VAMPIRE’S
TATOO
Chapter
1: Disclosure
Era
una giornata squallida come tutte le altre, mi era toccato andare per
forza al
campus anche se quella mattina avrei voluto rimanere a letto molto
volentieri,
le giornate come questa non mi piacevano erano troppo
soleggiate e a causa del colore troppo
chiaro dei miei occhi il riverbero mi dava fastidio.
Mi
fermai a fissare la mia immagine riflessa in una vetrina di strumenti
musicali,
un paio di occhi celesti chiaro tanto da sembrare grigi mi fissavano e
scrutavano il resto del corpo, quella mattina mi ero messo un paio di
jeans
grigi con una t-shirt azzurra il tutto accompagnato da una cinta di
cuoio nera
e una fascia di pelle al polso… la tracolla con i quaderni
mi stava abbandonata
sul fianco mentre cercavo di sistemare i capelli, fin troppo lisci per
sembrare
naturali e di un colore simile al grigio scuro… anzi…
no… direi più un color antracite…
visto
da lontano dimostravo più di ventidue anni…
Finito
di litigare con i capelli mi tirai sugli occhi i ray-ban neri sugli occhi per cercare di
attenuare tutta
quella luce… per fortuna ci riuscirono appieno…
era risaputo Gregory
Hayes era una creatura prettamente
notturna… avrei preferito avere lezione la notte piuttosto
che di giorno, e
purtroppo vivendo a Tucson, in Arizona, era inevitabile… in
compenso avevo un
abbronzatura invidiabile, no che ci tenessi sia ben chiaro, ma almeno
quella
non mi faceva sembrare una abitante dell’Alsaka…
ah! L’Alaska, quanto mi
piacerebbe viverci li si che la luce non era abbagliante e fastidiosa.
Arrivai
al campus con mezz’ora di ritardo, ormai la lezione di
Chimica era cominciate e
non avevo nessuna intenzione di interrompere il professore! Decisi di
dirigermi
alla biblioteca, avrei cercato qualcosa da leggere e avrei passato le
prossime
due ore in attesa di cominciare la lezione di Fisica…
La
biblioteca era stranamente affollata, sgattaiolai in cerca di qualcosa
di
interessante; l’aria ,illuminata da i raggi del sole che
filtrava da degli
enormi lucernai sul soffitto, mostrava le strane danze dei granelli di polvere
sospesi; rimasi quasi
imbambolato mentre i titoli dei libri
mi sfilavano davanti agli occhi… non ero effettivamente
intenzionato a
spulciare ogni angolo, infatti mi limitavo a guardare il ripiano che
avevo
davanti agli occhi, non mi accorsi di essere passato al reparto
narrativa
finché non notai il libro che da bambino mi aveva colpito
tantissimo… Carmilla
di Le Fanu… l’avevo letto per la scuola ma quella
storia mi aveva colpito e si
era fissata nella mia mente come un marchio a fuoco… da quel
momento ogni
ragazza che assomigliava vagamente alla vampira mi faceva venire un
brivido
dietro la schiena… e di ragazze castane ricce e diafane ne
avevo viste
parecchie… purtroppo anche questo discorso, le ragazze, era
un discorso problematico
per me… fin da quando mio padre era andato via di casa
all’età di quindici anni
non avevo mai sentito l’impulso di averne vicina
una… ma ora c’era un problema,
ogni sera mi addormentavo stringendo il cuscino odiando me stesso per
non aver
trovato nessuno che mi abbracciasse e mi baciasse la sera…
ero solo… e la
solitudine a volte è letale.
Ma
io non ho intenzione di cedere, sarà
difficile…doloroso e stupido ma voglio
trovare l’anima gemella… non dico che voglio
sposarmi ma perlomeno fidanzarmi
per un po’… almeno per sapere cosa si prova
nell’avere qualcuno affianco che ti
sostenga e da cui puoi andare nei momenti più miseri della
tua vita… quei pochi
amici che ho mi hanno sempre detto che fidanzarsi è la cosa
più bella e la cosa
più brutta allo stesso tempo… si sta benissimo
per la maggior parte del tempo,
ma a volte si soffre davvero tanto… e io in quanto di
sofferenze emotive ero
fin troppo esperto…
L’università
era stata un po’ la mia salvezza poiché avevo
conosciuto un paio di ragazze con
cui ero riuscito ad andare d’accordo e anche un paio di
ragazzi con cui ogni
tanto spiccicavo qualche parola… non so il perché
ma mi è sempre rimasto più
facile parlare alle ragazze piuttosto che ai ragazzi…
sarà che questi sono
generalmente più taciturni, me per primo, e troppo simili a
me perché io possa
capire ciò che stanno pensando…
Sprofondai
in una poltrona che come tutto il resto della biblioteca era polverosa
e
odorava di vecchio… anche se questa biblioteca era
relativamente nuova… manteneva
lo stesso odore di una biblioteca
secolare…
Mentre,
la mia mente invece sprofondò nella lettura di Carmilla
finché non sentii una
mano poggiata sulla spalla destra… mi voltai alzando di poco
il viso… una
ragazza dai lunghi capelli mogano mi fissava sorridendo…
“Melissa…ciao…chimica
è finita?” le chiesi a mezza bocca…
“Si…
e se è per questo è finita anche
Fisica…!”
mi rispose sempre sorridendo.
“No…cazzo!
