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Autore: Nana_Hale    13/10/2014    2 recensioni
Supernatural AU: The Nanny. Dean Winchester, dopo essere stato licenziato, capita per caso alla porta del miliardario Castiel e si ritrova catapultato a dover fare da tata ai suoi 3 figli adottivi: Garth, Charlie e Kevin. Aiutato dal fedele maggiordomo Sam e contrastato da Crowley, socio di Castiel, Dean se la dovrà vedere con le più terribili tra le creature mostruose: 3 adolescenti. E intanto, qualcosa fra lui e Castiel nasce piano piano...
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Fuori e Dentro
 
"Dai, raccontami qualcosa, Kevin."
Kevin e Dean erano seduti sul divano a guardare la TV ma, data la scarsità di programmi interessanti, il biondo decise di fare conversazione.
"Devo fare un tema per la scuola su una persona speciale e la sua carriera."
Un piccolo sorriso pieno d'orgoglio si disegnò sul viso di Dean che poggiò una mano sulla spalla del ragazzino con affetto.
"Oh, che caro, ma ho paura che non troveresti abbastanza materiale su di me!"
"Lo so, infatti ho scelto Crowley."
Le parole del giovanotto non furono esattamente quelle che il biondo si aspettava ma non abbe il tempo di ribattere poichè fu distratto da delle urla tremende provenienti da fuori l'ingresso.
Dopo un paio di secondi, Crowley entrò con un'espressione irritata sul viso ma, nel vedere il giovane Kevin salutarlo e andare sù per le scale lasciando Dean, abbattuto e intristito, seduto sul divano, il suo animo si rallegrò.
"Non ci resti male, Dean, non tutti hanno la classe e la capacità di ottenere l'interesse della gente."
Disse capendo subito il motivo della malinconia del biondo.
"HEY!"
Sbraitò l'altro offeso.
"Non si arrabbi! Non c'è nulla di male ad avere un bel visetto come ha lei. E' già qualcosa se non si possiede altro!"
"Io possiedo ben altre qualità!"
Sentenziò Dean alzandosi dal divano e piantandosi le mani sui fianchi.
"Abbuffarsi di torta senza ingrassare non è una qualità."
"Oh..."

Sussurrò risedendosi di nuovo, non sapendo come obiettare a quell'annotazione.
"Lei lo sa bene che ha ottenuto questo lavoro perchè ha un bel faccino!"
Continuò Crowley sedendosi sulla poltrona di fronte a lui.
"Oh questo non è vero! Il lavoro l'ho avuto grazie alle referenze fassulle!"
Lo corresse il biondo incrociando soddisfatto le gambe e le braccia, poggiandosi allo schienale.
"Oh, via, a Castiel piace circondarsi di persone che risvegliano in lui turpi pensieri."
"Davvero? Allora perchè lei è qui?"

Lo incalzò di nuovo Dean ricevendo come risposta uno sguardo che avrebbe potuto incenerire una foresta.
"Io sono qui perchè faccio un lavoro. Lei è ancora qui per quei suoi indecenti pantaloni stretti coi quali sculetta in giro con apparente innocenza."
"Cos'è, E' geloso per caso?"

Domandò sarcasticamente Dean tentando di non mostrare l'effetto spiacevole che quelle parole avevano avuto su di lui.
"No, no, no, no, ma... solo per curiosità... se dovesse andare in tribunale per... aver tentato di strangolare un fattorino, che pantaloni metterebbe?"


"E' tremendo!"
Crowley e Castiel stavano animatamente parlando nell'ufficio del miliardario mentre Sam, come al solito, serviva il thè sulla scrivania.
"Stavi per rimanere invischiato in un matrimonio senza senso! Non riesco ad immaginare niente di più terrificante!"
Esclamò Crowley e, immediatamente, Sam sollevò il vassoio d'argento da portata dritto davanti al suo viso.
"E perchè? Guardi qua!"
Crowley aprì la bocca per replicare ma non riuscì a trovare nessun insulto adeguatamente cattivo e preferì limitarsi a dare un pizzicotto al maggiordomo e uscire dalla stanza guardandolo in modo truce.
Sam, massaggiandosi il braccio nel punto colpito da Crowley si infilò il vassoio sotto al braccio e fece per uscire dall'ufficio ma la voce di Castiel lo fermò.
"Sam... vorrei che ordinassi una torta per Dean... anzi 2..."
Disse alzando per un attimo gli occhi dalle sue carte.
"Oooh...qualcuno è stato un po' cattivello?"
"Sam!"

