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Autore: Freya Crystal    17/10/2014    5 recensioni
- Perché mi hai scelta, Pai? -
Un istinto inspiegabile le suggeriva cosa doveva dire. Retasu non si era mai rifiutata di dare ascolto a quella voce.
Gli occhi viola dell'alieno furono attraversati da un guizzo d'odio.
- Non ho idea di cosa tu stia parlando. -
Il ventaglio era ancora puntato verso di lei, ma Pai non accennava ad attaccarla.
- Sì, invece. Perché sei venuto da me? -
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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The traitor betrayed







Retasu si era lasciata trasportare laddove l’acqua cristallo l’aveva condotta. Dal cielo erano visibili dei lampi che convergevano in un unico punto. Aveva un vago ricordo di volti scioccati che l’avevano vista passare davanti a loro mentre si dirigeva in pieno centro abitato verso quei bagliori inarrestabili.
Il posto nel quale era arrivata le era familiare quasi quanto la ragazza che scorgeva in lontananza in fondo alla scalinata: stivali, coda, capelli rossi; di fianco a lei, in posizione di guardia, una figura alta e sottile dalla pelle biancastra e i capelli legati in due code laterali.
Come se l’emozione della loro vista si fosse rivelata insopportabile, Retasu percepì un tepore nel petto e tutto intorno a lei si fece più chiaro. Avvertì uno strappo nell’incavo fra i seni e vide che le si era formato un taglio sulla voglia, dal quale era uscito un frammento di acqua cristallo.
Ricordò tutto: quel cristallo era lo stesso che le aveva permesso di annientare il chimero quando si era trasformata in sirena, lo stesso che si era staccato dalla collana di Ryou e l’aveva resa intoccabile. Ricordò gli occhi del ragazzo appoggiato al muro, fissi su di lei, che esprimevano shock e timore. Una morsa le strinse lo stomaco. Ricordava di averlo sbalzato due volte lontano da sé, contro il suo volere, e di avere abbandonato il Café senza sapere dove stesse andando. Non aveva idea di dove fossero gli altri.
Andò incontro alle due figure che aveva distinto in lontananza. Proprio in quell’istante, vide quella dal colorito innaturale lasciarsi cadere in ginocchio e udì una stupenda risata intrisa di compiacimento.
<< Credevi di riuscire ad ingannarmi, traditore? Beh mi spiace, hai fallito. Sono io che vi ho ingannato tutti con successo. >>
A chi apparteneva quella bellissima voce?
<< Kisshu… >> Ichigo si chinò per posare una mano sulla spalla dell’alieno e allora Retasu, con la visuale scoperta, vide chi c’era di fronte a loro: alto, capelli lunghi e scuri, solenne mantello blu, pelle diafana. Ma la cosa che la lasciò senza fiato, furono i suoi occhi. Anche a quella distanza brillavano come due lame nel buio.
<< Via, via… Non scomodarti a consolarlo, Mew Ichigo, non dirmi che credevi nella riuscita del vostro piano? Io non ho mai riposto fiducia vera e propria in quell’inetto, del resto cosa mi sarei potuto aspettare da uno che si innamora di un’umana? >> L’alieno scoppiò in una seconda, meravigliosa risata.
<< Tu… >>, sibilò Ichigo a denti stretti.
Retasu si congelò sul posto. Le lame azzurre si erano posate su di lei.
<< Ah, benvenuta Mew Mew. Mi stavo giusto chiedendo quando sarebbe arrivata la squadra di tirapiedi. >>
Kisshu e Ichigo si voltarono simultaneamente verso di lei.
Ichigo impallidì. << Retasu, scappa… >>, mormorò con voce venata di disperazione.
Retasu rimase di sasso. Adesso che l’aveva ritrovata doveva fuggire? Tutto quello che voleva era abbracciarla e tempestarla di domande. Fu incapace di replicare, gli occhi che saettavano su tutti e tre i presenti.
<< Non hai sentito quello ti ha detto? Scappa! >>, le abbaiò Kisshu.
