Dassen
ridacchiò. “Ora ricordo”
esclamò calmo e serafico.
Intorno
a lui si materializzò una barriera traslucida rossa, uno
scudo. Il
suo sguardo si fece crudele e vendicativo.
“Ingenuo
marmocchio” esclamò mentre Vanth si accorgeva con
orrore che lo
spettro incontrato nel limbo aveva intaccato i suoi poteri e
ciò gli
impediva di scagliare un malocchio sufficiente a distruggere lo
spettro reincarnato.
Aveva
aiutato un'anima dannata a ricordarsi di sé stessa e si era
indebolito. Un errore tremendo che sua madre non avrebbe mai
commesso. L'uomo annuì. Aveva letto quel pensiero nella
mente del
veggente.
“Già,
Queen Merleen non l'avrebbe mai commesso” confermò
Dassen “piccolo
crudele assassino. Hai goduto nell'uccidere tua madre?”.
Vanth
sgranò gli occhi, le pupille da rettile dilatate
“chi sei?” osò
domandare mentre si trascinava in avanti, lentamente. Come sapeva di
sua madre.. di lui?
Dassen
portò una mano al petto “io? Sono colui che per
anni ha protetto
Queen Merleen nella terra dei morti”.
Il
veggente conosceva bene il suo nome e non l'aveva dimenticato. Nelle
orecchie ancora la voce della madre e la litania crescente
d'invocazione.. “Selander..
Selander..”. La
guida di Queen Merleen.
“Selander”.
L'uomo
sorrise. L'odore che emanava in quel momento era terribile.
Più del
sangue rappreso. Più di un corpo in putrefazione. Vanth fu
costretto
a stringere gli occhi perché bruciavano. Si sentì
soffocare.
“Cosa
voglio?” esclamò Selander, leggendo fra i pensieri
di Vanth “te”
rispose.
Il
bambino perse l'equilibrio e cadde in ginocchio; a nulla gli valse
tentare di reggersi ad uno scaffale di legno. Nella caduta ruppe un
prezioso cimelio, ricordo della madre.
“Queste
membra sono deboli” specificò Selander toccando il
corpo che una
volta era stato Dassen, un uomo che mai più avrebbe trovato
il
conforto dell'aldilà.
“La
lurida puttana di tua madre ha tentato di proteggerti fino alla fine;
ma il tuo corpo appartiene a me, da sempre”
commentò lo spettro.
Selander
schioccò le dita e gli arti di Vanth si contorsero fino a
spezzarsi;
non era un'illusione. Il bambino gridò. Dagli occhi
sgorgarono le
lacrime ma si ricordò che non poteva cedere al dolore, la
vecchia
lezione di sua madre. Si ribellò. Fece appello ad ogni
stilla di
potere, scoprendo che era dannatamente poca.. lo spettro.. lo spettro
nel limbo lo aveva privato della forza necessaria persino a
sopravvivere.. Vulnerabile, si sentì perso. Ed infine
morì.
Quella
notte l'anima di Vanth Janas abbandonò la materia e si
rifugiò nel
limbo, diventando come gli spettri che per anni aveva consultato,
insoddisfatti e dannati.
Era
una notte buia di luna nuova.
Il
corpo di Vanth era ancora caldo quando Selander se ne
impossessò.
Riverso a terra, il nuovo Vanth Janas riaprì gli occhi verdi
melma.
Si alzò in piedi, le ossa frantumate e le articolazioni
slogate; ci
fu un cric
netto
a cui ne seguì un altro ed un altro ancora, mentre il corpo
si
ricomponeva e Selander tastava il piacere di avere una nuova casa da
abitare. Qualche attimo e gli arti furono ricomposti.
Accasciato
a terra il corpo di Dassen ormai vuoto, come il guscio spezzato di un
mollusco. Era stato un uomo che si era semplicemente trovato al posto
giusto nel momento giusto: una disgrazia
inevitabile.
Per
festeggiare la propria vittoria, Selander afferrò per le
braccia il
corpo. Lo trascinò lungo il pavimento, lo alzò di
peso ed infine lo
gettò oltre la balaustra, nella torbida acqua della palude.
Un
caimano nelle vicinanze si mosse placido, colpi di coda ben
assestati, fino a raggiungere il cadavere che galleggiava.
Aprì le
fauci e le richiuse sopra al corpo, trascinandolo con i denti fino
alla spiaggetta vicina dove lo avrebbe divorato con calma.
“Sì,
amico rettile, sì. Sbrana, divora!”
esultò Selander con la vocina
di Vanth.
Chiuse
le finestre e si sedette sulla poltrona di Queen Merleen. Ah che
soddisfazione possedere quanto lei aveva posseduto! Iniziava la sua
nuova vita, ma non sarebbe stato solo.
Osservò
le proprie nuove mani e le strinse a pugno: fra le dita
sentì fluire
una forte energia vitale, ancora acerba ed in qualche modo..
indebolita? Era certo fosse questione di attimi. Presto avrebbe preso
totale controllo di ogni fibra di quel corpo ed allora avrebbe
compiuto il primo rito.
Anni
prima era stato lui a sussurrare a Queen Merleen che il loro
figlio avrebbe sviluppato grandi poteri.. essenziali per potersi di
nuovo impiantare nel mondo materiale con fattezze umane.
