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Autore: DiKey    13/10/2014    3 recensioni
La Saga "il leone, l'angelo ed il drago" riprende dopo vent'anni. Sono cambiate tante cose nel mondo, ormai ogni minaccia sembra essere sparita e la vecchia squadra SeeD che salvò il pianeta ormai vive di ricordi. O almeno, questo è quello che pare.
Questa storia ha una peculiarità: è interattiva. Ci saranno molti bivi, e saranno le vostre scelte a far si che la storia vada in un modo o in un altro.
Vi ho incuriosito almeno un po'?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FF 5 Quistis si avvicinò alla porta. Era contenta, perché per la prima volta da ore poteva abbassare la guardia.
A giudicare dai passi, dovevano esserci ad occhio e croce tre o quattro persone, di cui uno doveva essere sicuramente Zell. Un classico team di recupero.
Però sentì quelli allontanarsi rapidamente dalla porta, una cosa strana per lo stile "sfonda e spacca" di Zell.
Percepì il forte sibilo del metallo che si scioglie, mentre scintille sprizzavano dalla porta in ogni direzione.
Fu subito chiaro che stavano fondendo la serratura della porta blindata con un composto chimico estremamente rovente e fu dolorosamente chiaro che quelli non erano i rinforzi. Non i suoi rinforzi, almeno.
Il seminterrato era una stanza quadrata di 10 metri per 15, un posto davvero ampio per gli standard dei phalanx (Ravenant aveva raccontato d'aver vissuto in uno sgabuzzino per due mesi), con letti a castello ad intervalli regolari. Le scatole di cibo avariato non erano adatte a fornire copertura (un proiettile le avrebbe trapassate da parte a parte), ma potevano intralciare gli aggressori, quindi furono lanciate vicino la porta. Claire e il suo (futuro ex?) ragazzo rovesciarono un paio di questi letti a castello, così da avere un riparo, qualcosa dietro cui nascondersi.
Quistis impugnò la Save the Queen e si nascose tra le ombre, mentre Claire impugnò la pistola con entrambe la mani.

"Papà mi ha detto che i Phalanx hanno sempre una via di fuga...datti da fare e cerca una botola, una porta  nascosta!"

fu l'ordine dato al ragazzo, che obbedì. Era un piano disperato, il suo ragazzo non aveva idea di come pensa un phalanx, di come identificare qualcosa che qualcuno si era dato da fare per nascondere e, a rendere le cose più difficili, potevano cercare solo per metà del locale, la metà che sarebbe stata più...tranquilla, se così si può dire. Se l'uscita fosse stata dall'altra parte non l'avrebbero mai trovata. Spensero le luci, così da non permettere agli aggressori di vederli e capire subito dove sperare ed aspettarono.
Due entrarono di corsa e Quistis entrò in azione, agitando con grazia la sua frusta e colpendo il primo al polso, disarmandolo, e il secondo sulla guancia sinistra, riuscendo a stordirlo. Ma, per quanto Quistis fosse brava, la frusta non è un'arma rapida da usare e Quistis era arrugginita. Claire sparava, cercando di coprire la madre, ma per quanto fosse brava non aveva l'abilità del padre. Era una tiratrice discreta, ma lontano dall'essere eccezionale.
Quistis tirò fuori la seconda Save the Queen, quella che suo marito aveva messo nella valigia per le emergenze, e si spostò al centro in modo da avere lo spazio per manovrare. Girava su sé stessa come se stesse danzando, disegnando spirali letali rese ancora più terrificanti dal rimbombo che lo schiocco faceva in quello spazio ristretto. Sembrava che riuscisse persino a deviare le pallottole dirette contro di lei grazie al turbine generato dalle due fruste in movimento. Quando incrociava le braccia disegnando una croce, lo schiocco che seguiva annunciava un colpo in grado di tagliare la carne fino all'osso. Quando ruotava su sé stessa, i nemici venivano presi in pieno petto e scagliati indietro.
Ma, dato che era al centro, Claire non poteva coprirla, quindi fu costretta ad indietreggiare, fino a raggiungere la barricata di letti a castello e nascondersi.
Claire sentiva le pallottole fischiare sopra la testa e scalfire la loro improvvisata barriera e sparò un paio di colpi alla cieca.
Sentì un rumore secco e vide che la madre aveva fatto cadere una frusta; una pallottola l'aveva colpita al braccio meccanico, aprendo uno squarcio nel lattice che simulava la pelle e danneggiando il sensibile meccanismo.