<< Ignora questo maleducato, i convenevoli non sono il suo forte. Ti ringrazio per aver condotto qui l’ultimo frammento d’acqua cristallo, Mew Retasu. Adesso potrò attuare… >> un sorriso di scherno gli incurvò le labbra a metà << … il mio restauro. >>
<< Sei un maledetto! >>, gridò Ichigo nella sua direzione.
<< Sono sicuro che cambierai idea, ad opera compiuta, sempre se riuscirai a sopravvivere. >>
<< Se le torci un solo capello… >>
Solo allora Retasu realizzò perché la città non fosse immersa nel buio totale. Dove aveva visto convergere i lampi si stagliava ora una cupola immensa che emanava una luce abbacinante. Restò senza fiato. Capì che quei minuscoli puntini luminosi che la rivestivano erano tutti frammenti d’acqua cristallo compattati e che lei era stata portata lì, come in trance, dall’ultimo frammento. Colui che era stato capace di riunirli tutti doveva disporre di un grande potere.
L’alieno di fronte a loro non poteva che essere Profondo Blu.
Sapeva che la battaglia finale prima o poi sarebbe arrivata. Sapeva anche che non si sarebbe mai sentita pronta per affrontarla.
Ma così… no.
Era tutto sbagliato.
<< Kisshu, mentre aspettiamo i nostri ospiti, perché non inizi ad anticipare a Mew Ichigo e a Mew Retasu come vi farò fuori uno ad uno? >>
Kisshu digrignò i denti, lanciandogli un’occhiata di sfida. Profondo Blu stava prendendo tempo per permettere alla cupola di ottimare le sue difese; doveva tentare il tutto e per tutto per indebolirlo prima che ciò accadesse. Estrasse i sai dalle tasche e gli intimò di restare in guardia. Profondo Blu dal canto suo si passò una mano tra i capelli con fare annoiata.
<< Uno spettacolo commovente, davvero commovente. Cosa credi di fare? >>
<< Kisshu! >>
Retasu non riuscì a seguire l’accaduto. Vide solamente che Kisshu si era scagliato contro Profondo Blu e nell’istante successivo lo trovò a terra, ai piedi di Ichigo.
La rapidità del nemico andava oltre ogni immaginazione, Retasu non lo aveva visto muoversi.
<< Essere inutile. >>
Ichigo sorresse la testa di Kisshu, ancora cosciente.
<< Pensateci, Mew Mew, avete due scelte: morire o seguirmi. >>
<< Non moriremo, né ti seguiremo! >>, gridò Ichigo con fervore.
<< Povera sciocca. Ah… ecco che arrivano i nostri ospiti. >>
Retasu si voltò di scatto. Un’auto rossa fiammante frenò bruscamente all’ingresso del tempio e dalle portiere ne uscì il resto della squadra. Le avevano trovate. Si diressero verso di loro di corsa e su ciascuno si stagliò un’espressione sorpresa alla vista di Ichigo, che sosteneva Kisshu, e di Profondo Blu.
<< Benvenuti, ero trepidante d’impazienza. Non temete, porrò fine alle vostre sofferenze. Morirete senza accorgervene! >>
Retasu chiuse gli occhi e si strinse su se stessa.
Davvero era possibile morire senza accorgersene?
Una cosa era certa: se avvertiva ancora la durezza del suolo sotto i suoi piedi, non era morta. Riaprì gli occhi.
Davanti a lei c’erano Ichigo e Kisshu.
Oltre di loro c’era Profondo Blu.
Tra di loro c’era Taruto, le braccia levate in segno di protezione.
<< Basta! Non è necessario ucciderli, signore. Ha ottenuto quello di cui aveva bisogno, è chiaro che non potranno ostacolarla. La prego, li lasci andare! >>
La vocetta di Taruto era tremula, rivelatrice di pianto e colma di supplica. Retasu non sapeva da dove fosse arrivato, ma era evidente che stesse cercando di salvare loro la vita e ciò le provocò un moto di commozione.