Subito il maggiordomo si precipitò accanto alla scrivania, bramoso di riceve qualche notizia di più sul motivo per cui Castiel e Dean si comportavano in modo strano da qualche giorno.
"Oh, avanti signore... io ci campo con queste storie!"
Il miliardario sospirò.
"Emh... devo farmi perdonare per una cosa che è successa..."
"Cosa?"
"Non sono affari tuoi!"

"Lo so!... ma lei me lo dica lo stesso."
Sussurrò Sam chinandosi verso il miliardario, ma l'esito della sua richiesta non fu positivo come si aspettava.
"No."
"Bene! Lo scoprirò da solo, come sempre."

Seccato per il mancato pettegolezzo, si diresse verso la porta incrociando Dean che si bloccò sull'ingresso, come inchiodato al suolo.
Un silenzio denso e imbarazzante calò fra i due quando i loro sguardi si incrociarono.
"Entri pure, Dean..."
Disse in fretta Castiel per levarsi da quella situazione e poter continuare ad osservare le sue carte, facendo finta di lavorare per non dover di nuovo guardare il biondo negli occhi.
Dean entrò e chiuse la porta alle sue spalle con un tonfo.
"Devo farle una domanda molto importante e anche molto personale quindi mi serve questo spicchio di limone."
Disse afferrando dalla sua scrivania una fetta di limone preparata insieme da altre su un piattino accanto alle tazze da thè; si diresse di nuovo verso la porta e spruzzò il succo del frutto direttamente nella serratura provocando, dall'altra parte della porta, le doloranti urla di Sam.
"AH! L'OCCHIO!"
Ottenuto l'effetto desiderato, fece un profondo respiro, e tornò a concentrarsi su Castiel.
"Signor Sheffield..."
Che subito tentò di cambiare discorso, sapendo bene dove Dean voleva adare a parare.
"Ma senta Dean! Perchè non viene a sedersi qui e a darmi fastidio come fa da anni oramai!
"Vuole dire come PDC?"
"Che?"
"Prima della -Cosa-"

-Cosa-: era così che Castiel aveva iniziato a chiamare il bacio appassionato che lui e Dean si erano scambiati pochi giorni prima. 
"La prego Dean, fino a quando me la farà pagare questa faccenda?"
Il miliardario si alzò sentendo il dispiacere salirgli di nuovo in gola.
"Io non gliela voglio far pagare affatto! E' per questo che sono qui, per dirle che l'ho superata!"
"Oh, davvero...?"
"No! Mi dispiace!"

Gli gridò in faccia il biondo, usando precisamente le stesse parole con le quali Castiel si era allontanato dal loro bacio.
"Allora? Che effetto fa?"
Domandò per nulla felice della dose di cattiveria che stava infliggendo al miliardario, ma non riusciva a farne a meno.
"La prego, Dean..."
Improvvisamente il tono di Castiel cambiò: si fece più triste, più sconsolato e molto preoccupato e Dean decise di non andare oltre rendendosi conto che ciò che aveva turbato il miliardario durate quel loro momento di intimità doveva essere molto più profondo di quanto pensasse. Ma non era ancora pronto a sapere cosa fosse per paura che potesse esserne proprio lui la causa.
"D'accordo. Voglio farle solo una domanda. Quando lei mi ha assunto qui ha pensato che ero solo un bel faccino?"
Chiese ricordandosi della parole di Crowley.
"No! Ho pensato che fosse magnifico! Uno schianto!"
Ma Castiel non sapeva cosa avrebbe dovuto rispondere e si limitò a fare dei sinceri complimenti a Dean che, al contrario di ciò che aveva previsto, si arrabbiò terribilmente.
"Ecco! Lo sapevo! Ma perchè continua a farmi questo?! Lei non ha cuore!!!"
Si voltò sconvolto e aprì la porta per andarsene trovandosi però davanti Garth, in ginocchio con il cellulare in mano all'altezza della serratura e la voce di Sam che risuonava dall'apparecchio.
"Non sento più niente! Di che parlano?"


