Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
Segui la storia  |       
Autore: Mallow92    14/10/2008    2 recensioni
"Ovviamente non credevo alle storie di fantasmi, ma, in quel momento, ogni mia certezza a riguardo scomparve. Avete presente i racconti del terrore? Quelli che parlano di anime sospese tra la vita e la morte? Pensavo fossero solo stupide storie da raccontare ad Halloween. Ma evidentemente mi sbagliavo..."
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Silence'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Capitolo 1

Meetings

 

“I tried to, tried to replace you
with everything, but nothing seemed to fit.
I want to, but i can't replace you
this emptiness is all you've left me with.
All this emptiness”

 

Samantha Moore – Can’t Replace You

 

 

“Ecco, ma io lo sapevo!”

Soltanto due mesi, sono solo due mesi… Le vacanze estive finiscono in fretta, no?

Presi un enorme respiro e alzai lentamente il piede che mi era appena finito dentro una pozzanghera.

Magnifico! Pozzanghere in estate! Solo io potevo andare in Scozia per trascorrere le vacanze! Per carità, io adoro la Scozia, ma rimanere in un paesino sperduto, rinchiusa in casa perché fuori piove, per tre mesi all’anno, dopo un po’ stufa.

Meno male che qui c’era Jess, una delle mie più care amiche, confinata anche lei come me, al di fuori da ogni contatto umano.

Mi girai verso di lei imprecando, mentre lei rideva sotto i baffi.

Ma si! Io rischiavo il congelamento del pollice del piede sinistro e lei rideva!

Mi rivoltai verso la strada e ripresi a camminare più in fretta nel vano tentativo di scaldarmi.

“Roxy!! Vai un po’ più piano, per favore! Non ho già più fiato!”

“Perché la cosa non mi sorprende?”

Nuovamente Jess si mise a ridere e io la imitai.

“Si però muoviamoci perché fa freddo e io ho fame!”. Presi la mia amica per un braccio e la trascinai verso casa mia.

“Ehm… Scusa! Non ti ho detto che oggi non posso venire a pranzo da te!”
Cosa aveva detto? No, ditemi che avevo capito male!

“Stai scherzando??”

“Eh… Mio fratello ha anticipato la partenza e arriva a pranzo…” Notando la mia faccia sconvolta, Jess si affrettò ad aggiungere “Ma oggi pomeriggio sono tutta per te!!”

“Non puoi farmi questo! Io non reggo più i miei!! Per colpa di questi lavori di ristrutturazione mi stanno distruggendo psicologicamente, almeno se ci sei tu sono obbligati a comportarsi da… Umani!”

Era un incubo, quella ragazza mi voleva vedere morta!!

“Ma va!!! Su! Non essere melodrammatica! So per certo che non sono così terribili!! Dai vedrai che te la caverai!”

E detto questo scomparve dietro un angolo senza nemmeno lasciarmi il tempo di realizzare le sue parole. Era inquietante la velocità con la quale Jess era capace di defilarsi da certe situazioni.

Probabilmente rimasi a fissare l’angolo per qualche minuto nella speranza che la mia amica tornasse indietro ridendo e assicurandomi che era tutto uno scherzo.

Ma, non appena rabbrividii, mi ricordai di essere nel bel mezzo di una strada, a mezzogiorno e mezza ed inzuppata d’acqua da capo a piedi.

Gli ombrelli per me sono un optional, esatto.

D’accordo, non poteva essere così tragica la mia situazione.

Avevo solo qualche problema… Più precisamente quattro grossi, anzi enormi, problemi: mia madre, mio padre, l’arrivo di mia nonna e… Il fratello di Jess! Non era antipatico, per carità, ma era assolutamente appiccicoso come una sanguisuga. Ma a diciannove anni non si ha niente di meglio da fare che appiopparsi alla migliore amica di tua sorella? Evidentemente no.

Più in fretta di quanto avessi sperato, immersa nei miei pensieri, mi ritrovai di fronte a casa.

