Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: martyvax    14/10/2014    6 recensioni
Se Sesshomaru avesse provato dei sentimenti per una demone straniera e per troppo orgoglio l'avesse ferita e allontanata il giorno in cui è nato Inuyasha?
Lei si batterà per proteggere il piccolo ancora in fasce fino a creare con lui un forte legame, crescendolo.
Richiamata dal suo clan sarà costretta a lasciarlo da solo, ormai adulto.
Nel momento del ritorno in Giappone riuscirà Sesshomaru a riconquistare la sua fiducia e farla innamorare di sé?
Cap 3:
«Tutto ciò che vuoi, ma non morire!» Si guardava freneticamente attorno, con le lacrime che le rigavano ampiamente il viso. Aveva perso l'uomo più vicino a un padre che avesse mai avuto e ora anche lei, Izayoi, la sua unica amica.[...]
«Proteggi il mio bambino, sì forte. Dovete... vivere!»
Cap. 32:
«Mi pare evidente. Quei due testoni sono fatti per stare insieme, hanno già praticamente una figlia insieme. Per non parlare del fatto che nessuno desidera una Principessa dell’Ovest diversa da Kuria. Con il pessimo gusto che ha chissà che scelte potrebbe fare quella lastra di ghiaccio.»
Eventi dalla 4° stagione in poi, buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Signora Madre | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Le spose rapite del maiale demoniaco!

Dal ritorno di Kuria la compagnia non s'era ancora mossa. Kagome non percepiva frammenti della sfera e perfino Inuyasha aveva riconosciuto ai suoi compagni umani il bisogno di riposo. La sorella era convinta che quella concessione fosse causata dalla presunta perdita della sacerdotessa Kikyo.

Le giornate trascorrevano in una monotonia ciclica. Inuyasha faceva arrabbiare Kagome, la quale lo spediva al suolo. Shippo mostrava le sue tecniche di volpe a Kuria e infine la futura certa coppia, Miroku e Sango, si cimentava in lunghe litigate. Forse è più saggio specificare: Miroku faceva il cascamorto con ogni donna del villaggio e di conseguenza la sterminatrice, presa da un’insana rabbia, lo riempiva di schiaffi.

Con lo scorrere dei giorni a Kuria erano tornate le forze, con l’aggiunta di una certa strana allegria. Per il momento la libertà stava mettendo a tacere il dolore amoroso. Si sentiva quasi galvanizzata dalla possibilità di fare tutto ciò che voleva senza dover scappare e nascondersi, non era obbligata a rendere conto delle sue azioni a nessuno!

Quindi il gruppo l’aveva osservata buttarsi senza troppi ripensamenti in lunghe ore con il più piccolo di loro, usando i più svariati giochi affinché Shippo sviluppasse al meglio fiuto e udito. Ogni tanto aveva trascinato in quegli addestramenti Inuyasha, troppo rispettoso di quella figura femminile per dirle di no, e succedeva molto spesso che, alla fine, il più divertito fra tutti e tre fosse proprio il mezzo demone.

«Ah, ho vinto di nuovo io!» esclamò trovando con il suo olfatto sviluppato Kuria nascosta per bene nel folto della foresta. L’europea si limitò a far roteare gli occhi, a volte si comportava proprio come un bambino, con la pecca che ormai era quasi un uomo fatto e finito.

“Deve essere un difetto di famiglia. Io che credevo fosse un carattere della madre di Sesshomaru! Inu no Taisho allora il problema eri tu e non le madri, di sicuro questo atteggiamento non l’ha preso da Izayoi.” Pensò critica, intristendosi al ricordo dell’amica.

«Questa volta però c’ero quasi!» disse sconsolato il volpino, grattandosi la testa rossiccia.

«Non darti troppa pena Shippo, la prossima volta andrà meglio. Sei già migliorato tantissimo.» si complimentò la guerriera, incamminandosi verso il villaggio.