<< E perché mai dovrei risparmiarli? >>
Taruto tremò. << Perché non era questo che ci aveva promesso! Lei ci ha inganna- >>
Retasu restò paralizzata. Il braccio di Profondo Blu sporgeva oltre la schiena di Taruto. Il piccolo alieno sputò un fiotto di sangue schiumante dalla bocca, gli occhi sgranati, poi il suo corpo si liberò di ogni tensione, come un fantoccio. Era stato trapassato in due.
Un tonfo secco accompagnò la caduta del corpo al suolo. Profondo Blu attese che il sangue finisse di gocciolare dal suo braccio ancora teso, prima di lasciarlo mollemente ricadere sul fianco. 
Purin urlò di disperazione. 
<< Chi vuole essere il prossimo? >>
Kisshu, il volto umido di lacrime, gli puntò contro uno dei sai.
<< Fallo smettere. Fai smettere tutto questo, bastardo! >>
Ichigo si frappose fra i due alieni e una barriera impedì a Profondo Blu di attaccare.
<< Non lascerò che tu muoia. Non ti arrendere, Kisshu! >>
Sul volto degli alieni era dipinta un’espressione di puro stupore.
<< Ichigo… >>
La ragazza voltò le spalle a Kisshu e puntò il fiocco su Profondo Blu.
<< Masaya, so che puoi sentirmi. >>
Calò un silenzio innaturale.
Ichigo era impazzita?
<< So che posso liberarti, guardami! E’ con me che devi prendertela! >>
Profondo Blu si ricompose, sordo alle parole della ragazza. << Sei più forte di quanto pensassi. >> 
Si girò verso la cupola di cristallo, facendo ondeggiare leggiadramente il mantello, mentre si incamminava nella sua direzione.
<< Fermati, maledetto! Fermati e dimmi perché l’hai ucciso! >>
Profondo Blu ignorò le urla straziate di Purin. Zakuro e Keiichiro trattennero la ragazzina per impedirle di attaccarlo, consci del fatto che altrimenti sarebbe arrivata la sua ora.
<< Pai… pensaci tu. >>
Retasu perse un battito a quelle parole. Nell’istante successivo allo schiocco di dita di Profondo Blu, Pai si materializzò al suo cospetto, compiendo un profondo inchino. I suoi occhi ricaddero sul cadavere di Taruto immerso in una pozza scura e si richiusero per alcuni secondi, nascondendo illeggibili pensieri; quando li riaprì li puntò su Retasu.
La ragazza avvertì una morsa soffocante alla gola che le rese arduo respirare.
Perché? Perché ti ostini così? Perché non mi hai dato ascolto?
Comunicare telepaticamente, ormai, non le sarebbe servito.
Ichigo si lanciò all’inseguimento di Profondo Blu, ma Pai le sbarrò la strada. Con un balzo felino, la ragazza lo sorpassò e continuò a correre. Zakuro bloccò l’attacco dell’alieno con la frusta.
<< Ichigo, fai in fretta! >>, urlò.
<< Qui ci pensiamo noi! >>, le intimò Retasu. Nonostante le ferite, levò le nacchere in alto e preparò il suo attacco. Non sarebbe rimasta a guardare.
Il suolo si squarciò di colpo, minando il suo equilibrio. Da una frattura emerse un chimero antropomorfo dalla coda di pesce avvolto dalle fiamme.
Due braccia la sollevarono da terra. Retasu vide un getto di fuoco incenerire le macerie sulle quali si trovava prima.
Ryou le aveva appena salvato la vita.
<< Ci è mancato poco. >>
Avrebbe voluto scoppiare a piangere. Invece si limitò a ringraziarlo e a dirgli di mettersi in salvo. Non sapeva nemmeno lei come, ma se era una Mew Mew, avrebbe trovato la forza per resistere finché Ichigo non sarebbe riuscita  a fermare Profondo Blu. Non erano stati Ryou e Keiichiro a sceglierla. Certo, i due scienziati l’avevano guidata verso le innumerevoli battaglie, assieme alle altre, ma una sovrana ben più potente l’aveva eletta: la Terra. Non poteva credere che colei che stava difendendo volesse servirsene come vittima sacrificale.
