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Autore: Marzio C    13/10/2014    1 recensioni
Ho cercato, in 27 capitoli, di continuare la storia di Chuck e Sarah. Incontreranno momenti belli e momenti difficili. Tutti i capitoli sono intrecciati l'un l'altro, ognuno è il seguito del precedente. Non essendo io uno scrittore, anzi mi considero solo uno scribacchino, non sempre sono riuscito a mantenere i personaggi nelle loro caratteristiche per cui me ne scuso e non mi rimane che affidarmi al vostro buon cuore ed alla vostra sensibilità critica. Gradirei conoscere i vostri pareri e le vostre recensioni, per uno scribacchino sono importanti anche se negative.
Grazie et buona lettura.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                        Capitolo 18
 
 
 
 
 
Sarah era sempre più in fibrillazione, la notte stava per finire e di Chuck nessuna notizia.
 
I figli erano in collera con lei, non capivano la ragione della sua crisi isterica. Li chiamò, si accomodarono in salotto e decise che dovevano chiarirsi.
 
“Mamma”, disse Zach “perché”? “Dai spiegacelo” la invitò Vonnie.
 
“Ragazzi, credo che per farvi comprendere il tutto debba  ritornare indietro nel tempo. Con vostro nonno vivevo una vita randagia, mai  vissuti in una città per un lungo periodo . Vivevamo truffando il prossimo, vostra madre da ragazzina viveva così. Non ho mai avuto amici di scuola, nessuno su cui contare. Quando arrestarono mio padre, la mia salvezza fu un agente speciale della CIA che mi istradò a quella che poi divenne la mia professione.   
 
La regole di vita: “Non fidarti mai di nessuno e di contare sulle proprie forze” me le sono sempre portate dietro, avevano condizionato così tanto la mia vita da diventare estremamente arida, simile alla zia Carina di quando eravate piccoli.
Poi ebbi come partner e fidanzato Bryce, un bellissimo quanto  bravissimo agente, forse fu un errore avere una relazione ma, in una maniera rocambolesca, fu lui a farmi conoscere vostro padre. Questa storia la sapete già.  
 
Sono i risvolti che stanno dietro alla sfera dei sentimenti che hanno iniziato a cambiarmi, dall’interno. Un approccio alla vita sotto un’ottica diversa dal mio essere egoista l’ebbi quando vidi, per la prima volta, la faccia teneramente buffa di Chuck  e ciò mi diede una sensazione di fastidio.”
 
“Mamma non capiamo, perché fastidio?”
 
 “Calma, abbiate pazienza, non è facile parlare di questi argomenti con i propri figli, mi sembra di essere sotto processo. Comunque andiamo avanti, fastidio perché si stava insinuando in me un nuovo tipo di sentimento, diverso da quelli precedentemente vissuti. Iniziavo a rendermi conto che desideravo avere fiducia in qualcuno e che quel qualcuno mi proteggesse, desideravo una vita di  coppia però, per i miei standard di allora,  era inimmaginabile che fosse un imbranatissimo nerd per di più sotto osservazione e che dovevo proteggere.
 
Più vivevo gomito a gomito con lui e più sentivo la necessità di averlo accanto. Comunque vivevo di alti e bassi.
 
Nell’ambito del nostro lavoro facemmo conoscenza e collaborammo con un agente inglese, sì, quello che abbiamo liberato qualche giorno fa.
 
Per onestà intellettuale, devo dire che non mi era indifferente. Ricordo che una sera nel castello ci baciammo, la mia indole di spia indipendente e scapestrata stava per uscire di nuovo, pronta a rubare alla vita ed alle persone il meglio senza curarsi dei danni arrecati.
 
Mancò un niente perchè finissimo a letto.
 
Immagino cosa stiate pensando, ve lo leggo negli occhi: “Nostra madre era una poco di buono, una facile” ma non è così  credetemi.
Quando ogni giorno potrebbe essere un buongiorno per morire gli schemi convenzionali si spezzano e subentra come normalità più che l’immoralità direi l’amoralità. Comunque mi invitò a trascorrere con lui la sua convalescenza in una località esotica (era stato ferito). Rifiutai, Bartowski era il mio fattore deterrente. Sempre li presente nella mente e nel cuore.
 
Nella sua prima missione solitaria, vostro padre si invaghì di una splendida ragazza, vederla prendere il mio posto accanto a lui a tavola, in casa degli zii, mi straziava, anche se eravamo stati fidanzati solo per copertura, sentivo di volere che lo fossimo veramente. Mi smarrii.
 