Quella sera, Lalla e Dean decisero di andare fuori a bere. Si trovarono al loro locale preferito e si sedettero subito al bancone in attesa che qualche tavolo si liberasse.
Lalla portava dei tacchi vertiginosi che la facevano più alta di Dean di almeno una testa, pantaloni di pelle rossi e una giacchina dello stesso colore; Dean indossava dei jeans grigi e un bel maglione nero con dei bottoni sul lato del collo.
"Lalla non posso pensarci... mi ha preso in giro... non dovevo lasciarmi raggirare da un-"
"Un disgraziato infame che ti bacia appassionatamente e poi ritratta tutto!"
"No! Un barista che mi ha fatto il cocktail con pochissimo scotch!!! Ma grazie lo stesso per il supporto..."
Una risatina scappò dalla bocca del biondo, rincuorato nel vedere che, come sempre, la sua fidata amica era al suo fianco al 100%.
"Lo sai perchè si tira indietro, Lalla?"
Chiese più a se stesso che alla sua amica, avendo già trovato da solo una risposta.
"Perchè sono solo un bell'uomo, divertente magari, ma non ho nulla che lui potrebbe amare..."
"Oh Dean..."

Lalla gli poggiò una mano sulla guancia, accarezzandogliela con dolcezza. Era un'amica ma, ogni tanto, Dean la sentiva perfino vicina come una mamma: protettiva e affettuosa.
"Su, tesoro, andiamo a prendere un tavolo prima che qualcuno tenti di rimorchiarci."
"Troppo tardi!"

Una voce accanto a Dean li fece sobbalzare.
"Gabriel, piacere!"
Un uomo con capelli lunghi, ben pettinati all'indietro, e indosso un paio di grandi occhiali da sole neri gli si avvicinò. 
"Posso offrirti qualcosa da bere?"
"Grazie ma pensavamo di restare da soli, io e la mia amica."

Rispose educatamente girandosi poi verso Lalla per non farsi sentire.
"Ma cos'ha la gente al giorno d'oggi? Se uno sta in un bar con dei pantaloni aderenti, un maglione fantastica e un sorriso smagliate vuol dire che vuole essere rimorchiato???"
Fallendo, poichè Gabriel fece un altro passo verso di lui, rispondendogli a tono.
"Ma la gente cos'ha al giorno d'oggi? Se uno si avvicina e offre un drink vuol dire che se lo vuole portare a letto per forza?"
Dean rimase immobile, a bocca aperta come un pesce non sapendo come rispondere.
"Sono cieco, non sordo."
Continuò Gabriel alleggerendo la tensione.
"Touchè."
Rispose il biondo, un po' dispiaciuto e imbarazzato di non essersi accorto delle condizioni di quell'uomo che continuò a parlare.
"Non volevo essere scortese, ma la tua voce sembrava così bella e tu sembri davvero interessante e, beh... l'aspetto non conta molto per me."
"Oh, certo e ti colpito solo la mia mente! L'ho già sentita ques-hey, no, un momento veramente è la prima volta..."



"Pronto, buongiorno..."
Castiel era davanti al tavolino dell'ingresso a sfogliare un catalogo d'abbigliamento, con il telefono all'orecchio quando Sam pian piano gli arrivò alle spalle non facendo il minimo rumore.
"Chiamo per comprare questo completo di Armani a pagina 13..."
"Cosa fa signore?"

Disse appositamente con un volume di voce più alto del normale, facendo scattare Castiel per la paura.
"SAM!"
Richiuse il telefono e la rivista cercando di nascondersela contro al petto.
"Io non ti trovo mai quando finisce la carta igienica in bagno ma quando non servi sei sempre presente!"
Lo rimproverò notando che, purtroppo, l'attenzione del maggiordomo non si era distolta dalla rivista.
"Sto solo...ordinando una cosa per Dean."
"Oh, non credo che quello basterà dopo tutte le brutte cose che gli ha fatto.
"
"Ma quali brutte cose!! Io ho solo..."
Castiel si bloccò all'istante, un istante prima di finire nella trappola lanciata da Sam.
"Non ci casco."
Disse sorridendo tutto soddisfatto prima di voltarsi e andarsene verso il suo ufficio.
"Oh avanti! Non sia crudele!!!"
Gli urlò dietro Sam e,il quel momento, Dean comparve sulle scale accendendo un nuovo barlume di speranza degli occhi di Sam che in un attimo organizzò un nuovo piano.
"Oh, Dean! Castiel mi ha appena riferito quello che ti ha detto..."
"Davvero??? Guarda mi sembra orribile far venire un nuovo maggiordomo! Nessuno è come te Sam!"

