Serie TV > Austin & Ally
Segui la storia  |       
Autore: Graffitisuimuri    19/10/2014    3 recensioni
#Tratto dal primo capitolo.
E’ incredibile quanta roba si possa accumulare in un solo anno. Sorprendente, invece, che avessi rinunciato a un viaggio in una sperduta località del Brasile insieme a mia madre solo per tornare a Miami. Io che da quella città ero letteralmente fuggita, nella quale non avrei mai più voluto mettere piede. Avevo perfino giurato a me stessa che nessuna supplica o preghiera mi avrebbe smosso da questa mia decisione. Invece, eccomi i qui, nel tentativo di ficcare nella valigia oltre che ai vestiti anche i sentimenti.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ally Dawson, Austin Moon, Dez, Nuovo personaggio, Trish
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3.
 
Allungai il braccio dall’altra parte del letto e tastai alla ricerca del corpo di Kira ma lo trovai vuoto. Aprì lentamente gli occhi, facendoli gradualmente abituare alla luce del sole che filtrava dalle finestre di fronte al letto.
Osservai il lato vuoto di fianco al mio e sospirai. Era successo, di nuovo, questo si che era un casino.
Non era la prima volta che io e Kira finivamo a letto insieme. Ogni volta ci ripromettevamo che sarebbe stata l’ultima e ogni volta ci ricadevamo. Non sapevamo bene perché accadesse, perché entrambi ci costringessimo a farci del male.
Accadde per la prima volta un mese dopo la partenza di Ally. Eravamo appena tornati da un party post concerto e dire che eravamo sbronzi è un eufemismo bello e buono. Eravamo completamente andati. Kira si reggeva a me e io a lei.
Tornammo al bus barcollando e per poco non cademmo entrambi a faccia in giù. Ci stravaccammo su uno dei letti cercando di riprendere il controllo.  Speranze vane, visto che dopo poco meno di cinque secondi Kira era sopra di me e mi stava baciando. Non ricordo molto di quella notte, so solo che il mattino dopo mi ritrovai nudo nel mio letto con Kira in lacrime di fianco a me. Si era aggrappata al mio petto e aveva singhiozzato: << non deve accadere mai più, mai più! >> ma come ho già detto quella non fu l’unica volta.  
Sapevo che facendo così  non facevo altro che alimentare le sue speranze che un giorno io potessi innamorarmi di lei. Ma, d’altro canto, anche io per un periodo ci avevo creduto. Avevo creduto che il suo amore potesse bastare per me e per lei. Pensavo che dandole la possibilità di aiutarmi a rimarginare le ferite che mi aveva procurato Ally, forse, sarei riuscito a dimenticarmi di lei una volta per tutte.
Sospirai, alzandomi a sedere.
Ero uno stronzo, non potevo continuare a prendermi gioco dei suoi sentimenti in questo modo.
Raccattai dal pavimento i boxer, i pantaloni che lasciai sbottonati e scesi al piano di sotto.
Kira era in cucina alle prese con i fornelli; in dosso aveva la mia camicia bianca, quella che avevo indossato la sera prima quando ero andata a prendere Ally all’aeroporto, che le copriva a stento il sedere. La sua non era una provocazione, ma un semplice atto di ingenuità. Kira non si rendeva conto di quanto effettivamente fosse bella e degli effetti che aveva sugli uomini. I lunghi capelli corvini che le ricadevano a boccoli lungo tutta la schiena, le labbra piene, carnose, la linea sinuosa dei fianchi, le gambe snelle ,il sedere sodo. Tutti particolari che rendevano Kira una donna assolutamente desiderabile. Ed io ero un uomo, non ero mica fatto di ferro, certe cose le percepivo. Non avrei dovuto  sentirmi in colpa nei confronti di Allyson. Perché era così che mi sentivo: in colpa.
 
Ma figurati se lei non va a letto con quel tipo.
 
Il pensiero mi travolse come un ondata, soffocandomi. Dopotutto stavano insieme da otto mesi, c’erano ragazze che la davano anche prima, perché lei sarebbe dovuta essere diversa?.
 