La prospettiva di rimanere senza quella sensazione di sicurezza affettiva, di protezione ed il senso di calore famigliare che papà mi dava mi spinse verso Shaw. Per me fu un periodo pieno di contraddizioni e di confusione, per fortuna la nostra relazione durò poco tempo.
 
Chuck, finalmente si liberò dalle indecisioni.…mi salvò anche la vita.. Io gli volevo bene e non poco, non v’erano dubbi, ma quel bene si trasformò piano piano, giorno dopo giorno in amore, un amore senza confini, senza tempo, senza mezze misure.
 
Quando ero senza memoria  per me Chuck era solo una missione, dovevo terminarlo. In questa stessa casa l’avevo in pugno. Era davanti a me, disarmato, gli avevo puntato la mia pistola contro e…e ricordo che non riuscivo a premere il grilletto…poi vidi lo stipite…
Sono e sarò innamorata di vostro padre alla follia, tanto che se solo mi sfiorasse ancora l’idea, di immaginarlo con un’altra donna, io…io smetterei, nuovamente, di essere il glaciale direttore dell’intelligence Sarah Walker, per ridiventare una semplice moglie impazzita, io esisto perché lui è in me e con me. Non posso permettermi di perderlo. Non dite nulla, lo so il mio è puro egoismo ma, lo amo così tanto… 
 
Sono convinta che sia l’uomo che ogni donna vorrebbe accanto però, Chuck è solo di Sarah e di nessun’altra.”
 
“Papà ti ama tantissimo, non dubitare mai dei suoi sentimenti, non farlo mai più.
 
Immagino quanto ti sia costato confidarti con noi, ora capiamo. Grazie!!!. Mamma abbracciaci”
 
“ Ragazzi, ma dove sarà ora? Mi sento che sia successo qualcosa di brutto.” 
 
 
“Morgan, se dici qualcosa a Alex o a John ti frantumo malleoli e rotule, ero già stressato dal lavoro e da mia moglie, non ti ci mettere pure tu. Racconta quello che vuoi ma non e sottolineo non, rivelare i miei problemi familiari.”
 
“Ok Chuck, spero di riuscirci”
 
Intanto che Morgan stava parlando con la sua ragazza e con Casey,  Chuck a fatica aspettava che albeggiasse, a giorno fatto avrebbe telefonato al proprietario della sua vecchia casa e gli avrebbe fatto un’offerta irrinunciabile, voleva comprarla, voleva tornare a viverci.
 
Li si sarebbe sentito meno solo, del resto la vita da sfigato non lo spaventava, l’aveva già sperimentata e vissuta per ben 25 anni.
 
Avrebbe rassegnato le sue dimissioni, non poteva pensare di condividere parecchie ore di lavoro al fianco di Sarah, sarebbe stato chiedere troppo al suo equilibrio mentale. Ora, però, si sentiva estremamente stanco, chiuse gli occhi e si addormentò.
 
Squillava il telefono Sarah si precipitò a rispondere, con voce concitata urlò: “Chuck dove sei? Ti rendi conto dello stato d’animo della tua famiglia? Sono più di 24 ore che non abbiamo tue notizie. Dovresti vergognarti”
 
 
“Direttore Walker sono il Presidente”
 
 Un fragoroso silenzio seguì dall’altra parte del filo. Parecchi secondi dopo….
 
“Buongiorno signore, mi scusi signore” balbetto Sarah. “ cosa posso fare per lei?”
 
“Dunque devo arguire che lei non sia al corrente del malore di suo marito, mi rammarico che lo sappia da me, un estraneo ed in questa maniera. Ne sono venuto a conoscenza perché 2 medici della CIA hanno dovuto fare rapporto sull’accaduto. Trattandosi di un alto dirigente è la prassi.”
 
Sarah lo interruppe violando il protocollo:” Signore per carità, la prego mi dica dov’è Chuck “
 
“Signora Bartowski…. Sarah se glielo dicessi violerei la privacy di suo marito.
 
Chiaro che non voglio sapere cosa sia successo fra di voi  ma, per questioni puramente egoistiche e per il bene del paese vi ordino di riconciliarvi, non mi posso permettere di perdere nessuno dei due.
 
E visto che, per le ragioni sopracitate, della privacy mi frega una cippa, sappia che Chuck si trova in casa Grimes. Ho già dato ordini tassativi. Una autovettura con scorta verrà a prelevarla entro 10 minuti ed in meno di 20 sarà a Burbank.
 
