Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: sangallo    20/10/2014    6 recensioni
Il diciottesimo compleanno della signorina Anna Frozen attira le più importanti personalità della città di Arendelle, e la giovane festeggiata spera che tra gli invitati possa nascondersi il suo grande amore e che preferibilmente sia un ufficiale. Ma sua sorella maggiore Elsa sembra celare un pericoloso segreto... Quale misterioso legame unisce la famiglia Bjorgman a quella delle due sorelle? E quali sono le vere intenzioni dell’affascinante ammiraglio Westergaard?
Una reinterpretazione di Frozen, in cui la gelida magia si nasconde nei romantici salotti di metà Ottocento.
[Kristanna] [Helsa]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I primi giorni di luglio furono caratterizzati dalla malinconia, dal silenzio e dalla pioggia.

Dal giorno della sua uscita con Hans, questi non si era più fatto vedere a villa Frozen ed Elsa cominciò a sospettare che con il suo rifiuto lo avesse persuaso a tornare alle Isole del Sud. Si sarà convinto che nascondo un covo di serpi, si rassegnò la ragazza ricordando le parole che lui le aveva rivolto la sera della festa di compleanno di sua sorella. 

In realtà era riuscita a dissuadere se stessa più che chiunque altro, raccontandosi che senz’altro Hans aveva meditato a lungo sulle conseguenze del potere di Elsa e che pertanto aveva abbandonato ragionevolmente qualsiasi velleità di corteggiarla. Coerente con il pessimismo tipico del suo carattere, aveva deciso di tornare ad indossare i guanti e aveva cercato di non pensarci più. 

Da quello stesso giorno anche Anna aveva cambiato atteggiamento: se prima era vivace ed estroversa, ora si era chiusa in se stessa e aveva sempre un’espressione nervosa. I suoi genitori avevano collegato il suo malumore al tempo deprimente che durava ormai da diversi giorni. Lei e Kristoff non si erano più rivolti la parola e tendevano ad evitarsi per la maggior parte della giornata.

Fu una mattina in cui le donne di casa erano riunite in salotto a ricamare che successe qualcosa che spezzò la tensione e l’apatia.

“Hans!” strillò Anna quando l’ammiraglio Westergaard entrò nella stanza. Era vestito di tutto punto in alta uniforme: la giacca rosso vermiglio decorata con i leoni azzurri, gli spallotti e i bottoni dorati, il doppiopetto e i mocassini con la fibbia dorata; il cappello a tricorno in una mano e qualche goccia di pioggia sulle calzature e sui capelli, che rendevano più verosimile quell’uomo così perfetto. Quando Elsa lo vide sentì il suo telaio scivolarle dalle mani: temette che così abbigliato fosse venuto a congedarsi, forse per avvertirle che era in procinto di partire per una battaglia.

“Signorina Frozen” scandì Hans con voce perentoria ed emozionata allo stesso tempo, guardando fisso Elsa con la quale condivideva lo stesso sguardo impaziente “ho portato oggi con me tutte le mie contraddizioni, le mie frustrazioni, i miei dubbi e le mie risposte confidando che anche voi abbiate vissuto la stessa mia inquietudine e che, considerato ciò, possiate comprendermi e condividere le mie angosce.”

“N-Non capisco” mormorò la ragazza.

“Vi amo, Elsa.”