Ma nemmeno il biondo si lasciò raggirare, ribaltando la situazione a suo vantaggio e trasformando l'espressione del maggiordomo da serena a orribilmente preoccupata e sconvolta con una sola frase.
In quell'istante dalla porta entrarono Kevin accompagnato da Crowley.
"Sono stanchissimo!"
Disse l'uomo e subito Sam scattò da diligente maggiordomo verso di lui per prendergli il cappotto.
"Lasci! L'aiuto io! Ha bisogno di qualcosa? Vuole che le prepari un sandwich? Vuole un massaggggg-NO! Non ce la faccio. Piuttosto il licenziamento."
Disse uscendo dalla stanza lasciando a terra il cappotto appena preso, poichè la natura di Sam non riusciva a stare nascosta, specialmente se si trattava di Crowley.
"Oh Dean! Avrei tanto voluto che ci fosse anche lei!"
Esclamò Crowley poggiando una mano sulla spalla di Dean.
"E' così bello essere disponibili con qualcuno che mi vede dolce, sensibile, buono E COSI' CE L'HO IN PUGNO."
Gridò uscendo dalla stanza lasciando dietro di se uan risata maligna.
"Dean..."
Disse Kevin preoccupato attirando la sua attenzione.
"Non glielo dovevo dire che voglio fare il tema su di lui... come faccio a dirgli che non posso e che mi dispiace?"
"Chiedi a tuo padre. E' lui l'esperto in queste cose."

Rispose subito Dean con l'amaro in bocca per poi dare una pacca sulla spalla al ragazzo e lasciarlo andare su per le scale in camera sua giusto un secondo prima che il campanello trillasse.
"Vado io!"
Urlò Dean andando ad aprire la porta.
Gabriel con i suoi occhiali da sole neri e un bel completo grigio apparve sulla soglia.
"Ciao Gabriel, vieni pure... attento al gradino."
Lo fece accomodare Dean.
"Dovrei starti vicino, ho paura di fare danni!"
Disse arrivando al tavolino dell'ingresso, su cui stava un bel vaso di fiori, appena prima che Dean lo raggiungesse.
"Oh, tranquillo non farai nessun dann-OH!"
E fu proprio Dean a colpire il vaso e mandarlo in pezzi.
"Che è successo? Che ho combinato?"
Esclamò Gabriel tutto preoccupato.
"Oh! Niente! Emh... cose che capitano..."
In quel momento, Castiel e Sam arrivarono di corsa.
"Che è successo? Ho sentito un gran rumore di cocci!"
Domandò preoccupato il miliardario e subito Dean gesticolando gli fece notare che il loro ospite non poteva vedere, facendolo zittire all'istante sull'argomento vaso."
"Dean...non sapevo avesse ospiti!"
"Io si. Come ci si sente ad essere esclusi?"

Bisbigliò Sam fra se e se regalando una smorfia alle spalle del miliardario.
"Salve mi chiamo Castiel Sheffield."
"Piacere..."

Gabriel gli strinse la mano e tentò di parlare ma non ne ebbe il tempo poichè subito Castiel si rivolse al biondo.
"Vedo che si è ripreso piuttosto in fretta o sbaglio, Dean?"
"Non possiamo parlare stasera?"

Disse Dean fulminando Castiel con lo sguardo.
"Certo! A che ora tornerà?"
"Credo che abbia perso il diritto di chiedermelo quando ha ritrattato la -Cosa-!"
"Bene!"
"BENE!"

Gridarono entrambi prima di voltarsi di scatto e allontanarsi in due direzioni opposte.
"Salve, io sono Sam"
Si presentò dopo qualche secondo di silenzio il maggiordomo.
"Salve, Gabriel."
Rispose cordialmente l'altro uomo prima di chinarsi verso di lui e domandare a bassa voce.
"Senta...mi sa dire cosa succede fra quei due?"
"Eh purtroppo no...... secondo lei che succede?"



"Ah, Gabriel sei un uomo straordinario!"
Dean e Gabriel erano seduti al parco su una panchina a mangiucchiare caldarroste da un sacchetto di carta.
"E' bello conoscere qualcuno che ti apprezza per come sei dentro e non per come appari."
Disse il biondo sistemandosi meglio la sciarpa blu che portava attorno al collo.
"Beh è bello sentirtelo dire!"
"Invece il signor Sheffield mi considera solo un oggetto..."
"Oh, capisco..."