Un’altra cosa direttore, fra tre giorni, a West Point,  verranno appuntati i gradi di sottotenente a mio figlio.
George, vorrebbe che Vonnie fosse presente, io e la mia famiglia ne saremo felici. Finita la cerimonia trascorreremo qualche giorno a Camp David se anche voi voleste raggiungerci li sarebbe perfetto”
 
“Grazie signore veramente grazie mille ho un grande debito di riconoscenza nei suoi confronti, se consente le passo mia figlia”
 
Dopo aver parlato con il presidente Vonnie era eccitatissima, anche la famiglia di George era favorevole alla loro unione, stava volando. Fu portata
a terra dalla voce di sua madre:
 
“Ragazzi vestitevi si va a prendere papà. Mi sentiranno, eccome se mi sentiranno quei due”  
 
“Mamma smettila, calmati adesso basta!!!”
 
Salirono in fretta e furia sull’auto, 4 staffette dei CHIPS la precedevano, partirono a sirene spiegate.
 
Arrivarono in un battibaleno.
 
Grimes li vide, si mise le mani nei capelli e pregò il Signore che quella bellissima furia non distruggesse ne lui ne la casa.
Non aspettò che suonasse, apri la porta sorridendo, lei lo guardò torva ed esclamò “Morgan con te faccio i conti dopo, per cortesia portami dal tuo degno compare” Intanto dietro di lei i figli la invitavano a tranquillizzarsi.
 
 Zach voleva entrare in camera con la madre, Vonnie lo fermò “E’ una questione fra mamma e papà, stiamone fuori”. 
 
Come vide il suo viso sofferente represse le lacrime ed il desiderio di stringerlo a se.  Assunse un atteggiamento da sfida ed esplose:“ Di tutti gli uomini che mi ronzavano attorno mi sono innamorata del più idiota, tu...tu somarissimo e splendido amore mio, come hai fatto a pensare che quello che ti ho detto fosse la verità,  non lo sai che da una donna in preda ad un feroce attacco di gelosia ci si può aspettare di tutto?
 
Chuck sono ancora sotto stress, la missione mi ha shockata. Ogni volta che chiudo gli occhi un incubo ricorrente mi assale: tu e i ragazzi siete a terra inondati di sangue, i vostri corpi pian piano scompaiono ed io rimango sola nel panico.  Mi sveglio sempre madida di sudore e terrorizzata, lo so, non basta a giustificarmi. Non sono più un freddo agente operativo, sono solo una moglie e una madre.  Sii comprensivo, aiutami.
 
Il mio rammarico è che in questo caso non ho usato l’intelletto per capire quello che c’era da comprendere, ho agito di puro istinto. Perdonami, torniamo a casa tesoro”
 
Chuck rispose “NO”
 
Sarah sbiancando: “Ma come no? Sei impazzito? Non farmi spaventare.
 
 Chuck, non… non lasciarmi ti prego!!!”
 
“Non posso venire a casa devo stare a letto ancora 24 ore. Ordine dei sanitari”
 
“Scemo, scemissimo, mi hai fatto venire un colpo” Lo abbraccio come forse mai lo aveva fatto ed inizio a coprirlo di baci. Entrarono pure i ragazzi che spostarono di peso la madre per poterlo  abbracciare.
 
Dal salotto veniva il rumore di un litigio, Alex era arrabbiatissima, apostrofava Morgan con male parole, lo accusò di essere cattivo,  solo un uomo senza cuore come lui avrebbe avuto  il coraggio di tenere nascosto ad una moglie preoccupata il luogo dove si trovava il marito.
 
 Ad un certo punto dovette intervenire Casey che urlò:” Silenzio!!! , Grimes ha fatto bene. Aveva dato la sua parola a Chuck e quando un uomo dà la parola la deve mantenere, che abbia ragione o no.
Alex ricordati dell’esserino che porti in grembo, essere in collera non fa bene ne a lui ne a te. Su voi due, ora, datevi un bacio e fate la pace” 
 
Di botto tacquero, Sarah salutò con un abbraccio Alex, abbracciò anche John e rassicurò Morgan. Non era arrabbiata con lui bensì con se stessa. La colpa di quanto era successo era solo sua.
 
Arrivò Gertrude, mancava solo lei, guardò Sarah che le fece un cenno come dire ti racconto dopo.  
 
Dalla camera da letto giunse la voce di Chuck:” Mi sento soloooooo”
 
                                                  Continua                       
                                                                                      Marzio C.
 
   
 
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