Gli abitanti del luogo avevano ben accettato la sua presenza demoniaca, ormai più nulla doveva sorprenderli tra gente del futuro, mezzi demoni e demoni. Aggiungendo un monaco maniaco e una conseguente sterminatrice di demoni furiosa. Kuria passava il tempo altalenandosi fra diversi sentimenti come l’allegria e la più nera depressione, capitava anche molto spesso che semplicemente tutto le scivolasse addosso non provocandole alcun effetto o reazione.

Riuscire ad accettare silenziosamente la sua condizione di debolezza era stato difficile, ma infine s’era consolata dicendosi che nell’arco di una vita lunga come la sua si doveva continuare a imparare, quindi non sentiva più un peso occluderle la gola com’era avvenuto in solitudine con Sesshomaru. Nulla di cui vergognarsi o da tenere nascosto, certo non avrebbe permesso a Inuyasha di vederla piegata dalla tristezza.

Kagome era una giovane d’oro e le narrava sempre del futuro, questione che affascinava la mora non poco! Con Sango condivideva l’arte della guerra e si erano anche sfidate un paio di volte, tuttavia la differenza di potere era evidente.

«Noi sterminatori non siamo nati per fermare demoni in forma umanoide, ma quelli più animaleschi.» le aveva spiegato un giorno, nonostante ciò bisognava riconoscerle una grande tenacia e una solida tecnica di combattimento.

Piuttosto lei era davvero pronta per riprendere ordini da un maestro, o meglio maestra, al di fuori per giunta del suo clan?

“Non sarebbe certemente uno svago. Q– si diceva ogni tanto. – quegli insegnamenti potrebbero segnare la vittoria o la sconfitta di Naraku e quindi implicitamente la salvezza dei miei compagni, Inuyasha e Rin. Di certo farei meglio a ingoiare l’orgoglio e chiedere aiuto.” 

Eppure l'occasione per parlarne non si era ancora presentata. Sesshomaru non veniva nominato davanti a lei nemmeno per sbaglio, anche Inuyasha, di solito così ruvido, sembrava farci una particolare attenzione. Non le dispiaceva tutto quell'affetto da parte dei compagni di viaggio, anzi rimarcava ancora una volta le loro buone intenzioni, ma se c'era una cosa che non avevano compreso di Kuria era che poteva benissimo ascoltare discorsi interi sul suo ex compagno senza sentire lo stesso dolore.

Come donna mai si era sentita all'altezza per stargli affianco, per il semplice fatto che lui pretendeva una giovane raffinata, un soprammobile da casa, che fosse fertile e gli partorisse un erede. Lei voglia di partorire per dovere non ce l'aveva e inoltre era una guerriera!

Sospettava da sempre che quel fidanzamento non avrebbe retto. Se fosse stato nelle intenzioni reali del Generale farli sposare allora in quel momento si sarebbe ritrovata piena di marmocchi da un matrimonio infelice. Solo per pochi secondi la sfiorò l'idea di come si facevano dei bambini e arrossì così tanto che Inuyasha le domandò se si fosse sentita improvvisamente male.

"Benissimo, ho solo pensato a come dev'essere un rapporto intimo con tuo fratello. Non te lo dico perché rimarresti sconvolto e mi rinchiuderesti in una casa a tempo indeterminato."

Scosse la testa.

«Nulla di cui preoccuparsi. Torniamo?» Shippo la gratificò con un sonoro urlò di felicità e corse verso il villaggio.

«Dì un po' - cominciò Inuyasha con voce sospettosa - non è che stavi pensando a Sesshomaru?»

Se c'era una cosa che non gli andava giù era tutto quell'amore per il ghiacciolo ambulante. Una vera seccatura. Perché la sua sorellina si meritava di meglio, ci sarebbe voluto un demone dal carattere simile a quello di suo padre, quel padre di cui lei e Izayoi avevano tanto parlato. Sì insomma uno forte, ma non prepotente, che le stesse al fianco senza prevaricarla. Se non fosse stato perché non era nel suo carattere e perché erano in tempo di guerra gliel'avrebbe cercato lui quello giusto! Come facevano da sempre i fratelli, si ritrovò a pensare orgogliosamente.

