un rito. Ma dovrà farlo anche Bonnie, essendo dall’altra parte. E serve una quantità smisurata di potere, ma non c’è da preoccuparsi, io sono super forte.» la mia bocca ha cominciato a sputare parole a raffica. Sono agitata. «Non è così complicato, ma bisogna essere minuziosi.»
«L’hai già fatto prima?» mi chiede sospettosa.
«Ehm…a dire il vero no.» rispondo titubante. È vero, non l’ho  mai fatto. Ma meglio che restarsene con le mani in mano, no?
Un rumore proveniente dalle scale distoglie la mia attenzione. Mi giro verso la rampa, e vedo un ragazzo sulla ventina – davvero sexy direi – scendere le scale abbottonandosi la camicia.
«Ehi, che succede?» domanda, sorridente. E che sorriso! Capelli neri e occhi grigi. Alto, carino. Davvero niente male. Ma che ci fa qui?
Elena va vicino a lui. «Ah, Dave, lei è Mika, una mia amica che è venuta a trovarmi.» mente spudoratamente.
Oh.
«Ah…piacere… Scusa non pensavo avessi compagnia.» dico, cercando di celare la delusione che sto provando.
«Carine le tue amiche. Beh ci vediamo dopo?» si rivolge a Elena, la quale sorride e gli da un bel bacio a stampo.
Lo accompagna alla porta e lo saluta. Altro bacio. La chiude, e poi ritorna verso di me.
«Scusa, è un amico.» mi spiega.
Ceeerto, un “amico”. E io ovviamente faccio finta di crederci.
«È un umano?» parto in quarta.
«Sì.» mi risponde.
Immaginavo.
«Da dove si comincia?» continua con il discorso di prima.
«Prima di tutto dobbiamo trovare Alaric Saltzman.» Deve ricordarsi di Damon. DEVE.
«Alaric? Che centra? E come fai sapere cosa è successo a Bonnie e Damon? Cioè…come fai a sapere tutto?» mi chiede, facendomi il terzo grado.
«Me l’ha detto Caroline Forbes.» rispondo, senza esitare. E questo è vero, è lei che mi aveva spiegato tutto, tanto tempo fa.
«Come la conosci?»
E questo non posso spiegarglielo. Mento, perché sì.
«Ci siamo conosciute un po’ di anni fa.» Spero mi creda.
Lei sembra pensarci, poi alla fine scioglie le braccia e mi fa segno di sì con la testa. «Okay. Va bene. Primo: perché Alaric?»
E adesso devo dirle la verità.
«Perché devi ricordarti di Damon Salvatore.»
«So benissimo chi è.» afferma, roteando gli occhi.
«No, non devi ricordarti chi è, ma cosa è stato per te.»