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Autore: Jeo 95    14/10/2014    1 recensioni
Una donna appare improvvisamente alle porte di Camelot, ma nessuno ne sembra sorpreso escluso il giovane Merlino. In seguito alla misteriosa comparsa i poteri del ragazzo sembrano sparire, e sembra che soltanto questa donna capace di incantare qualsiasi persona incroci il suo magnetico sguardo possa aiutarlo a porvi rimedio.
Perché a volte soltanto il legame con la persona a noi più cara è la fonte del nostro potere, tanto più e stretto il legame, tanto più il potere è forte.
Merlino sta per scoprire che a volte, magia e amore non sono poi due mondi distanti, scritti l'uno accanto all'altro nel grande libro del Destino.
***
Dal capitolo I:
Quando alzò il capo lasciò che i suoi cristallini occhi azzurri come il ghiaccio si puntassero in quelli color pece dell'animale e in un attimo tutto accadde, senza un gesto o una parola, bastò un semplice sguardo.
[...]...intimorito da quegli occhi che in un solo istante erano mutati in una calda tonalità color miele.
***
ArtùxFem!Merlin- GENDER BENDER!!!!
Grazie in anticipo a tutti!!
Bacioni e a presto,
Jeo 95 =3
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo | Contesto: Prima dell'inizio
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When Love and Magic are 
Written in the Same Way. 

 
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CAPITOLO V

 
Artù si guardava intorno ansioso come mai si era sentito prima di allora.
Seduto accanto a suo padre, nel suo principesco completo bianco dai ricami d’oro, non perdeva di vista l’ingresso neanche per un secondo.
Sperava davvero di vederla entrare da un momento all’altro, quella ragazza. Ad ogni ingresso sobbalzava e pregava fosse lei, restandone ogni volta deluso. Non era mai Mer.
Alla fine aveva perso le speranze. Ballava con Morgana ma sembrava non rendersene nemmeno conto, troppo deluso e amareggiato per divertirsi.
- Qualcosa non va Artù?- chiese allora la figliastra del re con tono preoccupato.
Il principe si riscosse. Fissò lo sguardo negli occhi della giovane, ancora visibili nonostante la maschera blu che li celava, e si sforzò di sorridere.
- Assolutamente nulla Morgana, va tutto meravigliosamente.- ma la sorellastra non gli credette.
- Non mentirmi Artù, so che qualcosa ti turba. Forse una donna?- sorrise melliflua la ragazza, come se avesse sempre saputo tutto. L’intuito femminile era qualcosa di spaventoso.
- Può darsi, ma al momento non è importante.- e le strinse ancor di più la vita, avvicinandola.
Così attraente nel suo vestito blu e nero, Morgana avrebbe fatto perdere la testa a qualsiasi uomo se la fosse trovata davanti. Eppure nella sua testa non vi era altri che Mer.
La giovane sembrò capire lo stato d’animo che quella sera tormentava il principe, e sorridendo decise di fare qualcosa per lui. Si staccò, lasciandolo interdetto per qualche istante.
- Aspetta qui, voglio farti un regalo. Consideralo un ringraziamento per lo splendido bracciale che mi hai donato.- e con quelle parole sparì, lasciando Artù solo in mezzo alla pista. Ma non vi rimase a lungo.
- Mio signore?- Si girò di scatto quando la tenue voce di Ginevra gli carezzò le orecchie, e per un attimo ne rimase abbagliato.
- Volevate vedermi?-
Non vestiva in abiti servili, bensì in un elegante veste regale color oro che doveva averle prestato Morgana, con maschera abbinata inclusa.
Vide da lontano l’ammiccante occhiolino che la sorella gli rivolse, e non poté trattenere un sorriso. Aveva indovinato in parte, ma se credeva che fosse Gwen la ragazza dei suoi tormenti, allora si sbagliava di grosso.
