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Autore: _Lillian_    19/10/2014    9 recensioni
Paese che vai... Usanza che trovi? E' questo il detto no?
Ma per i dodici scapestrati, le usanze dell'Antica Grecia non saranno tra le loro preferite.
Niente campo per cellulari, niente tecnologia.... Solo allenamenti e una storia tutta da scoprire, piena di misteri.
Tra intrecci, triangoli, frecciatine e battibecchi... Riusciranno i nostri eroi a salvarsi e a tornare alla vita di sempre?
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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 Chapter 8

 

 

La violenta scossa di terremoto continuava a scuotere parte della Grecia riportando danni all'antico Santuario. Molte colonne vennero giù sotto il terribile effetto del cataclisma che più volte li aveva colti impreparati. I ragazzi e i cavalieri fuori dalla casa di Virgo, insieme a tutti coloro che si trovavano all'interno delle varie case, attesero la fine mantenendosi a ciò che più sembrava solido.

Fu la scossa che, da quand'erano lì, era durata in assoluto di più. “ Ma che cazzo succede!? Qui ci sono terremoti ogni due per tre! Sembra l'offerta di un supermercato!” imprecò Cole mantenendosi alla colonna più vicina con una mano e tenendo il braccio di Bryan con l'altra, quando improvvisamente tutto cessò.

“Alla faccia del non utilizzare le scale in caso di terremoto!” disse Michael prendendo al volo April che intanto seguita da Daisy correva su per le scale nel tentativo di raggiungerli. “Avevamo paura a stare da sole è notte e c'è appena stato un fortissimo terremoto... grazie” rispose la ragazza rimettendosi in piedi e facendo un grande sorriso al moro che non passò inosservato agli occhi di Cole. “Bando ai convenevoli! Qualcuno sa se gli altri sono tutti vivi?” chiese quest'ultimo seccato. “Se siamo tutti qui come facciamo a saperlo!?” chiese un ancora più seccata Chloe intenta a togliersi di dosso la polvere dopo aver ringraziato Shura per averla protetta e assicurata che non si fosse fatto nulla. “Ci conviene salire e andare a vedere evitando che qualcuno di voi si scanni. È tutto il giorno che sembrate impazziti” disse Micene uscendo dal tempio. “Shaka si è recato nelle sue stanze, non credo che per ora uscirà” continuò rivolgendosi ai cavalieri presenti più che ai ragazzi. “E fa bene!” disse April sdegnata.

“Voi andate su, io vado a vedere alla terza casa come stanno Summer e gli altri” disse Ian iniziando ad incamminarsi senza aspettare risposta. “Lo seguo anche io” disse Daisy mentre gli altri iniziarono a salire.

“Iaaaaan aspetta!”. “Ehi non urlare è notte fonda!”. “Ops scusa” disse la ragazza facendo una linguaccia. “Pensi che Summer stia meglio?” chiese il ragazzo alla bionda con evidente preoccupazione. Daisy sorrise all'amico con il quale poche volte aveva parlato da sola. “Non preoccuparti, Summer sembra delicata ma alla fine credo sia bella tosta... ma dì un po' Ianuccio, qualche interesse per la nostra Summy?” rispose la bionda con un ghigno birichino sul volto pallido. Il viso di Ian prese diverse sfumature di rosso prima che il ragazzo potesse rispondere indignato. “Ma cosa dici Daisy! È un'amica come lo sei anche tu! Tutti siamo preoccupati insomma... ecco!”. La bionda si aprì in una risata scampanellante. “Va bene Ian, va bene, non ti agitare”. “Tzè, muoviti scema” disse distogliendo lo sguardo.

La ragazza continuò a ridere sotto i baffi mentre Ian cercò di mantenere un certo contegno per quanto gli fosse possibile. “A proposito, come stanno Mark e Ally?” chiese interrompendo il divertimento della bionda. “Credo bene, Mark sembrava un po' scosso”. “Chissà cosa gli è preso. Non l'ho mai visto così aggressivo, di solito non è così”. “Sono rimasta sorpresa anche io. Credo che vedere Ally ridotta in quello stato abbia fatto scattare una parte di lui che di solito tiene nascosta” sussurrò Daisy guardando il cielo più nero che avesse mai visto... il sole quel giorno era stato solo un ricordo lontano. “Credi che tra i due... Beh... Ci sia qualcosa?” chiese l'amico. “Forse, non saprei dirtelo. Sono così strani quei due” rise Daisy. “Non hai tutti i torti, ma non sono gli unici”. La frase di Ian rimase in sospeso poiché a far da cornice ai due giovani calò un silenzio che venne interrotto solo pochi minuti dopo dalla ragazza. “Pensi che ce ne andremo prima o poi?” chiese malinconica. “Non lo so... Questa volta non ho nessuna certezza, mi sento così impotente. Solitamente ho tutto sotto controllo ma adesso no e la cosa mi infastidisce non poco. I normali esseri umani sono davvero limitati” disse Ian stringendo il pugno destro con forza fino a far sbiancare le nocche. Daisy lo avvolse tra le sue mani. “Non siamo inutili o limitati, semplicemente ci sono cose a cui non possiamo dare una risposta concreta e questo ci terrorizza perché ciò che non si prevede fa sempre questo effetto. Ma ci sarà un giorno in cui ognuno di noi potrà svegliarsi nella propria camera senza ritrovarsi la faccia di Death Mask o degli altri che ci fissano trucemente...”. La bionda rise al solo pensiero del maestro. “Non ti nascondo che spesso ho desiderato con tutta me stessa che niente di tutto questo fosse accaduto, che Ally avesse tenuto Pallino a casa o che semplicemente non fossi mai partita per quella gita... ma poi penso che non avrei mai conosciuto i cavalieri, Deathy e voi ragazzi, quindi accetto le cose così come sono. Mi chiedo seriamente però quando tutto questo finirà, nonostante voi, ho visto cose che non mi sarei mai aspettata, vissuto situazioni che non avrei mai voluto vivere e ho conosciuto persone che non avrei mai voluto conoscere” continuò Daisy. “Che intendi con persone che non avresti voluto conoscere?” chiese curioso Ian. Daisy rimase in silenzio lasciando vagare lo sguardo sul pavimento e il ragazzo preferì troncare l'argomento capendo il silenzio dell'amica, ci sarebbe stato quando lei avrebbe voluto parlare.