Perché lei è Ally idiota! La stessa Allyson che si imbarazza per una carezza un po’ più spinta. Non può essere davvero andata a letto con quell’idiota che conosce solo da otto mesi!.
 
In realtà non sapevo esattamente quanto la vecchia e Ally e la nuova Ally avessero in comune. Perché, per quanto all’apparenza potesse essere rimasta la stessa , non avevo idea degli effetti che una permanenza a New York avessero avuto su di lei. Magari era diventata una di quelle ragazze che stanno in giro tutta la notte.
Abbozzai un sorriso. No, Ally non era  proprio il tipo.
 
<< Austin, finalmente sei in piedi! >> Kira si allungò verso di me cingendomi il collo con le braccia. Le sue labbra trovarono le mie stampandomi un lungo e lento bacio.
 Ed ecco che il rituale post-sesso poteva avere inizio: frittelle,baci, e tante promesse che poi sarebbero state infrante.
<< Che cucini? >> chiesi conoscendo già la risposta. << Frittelle! >> rispose brandendo il mestolo facendo schizzare la pastella ovunque. Ridacchiai, avvicinandomi al suo viso per raccogliere uno schizzo di impasto sul suo naso. << Mmh … buono >> esordì,dopo aver leccato l’impasto dall’indice << vedo che finalmente hai imparato come si fanno le frittelle >>. Mi beccai una cucchiaiata sulla spalla << Austin Monica Moon cosa avresti da dire contro le mie frittelle eh? >>  risi per quello scambio di battute. << Niente, niente >> .
Misi la mia colazione in un piatto di ceramica e vi affondai la forchetta. Kira si sedette di fronte a me e per un po’ mangiammo in silenzio. << Austin … >> mi richiamò poco dopo interrompendo il silenzio, sapevo cosa stava per dirmi. <<  Adesso che facciamo? >> ecco, appunto. Poggiai la forchetta e la guardai in viso << la solita cosa che facciamo. Dimenticare ed andare avanti >>. Lessi l’immensa delusione nei suoi occhi nocciola, la sentii sospirare << dimenticare … okay come vuoi.  Scusa Austin ma devo andare. A dopo >>.  Così dopo essersi cambiata, inforcò l’uscio e usci sbattendo la porta.
 
Ally’s pov.
 