- Vuoi ballare, Ginevra?-
Non si tirò comunque indietro e, per un attimo, riuscì a scordarsi anche di Mer. Ginevra l’aveva colpito molto sin dal loro primo incontro, e non c’era stato giorno in cui non avesse desiderato poterle parlare, poter passare del tempo in sua compagnia. Era una ragazza straordinaria che in più di un’occasione l’aveva aiutato dando tutta se stessa e forse anche per questo aveva iniziato a provare un certo interesse per lei. 
Ma quando due occhi azzurri come l’acqua erano comparsi nella sua vita, ogni pensiero dolce e d’amore era stato rivolto a quella ragazza dai capelli corvini. A lei e nessun altra.
Perché nonostante fossero troppo pochi i giorni in cui conosceva Mer, già sentiva di essere legato a lei indissolubilmente, quasi tra loro vi fosse una sorta di legame magico.
E se di solito quel termine lo intimoriva, stavolta lo affascinava come non aveva mai fatto prima.
Le danze si fermarono d’improvviso quando il portone s’aprì, ed una giovane dama dall’abito scuro fece il suo ingresso. Tutto di lei esprimeva eleganza e bellezza, ma la maschera nera dai ricami in pizzo e perle preziose in ossidiana che le coprivano il viso fin alla bocca rendevano ardua l’impresa di scorgerla in viso.
A tutti però, parve di scorgere rara bellezza, oltre quel velo.
Artù quasi cadde per la sorpresa e la rinnovata speranza, ormai sicuro e rassegnato che mai quella ragazza sarebbe arrivata in tempo alla festa.
Ginevra sentì una fitta al cuore nel vedere l’espressione sorpresa e felice del principe quando quella dama aveva fatto il suo ingresso e forse spinta da un moto di gelosia tentò di trattenerlo a se, quando lui mosse i prima passi verso l’ultima arrivata.
- Non andate, ve ne prego.- se l’avesse fatto, lo avrebbe perso per sempre. Ma niente e nessuno l’avrebbero mai fermato.
- Perdonatemi Ginevra.- e liberandosi dalla stretta della serva se ne andò.
Morgana affiancò la ragazza e le cinse la spalla con il braccio per confortarla, non staccando però lo sguardo dal fratello e dalla nuova arrivata, che aveva un non so che di famigliare. Forse era per quello, che Artù sembrava così incantato da lei.
- Credevo non sareste più venuta.-
Quando sentì la voce di Artù così vicina, Merlin poté sentire il cuore rimbombarle in petto ad un ritmo fin troppo accelerato. Doveva calmarsi.
- Si… anche se non ne ero convinta.- e non mentiva.
Aveva passato ore nella foresta a parlare con Hilda, cercando di trovare l’approccio migliore per andare al ballo e confessare i suoi sentimenti ad Artù. 
O meglio, la strega bionda aveva passato ore a fantasticare su cosa potessero dirsi o fare aspettando il fatidico momento in cui si sarebbero baciati, mentre Merlin, o almeno la sua parte maschile, aveva passato quel tempo nel vano tentativo di far ragionare la donna, sostenendo che tra lui e Artù non ci sarebbe stato nessun bacio.
Era il suo padrone, suo amico, era innamorato di Gwen quanto lei lo era di lui e, cosa non meno importante, erano entrambi uomini. Di baciare quella testa di fagiolo non ne voleva proprio sapere.
Eppure anche da maschio non aveva potuto evitare di chiedersi come sarebbe potuto essere posare le labbra su quelle del giovane Pendragon, anche se l’idea era stata quasi subito rimpiazzata da una fastidiosa sensazione di disagio e nervosismo. Non doveva fare certe riflessioni.
Quando poi, convinto dalla strega bionda e dal fatto che ormai i suoi poteri stavano per tornare fuori controllo, era tornato nelle vesti di ragazza, quella fantasia si era ripresentata più e più volte, sempre più insistente. Alla fine non aveva potuto non desiderare che accadesse.