“Sì, ma dove lo trovo uno come mio padre? Inoltre Kuria è adulta e mica una donnetta qualsiasi. Sarebbe bello comunque!” Il fatto che in realtà non avessero nulla in comune di sangue non lo scalfiva nemmeno in quei ragionamenti. Giustamente Inuyasha sentiva un legame di fratellanza maggiore con Kuria che con Sesshomaru.

Ovviamente non fece parola di ciò che pensava con sua sorella, che nel frattempo non gli aveva risposto, ma si era avviata verso la casa della somma Kaede.

«Muoviti Inuyasha o ti lascio lì!» Gridò osservandolo con la coda dell'occhio.

Giunti sul posto trovarono tutti ad aspettarli più un giovane uomo di nome Kisuke che spiegò loro di una brutta situazione con un demone rinato al seguito del crollo del monte Hakurei.

“Che demone insolente! Rapire fanciulle umane, antipatico presuntuoso gliela dò io una bella lezione. Ho proprio bisogno di sfogarmi.” pensò Kuria facendo scrocchiare le ossa delle mani.

Si alzò per prima, seguita stranamente da Inuyasha. Stava diventando particolarmente gentile nell'aiutare umani indifesi, non che quel cambiamento le dispiacesse, anzi!

«Per fortuna. Sarebbe stato un peccato racchiudere così tante belle ragazze in una grotta.» Quelle poche parole scatenarono l'istinto maniaco del bonzo.

Finì che a salvare quelle giovani donne ci andarono tutti. Ovviamente il monaco fece la sua tipica proposta e Sango lo picchiò con Hiraikotsu.

“Ben ti sta!” Kuria era sempre un po’ disgustata da quel comportamento. Se Sesshomaru avesse mai tenuto un atteggiamento simile in sua presenza sarebbe esplosa della gelosia nel giro di qualche minuto. Ammetteva però che le sarebbe molto piaciuto un gesto galante o un corteggiamento da parte sua, mai si era sentita desiderata o voluta.

L'idea di Inuyasha fu quella di mandare Kagome come esca. Kuria non ne fu affatto contenta, solo in seguito gli disse che secondo lei era una pessima idea e che a volte si dimostrava davvero scemo. Sarebbe stato meglio se fosse intervenuta prima, mentre la ragazza si lanciava in avanscoperta, ma stava perdendo di giorno in giorno il suo cipiglio da comandante.

“Ecco come temevo ha preso di mira Kagome. Scemo Inuyasha e stupida me.”

La discussione che ne seguì poteva venir definita comica oppure deprimente, dipendeva delle inclinazioni filosofiche. Il demone non era altro che un maiale inselvatichito, maniaco precisiamo, a cui piaceva farsi chiamare cinghiale perché aveva un po’ troppo pelo e due zanne.

Quando la corona, o diadema, calò sulla testa di Inuyasha Kuria fu pronta al finimondo, come vederlo sparire all’improvviso o altre sciocchezze. Si ritrovò spiazzata dalle parole d’amore del fratellino verso il rapitore.

«Questa poi!» Kuria gli sbarrò la strada.

«Quella corona è sospetta! – gridò il monaco – aiutatemi a togliergliela.»

Nel mentre che loro sperimentavano i poteri dell’oggetto dorato il maiale, scusate cinghiale, li osservava domandandosi se erano realmente così stupidi o quel comportamento era per ingannarlo, ma soprattutto ogni suo pensiero era puntato verso la sua nuova sposa.

Quando, per ripicca, la sterminatrice infilò sulla testa del bonzo il suo prezioso gioiello decise che era ora di mettere fine ai giochi e rapire la sua compagna. In quel modo la corona finì dritta sul capo di Kagome che, sotto incantesimo, si ritrovò perdutamente innamorata del demone.