"Copritevi le orecchie, ragazzi." disse Quistis

I giovani non se lo fecero dire due volte ed eseguirono. In quel momento Quistis sporse la testa ed urlò.
Fu un urlo terrificante, un urlo in grado di sfondare i timpani e piantarsi nel cervello come un chiodo.
Quelli avevano giubbotti antiproiettile, ma niente per proteggere le orecchie e, giustamente, si ritirarono. Ma sarebbe stato solo per poco

***

Cid era fermo ormai da venti minuti. Respirava profondamente tenendo le mani in una posizione di preghiera all'altezza del petto, una tecnica che avrebbe dovuto aiutarlo a rilassarsi ed a recuperare energie. O così si diceva.
L'unica cosa che era cambiata adesso era che aveva davvero bisogno di correre in bagno. Più lui cercava di non pensarci, più sentiva la sua vescica gridare.

"Ehilà, stronzetto! Ti sono mancata?"

Era così concentrato che non si era accorto di Rain dietro di lui. Sobbalzò. E in quel momento Rain gli fu addosso, stringendolo forte in maniera da immobilizzarlo, così da limitare i suoi movimenti.

"Sei sopra una bomba! Non devi muoverti!"

Ah, adesso la colpa era sua. Logico. Lei gli era arrivata, all'improvviso, alle spalle, praticamente urlando al poveraccio con la bomba sotto i piedi e la colpa era sua. Ma che diavolo di mondo!
Per un attimo, l'irritazione gli fece dimenticare la bomba. Passato quell'attimo, realizzò che la bomba, adesso, non coinvolgeva più soltanto lui.

"Che ci fai qui?"

"Come sarebbe a dire, che ci faccio qui?" rispose lei "Dovrei lasciar morire il mio miglior amico?"

Miglior Amico.
Ok, si sarebbe sentito male in un altro momento, adesso doveva pensare ad altro. Salvarsi il culo, per esempio.

"Visto che sei qui, hai almeno detto di far evacuare l'albergo?"

"Certo. E' stata la prima cosa che ho fatto. Sono andata alla reception ed ho detto: ehi, c'è un cretino su una mina al secondo piano. Forse è il caso di evacuare. Potrei avere una brochure? No che non l'ho fatto!
Ma ti dico cosa ho fatto.
Ho preso la stanza direttamente sotto questa. Ho preso un trapano, fatto dei buchi e fatto passare una telecamera per vedere con cosa abbiamo a che fare. E' una bomba da bara aperta, ma tua madre ha usato solo fili color fumo, quindi nemmeno ci ho provato."

Ed era un bene. L'ultima volta che Rain aveva cercato di disinnescare un ordigno, questo era esploso. "E' sempre il filo rosso!" diceva lei. In realtà, più lei stava lontano da qualunque cose avesse fili meglio era per tutti
Sentì un forte dolore alla testa e vide un'aura blu crescergli intorno un attimo prima di sparire.

"Una gemma proteca..prote...ct...ga. Uff. Protect III, va. Per proteggerci entrambi, ma dobbiamo fare in fretta, l'effetto dura poco."

"E rompermela in testa serve a...?"

"A rimproverarti. Su un mina alla prima missione in solitaria...ma dai..."

Rain non sembrava aver problemi. Anzi, iniziò a sgranchirsi braccia e gambe, girando intorno a Cid e posizionandosi davanti a lui.
Non aveva idea di cosa stesse per fare, ma sentiva che, qualunque cosa fosse, poteva essere l'ultima.

"Rain, senti.."

"Oh, ti prego. Non sarai come quelli che dicono ti amo solo quando stanno per morire, vero?
Se vuoi dirmi qualcosa, dimmela quando saremo fuori da qui."

"Ma che pensi di fare?"

Lei sorrise. Forse con affetto. Forse era divertita, chissà. Lui non aveva mai capito come interpretarla.

"DASHING LIONESS!"

"FERM...!"

La frase completa sarebbe suonata come "Ferma, pazza psicotica" ma Cid non ebbe il tempo di completare il concetto.
Il Dashing Lioness era una tecnica di Rain. Tecnica alquanto basilare che consisteva nell'accumulare tutta la propria energia nelle gambe per poi balzare in avanti a gran velocità, colpendo il nemico con un affondo. In questo caso, Rain aveva usato il balzo per travolgere Cid, afferrarlo, e trascinarlo il più lontano possibile.
Ma la persona che aveva guardato la bomba avesse davvero avuto una competenza, anche solo basilare, come artificiere avrebbe notato che alla bomba erano connessi due quarzi aero.
Il quarzo ha poca energia magica e Aero è una magia insignificante di suo. Ma unite all'onda d'urto, creano un muro d'aria solido come pietra che si espande alla velocità del suono (M.D. Lintres, Paramagie e artiglieria, Balamb edizioni, era il testo di riferimento che ogni SeeD avrebbe dovuto conoscere).
Cid, che a differenza di Rain aveva studiato davvero, realizzò quello che stava per succedere e fece una capriola a mezz'aria, coprendo Rain con il suo corpo quando attraversarono il muro e finirono in strada.
Si chiese se era possibile slogarsi le vertebre. Sicuramente aveva le spalle fuori posto. E la bocca aveva il sapore di sangue e calcinaccio. Emorragia interna in corso? Questa era una cosa per cui non bastava energiga.
Senza Junction sarebbero morti. E pensare che si parlava di bandire l'uso dei GF!
Alzarono lo sguardo, osservando quel buco dove una volta c'era la stanza di sua madre. Avevano fallito.