Quando arrivarono ai piedi della terza casa videro Kanon uscire e guardarsi intorno con aria malinconica. “Che ci fate voi qui? E a quest'ora!?”chiese il cavaliere puntando poi lo sguardo su di loro e alzando lo scuro sopracciglio. Daisy seguì con i propri occhi i punti in cui prima si erano posati quelli di Kanon e poté constatare che anche il tempio di Gemini , oltre agli altri che avevano passato per arrivare li, aveva riportato danni. Due colonne erano crollate finendo in mille pezzi. “Siamo qui per Summer. Come sta?” chiese Ian. Kanon li guardò ancora per qualche istante per poi scostarsi e farli entrare. “Vedete di non fare casino come vostro solito. Si è svegliata da poco e sembra sia ancora con la testa in panne non solo perchè è notte”. “Da quando ti preoccupi per Summer? Dov'è Kanon, che cosa ne hai fatto di lui?” chiese Daisy sbarrando gli occhi e portandosi teatralmente una mano alla bocca. “Tzè. Mi chiedo perchè non vi abbiamo lasciati tutti al cimitero!” disse il cavaliere per poi avviarsi verso la quarta casa. “Ma quanto è simpatico”.

“Ragazzi, oh menomale state bene e gli altri?”. La voce di Summer catturò l'attenzione dei due che prontamente corsero verso di lei e l'abbracciarono. “Summer grazie al cielo stai bene! Ci hai fatto prendere un colpo! Ma perchè non sei a letto? Non dovresti essere in piedi a quest'ora!”. “Tranquilla Daisy ora sto bene ho dormito per tutto il giorno. Nonostante io sia una ginnasta rimango una grande sbadata e mi capita spesso di cadere, so come reagisce il mio corpo” disse la mora facendo un sorriso. “Quando cadi ti capita spesso anche di perdere litri di sangue? Di rimanere incosciente per tanto tempo? E il giorno dopo sei sempre così pallida?” chiese Ian con evidente disapprovazione. “Non sempre, ma non posso stare a letto. Lady Isabel ha appena convocato un Synaigen urgente a cui tutti dobbiamo presenziare, è appena arrivato uno dei suoi dipendenti a comunicarlo”. “Tutti dobbiamo presenziare? Ma Cameron non sta bene e anche Ally e ovviamente neanche tu sei in forma. Perchè costringervi? E poi lo ha notato quella gallina che è notte fonda!?” chiese Daisy indignata. “Perchè il volere della Dea è questo e se voi siete fragili e inutili non è di certo colpa sua ragazzina impertinente!” disse Saga con voce atona uscendo dalla propria casa. Daisy vide Summer abbassare la testa e Ian stringere i pugni. “Io non sono impertinente e noi non siamo fragili e inutili siamo solo esseri umani!”. “Appunto. Ora vedete di muovervi a raggiungere la tredicesima casa e raccattate i vostri amici se sono ancora in giro. Summer?” chiamò il cavaliere rivolgendo lo sguardo freddo sulla propria allieva “Si!?” rispose lei mettendosi sull'attenti e impallidendo ancora di più. “Se ce la fai a camminare da sola molto meglio se non ce la fai chiederò a Mur di portarti con il teletrasporto”. “Oh... no, non voglio disturbare Mur, ce la faccio da sola... grazie” rispose la ragazza con un tono di voce sempre più basso. “Molto meglio” sentenziò il cavaliere prima di andarsene. “Oooh quell'uomo è davvero... davvero... davvero... ODIOSO! Come fai a sopportarlo ogni santissimo giorno?!” sbottò una Daisy paonazza in volto. La mora abbassò la testa e la scosse impercettibilmente, anche lei se lo chiedeva. Non capiva come riuscisse ad andare avanti, sapeva benissimo che a momenti sarebbe scoppiata ma cercava di resistere il più possibile, voleva resistere. Desiderava dimostrare a se' stessa di riuscire a farlo ma soprattutto voleva dimostrare ai suoi maestri che lei non avrebbe ceduto, che loro non erano i più forti.

“Ragazzi ma cosa è successo ad Ally e Cameron? Prima li avete nominati” chiese Summer curiosa. “Oh, a Cam è salito un febbrone da cavallo e Ally non ha passato un bellissimo momento oggi, Shaka ha deciso di darsi al volontariato per risolvere le fobie altrui” rispose la bionda con tono sprezzante. “Oh... vorrei dire di aver capito ma non sono solita dire bugie” terminò Summer. “Iniziamo a camminare Sum, ti spiego” sentenziò Ian avvolgendo con un braccio le spalle della ragazza ed esortandola a camminare seguiti da Daisy. Summer non poteva credere alle sue orecchie, tra tutti i cavalieri non si sarebbe mai aspettata un simile comportamento proprio dal pacifico e imperturbabile Shaka. Avrebbe scommesso tutto sui suoi maestri o su Death Mask che da quel che le avevano raccontato, con il cimitero non si erano smentiti, ma mai su Shaka e nemmeno si capacitava di cosa lo avesse spinto a comportarsi in un modo tanto riprovevole. La povera Ally doveva stare davvero molto male ora e di certo proprio lei che con le paure ci conviveva, non poteva biasimarla.

