Ciao,
domani è un mese che non ti vedo, che non sento la tua voce,
che non posso
raccontarti quello che succede nella mia vita e mi sembra
un'eternità.
E’ terribile, sai, parlare solo con se stessi, non avere
qualcuno che ti
ascolta.
Mi ritrovo completamente persa a vivere pura tristezza, a cercare tra i
tuoi
abiti appesi nell’armadio il tuo profumo, a premere la stoffa
contro il mio
viso per odorarlo.
M'illudo di abbracciarti, ma è solo tessuto; solo un niente,
quello che
stringo.
Mi puoi vedere? Me lo chiedo spesso, sai? Per questo piango di
nascosto, per
questo non voglio mai guardare il cielo con il viso bagnato di lacrime.
Ho
paura di farti soffrire e non voglio: voglio che almeno in paradiso tu
sia
felice, perché hai già sofferto tanto qua
giù.
A volte mi domando cosa starai facendo, cosa penserai dei miei errori,
del
fatto che a volte non studio o litigo con papà. Non vorrei
deluderti, ma mi
sento tanto fragile; come una fiamma che oscilla al vento prima di
spegnersi.
Mi manchi, mamma. Aspetto sempre di vederti aprire la porta, aspetto
che
ritorni e mi salvi da questa solitudine; aspetto che il mio telefonino
squilli
e sul display appaia il tuo numero: è una
perfetta simbiosi di
desiderio e realtà, perché qualche volta accade
che i desideri si realizzano,
vero?
Oppure dovrei guardare in faccia solo la realtà e accettare
il fatto che non
tornerai mai più? Che te ne sei andata e non puoi
più consolarmi, anche se so
che lo vorresti fare?
Quando entro nella tua stanza mi sembra di precipitare nel vuoto, mi
manca il
fiato e devo uscire di corsa; scappo, ma non so dove rifugiarmi
perché
ovunque vada c’è qualcosa di te e mi
arreca troppa nostalgia.
La rete dei ricordi m'imprigiona, mi fa male mentre mi avvolge; mi
porta
indietro a quei giorni sereni che abbiamo vissuto insieme, bruscamente
interrotti dalla morte.
Piango spesso se ci penso e specialmente al sopraggiungere della sera,
quando
guardo fuori dal vetro della finestra il paesaggio buio che crea
un'atmosfera
malinconica; quando cerco con occhi lucidi un segno, uno qualsiasi, che
mi
permetta di farmi forza e di darmi la speranza che mi sei vicina.
E allora mi ritrovo ad immaginare che quell’unica stella che
vedo risplendere
nel cielo cupo sia tu: solo così posso ancora sorridere,
posso salvare almeno
qualcuno dei miei sogni già pericolosamente calpestati.
Brividi, sorrisi, lacrime… è il tuo amore che
annulla la mia desolazione, il
tuo amore la sola ragione che mi permette ancora di resistere.
Grazie mamma, tua Lory.