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Autore: SunlitDays    12/10/2014    7 recensioni
La camera era buia, la tenda ben chiusa, il letto si trovava nell’angolo più in ombra, eppure riuscì ad avvertire gli occhi di Annabeth su di lui. Era sveglia, come ogni notte.
[Percabeth - Post Gea - Lime - SPOILER PER HOH E BOO]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Prompt: tempo perso da recuperare di kuma_cla
Titolo: In a night like this
Rating: arancione
Avvertimenti: spoiler per Blood of Olympus (?) di sicuro per The House of Hades, lime ma niente di esplicito
Conteggio parole: 641 (fdp)
NdA: note in calce alla pagina per presenza di spoiler

 

Accendere la luce sarebbe stato troppo rischioso, così Percy stappò Vortice e il salone venne illuminato debolmente. Si alzò dal divano lentamente e, in punta di piedi, si diresse verso la sua camera. Per la precisione, la camera di Annabeth.

Sua madre era stata irremovibile: Annabeth sarebbe potuta restare in casa loro per tutto il tempo che voleva, ma Percy avrebbe dormito sul divano.

Percy non aveva alcuna intenzione di dormire quella notte, quindi tecnicamente non infrangeva nessuna regola intrufolandosi nella stanza della sua ragazza.

Non bussò. La porta era socchiusa e Percy sgusciò dentro.

La camera era buia, la tenda ben chiusa, il letto si trovava nell’angolo più in ombra, eppure riuscì ad avvertire gli occhi di Annabeth su di lui. Era sveglia, come ogni notte.

Annabeth scivolò più indietro, e lui si infilò sotto le coperte, sul posto caldo che lei gli aveva lasciato. Le loro gambe si intrecciarono, Annabeth posò la testa sul braccio di Percy, e lui nascose il naso nei suoi capelli; un profumo di limoni gli assalì i sensi.

Le sfiorò lentamente il braccio. Era leggermente sudata, sotto i polpastrelli poteva sentire che aveva le pelle d’oca; era stato un incubo a svegliarla.

La strinse più forte. Annabeth strofinò il naso nel suo collo e il suo fiato caldo gli fece venire i brividi. Sentì il suo corpo reagire alla presenza delle sue morbide forme femminili.

Metà del divertimento stava nel cercare di indovinare cosa avrebbero fatto: avrebbero parlato dell’ultimo incubo, delle loro paure, dell’ombra del Tartaro che si portavano ancora dietro? Oppure avrebbero sperimentato nuovi contatti intimi, comunicando con ansimi e sospirati qui e così e ancora.

Fedele alle sue parole, Annabeth non gli rendeva mai le cose facili dicendogli chiaramente quello che voleva. Stava a Percy cercare di leggere il suo umore, capire se il respiro tremante di Annabeth era di paura o eccitazione.

Adorava quella fase iniziale, e, qualunque sarebbe stato l’esito, non si sarebbe lamentato.

Amava tutto delle notti passate con Annabeth, anche le lacrime, le angosce, le incertezze.

«Non riuscivo a trovarti» sussurrò Annabeth. «Ti chiamavo e ti cercavo e non riuscivo a trovarti.» Le si incrinò la voce.

L’immagine di Annabeth, cieca e terrorizzata, le tornò alla mente. Strizzò gli occhi come se in questo modo potesse scacciare via il ricordo.

«Sono qui adesso. Sono sempre qui.»

Nel buio, le loro labbra si cercarono. Percy le baciò l’angolo dell’occhio, la guancia e il naso prima di trovare la sua bocca.

Baci umidi e lenti, la gamba di Annabeth gli sfiorò l’intimità e okay, pensò Percy, stasera non parlemo molto.

Fin dove si sarebbero spinti, quella notte? Annabeth gli avrebbe permesso di spogliarla completamente, di tracciare con la lingua tutte le sue cicatrici? Oppure avrebbe preso lei l’iniziativa? Le sue mani tremanti sul suo petto, la bocca calda sul membro…

In passato, non avevano avuto molto tempo per esplorarsi a vicenda. Passata la novità dei primi baci e del camminare mano nella mano, c’era stata la scuola, la ricostruzione dell’Olimpo, poi Percy aveva perso la memoria e non c’erano state più occasioni per pensare al lato fisico del loro rapporto.

Ma adesso, con Gea alle spalle e il Tartaro come un lontano incubo, nemmeno le regole ferree di Sally Jackson-Blofis potevano separarli.

C’era qualcosa di più intimo in quelle notti che due semplici adolescenti in balia degli ormoni. Ogni carezza, ogni lembo di pelle scoperta, sembravano sussurrare sono qui, siamo vivi, siamo al sicuro. E ogni volta che il viso di Annabeth formava quella smorfia di piacere, gli occhi chiusi, la bocca spalancata in un grido silenzioso, i tremiti che le scuotevano il corpo — Percy dimenticava cosa voleva dire essere un mezzosangue, combattere per la propria vita, piangere la morte di un amico…

C’era solo Annabeth e le sue forme morbide, il suo corpo cedevole, il suo profumo invitante e l’idea astratta e quasi impossibile di una vita normale e felice.

 

NdA2: *SPOILER PER BOO!* Una piccola shottina percabeth perché mi mancava scrivere di loro e perché sono molto, moooolto arrabbiata con Riordan per non avermi dato più momenti percabeth in BoO. Insomma, dov’è il DarkPercy di cui si è parlato? E, a parte un paio di tubature rotte, speravo di vedere più scene in cui si manifestassero le conseguenze del Tartaro *sigh* Però la scena del bacio… OMG LA SCENA DEL BACIO!!!
E niente, aspettatevi altre fic post-guerra perché ho tanti headcanon e perché kuma_cla mi ha lasciato un sacco di prompt :D

 
   
 
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