Oggi spiegava i moti dei pendoli… uff… sai che
non sono molto bravo a tal proposito…”
sbuffai…
“Dai
su, andiamo a prenderci un caffè… che ne ho
davvero bisogno…” disse Melissa
passandosi una mano sulla testa e riavviando all’indietro una
lunga ciocca di
capelli.
La
seguii mentre trotterellava nei corridoi, facendosi notare dai
più… Melissa era
una ragazza piena di fascino, cinica si, ma piena di
fascino… aveva un andatura
dondolante e la gonna che aveva messo oggi non faceva altro che
accentuare i
movimenti dei fianchi,
e lei sapeva
benissimo di possedere questo fascino che ipnotizzava la maggior parte
dei
ragazzi… e perché no anche qualche altra
ragazza…
“Senti
Greg sei sicuro che ultimamente va tutto bene? Non ti vedo molto in
forma…” mi
disse a bassa voce tanto che la sentii solo
io…
“Beh,
credo di si… anche se
ultimament…ehm…no, niente!” mi ero
salvato in extremis.
“Anche
se ultimamente? Finisci quello che stavi dicendo” purtroppo invece aveva
sentito tutto…
“No
è che ultimamente mi sento depresso… ho voglia di
fare qualcosa… ma non ci
riesco… è come se mi sentissi svuotato
dentro… incompleto…”
“Tu
hai bisogno di una ragazza…” disse sorridendo
lei…
“Si…è
vero… ma non sono sicuro di riuscire a trovarne una, ho
paura… ho paura di
rimanere solo… e la solitudine ultimamente mi sta
distruggendo…” guardavo gli
stivali che Melissa portava ai piedi, non avevo il coraggio di
guardarla in
quegli occhi color miele, che sembravano tanto dolci ma che in
realtà erano
tanto freddi e impudenti…
“Senti…
te l’avrò detto mille volte… non ti
devi preoccupare, sei un ragazzo carino…
dovresti metterci solo un po’ d’impegno e vedrai
che la ragazza la trovi…”
“Melissa
ma lo vuoi capire o no che io non so neanche da dove si parte per
iniziare una
storia con una ragazza… non ne ho mai avute e dubito che i
film romantici siano
buoni insegnanti!” dissi al limite
dell’irritazione…
“Allora…
capisco che non ne hai mai avuta una ma dovresti saperlo come si
fa… dovrebbe
essere istintivo…”
“NO!
Non lo è… io le ragazze le ho sempre visto come
vedo i ragazzi… amiche e basta…
non riesco a capire come si possa andare oltre
l’amicizia… mi viene difficile…
è difficile… e io non ho tutta questa autostima
per provarci… ne sarei ferito e
basta… e io non voglio più essere ferito da
nessuno!” sentivo gli occhi
pizzicare, perché non mi capiva era un discorso
così difficile? Eppure a me
sembrava così naturale…
“Ah!
questo non me l’avevi mai detto… davvero non vedi
nient’altro in una ragazza
che una semplice amica?” mi chiese un po’accigliata
Mi
limitai a rispondere con un si fatto con la testa, sempre evitando
accuratamente di guardarla negli occhi…
Ero
sbagliato io? Era sbagliato il mondo? Dovevo temere di non riuscire ad
ottenere
quello che volevo? Ma di questi tempi ero stufo della solita
routine… non
volevo più rimanere con le mani in mano…
Da
quel momento rimanemmo in silenzio fino a quando non ci congedammo per
fare
ritorno ognuno a casa sua…
Arrivato
a casa buttai la borsa sul letto e mi andai a fiondare sotto la
doccia… non
sopportavo l’odore del sole sulla pelle
e tantomeno il suo calore… dovevo togliermeli
al più presto, girai
il miscelatore in maniera che la
bocchetta fece scoppiare migliaia di gocce d’acqua gelida che
mi andarono a
colpire la pelle surriscaldata facendomi venire i brividi…
mi insaponai con il
solito bagnoschiuma al Tè verde, e mi feci lo
shampoo… uscii dalla doccia e mi
accorsi che non avevo preparato l’accappatoio… mi
sedetti sul wc ad aspettare
che un po’ d’acqua scivolasse via e quando fui
sicuro di non lasciare impronte
bagnate sul parquet mi diressi nudo in camere… per fortuna
vivevo solo e
nessuno avrebbe potuto vedermi…
Arrivato
in camera accesi la luce e per poco non caddi a terrà dallo
stupore… sul
balcone c’era un ragazzo che bussava al
vetro… le
sue labbra si muovevano in una
silenziosa richiesta d’aiuto… quando ripresi
controllo del mio corpo andai ad
aprire la finestre… e un ragazzo più o meno della
mia età… castano e con gli
occhi azzurri mi cadde addosso… aveva il fiatone ma era
stranamente freddo…
Gli
strinsi le braccia e lo guardai negli occhi, lui mi poggiò
le mani sul petto e
sorridendo si avvicinò al cuore, e si addormentò.
Solo in quel
momento mi ricordai di aver aperto la finestra ad uno sconosciuto,
e di trovar mici sotto, completamente nudo.
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Ecco il primo capitolo di questa breve storia che dovrebbe avere si e no una decina di capitolo... la scriverò in parallelo con un altra quindi gli aggiornamenti si adi questa che dell'altra saranno un po' più radi... sorry... ma quando i cervello gira e ordina di scrivere una cosa non posso fare altro che obbedirgli...
Grazie per aver letto e commentate... commentate anche se non vi è piaciuto o se l'avete trovato noioso... basta che lo facciate...hahahahaha...
Kriss89