Sussurrò improvvisamente Gabriel a quell'affermazione.
"Cosa?"
Si voltò e poggiò una mano su quella del biondo che rimase momentaneamente sorpreso.
"Credo che tu sia uscito con uno che non ci vede per avere una prova."
Esclamò Gabriel facendo istintivamente scattare Dean sulla difensiva.
"Ma no! Non è vero!"
"E dai Dean! Non fa niente, lo capisco! Lui ti ha ossessionato! Hai detto il suo nome 35 volte in mezz'ora!"
"Questo solo perchè il signor Sheffield-"
"36."

Fu allora che Dean si zittì, non avendo più nessun modo di giustificare il suo comportamento, aspettando che Gabriel lo coprisse di insulti per il suo gesto ignobile. 
Ma non andò così.
Gabriel invece gli afferrò una spalla mentre con l'altra mano gli dava un buffetto sul mento.
"Dean... Dovresti fargli capire che se guarda solo il fuori... quello che non ci vede è lui."
Il biondo sorrise poggiando a sua volta le mani sulle spalle dell'uomo.
"Mi dispiace Gabriel, ti ho usato e l'ho capito solo adesso."
"Non fa niente, Dean. E' stato un pomeriggio piacevole dopotutto..."
"Già... ora e' meglio che io vada."

Con uno slanciò d'affetto, Dean abbracciò Gabriel prima di alzarsi e andare verso l'uscita del parco senza guardarsi indietro
Rimasto finalmente solo, Gabriel si appoggiò allo schienale della panchina facendo un profondo respiro prima di sollevargli gli occhiali sulla testa e osservando da lontano il mirabile sedere di Dean, soddisfatto di quello che il suo piccolo inganno era riuscito a fare per quell'uomo così splendido.
"Bello fuori e ancora meglio dentro..."


"Sei stato scaricato perfino da un cieco."
Bobby e Dean vagavano per la cucina della casa di Bobby acchiappando cibarie di ogni genere e mettendole sul tavolo al centro della stanza.
"Almeno mi ha scaricato per come sono dentro e non per come sono fuori!"
Rispose Dean fermandosi solo dopo, con in braccio un pacchetto di patatine, a riflettere sulle parole appena pronunciate.
"Anche se detta così non sembra una cosa tanto bella..."
"Dovresto usare meglio le doti che ti sono state date dalla natura!"

Gli fece presente Bobby indicando alcuni punti del corpo particolarmente notevoli di Dean.
"Bobby! No!"
"Eddai! Non c'è niente di male a usare queste chiappe per un bene superiore!"
"E invece il male c'è! E' per cose come queste che Castiel pensa di potermi baciare e-"
"Ti ha baciato?!?! Che uomo magnifico!"

Urlò l'uomo lasciandosi cadere dalle mani un pacco di biscotti.
"Non stappare bottiglie, ha già ritrattato tutto."
Ma la gioia durò poco, e Bobby si lasciò cadere su una delle sedie attorno al tavolo.
"Chiamo qualcuno che può fargli una fattura."
"No, non occorre. Li ho già chiamati io."

Rispose subito Dean sedendosi accanto a lui e aprendo uno dei pacchetti di patatine.
"Ma perchè ha ritrattato si può sapere?"
"Perchè?! Non è avidente? Non sono abbastanza di classe! Ho un bell'aspetto e lui lo apprezza, ma niente di più! Non sono come le persone che è abituato a frequentare!"

Spiegò il biondo riempiendosi la bocca di patatine e cercando di parlare mentre le ingoiava.
"Stronzate."
L'affermazione di Bobby lo fece quasi strozzare e, dopo aver finito di masticare il suo spuntino, gli rivolse uno sguardo dubbioso, in attesa si una spiegazione.
"Dean! L'unico motivo per cui può aver ritrattato è perchè ha paura!"
Disse come se quella frase fosse la cosa più semplice e ovvia dell'intero universo.
"Va avanti..."
Lo incoraggiò il biondo attento ad ascoltare con la massima concentrazione.
"Ha paura per i suoi tre figli, ha paura perchè sono anni che non sta con qualcuno e teme di restare ferito. E tu sei così autolesionista che pensi che la colpa sia tua e continui a punirti credendo di non meritare un po' di felicità!"
Bobby quasì urlò per l'esasperazione afferrando affettuosamente fra le sue la mano di Dean che rimase in totale silenzio, mentre la consapevolezza si impadroniva del suo cuore.
Sorrise malinconicamente ricambiando la stretta sulle dita dell'uomo.
"Anche io ho paura, Bobby..."
"Lo so, ragazzo..."

