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Autore: Arii_chan    12/10/2014    3 recensioni
Nel primo capitolo, ambientato dopo la fine della 2° serie di Saint Seiya Omega, Saori fa un incubo, e, affacciandosi al balcone della sua stanza al santuario riflette sulla sua storia con Seiya. La mia cronologia personale (purtroppo non canon oltre Hades) è Serie classica ---> Hades ---> Tenkai Hen ---> Omega
Il primo capitolo è cortissimo proprio perchè vuole fare da introduzione, i seguenti saranno più lunghi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pegasus Seiya, Saori Kido, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Come faremo, amore?» Chiese Saori, sedendosi sul letto  nelle sue stanze.
«Troveremo sicuramente qualche modo, non scoraggiarti, tra l’altro ora Kouga sta andando a Goro Ho con Shiryu e la sua famiglia, quando sarà là si riprenderà sicuramente, il mio amico saprà guidarlo come si deve.» Rispose Seiya, riuscendo però a velare la preoccupazione che lo tormentava.
Kouga si svegliò e si stiracchiò, mentre scorgeva dalla finestra il sole che stava sorgendo.
“è ancora presto.” Pensò, “è meglio tornare a dormire” e si rigirò dall’altra parte. “Aspetta.” Kouga si mise seduto. Si voltò a sinistra e vide Ryuho che dormiva profondamente. “Ma certo, sono capitato fin qui…”
Si mise una mano sulla fronte e si stropicciò gli occhi. “Vado a bere un bicchiere d’acqua.”
Sì alzò dal letto, si infilò le ciabatte e andò verso la cucina, dove vide Shunrei.
«Buongiorno, già sveglio?»
«Hmmm sii…» mormorò sbadigliando «mi hanno svegliato i raggi del sole che filtravano dalla finestra»
«Oh mi dispiace caro» rispose la donna, «ieri sera ho dimenticato di tirare anche le tende pesanti prima che tu e Ryuho andaste a letto.»
«Non importa, tanto non sarei riuscito a dormire a lungo in ogni caso.» Disse Kouga con fare cupo, mentre si accomodava su una sedia.
«Cosa preferisci per colazione, the cinese o vuoi che ti cuocio il riso come fate in Giappone?»  Chiese Shunrei  per distoglierlo dai pensieri.
«Ah, va benissimo il the grazie.»
«Con i biscotti?»
«Sì grazie.»
Dopo pochi minuti il the era già pronto e Kouga iniziò a sorseggiarlo lentamente. Pian piano il ragazzo finì la colazione, anche se a dirla tutta non era molto affamato. Andò a lavarsi i denti, la faccia e cambiarsi i vestiti, dopodiché tornò in cucina, dove Shunrei gli disse che Shiryu era fuori ad allenarsi.
«Va bene, prendo la Cloth allora.» disse Kouga.
«No, io non ci capisco molto, ma mio marito dice sempre che non è necessaria. Ah e mi raccomando, rientrate per il pranzo, mi arrabbio sempre con lui quando non lo fa, per essere forti e avere energie bisogna mangiare!»
Kouga ridacchiò mentre diceva:
«Va bene, va bene, a dopo!»
Kouga scorse Shiryu che meditava su una roccia adiacente alla cascata e si avvicinò lentamente, cercando di fare il meno rumore possibile.
«Non importa che cerchi di fare piano, ti percepisco attraverso il cosmo.» Disse Shiryu, come se si fosse risvegliato.
“Che figuraccia…” pensò il ragazzo, per poi dire:
«Buongiorno Shiryu-san, scusa se ti ho disturbato.»
«Non importa, tanto intendevo parlare e allenarmi con te.» Rispose alzandosi in piedi.
Kouga si guardò i piedi imbarazzato, Shiryu anche se era una persona gentile e nobile riusciva a metterlo sempre in soggezione. “Ho paura di affrontare i miei pensieri.”
«Ti piace Goro Ho?» Chiese Shiryu.
«Sì mi piace molto.» Rispose il ragazzo. «Ha un’atmosfera davvero pacifica.»
«Qualche volta è venuto anche Seiya a trovarmi.» L’uomo pronunciò quel nome di proposito.
«E che m’importa.» Ribatté il ragazzo sbuffando.
«Ti va di dirmi come mai lo odi così tanto?»
Il giovane pegaso sospirò.
«Maaaahh… non è che lo odio, sì lo odio ma insomma, gli sono debitore!» Provò a spiegare gesticolando. «è che lui ha rubato la mia Saori-san, insomma, lei è sempre stata con me, mi ha fatto da mamma, ha avuto occhi solo per me e improvvisamente arriva quello lì e crede di meritare più spazio di me. Non sopporto il modo in cui si comportano… Quando si guardano, è come se riescano a dirsi qualcosa solo con gli occhi e ancora di più con i loro tocchi, a me non dà nessun effetto se qualcuno mi tocca la spalla, ma quando Seiya lo fa a Saori-san, le sue labbra si piegano in un sorriso così dolce e tranquillo come se quello lì avesse fatto chissà cosa.»
Shiryu ascoltò pazientemente lo sfogo del Saint, dopodiché rispose:
«Ma non credi che l’affetto che prova per te sia diverso dai sentimenti che Saori-sama prova per Seiya?»
Kouga sussultò:
«Cosa? Sai, non ci avevo mai pensato… è che non capisco perché lui si può comportare in quel modo con lei mentre tutti gli altri Saint no, insomma va persino nelle sue stanze private!»