<< Io sono qui per proteggervi >>, le intimò Ryou con fermezza.. << Non mi nasconderò. >>
Le ragazze stavano cercando di tenere testa al  chimero e a Pai. Keiichiro aveva messo al riparo il corpo di Taruto.
Retasu sostenne lo sguardo di Ryou con apprensione.
<< Devo aiutare le mie compagne. Ti prego, sta attento. >>  La voce le si troncò sul finire della frase.
Doveva congelare le emozioni, dimenticare cosa significasse provarle e concentrarsi sulla battaglia. Non poteva permettere a se stessa di essere d’intralcio, ma solo di supporto. Se voleva proteggere le persone a lei care, doveva proteggere prima di tutto se stessa.
Le frecce di luce di Minto volavano in tutte le direzioni. Zakuro bloccava gli attacchi di Pai e Purin cercava di essere di supporto a Minto, nonostante la vista precaria.
Purin… una bambina che aveva appena visto morire il suo miglior nemico per mano di colui al quale aveva giurato fedeltà. Ichigo era sola contro quello spietato sovrano.
Le sue compagne avevano bisogno di lei.
Retasu indirizzò un getto d’acqua sul muso del chimero.
Il cigolio di una porta, il fischio di un treno, centinaia di campane che cozzavano le une contro le altre: l'urlo che udì avrebbe potuto rappresentare la fusione di quei suoni.
Il chimero si diresse verso di lei, spalancando le fauci. Una freccia di Minto lo colpì all’occhio, dirottando il suo pugno poco più lontano. Sul suolo si formò un’altra crepa. Retasu cadde, ma si rialzò, ignorando il sangue che aveva preso a sgorgarle dal braccio leso. Preparò un altro attacco. Intravide Ryou sollevare Purin da terra ed evitarle un’alitata fiammante. Zakuro era riuscita a colpire Pai in pieno volto, ustionandolo. 
D’un tratto ebbe l’impulso di gridare alla Mew lupo di fermarsi. Sentiva il bisogno di proteggere l'alieno. Non era mai riuscita a vederlo come un nemico, nonostante fosse il più ostinato dei suoi compagni. Non voleva vederlo morire.
Fu costretta a distogliere gli occhi da Pai. Minto era nei guai. Indirizzò un altro getto d’acqua sul chimero, per impedirgli di colpire Minto con la possente coda. Corse verso la creatura, in una missione suicida.
Un ammasso gelatinoso gli scivolò sul braccio e colò al suolo, rivelando che Purin non era ancora in grado di mirargli contro con successo.
<< Fiocco d’acqua! >>
Mancò l’obbiettivo. Il chimero aveva preso a contorcere la testa nevroticamente e a sbattere la coda. Di lì a poco l’intera pavimentazione del tempio si sarebbe sbriciolata. Sentì il cuore scoppiarle. Il suo braccio era completamente macchiato di rosso. La ferita si era riaperta. Il chimero inspirò profondamente e soffiò su di loro l’aria immagazzinata.
Retasu gridò, aggrappandosi con le unghie a una delle macerie. Ryou era poco più distante da lei, in ginocchio. Se il chimero non si fosse fermato, l’avrebbe schiacciato con la coda.
Stringendo i denti e irrigidendo le braccia, le obbligò a contrastare la forza dell’aria e a tendersi in avanti. Le mani le pulsavano per lo sforzo di reggere le nacchere. La vista annebbiata dalle lacrime, urlò con tutte le sue forze. Il suo getto d’acqua andò contro corrente e colpì il chimero di striscio. La sua coda sfiorò Ryou, evitandolo di qualche centimetro e ricadde al suolo con inusitata violenza.
Retasu fu sbalzata da terra, avvertì l’aria fenderle il volto e  intrufolarsi nei polmoni come vetro scheggiato.