Sì,
Queen Merleen aveva partorito nient'altro che un nuovo contenitore
umano per la propria guida spettrale.
Una
vecchia lezione riecheggiava nell'aria. Una lezione sulle guide
nell'aldilà.
“..
ascoltami bene Vanth Janas! Dovrai accontentarla qualsiasi cosa ti
chieda, andasse anche oltre la tua volontà.
Non rischiare di deludere la tua guida nella terra dei defunti,
perché potresti finirci tu stesso dentro e non trovare pace
per
l'eternità”.
La
donna era stata una strega prima ancora che una madre. Una veggente
votata all'occulto e alla sopravvivenza.
Quando
la sua guida gli aveva domandato un nuovo corpo in cambio dei suoi
servigi nel limbo, lei non aveva neppure tentato di opporsi. In fondo
la natura non l'aveva creata per procreare ed avere bambini.
Gli
aborti spontanei erano stati il segno della sua inadeguatezza a
crescere un feto e la prova più tangibile che non fosse
destinata ad esser madre.
Quindi
Vanth Janas era figlio di Selander prima che suo. Un bambino
contenitore generato davvero da un rettile, poiché Selander
aveva
posseduto Queen Merleen proprio con le fattezze di un enorme
alligatore.
Eppure,
nel crescere quel bambino la donna vi si era affezionata. E se non
poteva rivelargli il suo destino poiché nessun veggente
può
mostrare il percorso ad un altro, lo avrebbe istruito il più
possibile in previsione del giorno in cui il padre avrebbe preteso il
frutto del proprio seme.
Ma
Vanth Janas le aveva squarciato il ventre: lo stesso utero che lo
aveva partorito e condannato al suo maledetto futuro. L'aveva infine
gettata nella palude, un banchetto squisito per gli alligatori.. ed
era stata Taja a costringerlo all'empio gesto.
Era
stata quella la demoniaca richiesta. “Uccidi
Queen Merleen”.
Taja
che ora appariva davanti a Selander mostrando un sorriso amaro.
“Sei
stata brava” decretò il vecchio spettro nel corpo
del fanciullo.
Lei
sembrò sospirare d'orgoglio, un lieve alito di vento che
accarezzò
le labbra di Vanth, ora di Salander. Lui e la sua antica sposa erano
stati complici in quell'oscuro progetto.
“Aiutami
ad impossessarmi di Vanth Janas e torna in vita con me, di nuovo
insieme, per sempre”.
Lei
era pronta a resuscitare. Sarebbe rinata nel corpo di una neonata.
Una madre stava partorendo nel villaggio vicino. Tutto era pronto per
essere compiuto e il rito poteva avere inizio.
Ma
poi gridò con orrore “fai in fretta amore..
perché sta
arrivando!”.
Improvvisamente
Taja fu avvolta da fiamme azzurre, affamate. La sua anima prese fuoco
e bruciò. Pezzo dopo pezzo si incenerì
velocemente.
Nel
suo nuovo corpo umano, Salander non poté frapporsi e
salvarla. Urlò
di rabbia mentre ebbe la rivelazione che qualcuno, anzi qualcosa,
aveva privato temporaneamente il corpo di Vanth dai poteri
sufficienti a contrastare ciò che accadeva davanti ai suoi
occhi.
Ecco perché impossessarsi di Vanth era stato tanto semplice!
Le
fiamme guizzarono in tre grosse lingue brucianti. L'anima di Taja si
ridusse completamente in polvere e il fuoco azzurro ingoiò
la sua
cenere spettrale, rafforzandosi notevolmente.
A
nulla le era valso nascondersi tutto quel tempo. L'Essere l'aveva
seguita ed infine trovata.
La
sposa era stata divorata.
Dopo
anni d'attesa, il triplice spettro ebbe potere sufficiente a
comparire con lineamenti vagamente umani, nel fumo del sacrificio
compiuto.
Il
volto triangolare possedeva due larghi occhi ovali ed un mento
aguzzo. Privo di orecchie e narici emetteva un ronzio sinistro dalle
labbra sottili e seriche. Lo spettro aveva l'aspetto di un feto, ma
tre erano le anime che vi abitavano dentro.
I
figli abortiti di Queen Merleen. La vera
minaccia che aveva sconvolto il limbo. Poiché se reincarnati
i
dannati figli della veggente erano un pericolo ben più grave
del
vecchio spettro.
I
feti desideravano quanto Salander aveva già ottenuto: il
corpo di
Vanth, loro fratello. La possibilità di esistere, finalmente.
Grida
si levarono nella fetida aria notturna. La terra sotto la palude
vibrò. La palafitta crollò su se stessa.
Più
lontano, nella spiaggetta di terra fangosa, Mr. Jambo lacerava il
cadavere dell'uomo di nome Dassen.
I suoi
occhi gialli si inumidirono nello sforzo di inghiottire, ma
ciò non
gli impedì di tenere lo sguardo fisso sulla sua vecchia
dimora
fatiscente, quando era stato l'unica vera padrona della palafitta, la
potente e temibile Queen Merleen.
Era
tornata. Fecondata da un rettile, ora era lei stessa un alligatore.
Nata in uovo, sotto gli occhi del suo bambino ormai morto.
Impotente,
mentre osservava i figli mai nati consumare il loro rito in una notte
di luna nuova.