“Ehi Sum! Come ti senti?” chiese April sorridendo e avanzando verso l'amica che intanto era giunta con gli altri due all'ottava casa. “Meglio grazie” sorrise di rimando all'amica rivolgendo poi qualche sguardo a Saga. Il cavaliere di Gemini scrutava la sua allieva, ripensando alle parole di Milo. Ci rimuginava sopra ormai da un po' ma nonostante ciò continuava a non capire perché mai Scorpio gli avesse rivolto quelle frasi. Certo, da allora aveva preso davvero coscienza della fragilità che il corpo di quella ragazzina urlava e si era sentito strano, ma non aveva comunque rinunciato al suo comportamento freddo nei suoi confronti.

“PORCA TROIA MILO! Perché quella dea deve fare così?! Siamo tutti malridotti! Io non so cosa mi stia prendendo, Summer è più pallida di un cadavere e questo è tutto dire, Megan è piena di graffi e lividi, Ally non accenna a svegliarsi e Cameron è in preda ai deliri! Quando capirete che siamo fatti di carne e non siamo uomini d'acciaio come voi?!” urlò Mark sbattendo i pugni contro la porta. “Calma ragazzino!” sbottò Death Mask. “Non ne possiamo più di voi, ne' dei vostri allenamenti, ne' dei vostri sbalzi d'umore!” fece presente Cole nervoso. Milo guardava uno per uno gli altri ragazzi per capire quanto anche loro la pensassero allo stesso modo e pensò che forse sarebbe stato meglio per lui non farlo.

“Mark non posso farci niente, noi cavalieri siamo impotenti dinanzi alle parole della Dea, è legge lo capisci? Sopratutto se in situazioni come queste... perciò ti chiedo, vi chiedo un ultimo sforzo! Cercate di svegliare Allison e raggiungeteci al Synaigen, so di poter contare su di voi. Ti prometto che dopo andrà tutto bene, per te, per Cameron e per gli altri. Fidati di me” disse Milo guardando infine l'allievo che con aria sconfitta annuì, non prima di aver dato un altro pugno ben assestato alla porta.

“Cavalieri andiamo, a breve saranno anche loro al Synaigen” aggiunse Scorpio facendo per uscire dal tempio. “E se non venissero?” chiese Kanon squadrandoli dubbioso. “Verranno cavaliere di Gemini, vuoi forse contraddire la mia parola?”. “ Se tu ti fidi di questi ragazzini, noi no!”. “Beh allora fate come vi pare, io inizio ad andare, ma sono sicuro che Athena non sarà contenta di non vederci arrivare dopo un suo ordine” disse Milo per poi uscire definitivamente dalla sua casa seguito da tutti gli altri cavalieri presenti tra cui Kanon. “Cazzo alla fine dobbiamo fare lo stesso ciò che vuole quella stronza!” disse Cole dando un calcio al divano.

“Mark... Cole...”. April si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio mordendosi il labbro inferiore. Non aveva mai visto i due ragazzi mostrarsi tanto insofferenti, di solito li sgridava sempre per la loro energia negli orari più impensabili e per le loro battutine a sfondo sessuale, ma ora... “Ascoltate facciamo quest'ultimo sforzo, tra tutti i cavalieri io mi fido di Milo, so che ci aiuterà, tutto sommato lo ha sempre fatto, ora svegliamo Ally, raggiungiamo gli altri che sono da Cameron e andiamo tutti insieme al Synaigen. Noi non ci conoscevamo, non ci siamo mai visti nonostante frequentassimo la stessa scuola e probabilmente se non fosse stato per Pallino neanche ci saremmo mai incontrati, ma ora siamo qui e insieme siamo una forza. Riusciremo a tornare a casa, riusciremo ad essere di nuovo felici e tutto sommato io anche, alle 3 di notte, stanca, spaventata e incerta sul mio futuro, posso dire di essere felice perchè ho conosciuto voi” continuò April avvicinandosi a Cole e accarezzandogli una guancia. Il ragazzo le sorrise poggiando la propria mano su quella di lei per poi attirarla a sè e abbracciarla teneramente. I presenti nonostante tutto non poterono far altro che sorridere a quella scena. Mark entrò piano nella stanza in cui l'amica riposava avvicinandosi al letto. Era ancora molto pallida, i capelli erano sparsi ovunque sul cuscino e sulle coperte e se non fosse stato per l'impercettibile movimento del suo petto, Mark avrebbe potuto scambiarla per un cadavere

“Allison... Ehi Ally. Su svegliati, dobbiamo andare. La 'dea' ci ha convocati” sussurrò Mark vicino al viso della ragazza che mugugnò qualcosa per poi aprire pian piano gli occhi. “M-Mark? Sei tu?”. Il ragazzo annuì e aiutò l'amica a rimettersi prima seduta e poi in piedi sostenendola. La castana ben presto poté constatare che le gambe non la reggevano. Pallino le stava accanto miagolando di tanto in tanto come a voler far capire alla padrona che lui era lì accanto a lei. “Ce la fai a camminare?” chiese Ian avvicinandosi. Ally annuì e appoggiandosi al petto del rosso uscì dal tempio insieme ai suoi amici che le rivolsero un caldo sorriso. Arrivati all'undicesima videro i rimanenti compagni intorno a Cameron seduto su una sedia. Uno scialle molto pesante gli copriva le spalle e le sue guance rosse davano l'idea di quanto fosse ancora accaldato. Megan piegata sulle gambe, per quel che poteva dati i suoi lividi, gli stava accanto più degli altri. “Ragazzi? Oddio in questa casa c'è sempre più freddo!” disse Daisy per annunciare il loro arrivo sfregandosi le braccia. Le teste degli amici scattarono verso di loro per poi osservare Ally e Summer che risposero loro con un debole sorriso. Decisamente non stavano bene e il freddo di quella casa, fatta eccezione per la camera di Cameron, non avrebbe fatto bene alla loro salute già precaria. “Siamo pronti, vi stavamo aspettando, Milo ha detto che sareste arrivati” disse Michael mentre Bryan e Chloe annuivano. “Ehi Cameron come stai? E tu Meg?” chiese April. Il ragazzo alzò il pollice per poi volgerlo verso il basso mentre Meg fece una smorfia. “Sia chiaro questa è l'ultima volta che sto a sentire quella troia di nome e di fatto!” sbottò quest'ultima alzandosi con non poca difficoltà per poi emettere mugolii di dolore. “Meg..” sussurrò appena Cameron. “Shsss testone sto bene” lo mise a zittire la ragazza facendogli un mezzo sorriso.