Inerme.
Non riusciva a muovere un solo muscolo. Aveva perso la sensibilità delle gambe e il solo movimento del collo che compì nel tentativo di individuare i compagni le costò caro. Erano tutti stesi a terra ed ammaccati. Ryou giaceva vicino a lei, privo di sensi. Non avrebbe saputo dire se era vivo o morto. Un’ondata di paura l’assalì, annichilendo la sua mente.
Non poteva fare più nulla.
Pregò in un miracolo, pregò affinché qualcuno arrivasse a salvarli.
Non poteva finire così. Non voleva crederci. Non poteva crederci.
Voleva gridare, dire alle sue amiche di mettersi in salvo, che quello non era il momento per dormire, ma la battaglia le aveva tolto le forze anche per parlare.
Il chimero si eresse sulla coda, manifestando tutta la sua possanza.  Era alto come uno tsunami, visto da quell’angolazione. Retasu capì che stava preparando il suo attacco finale e che quelli erano i suoi ultimi istanti di vita. L’essere che aveva ucciso i coniugi Shirogane avrebbe ucciso anche loro.
Una volta qualcuno le aveva detto che si vive insieme e si muore soli.
La vista annebbiata, gli arti paralizzati, si servì delle ultime forze rima stele e allungò una mano verso quella di Ryou. Anche se avesse voluto fuggire non avrebbe fatto in tempo e lei non avrebbe mai abbandonato-
Che cosa fai?
Il cuore riprese a batterle più in fretta, mentre il suo corpo si irrigidiva ulteriormente.
Sto delirando?
Pai si era posizionato di fronte al chimero, sospeso in aria, il ventaglio puntato contro di lui.
Che cosa vuoi fare?
Come se lui fosse stato in grado di avvertire i suoi pensieri, voltò la testa nella sua direzione. Sapeva perfettamente dove individuare Mew Retasu. Il suo volto si rilassò quando la guardò e, per la prima volta, lei fu in grado di leggere dentro a quegli occhi viola.
“ Mi dispiace.”
Un’onda d’energia bianca attraversò Pai, mentre questi sferrava l’elettrosiluro. Retasu chiuse gli occhi, sprofondando nell’abisso del suo terrore.
Quando ebbe il coraggio di riaprirli il chimero era scomparso.
Pai, giaceva faccia a terra, carbonizzato.
Un’ultima, solitaria folata di vento fece cadere il suo ventaglio davanti a lei. La vista le si offuscò.
Perché l’hai fatto?
Lacrime caddero sugli intarsi appuntiti, ancora crepitanti di elettricità. Sentì che le forze la stavano abbandonando del tutto.
Ichigo, resti solo tu. Salvaci.



 
*****

 
 
Piovevano gocce azzurre sul campo di battaglia. Brillanti zaffiri durante la loro danza mutati in sassolini vuoti sul suolo ammaccato. Esprimevano la bellezza e la caducità della vita.
Anche coloro che giacevano inermi a terra avevano avuto il loro momento per brillare, proprio come quelle fulgide gocce. Minto sembrava addormentata, le gambe in posizione fetale, le braccia coperte di lividi. Purin era supina, la testa piegata, un rivolo di sangue sul labbro. Zakuro reggeva ancora la frusta, i capelli sparsi a ventaglio sporchi di sangue e polvere. Keiichiro era di schiena, un braccio teso in avanti come se avesse cercato di aggrapparsi a qualcosa. Retasu e Ryou era vicini, la mano di lei appoggiata su quella di lui; sembravano due bambini.
Ichigo aveva lasciato vagare lo sguardo su ognuno di loro, mentre sosteneva la testa di Kisshu, sdraiato ai suoi piedi. La gonna del vestito era zuppa di sangue. Era rimasta a guardarlo nei suoi ultimi istanti d’agonia, mentre cercava di dirle qualcosa, poi si era accorta che il suo corpo si era irrigidito e che le sue palpebre non si muovevano più. Aveva meccanicamente spostato gli occhi da lui, certa che se non l’avesse fatto sarebbe impazzita, ma lo spettacolo che le si era presentato dinanzi le aveva tolto le forze per trattenere il dolore. Emise un grido di disperazione che le lacerò la gola.
