Film > Il Corvo
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Autore: S_a_r_a    13/10/2014    1 recensioni
Una notte qualunque, in una città qualunque, su una strada qualunque il buio si estende come una macchia d'olio. Solo una luce brilla nell'oscurità: un sorriso a 32 denti. Eterno. Immutabile. È il sorriso della morte.
La leggenda narra che quando una persona muore, un corvo trasporta la sua anima nell'aldilà. Però, se le circostanze della morte sono brutali e l'anima non ha pace, a volte capita che il corvo la riporti indietro a regolare i conti.
Al diavolo le leggende, il corvo è obsoleto. Questa partita se la gioca il quokka, il marsupiale più feroce e coccoloso che ci sia. Insieme a una versione quasi femminile di Eric Draven, molto più bionda e logorroica.
Una rivisitazione un po' particolare – forse molto particolare - del film ispirato all'opera di James O'Barr.
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: Gender Bender
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Incontri ravvicinati del tipo quokka




 

Il sergente Fitzroy si voltò, aveva sentito delle voci e qualcosa aveva urtato la sua gamba, procurandogli un grande spavento. Appena vide che si trattava di un animale insolito per trovarsi in città si chinò a studiarlo. Era paffutello e la luce di un lampione gli illuminava bene gli occhietti dall'aria furba. Norman non si mosse, aveva l'impressione di aver combinato un guaio. Si era fatto prendere eccessivamente dal successo dell'impresa; tutto stava andando liscio e proprio ora incappavano in uno sconosciuto. Cercò di mantenere la calma e si lasciò osservare dall'individuo. Questi all'improvviso gli strizzò le guance e lo accarezzò emettendo gridolini da donnetta: "Ma ciao bel cucciolino, ti sei perso? Guardati come sei carino! Quasi quasi ti porto a far una perlustrazione con me!", e non la finiva più. Norman cominciò a sentirsi in imbarazzo, tutta quella manfrina su quanto fosse coccoloso era insopportabile, ci era ormai avvezzo alla riserva, ma sempre tortura era. E ora non sapeva come togliersi d'impaccio.

Nel frattempo Regina, che stranamente il sergente non aveva notato, tutto concentrato sul curioso marsupiale, si avvicinò e prese in braccio Norman: "Mi scusi signore, Norman è un giocherellone, si diverte a scorrazzare qua e là" e mantenne il suo miglior sorriso come le era stato chiesto. Allora il sergente la fissò per un lungo minuto, un po' indeciso su se pensarla più come una che voleva anticipare Halloween per far la diversa oppure una passeggiatrice della notte dal pessimo gusto estetico.

"Ahhh quindi ha un nome la simpatica creatura! Stia attenta a non perderlo d'occhio, succedono cose strane questa notte," e la squadrò con sguardo arcigno, "posso farle qualche domanda? Sono il sergente Roy Fitzroy, dipartimento di polizia di Detroit, ha sentito anche lei strani rumori provenire da laggiù?"

Il tizio si aspettava una risposta e Regina restò imbambolata lì senza emettere alcun suono. Perché non reagiva? Norman iniziò a sudare freddo. Non poteva dire nulla per non dare nell'occhio! Ma era un quokka pieno di risorse, si sa. Aveva la testa appoggiata alla spalla di Regina e dava le spalle allo sconosciuto. Vedendo l'orecchio a portata di muso decise di dirigere il gioco e le venne in aiuto bisbigliando “ripeti esattamente tutto quello che ti dirò, niente panico!”

“Tutto bene signorina?” Il sergente alzò un sopracciglio e si chiese se quella ragazza non fosse assolutamente strafatta con quel sorriso scemo, forse non aveva capito la domanda.

“QUESTA È LA NOTTE DELLA VENDETTA!" Esordì Regina, con voce più stridula che solenne e un pizzico di enfasi, "TUTTO CIO CHE ACCADE STANOTTE È IL DISEGNO DIVINO DELLA GIUSTIZIA! IO SONO L'ANGELO DELLA MORTE E SONO VENUTA A PURGARE LA CITTÀ!".

Roy Fitzroy strinse le labbra e non le staccò gli occhi di dosso. Non mosse un muscolo. Dopo aver provato pietà per il genere umano si limitò a dire "Senta, forse è meglio che lei vada a casa, la accompagno io, parleremo quando si sarà ripresa..."

PROOOT.

Merda. Questa era una di quelle scoregge belle toste. Il sergente era passato alla fase più temuta: la perdita del controllo sfinterico; la maledizione imperversava ancora più subdola, dopo l'ultima ora di calma piatta. Abbassò lo sguardo, poi controllò la reazione della giovane.