“Se volete biasimarmi non vi fermerò: sono stato insistente, inopportuno, indiscreto. Sono giunto ad Arendelle con il mio carico di superficialità e con la stessa arroganza ho voluto giocare a dadi con il destino, perdendo miseramente. Fin da quando vi ho incontrata il mio sguardo è stato vostro ostaggio, il mio cuore non rispondeva più ai miei comandi. Ho viaggiato, esplorato, conosciuto bellezze e pericoli che voi nemmeno immaginate, ma da quando l’ancora della mia nave si è adagiata sul fondo delle acque del fiordo, è come se anche il mio corpo avesse attraccato al molo definitivo. Vi amo, per tutto quello che ho imparato su di voi e per quello che ancora ignoro: amo i vostri capelli quando fluttuano nel vento, amo i vostri occhi profondi e glaciali, amo il vostro profumo così dolce e pericoloso. Non ho dormito pensando a voi o forse ho sempre sognato a occhi aperti col vostro volto onnipresente.” Poi prese la mano di Elsa e si inginocchiò davanti ad essa. “Se anche voi avete vissuto il mio stesso tormento e non sapete ancora dargli un nome, vi dico che quello si chiama amore. Se siete rimasta indifferente o infastidita dalle mie azioni e dalle mie proposte, allora congelatemi. Qui e ora. Scatenate tutta la furia del vostro potere per ostruire il sangue nelle mie vene, fatemi morire di ipotermia, ma almeno abbiate la premura di risparmiarmi l’agonia. Se invece sentite il vostro battito riecheggiare in tutto il vostro corpo e le guance arrossire per me, allora accontentate il mio ultimo paradosso: concedetemi la vostra mano, amore mio. Sì, lo so di aver detto di essere poco incline al matrimonio e che voi stessa non vi sentite tagliata per questo legame, ma ho paura che se non diventerete mia moglie potreste scivolarmi via e non oserei perdonarmelo. Sono sempre stato tuo, Elsa. Sposami.”

Anna lasciò cadere il suo lavoro all’uncinetto e una lacrima precipitò dai suoi occhi annebbiati. Certa di non essere vista, uscì dalla stanza di corsa. Kristoff, che in quel momento stava lucidando l’argenteria, fu l’unico ad accorgersi dei suoi passi, ma non la rincorse e non la fermò.

Elsa sentiva i brividi affiorare alle sue mani e tutto il corpo percosso dalle sue emozioni. Le sembrò che il sole, caldo, giallo, fosse entrato nella stanza e ora si trovasse sopra la sua testa. Immaginò i crochi spuntare sotto gli sprazzi di neve, sentì il disgelo scorrere fino alle sue dita e allora si proiettò in un’eterna primavera. L’Elsa ubbidiente, remissiva, l’Elsa bambina  della sua coscienza spingeva affinché trovasse la risposta più consona, ma l’Elsa donna, preponderante, sapeva che non doveva più guardarsi attorno per cercare l’approvazione generale. Esistevano soltanto due occhi, carichi di aspettative: quelli dell’uomo inginocchiato davanti a lei. Elsa strinse le sue mani attorno a quelle di Hans e sorrise. Tuttavia, prima che la sua risposta fosse tradotta in parole, udì il suono inaspettato di un applauso sovrastare la sua voce.

Il signor Weselton stava camminando nel salotto di villa Frozen con una lentezza innaturale, sincronizzando i suoi passi con i battiti delle sue mani.

“Bene, bene quale spettacolare dimostrazione di ardore giovanile!” Hans e gli altri si voltarono nella direzione del nuovo, sgradito arrivato. “Due proposte di matrimonio in due giorni, signorina Elsa, la media delle vostre conquiste amorose si è vertiginosamente impennata, ve lo aspettavate? Personalmente sono basito dall’arrendevolezza dell’ammiraglio Westergaard, a quanto pare non gli è rimasta altra soluzione che sposarvi per penetrare i vostri misteri (a proposito, perdonate la mia allusione oscena).” Il signor Weselton parlava come se fosse invasato, con gli occhi fuori dalle orbite e il volto contorto in un’espressione indefinibile.

“Che cosa volete, signore, chi vi ha dato il permesso di entrare?” gridò Elsa.

“La mia coscienza, signorina Frozen. E i miei scrupoli di padre.” pronunciò queste ultime parole con una gravità indescrivibile.

“Signor Weselton, non capisco a cosa sia dovuta questa vostra antipatia nei miei confronti: se mi siete ostile perché la signorina Elsa ha respinto la vostra proposta di matrimonio, devo dedurre che vedete me e vostro figlio come rivali”. disse Hans cercando di mantenere a calma. “tuttavia non avete alcun diritto di insinuare simili calunnie nella mente di quella che, spero, accetterà di essere la mia fidanzata.”