Li aveva persi tutti.
Masaya, colui che amava, Kisshu, colui che credeva di odiare, i suoi amici. Tutti.
I frammenti d’acqua cristallo si stavano inesorabilmente disgregando, deteriorando la cupola. Ichigo si lasciò catturare dalla loro silente, leggiadra caduta. Uno di essi si posò su Purin.
Ichigo spalancò la bocca, senza fiato. Quel frammento non aveva perso la sua luce, la stava intensificando. Vide che i frammenti si erano posati su tutti i corpi e che stavano manifestando lo stesso fenomeno.
La speranza tornò a fioccare come neve nel suo cuore. Alzò gli occhi al cielo, aspettando che un frammento si depositasse anche sul corpo di Kisshu. Ne individuò proprio uno che stava planando verso di lei e ne attese l’arrivo con un misto di ansia e gioia. In un attimo le parve che l’incubo fosse finito. Lacrime di commozione le rigarono le guance alla vista di Purin che riapriva gli occhi, intatta come una rosa. Minto mosse una mano. Keiichiro alzò addirittura la testa. Zakuro si mise in ginocchio e si guardò attorno. Ryou e Retasu si alzarono da terra, perfettamente risanati, e la videro.
Kisshu era inerme, gli occhi ancora aperti fissi su di lei. Il frammento d’acqua cristallo si era adagiato sul suo petto, ma non si era illuminato. Ichigo era fiduciosa, gli doveva dare tempo.
Forse con gli alieni…
Ricevette una coltellata ai polmoni, il respiro le si mozzò.
Il cristallo era scomparso.
Il prossimo riuscirà ad aiutarlo. Ce la farà.
Non aveva il coraggio di cercare con gli occhi il corpo di Pai e quello di Taruto.
Afferrò al volo un altro frammento d’acqua cristallo e lo appoggiò sulla fronte di Kisshu.
Non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato quando una voce la risucchiò dal tunnel mentale.
<< Mi dispiace.
<< No. >>
<< Ichigo… >>
<< No! >>
Nascose il viso di Kisshu sul suo collo, reggendogli la testa e la schiena con le mani. Liberò il pianto e i singhiozzi che la speranza le aveva permesso di trattenere.
Non poteva essere…
<< Non c’è più niente da fare. >>
<< Bugiardo! Non è vero! >>
I singhiozzi le scossero il petto e si fecero così frequenti da toglierle il respiro.
<< Non è vero… Non è vero… >>
Retasu  fissava Ichigo con le lacrime agli occhi. La morte di Kisshu la stava lacerando di un dolore tangibile.
La sola vista era angosciante.
Ryu provò a posare una mano sulla spalla di Ichigo, ma lei si scansò.
La squadra al completo era intorno a lei. Nessuno se la sentiva di fare qualcosa. La lasciarono sfogare, congelati nel loro shock.
<< Lui è… >> Un singhiozzo intervallò le sue parole. << Mi ha… seguito… nel palazzo… di cristallo e… e… >>
Singhiozzò ancora, il corpo scosso da spasmi irrefrenabili mentre stringeva il corpo di Kisshu a sé.
Ryou si inginocchiò di fronte a lei, incapace di posare gli occhi sul cadavere. Finse che non ci fosse.
<< Non è stata colpa tua. >>
Notò un oggetto seminascosto dalle pieghe della gonna di Ichigo. Era il suo fiocco, ironicamente a forma di cuore, spaccato in due. Ichigo frenò di colpo il pianto e il suo corpo si rilassò parzialmente, come a comando. Allontanò Kisshu da sé e adagiò la sua testa al suolo. Con gli occhi persi nel vuoto, posò le dita sulle sue palpebre e le richiuse. Se non fosse stato per il buco sul suo ventre sarebbe sembrato addormentato.