“Accidenti signore, che tanfo terribile, lei deve alimentarsi meglio! Lasci che le dia qualche consiglio, un mio amico aveva lo stesso problema, sa...”

“Non ho bisogno di alcun consiglio, la ringrazio”, il sergente cercò di mostrare tutto il contegno di cui era capace, “adesso andiamo per favore.”

“Ma io non abito più qui. Ora ho residenza in paradiso. No, questo forse non dovevo dirlo..”

“Come si chiama? Che tipo di sostanze ha assunto questa sera? Era da sola anche prima che la incontrassi?”. Roy provò a testare i suoi riflessi. Doveva essersi sfasciata.

“Mi chiamo Regina, ma che cosa sta insinuando? Io sono una brava ragazza, ci mancherebbe altro! Ho solo un po' di cose da fare, e dovrei sbrigarmi, devo tornare al più presto nell'aldi..cioè, volevo dire nel posto dove devo andare, che è molto lontano.”

Datti un freno Regina, potrebbe crearci dei problemi questo qui, Norman si disperava.

“Senti Regina, non posso lasciarti andare, c'è stato un omicidio meno di mezzora fa e sei la prima persona che incontro. Lucida o no, ho bisogno di informazioni”

“Ma io non sono un'assassina, sono una persona pacifica e molto per bene sa! Sappia che è molto maleducato mettere in dubbio la mia integrità!”

“Senti cocco, senza offesa, ma ci stai mettendo i bastoni tra le ruote! Ci penso io Regina!”. Norman prese di petto la situazione, confidando nella buona sorte.

“MA TU PARLI!” Gridò il sergente facendo un passo indietro stupefatto.

“Sì, e quindi? Non è mica tutta sta gran cosa, stai calmino”, replicò Norman con fare quasi annoiato.

“Cavolo, non devo più bere porto in vita mia prima del servizio!” Fu l'unica cosa che riuscì a dire, più a sé che all'inaspettato interlocutore. Cavolo, il suo intestino era di nuovo in moto! Non sapeva se sentirsi più a disagio per quello o per il fatto di conversare con un animale. Da piccolo l'aveva sempre sognato, ma la maturità lo aveva portato ad accantonare le speranze..e invece aveva sempre avuto ragione!

“Guarda, noi qui s'ha un po' da fare. Questa che vedi è una poveretta che s'è soffocata un anno fa da sola, pace all'anima sua, e non è stata l'unica vittima. Dobbiamo fare piazza pulita di un po' di gentaglia che anziché dare una mano se ne stava in panciolle e sbronzissima a ridersela di gusto. Queste cose non si fanno. Sai come funziona no, occhio per occhio, da cosa nasce cosa, chi la fa tira lo sciacquone, e via dicendo. Ecco, per farla breve noi andiamo a tirare lo sciacquone, questa città è più marcia del bagno quando zia Betty ha fatto le sue cose di bisogno dopo i pranzi in famiglia. E soprattutto è il pane che porterà all'estinzione mondiale!

Spero di esser stato chiaro, non c'è tempo di farti un disegnino.”

“Cristallino..niente più vino, assolutamente no!” Fitzroy era un misto di incredulità e imbarazzo inscindibili. Eppure non gli era mai presa una sbronza di quel genere in vita sua, né aveva mai sentito le voci, per un solo bicchiere! Non stava sognando, era proprio vero!

“Comunque ho sentito che ne hai sganciata un'altra, meglio se ti liberi al più presto, a giudicare dall'odore.”

Oh cavolo! Pensò subito Fitzroy, sperava di averla fatta franca con una performance silenziosa. E se Norman aveva quella parlantina, figurarsi che fiuto.

“Meglio se sloggiamo da qui, con permesso amico”, Norman estrasse dal marsupio il suo magico libro, “Mmmm dov'era il teletrasporto, mi sembrava ci fosse un modo..ah eccolo! HALA KAZAM, SHALALALÀ”, e sparì con Regina in una nuvoletta rosa.

Fitzroy rimase un po' lì. Certo che quella palla di pelo era curiosa. Tutta la serata era oltremodo curiosa.

Si guardò intorno velocemente e diede sfogo al turbine ventoso che tratteneva da un po'. Si godette il sollievo per un minuto, poi si avviò alla centrale, deciso a rispolverare gli archivi alla ricerca di Regina. Se credeva di aver sentito quell'animale parlare davvero, tanto valeva credere anche alle sue parole.






Quanto tempo è passato, veramente troppo. Inutile chiedere perdono, ormai non lo merito u__u mi limito a lasciare qui un altro capitolo della storia, che come vedete è giunta a un punto cruciale. Un saluto a tutti, peace and love

 

  
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