- Sono felice che alla fine siate venuta.- Artù le fece un delicato baciamano che fu capace di scaldarle il pallido volto. Un sorrisetto le increspò le labbra.
- Si, anche io sono felice.-
Ballarono per un tempo che ad entrambi parve infinito. La sala si era svuotata nell’esatto istante in cui la musica era iniziata, isolandoli completamente dal mondo; solo loro, stretti l’uno all’altro che con incredibile coordinazione fluttuavano a suon di musica. 
Entrambi riuscirono ad arrivare al cielo dopo pochi passi.
Nella sala gli sguardi erano ormai fissi su quei due, bellissimi e perfetti in quel ballo senza fine che perfino il re stesso ne rimase incantato.
Non sapeva chi fosse quella fanciulla, ma la vedeva bene come compagna al fianco di Artù. Forse per la prima volta si ritrovò ad approvare una scelta del figlio.
Ballarono ancora senza staccare lo sguardo l'uno dall'altra, incatenati a quella bellissima magia che li aveva fatti incontrare.
Quando la musica si fermò anche l'incanto si ruppe, sovrastato da un frastuono di applausi.
Si staccarono rossi d'imbarazzo, non sciogliendo però le mani intrecciate fra loro, mentre sorridevano e ringraziavano la moltitudine di persone che li avevano circondati per complimentarsi con loro per lo splendido ballo.
Le loro mani non si staccarono per un solo secondo.

 
***


Con qualche spinta, molta fatica e l'aiuto delle guardie, Mer e Artù riuscirono a lasciare l'affollata sala da ballo, per ritirarsi invece nel grande giardino reale.
Merlino l'aveva visto tante volte prima di allora, ma chissà perché, irradiato dai raggi di luna piena, quella sera sembrava ancora più bello.
- Allora Mer, vi state divertendo alla festa?- 
Realizzò solamente in quel momento di essere completamente solo, con Artù come unica compagnia e soprattutto nel corpo di una seducente diciannovenne follemente innamorata del sopraccitato principe. Poteva andare peggio? Ancora non sapeva quanto.
- Si... mi è piaciuto molto ballare con voi.- sorrise timidamente, e quasi stentò a riconoscersi.
Come poteva fare il timido davanti ad una testa di fagiolo come quella? Il corpo delle ragazze era assai complicato e strano, ma anche il modo gentile con cui il principe lo trattava, opposto a quello cui era abituato nel suo corpo maschile, non aiutava a rendere più semplice il tutto.
- Anche a me ha fatto piacere, credevo non sareste venuta alla fine, avevo perso le speranze.-
Mer non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi. E pensare che se fosse stato per lei, anche se la voglia di pensare lui era veramente tanta, non avrebbe mai partecipato.
- Non ero sicura fosse una buona idea... ma poi la... la mia tutrice mi ha detto che non c'era nulla di male, così sono venuta.- confessargli che era il suo servo e che una strega l'aveva trasformato in donna costringendolo poi a prendere parte al ballo non gli sembrò un'idea saggia, men che meno aggiungere il particolare che dovevano scambiarsi almeno un bacio per suggellare il loro legame avanzato. Al solo pensiero, Merlino sentiva di poter svenire da un momento all'altro.
- Dovrò ringraziare la vostra tutrice allora, non poteva farmi regalo migliore.- Mer rise.
- Ma non è il compleanno di Lady Morgana?-
- Be, sono il suo fratellastro. Un piccolo regalino lo merito anche io non credete?- e anche il principe rise.
Sorse spontanea una domanda alla ragazza, che sedendosi sulla panca in marmo fissò attenta il profilo del principe mentre questi osservava incantato la luna.
- Perché ci tenevate così tanto ad avermi qui? Mi conoscete appena...- più o meno, ma sarebbe stato complicato da spiegare.