<< Masaya… Il cavaliere Blu… Profondo Blu… Sono la stessa persona. >>
Calò la nebbia nella mente di ognuno di loro.
<< Per un istante ero riuscita a farlo tornare in sé, ma poi… Profondo Blu ha vinto su Masaya e ha cercato di trafiggermi con la spada. >>
Le lacrime ripresero a scendere sul suo viso. << Io stavo puntando il fiocco su di lui, Kisshu si è frapposto tra noi e… >>
Le labbra le tremarono. Emise un profondo, pesante sospiro.
<< Si è creata una sfera bianca che ci ha inglobati tutti e tre quando la spada e il fiocco sono entrati in contatto. Sembrava che qualcuno mi stesse strappando ogni singolo arto dal corpo, pezzo dopo pezzo… Le mura del palazzo hanno cominciato a tremare, non riuscivo a respingere l’attacco di Profondo Blu… Ho avvertito uno strappo all’altezza del cuore… credo di aver gridato… Ho visto che sul volto di Profondo Blu si era dipinta un’espressione di spavento, poi una luce si è liberata dal mio fiocco… è probabile che si sia spaccato in quel momento. >>
Ryou era esitante. << Poi? >>, mormorò.
<< Kisshu deve essersi servito delle sue ultime forze per smaterializzarsi all’esterno. Profondo Blu ha fatto lo stesso. Mi dispiace, ragazzi… Ho perso. >>
Ryou la prese tra le braccia e, inaspettatamente, lei si lasciò sollevare da terra. Le posò le mani sulle spalle. << Non hai perso. Sei ancora viva e anche noi lo siamo, grazie a te. >>
<< Ma Profondo Blu… >>
Ichigo lo guardava con ansia e disperazione.
<< Lo fermeremo. Quando saremo pronti per farlo. >>
<< Ryou, io… Io non so se potrò farcela… Lui è… Masaya. >>
<< Non più, ormai. >>
Keiichiro lo richiamò sommessamente. Non era il caso di fare il duro in quel momento, ma Minto lo fermò.
<< No, Ryou ha ragione, Keiichiro. La verità va accettata per quella che è, per quanto brutta possa essere >>, concluse con amarezza. << Evitarla date le circostanze è inutile. >> Gli occhi le si inumidirono. << Servirà solo a renderla più dolorosa. >>
<< Sta zitta, Minto! Tu non capisci, tu non sai niente! >>>, sbottò Ichigo furente. << Smettila di sputare sentenze da donna vissuta! Sei solo una ragazzina viziata! >>
Ryou fu costretto a trattenerla per impedirle di scagliarsi su  Minto.
<< Tu non sai cosa significhi amare! Non sai cosa significhi lottare contro chi ami e avere al proprio fianco colui che è stato tuo nemico. Non lo sai! >>
Ichigo continuava a dimenarsi e Ryou faticava a tenerla ferma.
<< E allora vuoi morire per questo? Cosa credi, che io non stia soffrendo per te? E’ per il tuo bene che ti ho detto quelle parole! >>
Keiichiro e Zakuro le si avvicinarono con l’intento di bloccarla nel caso avesse tentato di avvicinarsi ad Ichigo. Zakuro le mise una mano sulla spalla.
<< Lasciala stare, non è il momento per litigare >>, le sussurrò, incitandola ad allontanarsi.
Purin cinse Retasu per la vita. Lei gli accarezzò i capelli con fare protettivo, pregando affinché tutto finisse. La sconfitta più grande era vedere le sue compagne litigare.
<< Avevamo un piano, io e Kisshu. Ci saremmo dovuti servire dell’acqua cristallo, ma ora.. guarda, Minto! >>
Ichigo, calmatasi, allargò un braccio, indicando l’area circostante. << La Mew acqua si è disgregata di nuovo dal cristallo madre e alcuni frammenti hanno perso il loro potere. Non credo tu possa capire come io mi senta >>, sentenziò freddamente.