"Abbiamo fatto un buco nell'acqua, Rain."

"Magari. Avete fatto un bel buco in una proprietà privata."

Zell, suo padre, era dietro di loro.

"Merda" disse Rain, corrugando la fronte

"Amen" concluse Cid

***

Claire inserì il nuovo caricatore e poi iniziò a chiedersi quando sua madre aveva usato la magia aura. I suoi  ricordi delle lezioni casalinghe di paramagia erano molto sbiaditi, ma si ricordava che un essere umano senza junction poteva contenere limitata energia paramagica ..non più di cinque, sei tipi di magie e comunque in minime quantità. Ma alcune magie richiedevano troppa energia, quindi non potevano essere conservate senza junction. Quali erano?
Ultima sicuramente. Claire non aveva mai visto questa magia, ma immaginava fosse devastante. Avevano delle Gemme Ultima a casa, ma suo padre non le aveva mai permesso neanche di guardarle. E, considerato che questo era l'uomo che le aveva insegnato come si prepara un ordigno artigianale, questo significa davvero tanto. Ultima, ok. E questa era una.
Meteor...si, c'era anche Meteor. E Sancta. Quake? Anche Quake, si. E una con la "A". Aero? No, figurarsi. Antima?No, Antima no.
Oh, Aura.
Quindi, sua madre non aveva usato Aura.
E c'era solo un altro modo in cui Quistis poteva attingere alla magia blu.
Claire abbassò lo sguardo e vide che sua madre teneva la mano sinistra sopra la pancia, premendo con forza.
Ma per quanto forte premesse, il sangue continuava a fluire fuori. E lei era così pallida...

"Mamma...no, no, no, no!"

"Tranquilla. Sono una SeeD. Io facevo a pezzi le streghe, ricordi?"

"Si, ma quando avevi la mia età.."

"Mi stai dicendo che sono vecchia?"

Sua madre le sorrise e poi le disse di prepararsi a correre. C'erano quattro o cinque nemici in tutto, sarebbero entrati tutti insieme.

"Correre? Quando?"

Quistis le mise in mano Ruby Weapon.

"Lo capirai."

Come profetizzato da Quistis, quelli entrarono. Quistis balzò fuori dal suo nascondiglio ed evocò la magia dei Marlboro, quei terribili, schifosi mostri, soffiando in faccia agli aggressori gas tossico. Accecati, confusi, quelli iniziarono a colpirla con il calcio dei fucili invece di spararle. Sua figlia ed il ragazzo uscirono. Lei cercò di sparare, ma sua madre era in mezzo alla mischia e Claire decise di non rischiare, di limitarsi a correre.
L'aveva fatto di proposito. Anche se la situazione era disperata, non voleva che Claire uccidesse un altro essere umano. Non oggi (era così giovane!) e preferibilmente mai. Ricordava ancora come si era sentita la prima volta che le toccò uccidere un uomo e non voleva che sua figlia passasse la stessa ordalia.
Quando li vide uscire, giocò la sua ultima carta. Una magia che aveva conservato per i casi d'emergenza.
Berserk II.
Una cosette che aveva tirato fuori Rinoa tempo prima. Avevano provato a chiamarla Berserkara, ma era troppo cacofonico.
Forza, resistenza e riflessi di Quistis avrebbero raggiunto livelli assurdi, ma lei non avrebbe avuto più il controllo di sé.
Una magia così è l'ultima da usare se hai un buco nel torace...ma non c'era altra soluzione.

"Berserkara"

disse lei, ed il mondo venne coperto da un velo rosso sangue.

***

"Voglio sapere cosa ci fate qui."

Non era una domanda. Per far controllare le condizioni di suo figlio e Rain senza dar pubblicità alla cosa, Zell aveva chiesto più favori in un'ora di quanti non ne avesse chiesti nell'ultimo anno. E ora che Cid era stato controllato, ingessato e ricontrollato, l'affettuosa paura paterna se ne andò per lasciar spazio all'Inquisizione. Una cosa che Rain conosceva bene. E sapeva bene come porvi fine.

"Siamo qui in vacanza." rispose Rain.

Primo passo per evitare l'Inquisizione, rispondi con calma e tranquillità.

"Le località turistiche sono a miglia da qui.  Cosa ci facevate in quell'albergo?"

