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Autore: HermioneGranger945    12/10/2014    2 recensioni
*IN REVISIONE*
La guerra magica ha segnato molti, Hermione più di tutti. L'immagine del corpo senza vita di Fred Weasley è viva nei suoi incubi. Ma, nonostante tutto, decide di tornare ad Hogwarts, sperando così di poter far svanire il dolore e tornare alla normalità. Il destino, però, stravolge nuovamente la sua realtà, portandola a fare una scoperta incredibile durante una ronda notturna, che la lascerà incredula.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Si torna a casa

Un corpo immobile, adagiato su una barella, in quella che un tempo era la Sala Grande e che ora è un luogo dove si soffre e dove si muore. Intorno a quel ragazzo dai capelli rossi e con l'ombra della sua ultima risata ancora stampata in volto,si trova la sua famiglia, scossa dai singhiozzi, con gli occhi velati e con un'espressione incredula, lo guarda, senza riuscire a proferire parola. In particolare suo fratello, il suo gemello, è accasciato sul suo torace, piange lacrime amare, di pura tristezza e di rabbia contro la guerra, che sta solo portando distruzione e morte. In un angolo della Sala, Hermione Granger osserva quella scena. Le lacrime spingono per uscire dai suoi occhi e, senza che se ne sia nemmeno resa conto, le sue guance sono già bagnate. Non può crederci. Non può essere morto, Non lui. Non Fred Weasley. Le gambe non riescono più a sorreggerla: si accascia al suolo e piange, piange come non ha mai fatto in vita sua. 
In una calda notte d'estate Hermione Granger si svegliò nel suo letto nella Tana. Aveva lacrime che le rigavano il volto e sussulti che la scuotevano tutta. Era sempre così, ogni notte sempre lo stesso incubo. Da quella dannata giornata di maggio non riusciva a togliersi quell'immagine dalla mente. Perché vedere Fred senza vita per lei era stato come morire a sua volta. Solo in quel giorno si rese conto quanto lo amava e quanto era diverso quell'amore per l'affetto che provava per Ron. Già, Ron, uno dei due suoi migliori amici. Credeva di amarlo, aveva avuto una cotta per lui che era durata per anni e anni, ma dopo aver visto Fred disteso immobile, era come se il mondo si fosse fermato. Anche il bacio con lui, dato pochi minuti prima, sembrava essere sparito dalla sua memoria, non aveva più valore. A pensarci bene l'amore per Ron era paragonabile a quello per un fratello. Ma mai avrebbe pensato di amare in quel modo Fred, un idiota perditempo che amava scherzare e prenderla in giro. 
Hermione scese dal letto e andò in bagno per darsi una sistemata, prima che Ginny si fosse svegliata e l'avesse trovata in quello stato. Non aveva voglia di farsi vedere debole, lei era forte e doveva in qualche modo ricambiare l'aiuto che quella famiglia le stava dando. Era l'alba e sapeva che presto tutti si sarebbero svegliati. Così prese in fretta i suoi vestiti e si chiuse a chiave nel bagno, giusto in tempo per sentire un sonoro sbadiglio proveniente dalla sua compagna di stanza, che, molto probabilmente, si era appena svegliata. Si guardò allo specchio: aveva gli occhi gonfi e rossi dal pianto, due evidenti occhiaie al di sotto di essi, i capelli erano ancora più arruffati del solito e il suo viso non aveva espressione. Si sciacquò il volto e si pettinò il più possibile la chioma ribelle che si ritrovava. Si sforzò di sorridere; le sembrava di avere un aspetto leggermente più accettabile, così decise di uscire. "Buongiorno" disse abbozzando un sorriso ad una ancora addormentata Ginny. "Buongiorno" rispose lei con la voce impastata dal sonno. La rossa si alzò, sorrise leggermente all'amica e mugugnò un "mi vado a preparare", prima di sparire dietro la porta del bagno. La riccia si sedé sul suo letto e si mise a guardare il sole appena sorto, che si poteva benissimo ammirare dalla finestra della stanza.  "Bisogna andare avanti" Come ogni mattina, queste parole le iniziarono a vorticare tra i pensieri. Era la frase che molte volte era stata pronunciata nei tanti discorsi durante i funerali delle vittime della guerra, che lei leggeva ripetutamente centinaia e centinaia di volte ogni volta che si ritrovava tra le mani un giornale. Il mondo andava avanti, le altre persone andavano avanti, ma lei non ci riusciva in nessun modo. Non si può superare la perdita della persona che ti completa.
A ridestarla da questi pensieri fu Ginny che uscì dal bagno e si andò a sistemare vicino all'amica. "Nemmeno stanotte hai dormito bene?" Disse con tono preoccupato, e subito dopo aggiunse:"Ti sei agitata durante il sonno." Hermione non parlò, rimase muta e con gli occhi bassi. L'amica la strinse in un abbraccio per confortarla e proprio in quel momento si sentì la voce di Molly Weasley che urlava dal soggiorno:"Ragazzi! È pronta la colazione! Muovetevi! Hermione cara è pronta la colazione! Anche per te Harry caro!" Molly sembrava essere una di quelle persone che erano riuscite a superare la guerra e il dolore, ma dentro di sé la riccia era convinta che cercava in tutti i modi di celarlo per non mostrarsi indifesa agli occhi della sua famiglia, un po' come cercava di fare anche lei. Le ragazze scesero le scale e arrivarono in sala da pranzo dove trovarono Ron, Harry e George già a tavola con Molly che guardava nella loro direzione. "Buongiorno!" Sorrise e le ragazze ricambiarono il suo saluto inarcando leggermente le labbra. Si accomodarono a fianco ai ragazzi e Hermione prese una fetta biscottata, spalmandoci sopra un po' di marmellata. Sorrise in direzione di Harry e Ron che ricambiarono e poi spostò lo sguardo su George, distogliendolo subito. Sentì una fitta nel petto, come ogni volta che lo guardava. Nel suo volto rivedeva i lineamenti di Fred e questo le creava un forte dolore. "Allora, dormito bene mia cara?" Disse premurosa la signora Weasley rivolta ad Hermione. Lei annuì, sorridendo fintamente, sapendo di mentire. Molly si rivolse poi agli altri, che annuirono leggermente con il capo. Ad interrompere la colazione fu l'entrata di un gufo, che si depositò sullo schienale della sedia di Hermione. La ragazza slegò la lettera dalla zampa dell'uccello, ma questo non si mosse, in attesa di una ricompensa; così Hermione prese un pezzo di pane che era lì sul tavolo e glielo porse, accarezzandogli dolcemente il capo. Il gufo lasciò la dimora soddisfatto e così la riccia poté guardare finalmente il contenuto della sua lettera. Proveniva da Hogwarts; le venne subito in mente che subito dopo la guerra aveva dato il suo consenso per tornare a scuola, a differenza di Harry e Ron che avevano deciso di intraprendere la strada della carriera da Auror. Aprì la busta e al suo interno trovò la lista dei libri e la data del suo ritorno ad Hogwarts. Inaspettatamente la ragazza si trovò a sorridere. Era un sorriso sincero e spontaneo; era da tanto che non ne faceva uno. Gli altri la guardarono incuriositi, ma un altro leggero rumore di sbattere d'ali li fece girare. Videro entrare altri due gufi, che andarono dritti dritti da Ginny e George. Anche loro avevano deciso di tornare ad Hogwarts per concludere gli anni di studio. "Si torna a casa" disse Hermione sorridendo guardando la busta nelle sue mani e quelle nelle mani dei due Weasley. "Si torna a casa" sussurò di nuovo, mentre un'espressione raggiante le si dipingeva sul suo volto.

 

  
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