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Autore: Fuca    13/10/2014    3 recensioni
"Eevee~" sentii poi, prendendomi uno spavento e inciampando dunque su una pietra con la faccia per terra.
"Vee?~"
Mi girai dietro di me, capendo che il pokemon mi aveva seguita fino a quel momento, forse perché mi era riconoscente di averlo soccorso.
Mi rimisi in piedi, per poi accovacciarmi e accarezzarlo: era davvero tenero, e mi dispiaceva dovermene separare, ma i miei non mi avrebbero mai permesso di tenere un pokemon in casa.
Poi, un'illuminazione: "Forse è proprio grazie a questo piccoletto che lascerò Biancavilla".
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Capitolo 5
Meduza

 

Lungo la strada spiegammo ad ogni pigliamosche che voleva sfidarci del perché fossimo costrette a non farlo, e per questo loro cercavano di far uscire i loro pokémon per controllare che le nostre parole fossero veritiere.
Non ce l'avrei fatta a spiegare ancora una volta le stesse cose ed anche Lara sembrò pensarla allo stesso modo, infatti cercammo di non farci notare da nessun altro allenatore fino al nostro arrivo al Bosco Smeraldo.
C'era buio, decisamente, perché la luce del giorno si perdeva dentro le chiome verdi e rigogliose degli alberi che circondavano la zona, e questo mi faceva davvero paura. Ogni nostro passo su quel prato così poco curato svegliava rumori che, nella mia immaginazione, si rivestivano di ombre e terrore.
Era sempre stato uno scenario da me odiato: tanti alberi e tanta oscurità. Nessuna via di scampo in un labirinto tanto grande.
Dispersivo lo era per davvero, effettivamente: proprio per questo io e Lara ci ritrovammo nello stesso punto da cui avevamo iniziato.
“Siamo già stati qui!” disse la mia amica, leggermente preoccupata. Sì, preoccupata, ma mai quanto me. Difatti, in preda al panico più totale, mi forzai a trattenere un pianto dettato dal terrore.
Praticamente shockata, rimasi ferma al mio posto, come per attendere qualche miracolo. Non volevo perdermi, non lì, non con il buio più totale.
Poco dopo, Lara mi mise una mano sulla spalla e mi guardò comprensiva. Mi conosceva benissimo, quindi sapeva anche della mia paura: i posti bui e sconosciuti.
Poi sentii un altro tocco, più viscido, più deciso, che mi stringeva forte una gamba. Guardai in basso e notai una strana liana bluastra che spuntava da dietro un tronco vicinissimo a noi.
Ancora più spaventata, non riuscii più a trattenermi dal piangere. Ora a ricoprirmi c'erano più di cinque liane e in quelli che mi sembrarono pochi attimi queste mi trascinarono indietro, sino a finire dietro l'albero da cui provenivano.
Notai che in realtà si trattava di un pokémon: una Tangela che, probabilmente, stava solo provando a difendersi da ciò che aveva percepito come una minaccia.
Mi asciugai le lacrime sollevata e rimasi seduta per terra, in silenzio, ad osservarla.
Sembrava intenzionata ad attaccarmi, ma notando il mio comportamento si era frenata.
“Avevo più paura di te” dissi solo, ridacchiando, mentre quella mi liberava dalla sua presa.
“Tu conosci questo posto, no? Se ti va, potresti aiutarci a...”
Non finii di dire la mia frase che quella fu di nuovo pronta ad attaccarmi: che avessi detto qualcosa di sbagliato? Probabilmente si era fatto molto schivo per via dei tanti pokémon che erano arrivati lì. Era solo perplessa e confusa, magari.
Lara mi raggiunse preoccupata e voleva aiutarmi, ma io le avevo detto che andava tutto bene. Se avessi catturato quel selvatico ci avrebbe guidato verso l'uscita, e questo per me significava avere meno paura.
Feci uscire Denki dalla sfera, e per fortuna non si sentì più attratto da nulla. Forse perché il punto di attrazione era proprio il Bosco Smeraldo.
Il Tangela, per prima cosa, utilizzò Radicamento. Quella mossa l'avevo sempre trovata stupenda, anche se comunque meno di Parassiseme. In ogni caso, iniziai a pensare che potesse darmi del filo da torcere.
Il mio Eevee, essendo limitato per via di quella mossa che lo teneva attaccato al terreno, non riusciva a colpire con abbastanza potenza.
Non sapevo bene cosa fare: anche se gli avessi fatto usare Ruggito, presto si sarebbe trovato nei guai!