Artù soppesò un attimo le parole per trovare quelle giuste con cui risponderle, ma alla fine decise che spiegarglielo semplicemente era la via più facile.
- Ti sembrerà strano, ma sento come se ti conoscessi da sempre.- le scappò quasi da ridere, perché in effetti era da più o meno un anno che non faceva altro che dargli ordini.- La prima volta che ti ho vista, un lungo brivido mi ha scosso. Non mi era mai capitato prima.-
Le era successa la stessa cosa. La parte sconvolgente era che non solamente quando era nel corpo femminile, ma anche nei suoi soliti abiti maschili, pensando agli occhi di Artù puntati su di lui si era sentito percorrere da brividi insoliti. Quell'incantesimo di trasformazione si stava rivelando più problematico del previsto.
- Mer volevo chiedervi, quanto pensavate di trattenervi a Camelot?- ed ecco la domanda che più temeva. 
Cosa poteva rispondere ora? Fino a quando non mi bacerete dopodiché tornerò ad essere il vostro semplice servo obbediente? 
Doveva cercare un compromesso alla svelta, e si rimproverò di non averlo fatto prima.
- Ecco veramente... penso di trattenermi molto poco, la mia... si la mia tutrice è una donna a cui piace viaggiare, per cui tra poco dovremo ripartire.-
Le si strinse il cuore nel pronunciare quelle parole, specialmente quando vide l'espressione abbattuta e delusa del principe.
- Capisco. E... non vi piacerebbe restare qui a Camelot... con me?- 
Il cuore di Merlino perse un battito. Passare il suo tempo con Artù, per quanto testa di fagiolo potesse essere, era la cosa che amava di più al mondo, quella a cui non avrebbe mai rinunciato neanche per tutto l'oro del mondo. Ma dopo quelle esperienze, sentiva che stargli accanto come un amico, senza poter stare assieme a lui come una vera coppia, non sarebbe stato per nulla facile.
L'essere stato trasformato in una donna aveva aperto una porta su sentimenti che non altrimenti non sarebbero mai venuti a galla. Il destino di Artù era quello di sposare Gwen e diventare re di Albion, questo lo sapeva, ma era anche certo che se fosse nato in vesti femminili, con ugualmente il compito di affiancare Artù nella sua missione, allora non sarebbe stato più così scontato che Ginevra diventasse regina.
Perché Mer e Artù si erano innamorati al primo sguardo, facendo della serva di Morgana una pallida e sfocata ombra di ciò che il principe aveva amato prima. Se il destino fosse stato loro favorevole probabilmente non l'avrebbe più lasciato, anche se avesse dovuto passare la vita come ragazza, ma purtroppo non poteva farlo.
- Non posso. Mi dispiace così tanto.- abbassò lo sguardo, ma la calda mano di Artù le risollevò il volto, sorridendole dolcemente.
A Merlino non era mai stato concesso di ricevere quello sguardo dagli occhi del principe, ma poterli ammirare puntati su di sé, puntati sul piccolo e pallido viso di Mer, lo fece ugualmente sentire felice. Era sempre lui, in abiti femminili ma pur sempre lui, e questo gli bastava.
- Non fa nulla. Conoscervi è stato per me il più grande onore e privilegio che potesse mai capitarmi.- le sorrise, asciugandole una lacrima salata che cadde senza che la ragazza potesse impedirlo.- Promettetemi solo che non mi dimenticherete, come io non farò con voi.- Mer annuì energicamente.
- Non potrei mai dimenticarvi, e anche se potrebbe non sembrarvi, io starò per sempre al vostro fianco.- ed era vero. Perché se anche il suo nome era Merlino e se anche era un uomo, avrebbe protetto Artù per sempre. Per sempre gli sarebbe stato accanto e avrebbe dato la vita per lui.
Lentamente i loro visi si avvicinarono, e fu questione di istanti perché le loro labbra si congiungessero in un lungo ed infinito bacio, dolce e salato, bellissimo e doloroso, che sapeva di gioia e amore quanto di tristezza e addio.