Mi risvegliai il mattino dopo contro il massiccio petto di Gareth, le sue braccia intorno alla mia vita e la sua fronte letteralmente incollata alla mia.
Ieri, quando avevo auto una crisi di pianto nel bel mezzo della cucina, mi aveva stretto se e mi aveva gentilmente guidato nella mia stanza. Che adesso poi era la nostra stanza.
Mi scostai leggermente da lui e per un po’ lo osservai. Gareth era proprio un bel ragazzo, i lunghi ricci castani gli ricadevano dolcemente sulla fronte, le labbra piene rossissime in contrasto con la carnagione chiara, la linea del naso perfetta e quel piccolo accenno di barba che lo faceva sembrare più grande.  Le spalle grandi, le braccia ben scolpite, il  torace ampio e le mani affusolate rese leggermente callose dai tanti anni di chitarra. Quante volte quelle braccia mi avevano accolto? Quante volte quei grandi occhi verdi, adesso nascosti dalle palpebre chiuse, mi avevano guardato con dolcezza?. Non aveva esitato nemmeno un attimo a consolarmi ieri, nonostante stessi piangendo disperata per un altro ragazzo. Era decisamente il miglior fidanzato che mi potesse capitare.
Mi sporsi leggermente in avanti baciandolo a fior di labbra. Le sue  palpebre fibrillarono e dopo poco aprì gli occhi. << Mmh, buongiorno anche a te >> le sue labbra trovarono le mie nuovamente, con uno slancio mi portò sopra di lui. Ci baciammo per un tempo indeterminato, fino a quando il mio sguardo non intercettò la sveglia digitale sul mio comodino.
<< Mezzogiorno e mezza! Gesù, ma quanto abbiamo dormito? >>  Gareth mi guardò ridacchiando << quanto hai dormito vorrai dire. Stanotte non hai smesso un attimo di lamentarti nel sonno >> arrossii di botto. << Oh Signore, che cosa ho detto? >> sfoderò uno dei suoi sorrisi maliziosi e disse: << Che sono in ragazzo più sexy e focoso che tu abbia mai incontrato e che fino e adesso ti sei trattenuta dallo stuprarmi >>. Gli diedi un colpetto sulla spalla << cretino! Dai, davvero, che cosa ho detto? >>. Mi preparai mentalmente al peggio; nel sonno dicevo tante di quelle stronzate che non avevo idea di cosa aspettarmi.
<< Mmh effettivamente non è che abbia capito molto di ciò che blateravi stanotte. Erano frasi sconnesse ho capito solo “scusami” giusto perché è la parola che hai ripetuto più di tutte >> credo che il mio colorito avesse sfiorato tutte le tonalità di rosso esistenti fino poi a giungere al bianco cadavere. “Imbarazzante” era la parola giusta per descrivere la situazione. E prima che potessi dire qualsiasi cosa – si, ma cosa? -  Gareth mi depositò un bacio sul naso per poi farmi scendere delicatamente da sopra di lui. << Ora, però vado a farmi una doccia >> mi informò abbassandosi per frugare nella sua valigia e  tirarne fuori un asciugamano << a dopo >>  mi fece l’ occhiolino e uscì dalla stanza.
Non sapevo esattamente con chi o con cosa mi stessi scusando nei mie sogni. Durante l’ultimo anno avevo accumulato un bel po’ di scuse da rendere. In primis a mio padre che avevo lasciato solo, Trish e Dez ai quali avevo nascosto tutto, ad Austin che avevo abbandonato e a Gareth che si trovava coinvolto in tutta questa storia perché io ero troppo vigliacca per fare i conti col mio passato da sola. Insomma, avevo una lista davvero lunga.
Sospirai mentre mi alzavo in piedi e mi andavo ad infilare nel bagno annesso alla mia stanza. Una doccia calda, ecco cosa mi serviva.
Invece di rischiararmi i pensieri mi sembrava che il vapore della doccia mi fosse entrato nel cervello annebbiandomelo ancora di più il che mi avvicinava in modo inesorabile all'esaurimento nervoso. New York mi mancava da morire.
E mentre mi angosciavo contando i giorni che mi separavano dall'inizio di un nuovo semestre, e quindi da un altro anno lontano da Miami, la porta della stanza si aprì lasciandomi la visione di un Gareth gocciolante con un solo asciugamano striminzito a coprire le sue grazie. Ed io non ero da meno, stretta in un asciugamano che mi copriva di poco le cosce.
Colsi un lampo di desiderio nei suoi occhi ed io dovevo avere pressoché la stessa espressione. In un lampo mi ritrovai inchiodata al muro, le sue mani ovunque – quante mani aveva?. Dieci? Cento? Mille? – le mie mani tra suoi capelli ricci. Aveva le labbra tremendamente bollenti e gemetti quando le sue mani mi strinsero i seni con veemenza, desiderio, venerazione. Scese sul mio collo e sfregò il naso su di esso.  << Ally >>  farfugliò quando i nostri bacini si toccarono con più forza quasi a volersi fondere. E, giuro, in quel momento, qualsiasi cosa avesse fatto io sarei stata completamente alla sua mercé.    




Angolo autrice:
Salve genete! Sono tornata con un nuovo capitolo che beh non e meglio del precedente e che insomma ci fa capire che la piccola Ally innocente non è poi così innocente e che per Gareth qualcosa sotto,sotto prova. Non linciatemi, vi prego. le cose andranno meglio. Giuro.
Per il " felici e contenti" i vorrà un po', mi piace allungare il brodo, e adoro il dramma quindi sara una storia ricca di suspance. Lo so, sono pessima.
Ringrazio comunque chi segue la mia fan fiction e chi la recensice.
Grazie, grazie,grazie!.
piccola98.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Austin & Ally / Vai alla pagina dell'autore: Graffitisuimuri