Ok ok, va tutto bene. Sorridi.

Percorsi il vialetto fino a raggiungere la porta di ingresso, tirai fuori le chiavi e la aprii: nessuno urlo di mia madre che mi avvertiva di togliermi immediatamente le scarpe.

Buono o cattivo segno?

Per sicurezza le scarpe le levai subito lo stesso: la prudenza non è mai troppa.

Urlai un ‘ciao’: nessuna risposta.

O mia madre era svenuta o era stata rapita dagli alieni o non era in casa.

Dopo, essermi svestita dalla giacca, mi precipitai in cucina dove trovai sul tavolo un biglietto.

“Ciao amore! Siamo mamma e papà” Bene, non era una lettera di riscatto. “Abbiamo deciso di andare a mangiare fuori al ristorante all’angolo, scusa se non ti abbiamo aspettato, ma non arrivavi più! Comunque abbiamo una bella notizia: abbiamo preso due biglietti per te e Jessica per una visita al castello locale, questo pomeriggio! Tua madre ci tiene molto che tu vada! A ‘sta sera! Un bacio!”

Proprio lì di fianco vidi due pezzi di carta che mostravano l’immagine stereotipata di un castello.

“Tua madre ci tiene molto che tu vada” che tradotto per me significava: “Tua madre ti spezza tutte le ossa se non ci vai”.

No, ok, non esageriamo… Al massimo me ne spezzerebbe due o tre.

Ma cosa mi importava? Ero riuscita a scampare un pranzo con i miei, andare a visitare un vecchio castello non sarebbe stata una tragedia.

Ora i problemi erano diminuiti decisamente.

In quel momento il mio stomaco brontolò rumorosamente.

Il pranzo!!

Sperai con tutte le forze che la mia adorata madre avesse pensato a lasciare qualcosa di pronto per la sua unica figlia, così mi aggirai per la cucina alla ricerca di una traccia di cibo commestibile.

Niente.

Splendido.

Evidentemente ai miei genitori non era piaciuto come era venuta fuori la casa dopo la ristrutturazione e avevano deciso di lasciarmi da sola  a prepararmi un pasto perché potessi distruggerla!

No, dai! Insomma, il fatto che, se mi avvicinavo ai fornelli, rischiavo di compromettere seriamente la salute fisica dei presenti, non significava che fossi del tutto negata per la culinaria, no?

L’importante è esserne convinti!

Allora… Presi in mano una pentola, che, speravo fosse quella giusta e, miracolosamente, riuscii a riempirla e a scaldare l’acqua senza creare danni. Dopo di che fui addirittura in grado di cuocere la pasta!

Mi sentivo alquanto realizzata. Soddisfatta, rovesciai il mio pranzo sul piatto e mi accomodai sul tavolo. Ero ancora viva! Wow!

Consumai il mio pasto ascoltando della musica e, appena ebbi finito, preparai tutto e pulii ogni cosa da cima a fondo, non si sa mai con una madre come la mia.

 

‘Dlin Dlon’

Puntuale come un orologio svizzero Jess era sulla soglia della porta di casa mia ad aspettarmi.

“Sopravvissuta, visto?”

“Di sicuro non grazie a te! Comunque i miei non erano in casa. Ho dovuto prepararmi il pranzo da sola…”

Non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase che la mia amica si era catapultata in cucina per controllare che il mobilio avesse resistito alla dura prova cui lo avevo sottoposto, mentre io me ne restai sulla porta con un sopracciglio alzato in attesa che Jess tornasse indietro.

“… E non ho bruciato, rotto, rovinato o scalfito niente!” Terminai con uno sbadiglio appena la vidi entrare in salotto.

“Mi hai quasi fatto prendere un infarto!”

Sorrisi. Evviva la fiducia!

“Guarda, anche se sei un’amica degenere ti voglio bene lo stesso!” affermai con aria solenne.