Le labbra del signor Weselton si incresparono in un sorriso triste e beffardo allo stesso tempo. “Se non fossi certo della vostra solidità economica e personale potrei affermare che cercate di comprarvi il favore della famiglia che più di altre può offrirvi una collaborazione profittevole.”

Hans assottigliò gli occhi e protestò con foga: “non cerco un matrimonio di convenienza, razza di insolente! Non concepite i sentimenti umani, signore? Per voi valgono solo i pettegolezzi, immagino... sappiate che da questa vicenda non trarrete alcuno scoop per il vostro giornale” poi, voltandosi verso Elsa con uno sguardo più gentile “è solo perché amo la signorina Frozen se oggi sono qui a domandare la sua mano, lo giuro sul mio onore.”

“Ah, ammiraglio! adesso sì che vi siete inguaiato con le vostre mani. Siete sicuro di essere sempre stato uomo d’onore, oppure ora vi state soltanto costruendo un alibi?” a quel punto estrasse dalla tasca un dagherrotipo che raffigurava una ragazza poco più che ventenne con in braccio una bambina. “Dove si trovava il vostro onore quattro anni fa, ammiraglio? Dove lo avevate messo mentre concepivate questa creatura assieme a mia figlia, nel più totale disprezzo del pudore, della morale e della castità?” 

Nel salotto di villa Frozen piombarono un silenzio ed uno stupore immobilizzanti. Elsa fissò Hans senza riuscire ad aprir bocca, mentre Kristoff lasciò cadere lo scopino, producendo l’unico rumore che si udì in quel momento.

Hans strappò il dagherrotipo dalle mani del signor Weselton e lo squadrò da cima a fondo: la bambina assomigliava spiccatamente alla madre, eccetto per il volto lentigginoso.

“Da chi avrà ereditato quelle simpatiche lentiggini?” chiese il signor Weselton con un tono più infelice che ironico.

“Io non ho mai conosciuto vostra figlia. E finora non sapevo neanche della vostra esistenza!” ringhiò furiosamente Hans mordendosi le labbra.

“Dite il vero solo a metà, ammiraglio. Se vi avessi incontrato all’epoca del fatto avrei arrangiato le cose in modo da mettervi di fronte alle vostre responsabilità. Ma il vostro ménage era noto solo a voi e a mia figlia.” Quindi sfoderò la successiva reliquia, un anello in argento al cui interno era inserita una sottile ciocca color rubino. “L’ha fatto con i vostri capelli” disse, appoggiando l’oggetto sul palmo della mano di Hans. Elsa si avvicinò e lesse all’interno della vera il nome della signorina Weselton con una dicitura: Io e te insieme per sempre, Hans Westergaard.

Improvvisamente Hans sembrò destarsi da un sonno profondo, come quando qualcosa che si cerca di ricordare a tutti i costi affiora finalmente alla mente. Osservò l’anello in silenzio, con un’espressione di disperazione, di rabbia ed infine di rassegnazione. 

“Io vi disprezzo, ammiraglio. Ma se davvero vi ritenete un uomo d’onore, allora mantenete la promessa che avete fatto a mia figlia. Salvate la sua dignità e la vostra sposando la donna che è ha più bisogno di essere vostra moglie.” disse con un tono sommesso mentre le lacrime scendevano sul suo viso.

Hans si voltò verso Elsa nel tentativo di darle un’ultima spiegazione, ma si accorse che la ragazza era avvolta nell’abbraccio di sua madre e si guardava intensamente i guanti, perforati da tante piccole spine ghiacciate. Per impedire che lo sfogo della magia di Elsa davanti agli occhi del signor Weselton potesse aggravare ulteriormente la situazione, Hans  si rivolse all’anziano: “Farò ciò che devo, signore.” Ed entrambi uscirono dalla villa, lasciando Elsa in preda allo sconforto, circondata dai suoi monoliti gelati. 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: sangallo