Mentre il cinghiale combatteva contro Inuyasha, Kuria fu sul punto di strappare quel maledetto artefatto magico, avendo ammattito i due seguaci di Chokyukai, ma proprio mentre stava per toccarlo il demone maiale guardò nella loro direzione.

“Potente lo è di certo, si sente da lontano e se viaggia con questi qua sicuramente non è sposata. Magari è una bastarda di qualche demone maggiore che, per non infamarsi, non l’ha tenuta come figlia legittima. Uno strumento potente nelle mie mani.” Un’altra corona d’oro venne estratta dalla tasca del kimono, calando a tradimento sulla testa di Kuria.

La quale si accasciò, come se le avessero tagliato i fili, tra le braccia esili di Kagome.

«Sorellina! Kagome!» strillò Inuyasha, ma la distrazione gli sarebbe stata fatale se Sango non l’avesse protetto. Dal canto suo Kuria non capiva più nulla, era priva del libero arbitrio e stava combattendo contro una magia che tentava d’impossessarsi del suo corpo.

Non comprese nemmeno di essere trasportata nel castello di quello stupido demone, né che Kagome la stesse aiutando a salire in uno dei punti più alti.

Quando riprese conoscenza, solo a livello mentale, tentò di muovere gli arti e afferrare la spada. Tuttavia le sembrava di essere paralizzata, solo gli occhi e il collo rispondevano agli impulsi del cervello. Comprese di non avere né Caliburn né Yoso con sé e di essere vestita come un’imperatrice, ciò la lasciò schifata e turbata contemporaneamente.

“Che diavolo succede? Soprattutto perché sono alla sinistra del maiale maniaco? Non riesco neppure a muovermi.”

«Mia squisita compagna versatemi del sakè.» ordinò Chokyukai e Kuria si stupì di aver pensato “Col diavolo!” e aver risposto contro sua voglia

«Certamente, mio signore.» Inorridì da sola, anzi se avesse potuto si sarebbe schiaffeggiata. Avrebbe voluto gettargliela in faccia la bevanda alcolica, ma il suo corpo tradì solo un leggero tremito, subito riportato all’ordine dalla magia della corona demoniaca.

«Oh mia cara siete in ansia per sta sera?» continuò il demone.

“Quale sera? Che diavolo va blaterando ‘sto scemo?” la sua mente si ribellava e il corpo rispondeva ai comandi dell’oggetto magico come se fosse stato un nuovo cervello.

«Vedrai sarà magnifico e non ti preoccupare per il parto. Infondo non sarai sola, dopo di te ti seguirà anche la tua compagna – annunciò mostrandogli Kagome, dall’altro lato del maiale/cinghiale - e tutte le altre.» a Kuria venne voglia di spalancare gli occhi per la sorpresa, alzarsi e infilzarlo con le sue lame, ma l’istinto principale fu di vomitare.

La reazione esteriore fu totalmente opposta abbassò il capo, si sentì arrossire e tenne le braccia il grembo.

«Posso? È permesso?» chiese una voce femminile, anche se l’odore non ingannò la giovane guerriera, si trattava di una delle trasformazioni del piccolo Shippo.

Con Chokyukai uscì anche Kagome, Kuria non seppe spiegarsi il motivo, improvvisamente tuttavia il suo corpo si alzò e prese a camminare verso l’uscita. Sentì l’aura di Yoso avvicinarsi e alzò involontariamente una mano afferrandola dal manico, sul suo tragitto trovò Caliburn, accantonata in un angolo.