 

***

 

Quando tutti i ragazzi giunsero finalmente nella sala del tredicesimo tempio erano le quattro del mattino e i cavalieri avevano già preso posto. La stanza era sfarzosa rispetto a quelle che erano abituati a vedere e in cui vivevano. Esprimeva il lusso in cui la bambolina amava rotolarsi. Sedeva su un grande trono dorato posto su di un piano rialzato della sala e un grande tavolo dove erano seduti i cavalieri faceva bella mostra di se al suo centro. “Benvenuti. Prego sedetevi pure accanto al vostro rispettivo maestro senza far rumore come vostro solito gentilmente” disse Lady Isabel mostrando con la propria mano il tavolo. Parte dei ragazzi ignorò bellamente l'invito appena ricevuto sedendosi accanto ad un cavaliere diverso dal proprio. Gli screzi che in quei giorni si erano venuti a creare tra loro, in una situazione come quella non facevano altro che crescere e sedersi fianco a fianco avrebbe potuto solo portar guai. La tensione aleggiava nell'aria potendo essere quasi tagliata con un coltello. Saga vide la sua allieva sedersi al fianco di Scorpio, mentre tra lui e il fratello prese posto Mark più nervoso che mai. Al fianco del cavaliere di Leo si sedette Ian facendo cambio con April la giovane non aveva ancora digerito il litigio con Ioria. Come la peste tutti i ragazzi evitarono il posto al fianco di Shaka che alla fine fu occupato da Megan, una delle poche che non aveva assistito all'orripilante scena nonostante ne fosse stata comunque messa al corrente. Ally fu aiutata da Chloe a sedersi al fianco di Micene, la ragazza non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo nemmeno una volta temendo di incontrare quello sempre celato di Virgo.

“Forse alcuni di voi non hanno ben afferrato le mie parole o non ricordano bene i volti dei loro maestri?” chiese Lady Isabel mettendosi comoda sul trono.

“Tu non ci comandi, non ci hai mai comandato e mai lo farai quindi vedi di non metter bocca dove non ti è richiesto!” sbottò April infastidita mettendo a tacere la ragazza. “April! Fa silenzio e mostra rispetto per la Dea!” la riprese Ioria sbattendo i pugni sul tavolo e alzandosi. April puntò i suoi occhi in quelli dell'uomo incenerendolo. “Questa è la TUA dea cavaliere di Leo non la mia. Io mostro rispetto se ottengo rispetto! E non sembra per niente rispettoso far presenziare a questa stupida riunione persone che non stanno bene! Tra l'altro solo ora ti accorgi della mia esistenza maestro!?” urlò April verso Ioria con rancore. L'aveva definita una delusione pertanto se doveva essere chiamata come tale perchè non comportarsi così?