Purin alzò la testa e puntò i suoi occhioni tristi in quelli di Retasu, che continuava ad accarezzarla. I sentimenti di una erano lo specchio di quelli dell’altra. Non avevano bisogno di parole per comunicare. Si dissero che forse, in parte, potevano capire lo stato d’animo di Ichigo. Purin si distaccò da lei e si diresse verso una colonna che pareva rimasta in piedi per miracolo, dove giaceva l’esile corpo di Taruto.Di riflesso, Retasu guardò dove non avrebbe mai voluto guardare. Si accorse di essersi allontanata dagli altri solo quando realizzò che il corpo carbonizzato di Pai era a pochi passi da lei. Cadde in ginocchio, la mente offuscata. Allungò una mano e la posò sulla guancia dell’alieno divenuta gelida. Anche da morto il suo viso esprimeva marmorea ostinazione.
Retasu non riusciva neppure a piangere.
"Tu non puoi aiutarmi, Mew Mew Solo morendo ci riusciresti."
L’ironia del destino era di una diabolica bestialità.
Retasu agiva sempre in ritardo. Le riusciva impossibile credere che solo poche ore prima lo aveva affrontato in modo così irrazionale. Non era mai riuscita a capirlo veramente. Se solo avesse continuato a perorare la sua causa con il dialogo e non con la forza, come aveva erroneamente fatto quel giorno, forse l’avrebbe potuto salvare. Forse era sempre stata nella parte del giusto e il suo sbaglio era stato non rendersene conto.
Forse… Forse… e ancora forse.
L’unica certezza che le restava era l’odore di morte e di bruciato.

















Spazio dell'autrice
Sto cominciando a pensare seriamente che qualcuno voglia impedirmi di continuare questa storia. Allora:
1) mi si rompe il pc e solo per miracolo riesco a trasferire una parte del capitolo ancora in corso sulla mia chiavetta(l'ho acceso per l'ultima volta, sigh ç_ç)
2) devo recarmi in un ufficio pubblico per continuare la storia e riscriverne un pezzo, mentre un vecchietto tutto fomentato dalle sue foto di una biscia mi ruba un quarto d'ora buona per farsi insegnare a caricarle su facebook
3) scopro che su quel maledetto pc pubblico che ho usato io il resto della storia che ho scritto mercoledì non era stato salvato sulla chiavetta (riscrivo di nuovo! o.o)
4) ieri l'ho riscritta, quasi per la terza volta, ma ho dovuto abbandonare il pc dopo un'ora perché serviva a qualcun'altro
5) stamattina il pc non leggeva la chiavetta, poi finalmente ha deciso di concedermi pietà e adesso sono riuscita a riassemblare la marmaglia restante di questo capitolo maledetto
6) mi era venuto bene, adesso non mi piace
7) scrivendo da un ufficio pubblico, ho tempo limitato e non riesco a rilassarmi come vorrei, tantomeno a scrivere come vorrei
8) tra due settimane circa riavrò il mio pc e potrò scrivere decentemente
9) non vi preoccupate, nei due prossimi giovedì posterò comunque, facendo del mio meglio per non lasciarvi deluse
10) ho capito che le biscie non interessano a nessuno
Bene, ho finito di lamentarmi. Leggete in pace. 
Nel prossimo capitolo si aprirà una nuova fase della storia: quella completamente mia. I capitoli che avete letto fin'ora, come ben sapete, raccontano in maniera alternativa il finale dell'anime. In questa storia Profondo Blu non è morto, Ichigo e Kisshu hanno collaborato contro di lui (?) e il trio degli alieni è morto. (... ??)
... Chissà.
 Mi scuso immensamente se il capitolo vi è risultato frettoloso, ma vi prego, capitemi. Non so voi, ma quando hai scritto qualcosa di cui sei soddisfatto e scopri che ti si è cancellato e non riesci più a riprodurlo, vorresti provocare l'Apocalisse.
Vi saluto care, alla prossima! 


 
 
 
 
 
 
 
 
  
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