“Troppo pesante per te quell’arma stupido maiale.” Fece per raccoglierla e sentì che anche quel comando eseguito dal suo corpo non era dettato da sé stessa ma dall’incantesimo. Caliburn, per la prima volta nella sua vita la respinse non riconoscendola come padrona. Era come tentare di sollevare una montagna per un umano. Sapeva che si trattava di una spada pesante e che lei era una dei pochi degna d’impugnarla, ma non credeva fosse talmente pesante! Dopo svariate sforzi il suo corpo si allontanò. Nel mentre Kuria combatteva una lotta inutile per liberarsi dalla presa magica di quel oggetto.

Fuori vide Inuyasha in una sfida contro il maiale demoniaco e Kagome, ancora ipnotizzata, a osservarli con le mani chiuse in segno di preghiera. Si domandò se pure la mente di quelle fanciulle fosse libera o imprigionata e soggiogata.

«Attaccalo.» disse Chokyukai comparendo al suo fianco.

“Ti sei ammattito? Non combatterò mai contro Inuyasha!” pensò, ma il suo corpo ubbidì e Yoso, anch’essa di malavoglia, si ritrovò a impattare contro la lama di Tessaiga.

Troppo sconvolto il mezzo demone non fece particolari resistenze ai suoi attacchi, Kuria lo stava battendo come se nulla fosse. Dimostrando quanto realmente potente e pericolosa fosse sua sorella.

«Ti prego Inuyasha, uccidimi!»

«Mai!»

Credeva solo di aver pensato quell’implorazione e invece poco a poco stava riprendendo il controllo sul suo corpo. Riuscì anche a spalancare gli occhi e per la sorpresa non si oppose all’arrivo dell’Hirahikostu che la colpì in pieno ventre, scagliandola diversi metri più in là. A causa dell’impatto il corpo si piegò in due e la corona le scivolò della testa.

«Perdonami Kuria! – esclamò Sango correndo al suo fianco – era necessario. Come stai? Ti ho fatto molto male?» La sterminatrice la sollevò per le spalle, controllando freneticamente che fosse tutta intera.

Kuria si mise a ridere finalmente libera.

«Meglio di adesso non sono mai stata! Credimi Sango e grazie.» L’altra sorrise sollevata. Nel frattempo, tra la confusione generale, Inuyasha aveva finalmente liberato Kagome che tentò d’imprigionare con un sigillo il demone. Sfortuna volle che quest’ultimo riuscisse a scappare.

Nel percorso per liberare le altre fanciulle imprigionate dall’incantesimo Kuria si fermò davanti a Caliburn. Respirò profondamente stringendo l’elsa fra le mani e, ricordando lo sforzo precedente, usò molta forza per sollevarla. Fu uno spreco di forze inutile perché la spada le risultò leggera e maneggevole e lei si sbilanciò all’indietro cadendo di sedere. Rimase pochi secondi incredula, poi sospirò di sollievo.

Il tempo di recuperare i suoi abiti da guerriera e attaccare al loro posto le due armi, verso notte s’incamminarono tutti per andare da Shinosuke e riportare le giovani donne dai loro genitori.

Tutto riprese come sempre, Miroku che faceva lo stupido in primis. Kuria restò particolarmente turbata dall’esperienza. Sesshomaru per quanto gelido, e a volte subdolo, non aveva mai provato a dominarla con simili trucchetti. O meglio, le ricordava costantemente che presto o tardi sarebbe divenuta sua moglie e con quello sarebbero giunti anche altri doveri, di una natura diversa, ma mai la faceva sentire minacciata. Si strinse leggermente nelle proprie spalle.

“Inoltre, che gusto ci sarebbe?” All’ex compagno piaceva avere tutto sotto controllo attraverso il suo status di demone e i suoi poteri, non perché sotto incantesimo.

Quella sera al villaggio Musashi Kagome e Kuria si ritrovarono insieme fuori dalla capanna di Kaede.

«Neanche tu riesci a dormire?» chiese Kagome sedendosi affianco alla sorella adottiva del suo amato.

«No, ho troppi pensieri per la testa e… posso chiederti un consiglio Kagome?»