“Se riescono a camminare sulle loro gambe stanno bene. In situazioni come queste non possiamo tener conto dei finti malati” rispose Lady Isabel mettendo fine alla discussione, facendone tuttavia iniziare un'altra ancora peggiore. “Finti malati? FINTI MALATI!? Non so quale parola usare per insultarti, tutte sembrano troppo gentili! Dov' eri quando ho rischiato di essere violentata e poi uccisa da un TUO nemico!? Dov'eri quando uno dei tuoi psicopatici cavalieri ha quasi affogato Ally in una vasca di sangue? Dov'eri quando quella sottospecie di serial killer della quarta casa ci ha mandato tutti all'inferno!? E quando insieme a quell'altro psicopatico hanno deciso che l'allenamento si sarebbe svolto in un macabro cimitero!?” urlò Megan indignata. “Te lo dico io dov'era! A farsi la manicure! Che per altro fa schifo!” borbottò April. La Dea presa in contropiede non riuscì a controbattere trovandosi in seria difficoltà. “Ragazzina sei fortunata se qui ora io non ti uccida! fidati se fin'ora non l'ho fatto è solo la Dea Athena che devi ringraziare!” alzò i toni Kanon rivolgendosi ad un altrettanto alterata Megan. “Ammazzami allora! Non voglio avere nessun debito con quella lì!” rispose Megan con sguardo carico di sfida. Kanon fece per muoversi ma il fratello riuscì a bloccarlo. “Kanon non ne vale la pena” disse Saga piatto fulminando con gli occhi la sua allieva che abbassò il capo. “Meg ti prego... no...” disse Cameron con tono sufficiente da poter arrivare alle orecchie della ragazza che sbuffò e si mise a sedere nuovamente non prima di aver lanciato un'occhiataccia al cavaliere di Gemini. “Se i miei forti e venerabili cavalieri hanno agito in questo modo è perchè sanno che così le cose devono esser fatte. Io di certo non posso interferire nei loro metodi d'insegnamento, non è mai stato scritto in nessun posto che gli allenamenti sarebbero sempre stati ordinari. Concordo con il Sacro Cavaliere di Gemini tuttavia, la vostra impertinenza avrebbe potuto uccidervi molto prima se non fosse stato per me” vaneggiò la propria persona Lady Isabel. “Beh se proprio vogliamo mettere i puntini su tutte le i, oggi uno dei tuoi 'Sacri e baldi cavalieri sbriluccicosi' le ha prese di santa ragione da uno di NOI! Un povero umano, inutile e inetto che si sarebbe spinto oltre se non fosse stato tirato via. Devo dire che se tutti hanno questa forza il culo posso salvarmelo anche da sola. Nonostante sia una donna come te a me non piace avere i cani da guardia” disse Daisy sorridendo sorniona e puntando il dito contro Mark che intanto stava osservando il viso di Ally chino sul tavolo. “E comunque chi ci sta salvando il culo non sei tu ma Zeus che ti ha ordinato di tenerci in vita” sottolineò Cole scuro in volto. “Non dire idiozie ragazzina, il mio cavaliere non avrebbe mai potuto utilizzare la sua vera forza contro Mark, avrebbe potuto ucciderlo andando contro i miei ordini e loro non lo fanno!”. “Avrebbe potuto scrollarmi di dosso, no?” chiese Mark senza guardarla. “Certo che no avresti comunque potuto farti male” rispose con ovvietà la Dea mentre Daisy scoppiava in una risata isterica. “Della serie arrampichiamoci sugli specchi e andiamo a finire con il culo a terra!” rimbeccò il rosso. “Mark per favore non alimentare la situazione già complicata di suo” disse Milo guardando l'allievo con sguardo gentile. “Cavaliere di Scorpio, non vi ho forse già fatto abbastanza favori da quando sono qui? Devo anche leccarle il culo? O devo leccarlo a voi?” disse Mark guardando freddamente Milo che a tali parole rimase sconvolto. Non lo aveva mai chiamato Cavaliere di Scorpio né aveva mai utilizzato un tale tono. “Mark... ma cosa stai dicendo?”. “Quello che hai sentito!” urlò il ragazzo sbattendo il pugno sul tavolo facendo saltare la metà dei presenti e facendo alzare il capo di Ally. Gli occhi spaventati della ragazza si puntarono in quelli di lui pronti a rassicurarla. Nell'alzare gli occhi tuttavia la giovane non potè evitare il contatto visivo con il volto di Shaka. Il suo corpo iniziò a tremare violentemente preso dalla paura che poche ore prima aveva provato e i suoi occhi si spalancarono dal terrore dovuto al rivivere quelle scene. Micene che si trovava al fianco della giovane l'abbracciò paterno e prese a cullarla dolcemente. “Va tutto bene Allison, non avere paura è tutto finito”. A Summer la testa pareva scoppiare. Le urla le rimbombavano come non mai nel cervello, i pugni sbattuti con violenza sul tavolo erano per lei dei martelli pneumatici che le fracassavano le tempie e la stanza ben presto iniziò a girare vorticosamente. Chiuse gli occhi spaventata, appoggiandosi alla spalla di Milo e stringendo con una mano l'avambraccio del cavaliere. “Non è il momento di appisolarsi ragazzina. Cavaliere di Scorpio dalle uno schiaffo, fa qualcosa ma svegliala!” disse Isabel rivolgendosi prima a Summer e poi al cavaliere seduto al suo fianco. La ragazza aprì di scatto gli occhi ma la stanza continuava a girare velocissima. “Io... non stavo dormendo... non mi sento bene” sussurrò Summer portandosi una mano alla fronte. “Vieni qui!” ordinò la Dea alla ragazza. “Cosa?” chiese la giovane non capendo. “Vieni qui ho detto! Ti sentirai meglio, è più arieggiato” sorrise sorniona la Dea. “Mia Dea forse è meglio non farla camminare, non credo sia nelle condizioni adatte” avanzò mestamente Milo. “Osi contraddire le parole della Dea Athena cavaliere?”. “No signora...”. “Ma che cosa stai dicendo!? Summer rimani li dove sei!” disse April. “No April, va bene così davvero... non preoccuparti” rispose Summer. Quest'ultima si alzò lentamente portandosi eretta sulle proprie gambe. Le tremavano e aveva improvvisamente molto freddo. Sentiva gli occhi del proprio maestro su di se e voleva dimostrargli di non essere la più debole, di non essere una ragazzina fragile e inutile. Fece qualche passo verso la Dea ma mentre la stanza girava impazzita intorno a lei anche la vista le venne meno. “SUMMER!” urlò Ian vedendo l'amica chiudere gli occhi e sbattere al suolo prima che il cavaliere più vicino potesse prenderla. Molti dei ragazzi fecero per alzarsi ma la voce di Summer li bloccò. “No... fermi, ce la faccio...da sola” disse la ragazza che con fatica si rimise in piedi. Tutte le figure intorno a se erano confuse, colori si mischiavano tra loro come anche le voci che richiamavano il suo nome. Non doveva cadere, non doveva cedere. Doveva farcela, doveva dimostrare a se stessa, agli altri, ma soprattutto a lui, che avrebbe potuto farcela. Ormai pochi passi la dividevano dalla Dea. “Vedi, stai molto meglio di quel che credi” disse quest'ultima sorridendo per l'ovvietà delle sue parole, a sottolineare la sua ragione. Soddisfatta vide Summer concludere la distanza che le separava e puntare i suoi occhi nei suoi.