Si godettero quegli istanti infiniti ad occhi chiusi, beandosi uno della presenza dell'altro. Non avevano bisogno di nulla, se non di sentirsi vicini.
Quando Artù aprì gli occhi Mer non c'era più, sparita in un soffio i vento, come quello che poco dopo gli carezzò il volto.
E una sola lacrima gli rigò il viso.

 
***


Correva nella foresta senza fermarsi, i polmoni bruciavano e credeva davvero il cuore gli sarebbe esploso in petto da un momento all'altro.
Il fiato corto. 
Gli occhi rossi. 
Il viso arrossato. 
Il cuore che minacciava di esploderle in petto.
Le lacrime che le rigavano il volto.
Un turbinio di emozioni le attraversavano il corpo. Confuse, indefinite, ma abbastanza intense da struggerle l'animo.
Era sparita con un incantesimo, quando ancora le loro labbra non si erano staccate, ma nemmeno lei sapeva il perchè. L'unica cosa di cui era certa è che faceva male, tremendamente male, e nulla avrebbe potuto farla stare meglio.
Sentiva la magia scorrere regolarmente nel suo corpo, completamente equilibrata e sottocontrollo, ma non riuscì a gioirne. Maledì invece quel legame che la sua magia aveva con Artù e che l'aveva costretta a quella dolorosa messa in scena. Sapeva che sarebbe finita così, ma non riusciva a pentirsene.
Aver amato il principe ad un livello che mai avrebbe potuto raggiungere altrimenti era stata una delle cose più belle che le fossero mai capitate e l'avrebbe certamente rifatto, anche per godere di pochi istanti com'era successo quel giorno. Nonostante la felicità però, le lacrime non vollero smettere di cadere.
Non si ritrasformò in un ragazzo, nemmeno quando si gettò tra le braccia di Hilda in lacrime, con il vestito sporco e sgualcito. Aveva usato la magia per raggiungere alla svelta il luogo in cui viveva la strega, poiché non era certa di riuscire ad allontanarsi da Artù se non l'avesse fatto.
La strega bionda l'accolse, carezzandole dolcemente i lunghi capelli neri che si era divertita a spazzolare ed arricciare solo poco tempo prima. Le dispiacque per quello che aveva dovuto farle affrontare, ma era stato necessario per stabilizzare la magia di Emrys. Sarebbe morto se non l'avesse fatto, e questo non poteva permetterlo.
- Sei stato molto coraggioso Emrys, hai superato una prova veramente difficile questa volta.- 
- Sapevo che sarebbe stato doloroso.... ma questo è peggio della morte! Cosa devo fare Hilda? Ditemelo voi vi prego!- ma nemmeno la donna poteva rispondere.
- Purtroppo nessuno può cancellare un amore o il dolore che ne consegue Emrys, nemmeno la magia. Potrei darti l'illusione di non esserti mai innamorato di Artù, ma anche la magia ha dei limiti. Nel tuo subconscio, ne soffriresti ancora di più.-
Aveva provato più e più volte a cancellare i ricordi del suo passato, del suo amore e dei suoi sentimenti, ma era stato del tutto inutile. Tutto era sempre tornato alla sua memoria, in maniera ogni volta più dolorosa della precedente.
- Vedrai che passerà Emrys, sei una persona forte. Riuscirai ad andare avanti.-
Sapeva che Hilda aveva ragione, che una volta tornata uomo il dolore si sarebbe attenuato, quel tanto che bastava per non farlo scoppiare a piangere mentre affiancava il principe nei suoi compiti, ma ci sarebbe voluto tanto tempo.
Mentre il cielo si rannuvolava così come il suo cuore, Mer continuò a piangere sul grembo della strega bionda, addolorata ma fiduciosa nel suo potere,  sicura che mai avrebbe dimenticato la dolorosa quanto meravigliosa esperienza che aveva vissuto al fianco del suo principe.