«Non devi neppure chiederlo. Sono tua amica, puoi domandare sempre e comunque.» La giovane sacerdotessa le mise una mano sulla spalla come incoraggiamento. Sapeva che Kuria era forte ma sola, gliela si leggeva in volto quella verità.

«Grazie – le sorrise riconoscente, mandando giù un nodo alla gola per non commuoversi. – Se tu sapessi di essere troppo debole e avessi bisogno d’incrementare il tuo potere spirituale, perché non facendolo i tuoi cari saranno nei guai, tuttavia l’unico maestro che può aiutarti in quest’impresa si trova a molte ri di distanza dal luogo in cui combatti. Cosa faresti? Andresti?»

Kagome si limitò a annuire lentamente. Comprendendo che Kuria aveva bisogno di allontanarsi per diventare più forte e proteggerli.

«Sì, anche se così facendo rischio che vadano incontro a dei guai senza la mia presenza. Dovunque tu abbia bisogno di andare noi non ti fermeremo, se è utile a te per proteggerci e per proteggere altre persone. Non ti preoccupare Inuyasha riuscirà a non cacciarsi troppo nei guai, oppure mi basta dire a cuccia.»

«Kagome!» uno strillo del sottoscritto risuonò per tutto il paese. Kagome si mise una mano sulla guancia imbarazzata, mentre Kuria rideva e pensava al modo più indolore per riferire della sua partenza al fratello minore, non sapeva se l'avrebbe presa bene.

Da sempre le lasciava i suoi spazi per allenarsi, ma quella volta erano in guerra e Kuria non sapeva se allontanarsi era la scelta migliore da prendere.

“Forse se divento più forte anche Sesshomaru mi noterà. Se non posso essere vista come compagna di vita tanto vale farsi conoscere come compagna di guerra.”

Non sapeva cosa sarebbe successo in seguito alla sconfitta di Naraku, ma probabilmente Inuyasha e compagni si sarebbero ritirati nel villaggio Musashi facendone una terra in pace e protetta. Ormai era troppo legata a quella gente per tornare in maniera definitiva sui Pirenei, erano stati la sua casa per diverso tempo e a volte ne sentiva ancora la nostalgia, ma i suoi amici erano lì, Rin era lì… Sesshomaru.

Sperava solo reggere al dolore che le avrebbe arrecato lui il giorno in cui avesse trovato la sua vera legittima consorte.

“Speriamo vada tutto per il meglio.”


Angolo Autrice (originale):

Sì, lo so sono in un ritardo eclatante e grosso quando la catena dei monti Urali >< chiedo scusa.

La buona notizia è che sono già a metà del prossimo capitolo, felici? (Spero di si)

Allora nel prossimo capitolo ritornerà il nostro demone più amato/odiato di tutti i tempi... Sesshomaru! Chissà se riuscite a indovinare su quale puntata si baserà il prossimo capitolo.

Kuria non si è realmente indebolita e Inuyasha non ha neppure il suo livello d'esperienza nel combattimento, ma ella non conosce alcuni trucchi demoniaci, diciamo che deve fare un 'corso d'aggioramento per Guerrieriere' (?). Come la spada di Inuyasha s'evolve con il suo padrone e Sessho fa passetti in avanti nella sfera emotiva anche la nostra yasha deve evolversi (non stile Pokemon XD) e forse ritrovare se stessa.

Avvertenze: La presenza di Inu Taisho potrebbe tornare, tanto per far prendere infarti in qua e in là.

Martyvax

Angolo autrice revisione 2023: 

Molto bene. In questo episodio direi che si esprime bene una delle più grandi paure di Kuria, quella di essere usata. Penso sia normale anche che si senta molto in soggezione/inferiore/non degna di Sesshomaru, nonostante la sua enorme spavalderia. C'è anche un bel divario di età da considerare e che il nostro bel demone glaciale non è un campione nella comunicazione. La strada da percorrere per i due innamorati è solo all'inizio.

  
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