“Sa Lady Isabel, anche se si sta molto male,non tutti abbiamo una schiera di persone pronte a servirci e riverirci a letto come è successo a lei qualche giorno fa per un... raffreddore giusto?” disse Summer sfidando apertamente per la prima volta la Dea sotto lo sguardo stupito di tutti, Saga compreso. Il cavaliere non aveva mai avuto occasione di cogliere in fallo Summer. Nonostante l'avesse sempre trattata male e con nessun riguardo lei gli aveva sempre risposto e si era sempre comportata in modo irreprensibile. “Ovviamente, la mia vita è troppo importante per essere messa a repentaglio anche se da un raffreddore. Io sono preziosa all'umanità. Invece voi, ovviamente senza offendere nessuna ma, se moriste nessuno se ne accorgerebbe” disse Lady Isabel sorridendo maligna. “Ehi tu Dea da strapazzo! Ma lo sai che se il tuo brutto faccino sparisse dalla faccia della terra i primi a far festa sarebbero i cavalieri sbrillucicosi?” abbaiò Daisy alzandosi in piedi e venendo fulminata da Death Mask. “Con tutto il rispetto ma in questo caso quanto possono essere quantificate come giuste le sue parole Dea? Se lei tanto venerabile e rispettabile si fa carico di attributi quali 'Dea della giustizia' una frase del genere non dovrebbe neanche lontanamente pensarla. O forse la giustizia che lei intende è lasciar morire gli insignificanti ed i deboli, nonostante abbiano una famiglia , per non scalfire quella che è la sua persona?” chiese Michael azzittendo tutti i presenti. Daisy soddisfatta si mise a sedere reprimendo l'istinto di applaudire l'amico e di andargli a battere un bel cinque. Quel ragazzo non parlava mai ma quando lo faceva ci sapeva fare eccome.

Lady Isabel rimase interdetta alle parole del ragazzo che con toni tanto gentili l'aveva messa spalle al muro, ma non ebbe comunque il tempo di rispondere che un altro tra i presenti prese parola. “Ma no Michael cosa dici, di certo la Dea della giustizia non permetterebbe mai una cosa del genere. Chi deve proteggerla rischiando la vita ogni singolo istante viene rigorosamente scelto tra chi è solo al mondo in modo che in caso di scomparsa la famiglia non possa soffrire. Non è vero Athena?” chiese Chloe con tono gentile ma allo stesso tempo tagliente. “Chloe ma che domande sciocche poni alla somma Dea Athena. Quello che fa è giusto no? Cosa importa ad un cavaliere senza alcuna famiglia, senza alcun ricordo felice della sua infanzia e senza alcuna libertà di scelta per la propria esistenza perdere anche la vita? Non è così Somma Athena?” chiese Bryan sorridendo cortese. “Dai Bryan, in fondo cosa vuoi che sia perdere la vita per salvare quella della Dea a cui sei stato obbligato sin da piccolo a venerare? Tutti sognano di morire così no? Athena oltre ad essere Dea della giustizia può essere considerata anche come la fata turchina” concluse Ian mettendo fine a quella sottile quanto tagliente arringa che aveva colpito e affondato Lady Isabel nell'animo. Tutti i presenti con occhi fuori dalle orbite non poterono credere a quelle che le loro orecchie avevano udito. La diplomazia che fin'ora non era stata mai presa in considerazione lasciando spazio alle urla,era arrivata dritta al punto stroncando la bambolina di porcellana che ora fissava un cavaliere alla volta con malcelata non chalance in cerca d'aiuto. “Cavalieri di Libra, Capricorn, Pisces e Aries vi consiglio caldamente di tenere i vostri allievi al loro posto!” sbottò ormai rossa in volto la Dea. “Ian, non è di certo uno dei comportamenti che in questi mesi ti ho insegnato ad assumere verso la nostra Dea! Mi vergogno di te in questo momento” disse Aphrodite guardando l'allievo con rammarico. “Ma figurati se in quei momenti io ti ascoltavo! E comunque è la TUA Dea perchè non vi entra in testa il concetto!?” abbaiò Ian furioso. Aprhrodite per la prima volta guardò l'allievo con disprezzo. “Michael nonostante io accetti il modo in cui ti sei posto alla Dea non posso dire lo stesso sul contenuto della tua arringa. Di certo non è un comportamento da uomo quello che tu hai assunto nei confronti della Dea, credo che le urla e la poca diplomazia dei tuoi compagni ti abbia ottenebrato la mente” aggiunse Dohko. “Se il mio comportamento non è stato da uomo il suo non è stato da Dea. Non ho mai amato il modo irruento con il quale i miei compagni pensano di risolvere un problema, ma ora non posso far altro che essere dalla loro parte cavaliere”. “Ti sbagli su tutta la linea Michael come stai sbagliando tu Bryan, credevo tu fossi più giudizioso ma evidentemente mi sbagliavo. Sono deluso dal vostro comportamento” disse Mur fissando le proprie mani chiuse a pugno sul tavolo di legno pregiato. “Sicuramente ora posso dire la stessa cosa maestro. Credevo voi foste più giusto sul giudicare chi ha sbagliato e chi invece ha torto. Ma evidentemente il peso e il titolo che gravano sulle spalle di quella ragazza fanno pendere la bilancia dal suo lato in ogni caso” rispose Bryan fissando la Dea che intanto sorrideva compiaciuta per essere stata sottratta dal mirino. “Cavaliere di Capricorn, ora tocca a te dire qualcosa a quella sconsiderata della tua allieva, di certo non vorrai lasciare la sua lingua biforcuta impunita” sussurrò Lady Isabel sorridendo ancor di più al cavaliere che intanto sembrava non voler proferire parola fissando il proprio sguardo in quello di Chloe. “Mia Dea le basta sapere che mi ha deluso nel profondo e che penserò a punirla durante gli allenamenti come è giusto che merita”. “Tu punirmi?” chiese Chloe ridendo. “Cavaliere di Capricorn tu su di me non hai alcun potere. Vedo con immenso dispiacere che anche tu sei come tutti gli altri, ti fai comandare a bacchetta da un'adolescente in crisi d'esistenza parlando quando lei ti dice di farlo e portando avanti ideali che vanno contro la tua morale. Non so se per te provo più compassione o disgusto”. Il cuore di Shura perse un battito a quelle parole. Mai avrebbe pensato che la calma e gentile Chloe avesse potuto parlargli in modo tanto cattivo e si chiese quanto in realtà fosse sbagliato quello che gli aveva appena detto.