“Ha parlato la signorina!!” Jess mi diede un buffetto sulla guancia. “Ma cos’hai in mano?” aggiunse, poi, vedendo i biglietti.

“Ehm… Mia madre…”

“Siiii?”

“Ci ha comprato dei biglietti per visitare il castello qui in città...”

“Ah”

“Non tutto questo entusiasmo, mi raccomando! Ma devi capirmi, lei mi ucciderà se non ci andrò!!”

Sospirando, rassegnata, Jess oramai aveva capito che tanto niente che lei avesse detto o fatto mi avrebbe dissuasa a tentare di salvaguardare la mia incolumità.

Niente discussioni inutili, meno male!

“Va bene, va bene! Quando?”

“Tra un’oretta…”

 

“E alla vostra destra potete ammirare la sala da pranzo, infatti dovete sapere…”

La voce della guida era talmente monotona che mi ritrovai a chiedermi come diavolo facessi ad essere ancora sveglia.

Ogni tanto mi toccava picchiettare la spalla di Jess per evitare che si addormentasse. Finalmente stavo per scoprire uno dei mistici segreti dell’umanità: un uomo può dormire in piedi?

Nonostante fossi molto incline a trovare una risposta, non credetti fosse una buona idea farlo in una sala piena di quindici persone, per questo cercai di rimanere al massimo concentrata.

Com’era quella canzone?

Era più forte di me, il mio cervello si rifiutava categoricamente di stare a sentire quella lagna era peggio del professore di filosifia!

“E ora passiamo alla sala successiva…”

Pregai che fosse l’ultima anche se ne dubitavo fortemente.

Il mio odio verso mia madre stava decisamente crescendo.

Mentre attraversavo la stanza per raggiungere il salotto regale, una quadretto dall’altezza di quindici centimetri catturò la mia attenzione. Aspettai che tutti i visitatori lasciassero la sala, compresa Jess che probabilmente era caduta in stato catatonico e le sue gambe procedevano per inerzia, e mi avvicinai circospetta.

Raffigurava una ragazza anche se era difficile dirlo con certezza: era ricoperto totalmente di polvere, evidentemente doveva essere molto antico.

C’era qualcosa in quei occhi azzurri che mi incuriosiva e, non so per quale motivo, ebbi l’impulso di toccarlo.

“Hey…”

Il mio cuore perse un battito, ritrassi la mano di scatto e mi voltai verso quella voce, elaborando mentalmente mille scuse plausibili.

Tutto mi aspettai di vedere: custodi, guide, un uomo, tranne quello.

Un ragazzo mi guardava con aria curiosa, non ostile, a differenza di quanto mi aspettassi.

Da dove diavolo era saltato fuori?

Ma, non appena misi a fuoco più lentamente la sua immagine, rimasi paralizzata per qualche secondo. C’era qualcosa in lui di estremamente… strano. Non saprei esprimerlo a parole ma era come se ogni cosa intorno fosse diventata assolutamente inutile e l’unica cosa importante fosse stare a guardarlo per l’eternità.

C’era come un alone intorno al suo corpo, era un po’ come vivere in un sogno.

Un sogno dal quale non si vorrebbe mai svegliarsi.

Quando commisi l’errore di fissarlo nei profondi occhi azzurri, mi persi completamente fino quasi a scordare chi ero.

“Ehm… Questo è tuo?”

Mi riscossi improvvisamente sa quella stato catatonico e dal suo tono divertito mi resi conto che la mia faccia non doveva avere un aspetto molto intelligente.

“Oh… Ehm… Io…” Deglutii nel vano tentativo di calmare i battiti del mio cuore che avevano accelerato improvvisamente.

Con molta fatica riuscii a distogliere lo sguardo dal suo volto e a fissare la mano aperta che mostrava sul palmo il mio biglietto di entrata al castello.

Non ricordavo di averlo perso, bhe, ma in quel momento non ricordavo nemmeno come mi chiamassi quindi la cosa non mi stupii.