Secondo passo per evitare l'Inquisizione, rispondi in modo tale che l'inquisitore non abbia più voglia di proseguire.

"Stavamo facendo sesso."

Ma aveva sottovalutato Zell. Suo padre si sarebbe arreso qui, spaventato dall'argomento, ma suo zio Zell era un'altra cosa.

"Posizione preferita?" chiese Zell, inarcando un sopracciglio

"io sopra." rispose Rain, facendo finta di pensarci. Anche se mentiva, doveva rendere la bugia credibile: non ce lo vedeva Cid a stare sopra!

Qui suo padre sarebbe svenuto. Ma Zell non si arrese.

"Pacchetto completo? Preliminari e tutto?"

Non capendo più se Zell stesse cercando di coglierla in fallo o fosse solo depravato, si tenne sul vago. Fece cenno di si e Cid confermò.
Allora Zell si rivolse all'anello debole, a Cid.

"Cambiavo i pannolini a Rain quando era ancora piccola e sopportabile. Dato che siete così intimi, immagino saprai dirmi di che forma è la voglia che ha sull'inguine."

Diavolo, erano fregati. Aveva sottovalutato lo zio Zell, e ora la loro salvezza dipendeva da Cid che, povero ragazzo, non aveva minimamente idea di come rispondere alla domanda. Ma non c'era alcun bisogno di rispondere...gli si leggeva in faccia la verità.
Cid sarebbe stato atroce a Poker.
Zell fece allora qualcosa che non aveva mai fatto in lunghi anni di paternità. Li schiaffeggiò entrambi.
Se fosse stato un pugno a colpirli, Rain l'avrebbe accettato. Se Zell avesse iniziato a gridare, a rimproverarli a pieni polmoni, l'avrebbe sopportato.
Ma Zell era freddo, anzi glaciale. Parlava lentamente, lasciando trapelare da ogni parola quanto profonda fosse la sua amarezza

"Vi rendete conto di quello che avete fatto?
Vi rendere conto della situazione in cui vi siete cacciati?
Voi...cosa credete di essere?"

"Zio..."

"Zitta, Rain, stai zitta. Ne ho abbastanza del vostro atteggiamento. Vi credete grandi guerrieri! Vi credete veterani temprati!
VOI NON SIETE NIENTE! Voi avete ancora bisogno dell'adulto che vi cambi il pannolino! Me ne frego di quanti uomini ti sei scopata, cara nipote, me ne frego di quanti mostri tu abbia ucciso, figlio mio, voi non siete niente! Siete due ragazzini, forse più forti dei vostri compagni e per questo ubriachi delle vostre capacità!
Avete idea di quello che avete fatto? Un'esplosione in pieno giorno in una località piena di persone! Quando analizzeranno l'ordigno (e lo faranno) inizieranno a farsi delle domande. Questa non è una cosa che si può nascondere, questo non è un incidente.
Quante vite avete messo in pericolo? E se Dania, mia moglie, tua madre, fosse davvero stata qui, a quest'ora sarà già scappata!"

Zell sferrò un pugno contro il muro, affondandoci la mano fino al polso. Tuttavia, in quel momento, la rabbia si mutò in confusione e perplessità

"Ifrit, vecchio mio, cosa senti?".

"Pa'...?"

"Non sto parlando con te."

Rain si trovò a pensare che Zell fosse impazzito. Sembrava essere altrove, dissociato dalla realtà.

"ah. Quanto forte?" rimase in silenzio per un paio di secondi, poi si voltò allarmato verso di loro

"Zio Zell..."

"STATE ZITTI!" sbraitò

Zell si portò una mano alla testa, come se gli facesse male, poi si appoggiò al muro. Per un attimo sembrò un vecchio, come se lunghi anni di fatica e dolore gli si posassero tutti insieme sulle spalle. Poi la barba mutò colore e forma, diventando ispida e arancione, mentre la pelle diventò scura, come ricoperta da carbone e i muscoli triplicarono la loro massa, strappando i vestiti che coprivano il torace di Zell.
Il muro andò in frantumi e Rain si trovò schiacciata dai centi chili di muscoli di Cid, che le si buttò sopra per proteggerla. Qualcosa di grosso, molto grosso, nero e serpentino si fece strada con velocità tale da sembrare solo una macchia ai loro occhi. Ma Zell era pronto e afferrò la cosa con le sue mani, diventate enormi. Quando fu possibile vedere quello che stava succedendo, realizzarono che un drago aveva cercato di mordere Zell, ma era cascato male, perché il SeeD lo teneva ben fermo per mandibola e mascella.
Rain conosceva quel mostro. Aveva visto Bahamut così tante volte da poterlo identificare in mezzo a mille draghi.
Ma Bahamut era un GF al servizio della grande squadra. E se quello non era Bahamut...
   
 
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