“ORA BASTA!”. Una voce tuonò irrompendo in tutto il Santuario con una tale potenza e impeto da far tremare i vetri delle finestre. Una luce prorompente seguì il tutto costringendo i presenti a coprirsi gli occhi per non essere accecati annunciando l'arrivo del Sacro Padre Zeus che prese a scrutare uno per uno i ragazzi.

“Miei giovani amici noto con piacere che siate in forma... o quasi” tuonò Zeus per poi soffermarsi soprattutto su chi in quel momento non godeva di ottima salute fisica. Il Sommo Dio alzò una mano rivolgendo il palmo verso l'alto e presto tutti si sentirono avvolgere da un caldo tepore che ebbe il potere di guarire ogni loro ferita o male.

“Sommo Padre a cosa devo l'onore della vostra visita!? Nonostante io sia immensamente felice di averla qui nel mio umile Santuario non posso fare a meno di domandarmi cosa vi porti qui” si inchinò Lady Isabel seguita da tutti i cavalieri che intanto si erano alzati dalle loro postazioni per raggiungere i piedi del Padre. “Mia cara figlia, credo che sia davvero sciocco da parte tua chiedere il motivo per il quale io mi sia sentito in dovere di intervenire. Noto con immenso dispiacere che non solo la Dea in te non si è risvegliata ma anche che il corpo che ha scelto per ospitarla non gode di buone maniere. Non che il gergo di questi giovani non sia abbastanza colorito, cosa che credo debba essere tenuta sotto controllo, non credete anche voi?” si interruppe Zeus guardando con aria sorniona i giovani ragazzi seduti ancora ai loro posti intorno al tavolo. “Sa Zeus è difficile tenere a bada la lingua quando certi individui ragionano con il cu... ehm con i piedi piuttosto che con la testa” sbottò April incrociando le braccia sotto il seno. La risata di Zeus fece tremare ancora una volta le finestre. “Mia cara April sono felice che il tuo spirito di battagliere polemico non sia calato con il tempo ma ho ottime speranze in una futura diplomazia per te e per tutte le altre lingue biforcute presenti in questa stanza” disse guardando Megan, Daisy, Mark, Cole ed infine Lady Isabel che prontamente fece un mezzo sorriso colpevole. “ Principalmente sono qui per rimproverare il modo riprovevole con cui hai affermato l'importanza della tua vita rispetto alla loro e a quella di qualsiasi altro. Trovo che da parte tua sia stata non solo un'uscita infelice ma anche meschina e degna di punizione. E se fossi stato al loro posto sicuramente mi sarei difeso con modi più gentili ma altrettanto forti. Dovresti vergognarti come dovrebbero vergognarsi tutti coloro che seguendoti hanno fatto in modo che le loro menti fossero schiavizzate per seguire la tua. Ovviamente anche voi giovani amici avreste potuto evitare di gettare aria su fiamme già abbastanza alte non credete?” rimproverò Zeus tutti i presenti.

La maggior parte dei ragazzi sbuffò mentre i cavalieri ormai alzatisi e Isabel assunsero comportamenti sempre più remissivi nei confronti della divinità.

“Questo non è il tempo per i litigi. La situazione sta diventando assai complessa e questi fenomeni naturali che sulla terra si stanno abbattendo non hanno più nulla di 'naturale'. Ho saputo oltretutto dell'aggressione subita da Giapeto ai danni della giovane Megan. Sono costernato che nessuno di loro sia riuscito a proteggerti cara” disse Zeus osservando lo sguardo della giovane interpellata rabbuiarsi. Summer si alzò andandosi a sedere al fianco dell'amica cingendole le spalle con un braccio e sorridendole, gesto che Megan apprezzò molto. “Sommo Zeus, ma chi è Giapeto?” chiese Bryan. “È un Titano da secoli rinchiuso nel Tartaro. Uno spazio extradimensionale in cui nulla esiste davvero e dove non c'è alcuna via d'uscita. O almeno non c'era fino ad ora” rispose il Dio portandosi una mano sotto al mento con fare pensieroso. “Ma chi sono i Titani?” chiese Ally finalmente uscendo dal mutismo in cui era caduta. “Sono creature assai potenti Allison. Sono la prima stirpe divina generata da Urano e Gaia, dopo l'uccisione di Urano, furono probabilmente i Titani a generare le forme di vita e a stimolarne l'evoluzione che ha portato al mondo moderno. Tutti i Titani si caratterizzano per la pelle scura e occhi rossi. Possiedono grandi capacità rigenerative grazie al loro Ichor ,il sangue blu degli dei, accresciute dalle Soma che Gaia donò loro”. “Cosa sono le Soma?” chiese Summer. “Sono armature nere come la notte. Hanno una resistenza maggiore rispetto alle Armature d'Oro che rivestono i corpi dei cavalieri qui presenti. Dopo la sconfitta dei Titani nella Titanomachia per mano mia e di tutti gli altri Dei,furono sigillate nel Tartaro dentro quello che rimaneva del Chronos Labyrintos, esclusa la Soma di Crono, la Megas Drepadon, che io stesso posi al Santuario sotto la statua di Atena con dei fulmini. Sigillati nel Tartaro col loro popolo dai miei fratelli e discendenti, queste divinità si sono risvegliate nell'antichità grazie a Ponto, scontrandosi con i Cavalieri d'oro fedeli alla dea Atena per il possesso della Terra. Il loro obbiettivo principale,oltre alla loro sete di vendetta nei miei confronti, era quello di far tornare sulla Terra i loro seguaci, ossia gli umani che all'epoca della guerra si schierarono con loro e vennero perciò esiliati coi loro Dei nel Tartaro senza la possibilità di poter morire. Loro alleati in quest'impresa fu la stirpe dei Giganti.