«Kouga, ora dimentica per qualche istante che Saori sia Atena, in questo momento Saori non è nient’altro che un’umana, la ricca ereditiera dei Kido.»
Il ragazzo fece un cenno di comprensione con il capo.
«Ecco, ora immagina questa ragazza, gettata prematuramente, era più piccola di te, a occuparsi di tutti gli affari burocratici dell’immenso patrimonio Kido, immagina una ragazza di tredici anni, viziata tra lussi di ogni genere, prendere in mano una situazione che a volte neppure uomini della mia età sanno affrontare con facilità. E oltretutto, dopo questo, fu obbligata a prendere la piena responsabilità di essere una dea. Ma lei in fondo al suo cuore ha sempre desiderato essere una ragazza normale. E c’era quel Seiya, quel ragazzo che la  faceva dannare, che non la rispettava mai, la sfidava sempre, non sapeva stare al suo posto, ma lei, una volta sconfitti i primi Cavalieri Neri, ha capito la grandezza d’animo che nascondeva quel ragazzo così testardo e impulsivo. Le era piaciuto tanto al punto di arrivare a baciarlo quando lui ebbe provato a salvarle la vita gettandosi da un burrone. E lui… lui era sempre stato confuso dal suo dovere di Saint e il suo volere di uomo. Ma man mano, ogni volta che la salvava egli comprendeva che per lui Saori non era solo la dea intoccabile e sacra, ma era una ragazza, nient’altro che una ragazza, l’unica col potere di comandarlo, l’unica che riusciva a spronarlo e allo stesso tempo tenerlo a bada. E sì, quando Atena organizzò la messinscena e si fece uccidere da Saga per poi finire nell’Ade, Seiya capì che lui non aveva solo perso la sua dea ma aveva appena perso il suo amore. Per non parlare di quel momento in cui Apollo tornò, e Saori sotto il suo inganno si alleò con lui, lasciando Seiya in un profondissimo sconforto, arrivò a dirmi che lui si sentiva come se fosse stato tradito dalla persona che amava. Capisci ora quanto è profondo il loro legame?»
Kouga rimase estasiato dalle parole del Gold Saint. Non credeva che oltre ai loro aspetti autorevoli, il Saint leggendario e la dea avessero tutte quelle debolezze.
«Dai, ti lascio qua a riflettere.» Concluse Shiryu, per poi rientrare in casa e dedicare finalmente un po’ di attenzioni a sua moglie.
 
***
«Hey, avete sentito? Atena a quanto pare ha deciso di abolire la regola della maschera indossata dalle Saint donna. Non posso fare a meno di concordare, ma voi sapete come mai?» Chiese Yuna, facendo rimbalzare un sasso tra la mani.
«Hmm… io non saprei, però è meglio così posso ammirare in pace tutte le Saint carine!» esclamò Souma, per poi essere fulminato con lo sguardo da Yuna.
Haruto avanzò leggermente ed espose il suo punto di vista:
«Ho sentito dire che sia per non obbligare più una donna a uccidere o amare colui che avrebbe visto il suo volto. Regola abbastanza stupida: come si fa a essere costretti ad amare una persona di cui non ti era mai importato prima?»
Eden annuì. «Sono d’accordo con te.»
«Voi non siete gelosi che Atena sia innamorata di un Saint tra tutti?» Chiese la ragazza, continuando a giocare con il suo sasso.
«è vero che Atena dovrebbe distribuire il suo amore tra tutti ma….» fece il Lupo.
«…ma se lei è felice non c’è nessun problema!» concluse Souma.
«Sì, nessun problema, purtroppo non si possono comandare i sentimenti.» affermò Eden.
***
Sull’altura delle stanze di Atena, Saori e Seiya si tenevano romanticamente per mano in abiti civili. Lei indossava una camicia e un paio di pantaloni  non costosi, ma comodi ed abbastanza eleganti regalati appositamente da Seiya. Non ci potevano credere che d’ora in poi quando non dovevano adempiere ai compiti di dea e Saint, avrebbero potuto vivere come una coppia normale.
«Chissà come sta nostro figlio.» Chiese l’uomo.
«Starà sicuramente bene, ho molta fiducia nei nostri amici.» affermò la donna.
Saori si abbandonò all’abbraccio del suo amato, chiuse gli occhi e percepì tutta la pace di cui si gloriava il Santuario.
«Chissà, un giorno potremmo averne uno nostro, di figlio.»
Seiya sgranò gli occhi.
«Saori, tu sei Atena, non puoi! Semplicemente non puoi!»
Lei rispose pazientemente:
«Amore, non potevamo spezzare la maledizione di Hades, ma l’abbiamo spezzata, non potevamo amarci, ma ci siamo amati, non potevamo mostrare al pubblico i nostri sentimenti, ma l’abbiamo fatto, abbiamo fatto tutto ciò che nelle mie vite precedenti non sono riuscita a fare, sono riuscita a spezzare questo maledetto circolo una volta per tutte. Non dobbiamo mica farlo subito, prendiamoci del tempo, ma ti prego di pensarci amore mio.»
I due sentirono un colpo di tosse, era Harbinger.
«Saori-sama, è ora delle udienze.» Annunciò porgendole lo scettro.
«Sì Harbinger, arrivo subito!» esclamò, per poi sussurrare al suo uomo: «Tesoro, il mio dovere di dea mi chiama, ci vediamo dopo.»
Sorrisero e si salutarono con un bacio.
«A dopo amore!» Esclamò felice lui.
  
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