“Denki, usa... l'altro attacco!” dissi leggermente confusa, riferendomi alla mossa uovo che sostituiva Colpocoda.
Il pokémon sembrò capirmi e agì in fretta usando Sbadiglio. Questo fu un gran colpo di fortuna, perché contro il Tangela poteva esserci molto utile. Infatti, subito dopo aver frustato l'Eevee con una delle sue liane, si addormentò.
Mi bastò che usasse due volte Azione per essere certa che fosse arrivato il momento di lanciare una sfera.
Avevo catturato il pokémon liana, quindi sarebbe stata anche lei una mia amica!
“Esci fuori, Meduza
*!” la chiamai con fierezza, mentre Lara mi applaudiva tutta sorridente.
Usai alcuni dei rimedi acquistati a Smeraldopoli sia per lei che per Denki, quindi fummo pronti per ripartire.
Meduza adesso sembrò volere aiutare ed era diventata davvero amichevole: non appena si svegliò, difatti, aveva iniziato ad abbracciarmi con le sue liane blu. Già, mi abbracciava, anche se io per un attimo avevo pensato che stesse cercando di attaccarmi ancora.
A questa causa mi misi a strillare e mi fermai solo dopo aver notato il suo sguardo triste, intuendo che in realtà si trattava di una morsa affettuosa.
Mi scusai con il mio nuovo pokémon e feci rientrare Denki, dunque iniziammo a camminare sotto la guida della Tangela.
Eravamo quasi giunte alla fine del Bosco, quando notammo un allenatore lottare contro una moltitudine di selvatici, compresi quelli del Percorso 1.
Lara decise di dargli una mano e per questo si avvicinò di fretta, mentre io la seguivo. Tuttavia, non appena accorciai la distanza abbastanza da poter riconoscere la figura dell'allenatore, mi fermai.
Capelli a punta e un po' corti, castani e leggermente spettinati, occhi scuri e leggermente a mandorla ed una bandana rossa attorno al collo. Si trattava dello stesso ragazzo che aveva attaccato il mio Eevee.
Avvertii anche Lara, la quale strabuzzò gli occhi allibita. Questo però non la fermò, infatti continuò a camminare ancora nella sua direzione.
“Sei stato tu ad attaccare questi pokemon? Ti credi tanto potente, vero?” chiesi in maniera un po' brusca, e quello notandomi prese a ridacchiare.
“Ti sbagli, sono stati loro ad attaccare me” disse, mentre una folla di Rattata si gettava contro il suo Feraligatr.
Io strinsi le braccia e lo guardai con fare scocciato, mentre Lara stava per lanciare la pokéball di Charmander per aiutarlo. Ma giusto qualche momento prima che ci riuscisse, il pokémon acquatico utilizzò Surf, riuscendo non solo a sconfiggere ogni selvatico lì intorno, ma anche ad inzuppare me e la mia amica da capo a piedi.
Lui sorrise beffardo, osservando in particolar modo la mia amica perché aveva una maglietta bianca. Lei, capendolo, rimase quasi paralizzata per la vergogna.
Mi stava davvero facendo arrabbiare: ero convinta che fosse stato lui ad attaccare quei selvatici, e in più adesso si era fermato a guardare Lara compiaciuto.
Purtroppo per lui, non riuscii a trattenermi dal dargli uno schiaffo. Doveva ringraziare che non lo avessi pestato gravemente!
Però, grazie a dei riflessi più che pronti, mi afferrò il braccio prima che potessi colpirlo.
Rimase in silenzio, spostando lo sguardo fino a farlo incrociare col mio. I suoi occhi erano truci ed indifferenti, come se niente potesse scalfirlo lievemente, ed ora mi stavano penetrando dentro l'anima mettendomi inquietudine.
Iniziai ad agitare l'arto nel tentativo di liberarlo, ma senza nessun risultato. Meduza, che era stata lì sin dall'inizio, lo frustò sulla gamba con quanta forza bastava per fargli lasciare la presa.
Ci allontanammo di qualche passo mentre lui faceva ritornare nella sfera il Feraligatr, poi parlò. “Credo che ci rivedremo presto”. Disse solamente, prendendo da terra una teca con uno uovo dallo strano e irregolare motivo blu sopra uno sfondo nero.
Ci guardò ancora per un istante, abbozzando un lieve e forzato sorriso, per poi allontanarsi dal luogo.
Lui sosteneva che ci saremmo rincontrati, ma io sperai di tutto cuore che si stesse sbagliando. Non avrei potuto sopportare un simile elemento un minuto di più!


Meduza*: Inizialmente si pensava di dare questo nome all'attuale Tangela per via della somiglianza con Medusa in mitologia. E io ho semplicemente fregato l'idea c:

  
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