Con dolcezza, Bobby prese la nuca del biondo e se lo tirò vicino appoggiandosi la sua testa sulla spalla e accarezzandola con premura.
Il campanello trillò dopo qualche secondo rompendo quel tenero momento che però non svanì del tutto; Dean sollevò il capo facendo un delicato cenno di ringraziamento al quale Bobby rispose immediatamente.
"Dev'essere la ragazza per il contratto di Sky."
Disse mentre si alzava per andare ad aprire la porta, ma Dean lo fermò alzandosi prima di lui e facendogli segno di rimanere comodo.
"Lascia... ci penso io."
Esclamò slacciandosi un bottone della camicia sul collo e dirigendosi all'ingresso, voltando la testa e gettando un malizioso occhiolino verso Bobby, mentre con cura si sistemava i pentaloni sul sedere. 
"Vuoi vedere film gratis, Bobby?"


Castiel era seduto sui gradini fuori di casa con lo sguardo perso verso la strada illuminata dalle fioche luci della sera quando Dean aprì la porta infilando la testa per guardare all'esterno.
"Ah! Allora era qui! Non la trovavamo da nessuna parte! Venga dentro, stiamo per guardare un film su Sky gratis."
Disse con voce allegra e squillante facendo segno da Castiel di entrare con lui.
"Ma... Sky non è gratis..."
Rispose il miliardario aggrottando la fronte.
"Da oggi sì."
Bisbigliò Dean con un'espressione soddisfatta sul viso mentre usciva completamente di casa risciudendo la porta e andava a sedersi sui gradini accanto a Castiel.
"Senta, ho ripensato a quello che ci è accaduto e... la capisco."
Il biondo cambiò completamente argomento, riportando alla luce la -Cosa- che era successa loro a casa di Bobby.
"Sul serio?"
"Si, lei è emozionalmente... una patata."
"Che?!"

Castiel voltò la testa sorpreso e confuso da quell'affermazione, trovando Dean fermo a guardarlo in viso con un divertito sorriso sul viso.
"Cresce al buio, nascosta, non vuole farsi vedere e non si sa mai quello che pensa. Una patata."
"A parte che le patate non pensano! E poi non è vero. Io sono un libro aperto!"

A quelle parole fu il biondo a sollevare le sopracciglia incredulo.
"Oh, davvero...?"
Domandò conoscendo bene la risposta.
Si guardarono negli occhi per un lungo momento come se si stessero sfidando. Nessuno dei due voleva cedere, ma sapevano bene entrambi chi stava dalla parte della ragione questa volta.
"No, ha ragione. Io ho ritrattato perchè... perchè..."
Castiel distolse lo sguardo, abbassandolo al suolo, spaventato da quello che le sue parole avrebbero potuto causare. Potevano essere fraintese, potevano ferire una persona cara ed era l'ultima cosa che voleva.
Ma, ancora una volta, Dean fu in grado di sorprenderlo: poggiò una mano sopra la sua con delicatezza, spingendolo a risollevare lo sguardo e ad incontrare i suoi occhi verdi.
"Perchè ha paura. Come me."
Lui lo capiva. L'aveva sempre fatto e non c'era motivo di continuare a nascondere le sue paure a un uomo che lo capiva in un modo che nessuno era mai riuscito a fare.
"Se fra noi non dovesse funzionare resterei ferito troppo profondamente. Non so se potrei superarla. E poi pensi cosa succederebbe ai ragazzi?"
"Beh, sarebbe un po' dura all'inizio ma poi li lascerei venire a trovarla ogni domenica!"

Replicò Dean con una buffa espressione in viso che scatenò il Castiel l'incontenibile desiderio di sorridere.
"Venga qui..."
Senza permettergli di replicare, il biondo tirò il miliardario contro di se e lo strinse in un forte abbraccio al quale lui rispose con gioia.
"Scherzi a parte, è sicuro che sia tutto a posto? Che le sta bene tornare... come eravamo prima?"
Domandò Castiel stringendo leggermente la presa sul busto di Dean.
"Se dovesse cambiare qualcosa vedremo. Per adesso ci siamo baciati e basta, non importa se dopo lei ha ritrattato."
A quelle parole, la porta della casa si aprì con un tonfo violento, facendoli voltare di scatto e finire guacia contro guancia rivolti all'ingresso, mentre il viso infuriato di Sam fasceva capolino.
"ECCO COS'ERA! L'HA BACIATO E POI HA RITRATTATO! IO LA UCCIDO!!!"
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