***

Ad un mese di distanza dal ballo per il compleanno di Morgana le cose sembravano tornate pressappoco alla normalità.
Merlino serviva Artù al meglio delle sue capacità.
Artù rimproverava Merlino per ogni minima sciocchezza.
Merlino si divertiva a prendersi gioco del principe per vendicarsi delle sue angherie.
Il principe escogitava sempre nuovi modi per rimetterlo al suo posto.
Merlino era un semplice servo.
Artù era il principe ereditario di Camelot.
Merlino era innamorato di Artù.
Artù sembrava tornato ad interessarsi a Gwen.
Merlino soffriva per amore.
Artù soffriva per amore.
Perché Merlino non poteva dimenticare lo sguardo dolce di Artù mentre carezzava il viso del suo io femminile.
Perché Artù non poteva dimenticare l'incredibile colore degli occhi di Mer, della loro intensità, e delle sue rosse e delicate labbra premute contro le sue.
Nessuno dei due poteva dimenticare, ma entrambi lottavano fianco a fianco per riprendersi dal dolore che li aveva coinvolti.
Artù si allenava coi suoi cavalieri. Passava il tempo libero compiendo attività divertenti come i tornei, la giostra o la caccia, chiacchierando con Ginevra di tanto in tanto.
Merlino invece si esercitava con Hilda nella foresta per rafforzare la sua magia e diventare sempre più potente. Aiutava Gaius nello studio e intanto imparava tecniche mediche sempre più avanzate, trovando anche il tempo di svolgere le sue faccende per Artù e prendersi una pausa ogni tanto.
Tutti e due avevano ripreso a vivere la loro vita con grande forza e vitalità, trovando anche il tempo di parlare, ridere e scherzare tra loro.
- Pensate ancora alla vostra bella?- non poteva evitare di porgli quella domanda, poiché ogni volta che lo vedeva con Gwen temeva che avesse dimenticato tutto. Ma l'aveva promesso, non poteva dimenticarla.
- Non posso dimenticarla. Certo, se mio padre scoprisse che mi sono innamorato di una strega probabilmente mi toglierebbe il diritto al trono, ma non importa.-
Artù sperava ancora di poterla rivedere e stare con lei. L'idea di essere stato stregato non gli sfiorò nemmeno la mente, perché lo sentiva dentro di essersi innamorato, e nemmeno per un istante aveva dubitato di Mer.
Merlino sorrise sotto i baffi, felice ma triste. 
Artù ancora amava Mer, ma non poteva starle accanto
Merlino era Mer ed era a sua volta innamorato del principe, ma poteva stargli accanto come amico, nulla di più.
Eppure lo sapeva, la possibilità di stare col principe non era ancora svanita del tutto, ma prima di ogni altra cosa doveva trasformarlo in un grande re senza pretendere da lui nulla di più di quanto il suo destino prevedesse. Per Mer ci sarebbe stato tempo.
Chissà, magari nella futura Albion, un posto per lei al fianco del principe ci sarebbe anche potuto essere.



























*Note Autrice*
Bene signori e signore, con questo capitolo questa fic è ufficialmente conclusa!!!
Sarete felici di vedermi sparire immagino xD
Be, potrei sempre tornare a tormentarvi con un seguito in un prossimo futuro non tanto prossimo u.u ma visto che questa storia non ha attirato l'attenzione che speravo, credo sia meglio concluderla qui, lasciando che Merlin e Artù muoiano uno accanto all'altro come amici, soffrendo l'amore perduto, uno da eterno single e l'altro sposato con un'oca come Gwen u.u (con tutto il rispetto per quelli che amano il personaggio)
Bene gente, ringrazio tutte le persone che mi hanno seguita fin qui, un bacione e alla prossima!!!!
Jeo 95 =3
 
   
 
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