Tuttavia, lo scopo per cui i Titani furono risvegliati dal dio Ponto era quello di farli combattere contro i cavalieri è assicurare la rinascita di Gaia, attraverso l'assorbimento del Cosmo dei suoi stessi figli. Tale minaccia fortunatamente fu sventata, i Titani furono nuovamente sigillati stavolta con scrupolo in modo da non poter più uscire e Ponto perse la vita. Per questo mi risulta difficile credere che abbiano trovato una via d'uscita. È praticamente impossibile. Nella loro vita passata hanno sparso ingenti quantità di sangue senza avere il minimo senso di pietà nel loro sguardo nessuno volle che una tale disgrazia si ripetesse ancora”. “Ma se questa dimensione di cui lei parla, il Tartaro, non ha alcuna via d'uscita, come ha fatto Giapeto ad uscire?” chiese Mark con grande interesse. “A questo non so davvero rispondere mio giovane ragazzo. Il Tartaro si trova al di sotto del regno degli inferi governato dal Sommo Hades, mio fratello. Solo lui ha un potere decisivo su quella dimensione”. “Quindi il nemico è Hades ancora una volta? Hades ha preso quello che un tempo fu il ruolo del Dio Ponto?” chiese Ioria con voce grave. “È un'ipotesi da non escludere ma non possiamo esserne sicuri al cento percento”. “Ma cosa potrebbe aver spinto Hades a fare una cosa del genere?” chiese April pensierosa. “La sete di vendetta. Hades non ha mai digerito la sconfitta che nella guerra Sacra ha subito. Molto probabilmente ora vuole farsi giustizia” rispose Zeus. “Ma non ha paura di essere scoperto? Non c'è una sorta di entità al di sopra degli Dei che stabilisce cosa sia giusto e cosa sbagliato governando il vostro mondo?” chiese Daisy preoccupata. “Il Tribunale Della Sacra Inquisizione Degli Dei, ed è proprio per questo motivo che non posso dirmi sicuro della colpevolezza di Hades, a quest'ora un crimine di tale portata non sarebbe rimasto impunito” continuò Zeus con voce grave. “Ma a questo punto siamo sicuri che sia uscito solo Giapeto? Insomma quante di queste creature sono stata rinchiuse in esso?” chiese Cameron. “Sono dodici compreso Crono. Tutti i loro nomi e le loro storie sono state riportate in dei libri conservati nelle antiche biblioteche degli Dei. Lì potrete trovare tutto sul conto dei Titani e sui sigilli che li tengono rinchiusi nel Tartaro”. “Quindi Hades non è l'unico che può dar libera uscita ai Titani, basta trovare questi sigilli?” chiese Cole sgranando gli occhi. “Si, ma questi sigilli sono dispersi nel mondo grazie agli stessi Dei proprio con l'intento di renderli introvabili e tra l'altro per distruggerli ci vuole una forza superiore a quella di un essere umano. Una forza divina. A questo punto credo che spetti a voi il compito di consultare i libri e trovare i sigilli. Ognuno di voi sarà ospitato da un Dio che provvederò io ad informare e condurrà ricerche su ricerche per venire a capo della situazione” sentenziò Zeus. “Aspetti ma quindi dobbiamo dividerci?” gridò Megan verso la Divinità. “No andrete in coppia e ognuno di voi sarà accompagnato da almeno un cavaliere. Gli Dei a possedere i libri sono sei quindi dividervi sarà facile. Detto questo, da Ares Dio della guerra ci andranno Cole, April e il cavaliere di Leo. Da Aphrodite Dea della bellezza ci andranno Bryan, Chloe e il cavaliere di Capricorn. Da Apollo Dio del sole ci andranno Mark, Megan e il cavaliere di Scorpio. Da Artemide Dea della caccia ci andranno Cameron, Allison e il cavaliere di Aquarius. Da Eros dio dell'amore ci andranno Ian, Summer e Saga cavaliere di Gemini ed infine da Hades Dio della morte ci andranno Michael, Daisy e il cavaliere di Cancer. So che quest'ultimo può essere il nemico ma non farà mai nulla che lo esponga così tanto al Tribunale per questo ho ben motivo di pensare che non vi torcerà un capello”. I ragazzi non ebbero la forza di controbattere solo perchè le parole gli morirono in gola. “In più da oggi in poi la custodia di Allison passa dal cavaliere di Virgo a Kanon, cavaliere di Gemini” concluse Zeus prima di svanire. Kanon impallidì per poi fissare trucemente la ragazza. “Ma bene! Un'altra mocciosa tra i piedi! Fantastico! Splendido! Eccellente!” sbraitò il cavaliere.

***

Poche ore più tardi, la luce dell'alba stava rischiarando il buio che fino ad allora aveva inghiottito il Santuario.

“ODDIOOOOOOOOOOOOO PERCHE' HO QUESTO COSO TRA LE GAMBE!?”


 

Angolo Autrici *-*


 

Scusateeeeeeeee!! imploriamo perdono per l'orribile ritardo a cui vi abbiamo sottoposte ma ci sono stati davvero molti problemi per entrambe in questo lasso di tempo. Vi giuriamo che gli aggiornamenti da oggi in poi saranno postati a distanza ravvicinata. Speriamo che la lunghezza di questo capitolo possa tamponare la vostra ira nei nostri confronti. Beeeeeene allor in questo capitolo la vicenda inizia a snodarsi anche se è ancora incasinatissima muahhaha. Starà ai vostri cervellini stare al passo con ciò che accade. Non ce ne vogliate per l'odiosità di cui hanno dato sfoggio oggi i nostri cavalieri aitanti e fighi, è funzionale alla storia e avrete le vostre soddisfazioni xD nuovo sondaggio, chi è il vostro personaggio femminile preferito tra le nostre belle ragazzuole? :D

alla prossima un bacio affettuoso Lillian e Kotomy

 

 

 

   
 
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