“Si!” affermai scuotendo la testa nel tentativo di scacciare l’ondata di emozione che mi aveva investita. Ma non resistetti: rialzai il viso alla ricerca del suo.

Questa volta mi soffermai anche sui capelli, nerissimi e con un taglio un po’ all’antica. Mi ficcai la mano in tasca e strinsi le unghie contro il palmo per reprimere l’istinto di accarezzarglieli fino quasi a farmi male.

Oh mio Dio! Ma che mi stava succedendo?

Perché diavolo avevo una voglia matta di saltare addosso ad uno sconosciuto… A dire la verità mi sembrava quasi di averlo già visto da qualche parte, anzi mi sembrava proprio di conoscerlo.

Ma non poteva essere, sicuramente un volto come il suo non lo avrei scordato tanto facilmente. Intanto continuavo a fissare ostinatamente il terreno: non volevo che quella strana ondata di sentimenti mi travolgesse di nuovo, anche se tutto quello che avevo provato nel giro di pochi secondi era stranamente piacevole almeno quanto fosse doloroso.

Ok, presi un bel respiro profondo. Rialzai lo sguardo e…

Questa volta sostenni i suoi occhi razionalmente anche se una piccola parte di me desiderava ancora toccarlo.

Il mio cuore, intanto, riprese una corsa sfrenata.

“G-grazie…” Mormorai, prendendo il biglietto senza sfiorargli nemmeno la mano, meglio non rischiare di mettere alla prova la mia già precaria forza di volontà.

Intanto le sue labbra si aprirono in un sorriso sincero.

“Figurati…”

“Roxy! Eccoti qui!!! Ma perché sei rimasta indietro! Mi hai lasciata sola con mister-ti-faccio-cadere-in-coma-comatoso!!”

Mi voltai verso la voce di Jess, spuntata dalla sala che non avevo ancora visitato.

“Scusami… Avevo visto una cosa, poi mi è caduto il biglietto e lui…” Indicai con un pollice dietro le mie spalle.

“Lui chi?”

“Questo ragaz…” Ma la voce mi morii in bocca non appena mi girai e non vidi più nessuno.

“M-ma… C’era un ragazzo tre secondi fa…” Affermai convinta a Jess.

“Io non ho visto nessuno… Sicura di non esserti addormentata?”

“No… Io…”

Mi sentii sbiancare e Jess non mancò di notarlo, così cambiò strategia.

“Magari è andato via prima che lo vedessi…”

Improvvisamente ebbi l’improvviso bisogno di tornare a casa: mi sentivo come svuotata dentro senza la sua presenza.

“Già, forse hai ragione…”

Anche se non la pensavo per niente così, mi incamminai verso l’uscita, lanciando un’ultima occhiata speranzosa alla sala da pranzo.

 

 

Sorry sorry sorry!!!!!
Ci ho messo un sacco di tempo a postare il primo capitolo!!!

Perdono!!! Tutta colpa della scuola, abbiate pazienza! Ma presto mi metto d’impegno e mi porto avanti con il lavoro.

Cercherò di postare almeno due volte alla settimana ma non assicuro niente… Io ci provo! XD

Cmq passiamo ai ringraziamenti.

Ragazze vi ringrazio di cuore perché davvero non credevo di avere recensioni!!

Hatori: oh già è proprio un ragazzo cattivo… XD, grazie per i complimenti per la scrittura!!! Spero che tu abbia apprezzato anche questo capitolo, anche se forse è un po’ diverso da come lo si poteva immaginare.

Ice Queen Silver: Hihi… Grazie mille per il commento. Spero che il chap piaccia anche a te… Fammi sapere cosa ne pensi…

Un grosso bacio anche agli altri lettori.

Mi raccomando recensite!

Kiss kiss

Mallow92!

P.s. ho modificato questo capitolo perchè mi sono accorta che avevo scritto delle cavolate…
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi / Vai alla pagina dell'autore: Mallow92